lunedì 27 febbraio 2012

News/am.27.2.12/ Chiediamo comprensione. - Dai dati in suo possesso, spiega Coldiretti Calabria, il prezzo pagato dalle multinazionali per un chilo di succo concentrato di arance calabresi e' cosi' basso che un litro di aranciata contiene il valore di soli 3 centesimi di euro di arance; da un chilo di succo concentrato si ottengono 6 litri di succo naturale che consentono di produrre circa 50 litri di bibita al gusto di arancia che contiene, come consentito dalla normativa vigente del 1961), il 12% di succo di arancia. In sostanza vi e' in una bottiglia di aranciata un ricarico di oltre il 4000%, chiosa l'organizzazione.---A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).---La top 10 delle imposte più odiate dagli italiani nel 2012: 1. Aggio esattoriale 2. Accise su benzina, energia elettrica e metano 3. Canone Rai 4. IVA 5. Bollo auto 6. TIA/TARSU 7. IMU/ICI 8. Contributi consorzi di bonifica 9. Ticket sanitari 10. Imposte sui redditi/Irap.

aReggio Calabria. Coldiretti: in bottiglia aranciata ricarico multinazionali 4000%
Imu fabbricati rurali: 250 mila imprese a rischio
In Italia stipendi vicini alla metà di quelli tedeschi, più bassi anche della Grecia
Fisco/contribuenti.it: la top ten delle imposte piu' odiate nel 2012.
Grecia, Papademos annuncia ai cittadini altri sacrifici: "Chiediamo comprensione"



Reggio Calabria. Coldiretti: in bottiglia aranciata ricarico multinazionali 4000%
(AGI) - Reggio Calabria, 26 feb. - Quanto rivelato dalla testata inglese "The ecologist" sullo sfruttamento indiretto da parte delle multinazionali delle bevande del bracciantato irregolare clandestino fa parte di una battaglia avviata da Coldiretti Calabria 14 mesi fa. A sottolinearlo in una nota la territoriale di settore. Dai dati in suo possesso, spiega Coldiretti Calabria, il prezzo pagato dalle multinazionali per un chilo di succo concentrato di arance calabresi e' cosi' basso che un litro di aranciata contiene il valore di soli 3 centesimi di euro di arance; da un chilo di succo concentrato si ottengono 6 litri di succo naturale che consentono di produrre circa 50 litri di bibita al gusto di arancia che contiene, come consentito dalla normativa vigente del 1961), il 12% di succo di arancia. "In sostanza vi e' in una bottiglia di aranciata un ricarico di oltre il 4000%", chiosa l'organizzazione."E' palese che non vi e' quindi una equa remunerazione all'interno della filiera agrumicola da industria e questo e' anche causa di spiacevoli episodi contribuiscono a danneggiare l'immagine della Calabria - si legge ancora nella nota - in una ottica di uno sviluppo possibile e sostenibile, avevamo chiesto con una lettera a tutte le piu' importanti multinazionali che hanno rapporti commerciali in Calabria di acquistare il succo concentrato di arance a un prezzo che consentisse, alle industrie di spremitura, di pagare le arance ai produttori almeno ad un prezzo minimo di 0,15 centesimi di euro. Poca cosa riteniamo per le multinazionali, che pero' non hanno rinunciato ai loro proficui margini di guadagno. Oggi, dopo il rilancio del tema sulla stampa internazionale, qualcuna disdice i contratti. A questo punto e' importante fare fronte comune, con una azione incisiva e decisiva a esempio dei nostri parlamentari". La Coldiretti Calabria "la battaglia di civilta' l'ha iniziata oltre 14 mesi fa, con una incessante iniziativa sotto lo slogan 'non lasciamo sola Rosarno... coltiviamo gli stessi interessi', svolta su tutto il territorio e che ha avuto il consenso di tanti cittadini e di oltre trenta amministrazioni comunali che hanno adottato apposite delibere di sostegno e delle associazioni dei consumatori. (AGI) .

Imu fabbricati rurali: 250 mila imprese a rischio
Filadelfo Scamporrino - 26 febbraio 2012
Nell’arco dei prossimi tre/quattro anni in Italia rischiano di chiudere i battenti 250 mila imprese agricole. Ad affermarlo è stato Giuseppe Politi, Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), dopo che negli ultimi 10 anni sono state oltre 500 mila le imprese agricole cessate. Per scongiurare questo cupo scenario servono interventi ad hoc per il settore attraverso sia un alleggerimento della fiscalità, sia con misure in grado di rilanciare l’occupazione. In particolare, la CIA è tornata a ribadire la propria contrarietà all’introduzione dell’Imu sui fabbricati rurali che si presenta in tutto e per tutto come un provvedimento punitivo per l’agricoltura italiana.
Questo perché la nuova imposta immobiliare va a colpire asset che sono funzionali e strumentali per lo sviluppo dell’agricoltura, ragion per cui gli imprenditori si ritroveranno a pagare più tasse e, nel contempo, a far fronte alle criticità che attanagliano il comparto e che spaziano dal caro-gasolio all’inasprimento degli oneri contributivi, e passando per i costi insostenibili della burocrazia.
Insomma, per la Confederazione Italiana Agricoltori l’applicazione dell’Imu sui fabbricati rurali, unitamente all’aumento degli estimi catastali, rischia di mettere fuori mercato tantissime imprese agricole e, di conseguenza, generare disoccupazione penalizzando decine di migliaia di famiglie che vivono dei prodotti della terra e di quelli da allevamento. La CIA si aspetta di conseguenza le giuste risposte da parte del Governo, altrimenti avvierà una mobilitazione su tutto il territorio nazionale. D’altronde sono sempre di più le imprese agricole che, a causa dei rincari dei costi di produzione, non riescono più con l’attività nemmeno a rientrare dalle spese sostenute.

In Italia stipendi vicini alla metà di quelli tedeschi, più bassi anche della Grecia
La classifica Eurostat delle retribuzioni dell'Eurozona: la media del nostro Paese è di 23.406 euro lordi l'anno
MILANO - In Italia la disoccupazione, soprattutto quella giovanile è un problema grave. Ma anche chi un posto di lavoro ce l'ha e pure a tempo indeterminato non se la passa troppo bene. E non solo per il peso del carico fiscale e contributivo. In Italia infatti gli stipendi medi sono tra i più bassi dell'Eurozona. Addirittura inferiori a quelli della Grecia. E in assoluto superiori solo a Malta, Slovacchia, Slovenia e Portogallo, Paesi non certo comparabili al nostro per dimensioni e sviluppo industriale.
LA CLASSIFICA - La classifica che emerge dai dati Eurostat, pubblicati nel recente rapporto «Labour market statistics», prende come riferimento le aziende con almeno 10 persone ed ha dati riferiti al 2009. Dalle statistiche emerge che in media un lavoratore italiano ha guadagnato nell'anno di riferimento 23.406 euro lordi: circa la metà che in Lussemburgo (48.914), Olanda (44.412) o Germania (41.100). Seguono Irlanda ( 39.858), Finlandia (39.197) Francia (33.574) e Austria (33.384) . Ma più sorprendente risulta il livello più elevato di due Paesi in grave difficoltà economica come la Grecia (29.160) e la Spagna (26.316) a cui fa seguito Cipro (24.775).
AVANZAMENTO - Eurostat riporta l'elenco delle paghe lorde medie annue dei Paesi dell'Unione europea anche per gli anni precedenti all'ultimo aggiornamento (2009), così da poter anche osservare la crescita delle retribuzioni. L'avanzamento per l'Italia risulta tra i più ridotti: in quattro anni (dal 2005) il rialzo è stato del 3,3%, molto distante dal +29,4% della Spagna, dal +22% del Portogallo. E anche i Paesi che partivano da livelli già alti hanno messo a segno rialzi rilevanti: Lussemburgo (+16,1%), Olanda (+14,7%), Belgio (+11,0%) e Francia (+10,0%) e Germania (+6,2%).
DONNE - Una buona notizia per l'Italia, invece, arriva dalle differenze di retribuzioni tra uomini e donne, quello che Eurostat chiama «unadjusted gender pay gap», l'indice utilizzato in Europa per rilevare le disuguaglianze tra le remunerazioni (definito come la differenza relativa, espressa in percentuale, tra la media del salario grezzo orario di lavoratori e lavoratrici). Ma è solo un'illusione. La Penisola, infatti, con un gap che supera di poco il 5% (con riferimento al 2009) si colloca ampiamente sotto la media europea, pari al 17%, risultando il paese con la forbice più stretta alle spalle della sola Slovenia; ma, appunto, non è tutto oro quel che luccica. Perchè a ridurre le differenze di stipendio in Italia contribuiscono fenomeni di cui non si può andare fieri, come il basso tasso di occupazione femminile e lo scarso ricorso (a confronto con il resto d'Europa) al part time. Non a caso tra i Paesi che vantano una minor divario ci sono anche Polonia, Romania, Portogallo, Bulgaria, Malta, ovvero tutti Stati con una bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Fisco/contribuenti.it: la top ten delle imposte piu' odiate nel 2012.
La top 10 delle imposte più odiate dagli italiani nel 2012
1. Aggio esattoriale
2. Accise su benzina, energia elettrica e metano
3. Canone Rai
4. IVA
5. Bollo auto
6. TIA/TARSU
7. IMU/ICI
8. Contributi consorzi di bonifica
9. Ticket sanitari
10. Imposte sui redditi/Irap
ROMA - Questa è nuova la top ten delle imposte più odiate dagli Italiani. Lo studio, effettuato da Krls Network of Business Ethics per conto Contribuenti.it Magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani è stato condotto attraverso Lo Sportello del Contribuente, su un campione casuale di cittadini maggiorenni residenti in Italia, intervistati telefonicamente nella prima settimana di febbraio.
Come si evidenzia nella classifica, la tassa più invisa agli Italiani è l'aggio esattoriale percepito dagli Agenti della riscossione che unitament! e agli interessi della riscossione incidono sensibilmente nel bilancio familiare.
Al secondo posto si collocano le accise su benzina, energia elettrica e metano che quest'anno hanno fatto lievitare sensibilmente il costo del carburante fino a farlo diventare il più caro in Europa.
Al terzo posto si colloca il Canone Rai, che è risultato anche l'imposta più evasa dagli italiani. Dal sondaggio è emerso che due cittadini su tre pensano che il Canone Rai sia un "abbonamento annuale" e non una tassa e che la pubblicità è ingannevole.
Al quarto posto si piazza l'IVA che, con l'aumento dell'aliquota dal 20 al 21%, scala la classifica della top ten di ben 4 posizioni rispetto al 2011 e si prevede che con l'ulteriore aumento dell' imposta sui consumatori annunciato dal governo per settembre dal 21% al 23% potrebbe scalzare dal primo posto finanche l'aggio esattorile.
Al quinto posto si classifica il sempre verde "bollo auto". Molti cittadini pensano che sia un'imposta desue! ta al pari del canone rai.
In generale le imposte più odiate sono quelle sono indirette, che si pagano senza tener conto del reddito pro capite.
Se, infatti, sembra logico da parte del cittadino partecipare al prelievo fiscale collettivo in maniera progressiva rispetto al reddito percepito durante l'anno, non sembra altrettanto accettabile vedersi tassare ripetutamente in base ai consumi. Tale imposizione colpisce il cittadino senza tener contro della propria capacità contributiva in dispregio al dettato costituzionale.
Infatti, paradossalmente, le imposte indirette incidono maggiormente sulle famiglie più povere anziché su quelle più benestanti.
In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia imposizione indiretta come nel caso dell'applicazione dell'IVA sulle accise presente sull'acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica.
Solo 1 cittadino su 5 capisce perché paga le tasse. 4 su 5 si considerano sudditi di una amministrazione finanzi! aria troppo burocratizzata che molto spesso viola i diritti dei contribuenti.
Ciò che incentiva maggiormente l'evasione fiscale, che nel 2011 è cresciuta del 14,1% raggiungendo - considerando anche l'evasione derivante dall'economia criminale - la cifra astronomica di 180,7 miliardi di euro all'anno, sono gli sprechi di denaro della pubblica amministrazione, la sua inefficienza, la scarsa qualità dei servizi offerti che unitamente alle violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, i mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e l'inefficacia delle esattorie rendono superfluo la gran parte del lavoro fatto nella lotta all'evasione fiscale dalla Guardia di Finanza e dalle Agenzie fiscali. Quest'ultime, ogni anno, riscuotono per gli enti impositori, meno del 10% di quanto accertato.
Dallo studio emerge anche l'Italia ha il tasso di evasione più alto in Europa: su 100 euro di reddito dichiarato sfuggono al fisco ben 54,5 euro.
Nella speciale classifica degli evas! ori, l'Italia è al primo posto (54,5% del reddito non dichiarato), seguita da Romania (42,4%), da Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%).
In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Perché si evade? Dall'indagine condotta per il magazine "Contribuenti.it" è emerso che il 42% dei contribuenti evade per l'insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato a fronte dell'alto prelievo fiscale, per il 39% per la complessità delle norme (fisco lunare) ed il mancato rispetto dei diritti dei contribuenti e solo il 19% per la scarsità dei controlli o per mancanza della cultura della legalità.
Inoltre, l'84,7% degli intervistati ritiene! che il nostro sistema fiscale favorisce l'evasione. Un cancro che per il 66,7% degli italiani è da estirpare, risposta che presenta punte del 70,3% al Sud e del 69,6% al Centro.
"Per combattere l'evasione fiscale - ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e sopratutto eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione. L'evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dalle grandi imprese italiane. Fino a quando non migliorerà l'efficienza dell'amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi "pochi, maledetti e subito" attraverso l'accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente. E si premieranno se! mpre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto".
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

Grecia, Papademos annuncia ai cittadini altri sacrifici: "Chiediamo comprensione"
Lucas Papademos
ultimo aggiornamento: 26 febbraio, ore 18:16
Atene - (Adnkronos) - Il messaggio del premier greco attraverso il suo account Twitter: "L'annuncio già questa settimana".
Atene, 26 feb. (Adnkronos) - "Questa settimana dovranno essere annunciati ulteriori sacrifici". Lo dice il premier greco, Lucas Papademos, attraverso il suo account Twitter. "Non chiediamo la vostra approvazione -aggiunge Papademos rivolto ai cittadini greci- solamente la vostra comprensione".

Nessun commento: