giovedì 15 marzo 2012

am:15.3.12/ Con un pezzo di ottomana come lei, io il turco lo faccio (Toto’) – ANSAmed: Secondo le stime dell'Ocse - ha spiegato Bagis - la Turchia negli ultimi due anni e' stata l'economia con la crescita piu' rapida in Europa e se le cose vanno avanti allo stesso modo per tre anni, nel 2015 saremo la seconda maggiore economia, nel caso in cui la Germania non debba pagare per il debito di Grecia, Italia e Portogallo. Nel caso in cui invece la situazione in Germania peggiori - ha detto il ministro turco per gli Affari europei - potremmo anche diventare la prima economia in Europa. Quindi possiamo arrivare alla conclusione - ha detto Bagis - che le relazioni fra Ue e Turchia sono basate sul vantaggio reciproco e l'Europa ha bisogno della Turchia non meno di quanto la Turchia ha bisogno dell'Europa.

Per il settore energetico il 2012 si annuncia in salita
Ue: Ankara, entro 2014 risolti ostacoli normativi a adesione
GB: Fitch conferma tripla 'a' ma l'outlook e' negativo
Kosovo: Premier Thaci, no a elezioni serbe in nostro Paese

Per il settore energetico il 2012 si annuncia in salita
Il punto sul 2011 e le prospettive per l'anno in corso emersi dal convegno dell'Aiee. Gas, petrolio e rinnovabili gli ingredienti. Ma nella ricetta continua a mancare una strategia energetica nazionale
Flavio Padovan
12 Marzo 2012
 Continua il periodo difficile per il comparto energetico nazionale. I primi mesi del 2012 non hanno, infatti, registrato un'inversione di tendenza rispetto al 2011, che si è chiuso con i peggiori risultati degli ultimi 10 anni. È questo l'allarme lanciato nel corso del convegno “Il settore energetico nel 2011 e le prospettive per il 2012” organizzato a Roma dall'Aiee, l'Associazione italiana economisti dell'energia, per verificare lo stato di salute di tutte le principali fonti energetiche e dei settori industriali ad esse collegate.
Non mancano però alcuni segnali positivi: le rinnovabili, ad esempio, l'anno scorso hanno segnato un significativo balzo in avanti; inoltre, le emissioni di CO2 sono tornate ai livelli del 1990 (-16% rispetto al 2005); infine, alcuni interventi del nuovo Governo vanno ad incidere su importanti problemi del settore rimasti a lungo non governati.
Paese, imprese e famiglie: la bolletta è piu salata per tutti
A caratterizzare lo scenario italiano è il calo dei consumi, dovuto prevalentemente alla crisi economica e solo in misura minore alle iniziative di promozione dell'efficienza energetica; calo che però non è riuscito a compensare l'aumento generalizzato dei prezzi di quasi tutti i prodotti energetici che ha portato il saldo della nostra bilancia energetica a raggiungere il picco di 63 miliardi di euro, in aumento di oltre 10 miliardi (+19%).
A causa del rialzo dei prezzi, l'anno scorso famiglie e imprese hanno subito un aggravio medio dei costi energetici molto significativo, di circa 20% rispetto al 2010, secondo Edgardo Curcio dell'Aiee. La benzina ha superato la soglia di 1,80 euro al litro e il gasolio è arrivato a costare 1.75 euro, con un aumento del 32% rispetto al 2010. Il gas si è posizionato sulla Borsa (PSV) a un livello di 28,3 euro/MWh (+21% rispetto al 2010), mentre il Pun è passato da 64 euro/MWh a 72,2 euro/MWh nel corso dell'anno. Un trend di crescita dei prezzi dell'energia che non è stato però causato solo da aumenti dei prezzi del greggio e degli altri prodotti sulle piazze internazionali, ma anche da un forte incremento della tassazione. A questo proposito, Rita Pistacchio dell'Unione Petrolifera ha sottolineato che la componente fiscale del prezzo, che pesa per il 55% sui prodotti petroliferi, è un contributo importante per le finanze statali e regionali, e per questo il settore andrebbe sostenuto con interventi locali ed europei.
Petrolio, una filiera a rischio
Proprio il settore petrolifero è particolarmente in affanno, con conseguenze per l'intera filiera, ha ricordato Pistacchio. Siamo in un periodo di transizione perché il contributo del petrolio alla domanda energetica italiana sta diminuendo ancora: se nel 1990 copriva il 57% del fabbisogno totale, con il crescere dell'apporto prima del gas e poi anche delle rinnovabili, nel 2011 si è fermato al 39%, pari a 70,4 Milioni di tep. Resta però sempre al primo posto nel soddisfare la domanda energetica nazionale, seguito da gas naturale (36%), rinnovabili (11%), combustibili solidi (9%) e import (5%).
La diminuzione dei consumi di petrolio (-2,5% rispetto al 2010) e delle esportazioni (-6,8%) hanno messo in crisi l'industria della raffinazione del greggio: le lavorazioni totali sono scese del 5,9% e nel 2011 il tasso di utilizzo delle 15 raffinerie presenti in Italia (nel 1990 erano 36) è stato dell'85,8%, equivalenti a un surplus di 4-5 impianti. Una tendenza che accomuna l'intera area europea: secondo un'indagine di Woodmackenzie, nel 2011 il 75% delle raffinerie continentali risultava economicamente insostenibile, contro il 25% del 2009. Per quanto riguarda le zone di approvvigionamento del petrolio, la “primavera araba” e l'interruzione della produzione libica hanno modificato le quote finora sostanzialmente bilanciate tra le tre principali macro aree a favore dei paesi ex Urss, saliti al 37,9% del totale, contro il 35,7% del Medio Oriente e il 23,5% dell'Africa. A causa del crollo di export della Libia (-74,4% rispetto al 2010), l'Azerbaijan è ora il primo Paese esportatore di greggio in Italia, seguito da Russia, Arabia Saudita e Iran.
Nel 2011, a causa del calo della domanda e delle difficoltà del settore, molte imprese italiane sono state acquisite da aziende straniere: Edison è infatti passata sotto il controllo della francese EDF, ed ERG ha ceduto le sue attività nella raffinazione a Priolo alla russa Lukoil. Considerando anche le vendite di Italcogim e di altre imprese minori e la chiusura o il fermo di molti impianti di raffinazione, il 2011 ha visto ridursi fortemente la presenza italiana nel comparto energetico.
Il boom del fotovoltaico
Secondo gli ultimi dati Gse, la produzione di energia elettrica da fonte solare nel 2011 è aumentata del 463% rispetto all'anno precedente. Una crescita tumultuosa che, però, ha fatto notare Zorzoli di Ises Italia, nel 2012 dovrebbe rallentare in misura rilevante, per il blocco dello sviluppo di impianti su terreni agricoli.
Peraltro, secondo i dati del “Solar Energy Report 2012” anticipati dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, già nel 2011 il mercato è diminuito dell'8% se si considerano gli impianti effettivamente realizzati.
Le previsioni per il 2012
Per quest'anno l'Osservatorio Aiee prevede un prezzo medio del Brent compreso tra i 110 e i 120 dollari al barile. Anche se, sul fronte internazionale, sono poco controllabili le spinte rialziste che possono derivare da fattori geopolitici. Da questo punto di vista preoccupano le tensioni con l'Iran per il programma nucleare, i cambiamenti politici in atto in Egitto, la crisi interna siriana e il poco stabile equilibrio etnico nigeriano.
I prezzi del carbone dovrebbero invece ridursi rispetto al 2011 per il rallentamento dell'economia.
Tra le note positive dell'anno appena iniziato, va segnalato il fondo Kyoto varato dal Ministero dell'Ambiente, un fondo rotativo di 200 milioni di euro, aumentato a 500. Poi la progressione delle rinnovabili che sembrano abbandonare il loro ruolo integrativo per diventare vere e proprie componenti di sistema, anche se rendono sempre più urgente l'adeguamento delle reti e la gestione della loro non programmabilità rispetto alle altre fonti elettriche.
Sul fronte del mercato del gas, Roberto Rocchi (Mise) ha annunciato che l'Italia si sta preparando ad assumere un ruolo non più solo di importatore, ma anche di hub per il transito del gas verso il resto dell'Europa. Il governo centrale ha concesso l'autorizzazione a vari impianti di rigassificazione e al progetto di stoccaggio sotterraneo di Rivara, tuttavia c'è il rischio che a livello locale questi progetti si fermino, come appena successo a Brindisi.
Infine, il Decreto liberalizzazioni, che è stato accolto positivamente, ma che desta qualche perplessità per l'efficacia delle misure proposte. «Se il nuovo Governo - conclude Curcio - ha affrontato alcuni temi importanti del problema energetico del nostro Paese, manca ancora di una visione generale e di una strategia energetica nazionale, richiesta ormai da tutte le parti economiche e sociali, che tenga conto dei tre traguardi fondamentali per una politica nazionale del settore: ridurre la dipendenza dall'estero, ridurre i costi per cittadini e imprese, migliorare l'ambiente». Obiettivi ambiziosi per l'attuale comparto dell'energia in Italia che, come ha sottolineato il coordinatore dell'evento, Carlo Andrea Bollino dell'Aiee, difficilmente potranno essere raggiunti senza il supporto del mondo finanziario.

Ue: Ankara, entro 2014 risolti ostacoli normativi a adesione
Bagis, se crescita continua in 2015 prima economia europea
14 marzo, 12:24
(ANSAmed) - BRUXELLES, 14 MAR - Le ''questioni legali'' che ancora rappresentano un ostacolo all'adesione della Turchia all'Ue ''dovrebbero essere risolte entro il 2014''. Lo afferma il ministro per gli Affari europei, Egemen Bagis, in un'intervista alla rivista lituana ''Valstybe''. Una volta superati questi nodi normativi della Turchia rispetto alle regole dell'Ue, secondo Bagis ''tutto dipendera' dal consenso degli Stati membri''.
 ''Credo che i cambiamenti che vediamo oggi in Europa - ha aggiunto il capo negoziatore turco con l'Ue - testimoniano la nascita complicata e dolorosa di una nuova Europa. Sono certo che la Turchia sia necessaria per questa nascita e che diventera' a pieno titolo membro di questa nuova Europa''. Mentre nei 27 paesi dell'Unione la crescita arranca, quella di Ankara procede sostenuta. ''Secondo le stime dell'Ocse - ha spiegato Bagis - la Turchia negli ultimi due anni e' stata l'economia con la crescita piu' rapida in Europa e se le cose vanno avanti allo stesso modo per tre anni, nel 2015 saremo la seconda maggiore economia, nel caso in cui la Germania non debba pagare per il debito di Grecia, Italia e Portogallo''. ''Nel caso in cui invece la situazione in Germania peggiori - ha detto il ministro turco per gli Affari europei - potremmo anche diventare la prima economia in Europa''. ''Quindi possiamo arrivare alla conclusione - ha detto Bagis - che le relazioni fra Ue e Turchia sono basate sul vantaggio reciproco e l'Europa ha bisogno della Turchia non meno di quanto la Turchia ha bisogno dell'Europa''.(ANSAmed).

GB: Fitch conferma tripla 'a' ma l'outlook e' negativo
21:46 14 MAR 2012
(AGI) - Washington, 14 mar. - L'agenzia di rating Fitch conferma la tripla 'A' al debito pubblico britannico ma cambia l'outlook da 'stabile' a 'negativo'.
   Londra per Fitch conserva il giudizio migliore grazie ai progressi nella riduzione del deficit strutturale del bilancio, all'economia flessibile e diversificata e alla stabilita' politica e sociale. A peggiorare l'outlook la constatazione che il deficit e' secondo per dimensioni solo a quello Usa. (AGI) .

Kosovo: Premier Thaci, no a elezioni serbe in nostro Paese
14 marzo, 18:56
(ANSAmed) - PRISTINA, 14 MAR - La ferma opposizione di Pristina all'organizzazione anche in Kosovo delle elezioni serbe del 6 maggio prossimo e' stata ribadita oggi dal premier Hashim Thaci.
 ''Si tratta di una decisione in contrasto con le leggi e la costituzione della Repubblica del Kosovo, e in totale contraddizione anche con la risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza dell'Onu e con le altre norme internazionali, che hanno sancito l'indipendenza del Kosovo'', ha detto Thaci al termine di una riunione del governo.
 A suo avviso, la decisione di Belgrado equivale a un tentativo di aggressione nei confronti del Kosovo. Un comportamento antieuropeo, contrario ai principi di buon vicinato e alla prospettiva europea dei due paesi.
 ''Il governo del Kosovo usera' tutti i suoi mezzi costituzionali e giuridici per opporsi alla Serbia e alla sua decisione di organizzare in un altro stato elezioni locali e generali'', ha detto il premier kosovaro.
 Gia' ieri il governo di Pristina, poco dopo l'annuncio di Belgrado di voler tenere le prossime elezioni anche in Kosovo, aveva diffuso una nota di protesta definendo 'inaccettabile' tale decisione. (ANSAmed)

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