sabato 24 marzo 2012

am:24.3.12/ Pummarole! Non facit e’ scustumat, giurate fedelta’ alla terra padana, dite lo giuro! - Al Sud si produce qualità, ma il prezzo del pomodoro si fa al Nord deprimendo i margini già scarsissimi di valore aggiunto. E’ il commento di Mirko Di Cataldo, responsabile del dipartimento Agricoltura dell’Unione provinciale, alla notizia della sigla dell’accordo interprofessionale per la prossima campagna del pomodoro che ha fissato il prezzo di riferimento a 84 euro per tonnellata.

Foggia. Pomodoro, ira Di Cataldo: Prezzo stabilito al Nord danneggia il Sud
Cipe: stanziamenti per infrastrutture, sviluppo e coesione
Consiglio ministri approva riforma lavoro, accordo “salvo intese”
Crisi, allarme Confcommercio: ''Italia indietro di quasi 15 anni''
Grecia: Draghi, necessaria riduzione salari in tutti i settori

Foggia. Pomodoro, ira Di Cataldo: Prezzo stabilito al Nord danneggia il Sud
Foggia – “Al Sud si produce qualità, ma il prezzo del pomodoro si fa al Nord deprimendo i margini già scarsissimi di valore aggiunto”. E’ il commento di Mirko Di Cataldo, responsabile del dipartimento Agricoltura dell’Unione provinciale, alla notizia della sigla dell’accordo interprofessionale per la prossima campagna del pomodoro che ha fissato il prezzo di riferimento a 84 euro per tonnellata.
 “Nel bacino emiliano si coltiva in massima parte prodotto destinato alla trasformazione in concentrato – spiega Di Cataldo – che per gli agricoltori meridionali è la parte residuale rispetto a pelati e cubettati. Dunque, i costi di produzione sono notevolmente superiori al Sud rispetto al Nord, ed i margini di guadagno rischiano di annullarsi applicando un accordo interprofessionale costruito su un altro modello colturale.
 La verità è che dovrebbe avvenire l’esatto contrario: il prezzo dovrebbe essere fissato nel bacino meridionale ed esteso a quello settentrionale. Una contraddizione su cui pesa, sempre più evidentemente, l’incapacità di realizzare il distretto agricolo-industriale indispensabile ad affrontare e vincere la concorrenza produttiva e commerciale determinata dalla globalizzazione – conclude Mirko Di Cataldo – che si sta sempre più rapidamente estendendo dalla fase della trasformazione e commercializzazione a quella della produzione”.

Cipe: stanziamenti per infrastrutture, sviluppo e coesione
23 Marzo 2012
Il CIPE nella seduta odierna ha approvato l’assegnazione di circa 2 miliardi di euro. La decisione, che completa un ciclo di misure tese a mettere fine alla grave incertezza dei flussi di finanza pubblica degli ultimi anni, mira a riavviare una fase di crescita economica indispensabile per il rilancio del Paese. La maggior parte degli investimenti finanziati è in grado di generare spesa nel breve termine, contribuendo così a sostenere la domanda aggregata nel corso dell’anno e a incidere positivamente sulla produttività complessiva del sistema. I fondi assegnati sono volti ad accrescere cinque settori chiave per lo sviluppo del Paese: reti ferroviarie e opere infrastrutturali; sisma in Abruzzo ed eventi alluvionali; occupazione; patrimonio culturale; salute.
Di seguito, il dettaglio degli interventi:
1) RETI FERROVIARIE E OPERE INFRASTRUTTURALI
Il CIPE ha approvato l’assegnazione di circa 924 milioni di euro per nuove opere infrastrutturali e interventi di manutenzione straordinaria. Tra le principali opere finanziate, oltre ai 600 milioni di euro destinati agli interventi dei contratti di programma di ANAS e RFI per il 2012, figurano:
50,1 milioni per Strada Statale 38 in Valtellina, variante di Morbegno dal km 15 al km 17,5, che rende possibile un investimento di 280 milioni di euro;
71,6 milioni di euro per Metropolitana di Brescia, primo lotto funzionale Prealpino – S. Eufemia;
70 milioni di euro all’asse stradale Lioni – Grottaminarda, di collegamento tra l’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria e l’autostrada A16 Napoli – Bari, tratto tra lo svincolo di Frigento e lo svincolo di San Teodoro;
9 milioni di euro alla Strada Statale 172, cosiddetta “dei Trulli”;
33 milioni di euro alla Strada Statale 106 “Ionica”, dallo svincolo di Squillace allo svincolo di Simeri Crichi;
60 milioni di euro per l’HUB portuale di Ravenna.
Per quanto riguarda la nuova linea ferroviaria Torino-Lione, preso atto che l’opera è connessa con la realizzazione di altri interventi di potenziamento del trasporto pubblico locale nell’area metropolitana torinese, il CIPE ha assegnato 20 milioni di euro alla stazione di Rebaudengo, restando a carico della Regione Piemonte il finanziamento dei residui 142 milioni di euro per l’integrale copertura del costo dell’opera.
Il Comitato ha assegnato ulteriori 10 milioni di euro per opere compensative dell’impatto territoriale e sociale strettamente correlate alla funzionalità dell’opera e atte a preparare e accompagnare l’inserimento della nuova linea nell’ambito locale. Nei prossimi mesi, il Ministero delle infrastrutture insieme all’Osservatorio sulla Torino-Lione, alla Regione Piemonte e alle amministrazioni locali individueranno le opere da finanziare con le risorse oggi assegnate.
Sempre nel campo delle infrastrutture strategiche, il CIPE ha approvato il progetto definitivo di ammodernamento di circa 34 km della strada Palermo-Agrigento (tratto Palermo- Lercara Freddi) e la variante delle opere complementari della stazione ferroviaria di Bari. Il CIPE ha anche approvato una modifica relativa alla convenzione ANAS per l’Autostrada Brescia-Padova e deliberato la variazione del soggetto aggiudicatore della Metropolitana automatica di Torino, tratta Lingotto-Bengasi.
Infine, è stato approvato il progetto definitivo per lo sviluppo del giacimento petrolifero di “Tempa Rossa”, in Basilicata, che contribuirà a sviluppare la produzione di petrolio in Italia e ridurre la dipendenza energetica dall’estero.
2) RICOSTRUZIONE POST-TERREMOTO E ALLUVIONI
Il CIPE ha sostenuto finanziariamente il rinnovato impegno per la ricostruzione post-terremoto dell’Aquila e del suo territorio. Preso atto della Relazione del Ministro per la coesione territoriale e dell’Ordinanza volta a semplificare l’organizzazione, a rafforzare le informazioni e la comunicazione e a introdurre interventi di rigore, il Comitato ha assegnato circa 540 milioni di euro al Commissario delegato per la riparazione e ricostruzione del patrimonio abitativo danneggiato. Altri 168 milioni di euro sono stati assegnati per il finanziamento del secondo programma stralcio degli interventi di ripristino di immobili pubblici danneggiati.
Sono stati assegnati anche 5 milioni per i paesi colpiti dall’alluvione del 25 ottobre 2011 nelle Cinque Terre (Liguria), con interventi a favore dei Comuni di Vernazza e Monterosso. Infine, il CIPE ha approvato la proposta di ripartizione dell’ultima tranche di 33,4 milioni di euro a favore di comuni della Campania e della Basilicata colpiti dai terremoti del 1980-81-82.
3) OCCUPAZIONE
Il CIPE ha assegnato 65 milioni di euro per misure a sostegno dell’occupazione, in particolare dell’autoimprenditorialità e dell’autoimpiego, volte a favorire prevalentemente giovani e donne. Di questi, 60 milioni di euro sono gestiti da Invitalia, mentre altri 5 milioni sono dedicati al settore agricolo e gestiti da ISMEA. Tali risorse contribuiranno a finanziare una parte significativa dei numerosi progetti presentati, contribuendo a sostenere l’occupazione in una fase depressiva del ciclo economico.
4) PATRIMONIO CULTURALE
Considerata l’azione di tutela e valorizzazione delle risorse culturali nazionali quale leva strategica di sviluppo territoriale, il CIPE ha approvato finanziamenti per 76 milioni di euro, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, per assicurare investimenti a favore del patrimonio culturale e museale italiano.
Di questi, 70 milioni sono stati destinati a nove interventi di recupero, restauro e valorizzazione di sedi museali di rilievo nazionale (Grande Brera, Galleria dell’Accademia di Venezia, Palazzo Reale e Museo di Capodimonte a Napoli, Poli museali di Melfi – Venosa, Taranto e Palermo, Museo nazionale di Cagliari, Museo archeologico nazionale di Sassari).
In particolare, 6 milioni di euro sono stati assegnati per il completamento dei lavori di restauro e recupero funzionale del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la cui più nota attrazione sono i Bronzi di Riace. Tali lavori saranno affiancati da un intervento di valorizzazione culturale e territoriale, attuato sulla base degli esiti di un concorso internazionale di idee promosso dalle Amministrazioni centrali competenti (Ministro per la coesione territoriale, Ministero per i beni e le attività culturali e Ministro per gli affari regionali, turismo e sport) e dalla Regione Calabria.
5) SALUTE
Il CIPE ha anche approvato il riparto tra le Regioni e le Province autonome di circa 180 milioni di euro del Fondo Sanitario Nazionale relativi al finanziamento della prevenzione e lotta all’AIDS e alla fibrosi cistica, a borse di studio in medicina generale e a dirigenti sanitari che hanno scelto l’esclusiva del rapporto con il sistema sanitario nazionale.
B. FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE
L’elenco dei progetti finanziati attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione, in ordine di priorità, sono i seguenti:
1) Palazzo Reale di Napoli – Campania –
Il progetto prevede il restauro, recupero funzionale e adeguamento impiantistico del complesso monumentale del Palazzo Reale; il miglioramento della sicurezza, fruizione e accoglienza; l’aumento degli spazi culturali offerti al pubblico e dell’articolato sistema di spazi aperti e pertinenze del complesso. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 18.000.000 di euro.
2) Museo - Reggia di Capodimonte di Napoli - Campania
 Il progetto prevede la revisione e implementazione degli impianti del museo di Capodimonte. Prevede inoltre il completamento degli interventi di restauro e di recupero funzionale della reggia; l’adeguamento funzionale e la valorizzazione del parco circostante. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 7.000.000 di euro.
3) Pinacoteca - Grande Brera a Milano - Lombardia
 Il progetto prevede la messa in sicurezza e liberazione dei locali nella ex Caserma Mascheroni; il completamento del restauro e il ripristino edilizio del Palazzo Citterio; la revisione e il rifacimento delle coperture del complesso di Brera. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 23.000.000 di euro.
4) Grandi Gallerie dell’Accademia a Venezia – Veneto
 Il progetto prevede il completamento del progetto museografico al piano terreno, l’adeguamento funzionale e la revisione museografica dell’intero primo piano e della Quadreria al secondo piano delle Gallerie dell’Accademia. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 7.000.000 di euro.
5) Polo Museale di Melfi-Venosa - Basilicata
 Il progetto prevede l’adeguamento strutturale del Museo di Venosa; l’allestimento di spazi espositivi e di un punto di accoglienza; la realizzazione di strutture per la copertura dei mosaici dell’area archeologica di Venosa. Prevede inoltre l’allestimento di spazi per eventi e servizi aggiuntivi nel Museo di Melfi; il recupero della grande cisterna del castello sede del Museo. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 4.000.000 di euro
6) Polo Museale di Cagliari – Sardegna
 Il progetto prevede: 1. il rinnovo degli spazi espositivi del Museo Nazionale archeologico di Cagliari (il più importante museo a livello mondiale delle antichità sarde) e l’allestimento di laboratori didattici; 2. l’ampliamento degli spazi espositivi (Polo di San Pancrazio) con destinazione a funzioni museali dell’Ex Regio Museo Archeologico – edificio storico in Piazza Indipendenza – in cui troverà spazio una sezione del Museo espressamente dedicata al complesso di Monte Prama; 3. la realizzazione di spazi idonei per i servizi aggiuntivi di qualità all’interno del Polo San Pancrazio . Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 2.500.000 di euro.
7) Polo Museale di Sassari - Sardegna
 Il progetto prevede il consolidamento e riallestimento dell’area espositiva nel padiglione Neoclassico del Museo archeologico nazionale di Sassari G.A. Sanna e del padiglione Clemente. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 1.500.000 di euro.
8) Polo museale di Taranto – Puglia
 Il progetto prevede: 1. il restauro e l’allestimento di spazi del Museo Archeologico di Taranto per funzioni espositive e attività collaterali; 2. la realizzazione di strutture per i servizi di accoglienza e riqualificazione dei percorsi archeologici nel Parco archeologico di Saturo nel comune di Marina di Leporano; 3. la realizzazione di strutture per i servizi di accoglienza e riqualificazione dei percorsi archeologici nel Parco archeologico delle Mura Messapiche nel comune di Manduria. Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 5.000.000 di euro.
9) Polo Museale di Palermo
 Il progetto prevede la riqualificazione dell’edificio e allestimento delle sale espositive del Museo Regionale Archeologico "Antonio Salinas" Il bando di gara è previsto entro dicembre 2012. L’importo è di 2.000.000 di euro.

Consiglio ministri approva riforma lavoro, accordo “salvo intese”
Roma – Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, salvo intese, il ddl di riforma del mercato del lavoro. Si tratta – si legge in una nota di Palazzo Chigi – di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioé di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini. Per i licenziamenti per motivi economici “il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità. Particolare attenzione – precisa il comunicato di palazzo Chigi – è riservata all’intento di evitare abusi”. La riforma del lavoro “introdurrà elementi di premialità” verso le imprese “per l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili. La riforma favorirà” anche “il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali”.
 LE NOVITA’. Arriva il congedo di paternità obbligatorio. Il nuovo impianto del mercato delle professioni attribuisce massimo valore all’apprendistato – inteso nelle sue varie formulazioni e platee – che diviene il ‘trampolino di lancio’ verso la maturazione professionale dei lavoratori. Via libera al “regolamento che definisce termini e modalità di attuazione della disciplina delle cosiddette ‘quote rosa’ alle società controllate da pubbliche amministrazioni. L’obiettivo è il “potenziamento dell’accesso delle donne alle posizioni di vertice”. Con l’obiettivo di perseguire “l’equità di genere” e favorire l’occupazione femminile la riforma del lavoro prevede “norme di contrasto alla pratica delle cosiddette dimissioni in bianco con modalità semplificate e senza oneri per il datore di lavoro e il lavoratore” e anche “il rafforzamento con l’estensione sino a tre anni di età del bambino (oggi è fino a un anno) del regime della convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri”. Le aziende potranno stipulare accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, finalizzati a incentivare l’esodo dei lavoratori anziani. Si crea così “una cornice giuridica per gli esodi con costi a carico dei datori di lavoro”. Con la riforma del Lavoro approvata dal Consiglio dei ministri “si potenzia l’istituto dell’assicurazione contro la disoccupazione estendendone l’accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie di impiego attualmente escluse (ad esempio quella degli apprendisti)”. Con la riforma del lavoro – sottolinea la nota di Palazzo Chigi – si riduce l’incertezza che circonda gli esiti dei procedimenti” sui licenziamenti. A questo fine si introduce una precisa delimitazione dell’entità risarcitoria eventualmente dovuta e si eliminano alcuni costi indiretti dell’eventuale condanna”. Così “il costo sostenuto dal datore di lavoro in caso di vittoria del lavoratore è ‘svincolato’ dalla durata del procedimento e dalle inefficienze del sistema giudiziario”.
 GOVERNO: TUTELE SARANNO PIU’ EQUE. La riforma del mercato del lavoro “favorirà, anzitutto, la distribuzione più equa delle tutele dell’impiego, contenendo i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e adeguando all’attuale contesto economico la disciplina del licenziamento individuale”. Così il governo in una nota, dopo il Cdm. “E’ prevista l’introduzione di un rito procedurale abbreviato per le controversie in materia di licenziamenti, che ridurrà ulteriormente i costi indiretti del licenziamento”.
 CALDEROLI: SARA’ LOTTA SENZA QUARTIERE. “La Banda Bassotti ‘Monti, Alfano, Bersani, Casini’ dopo aver ammazzato i pensionati ora vuole accoppare anche i lavoratori, con questa ‘marchetta’ fatta ai grandi imprenditori sull’art. 18. Ma stiano attenti, perché da adesso sarà lotta senza quartiere in Parlamento, nelle fabbriche e nelle piazze”.Lo afferma in una nota Roberto Calderoli.
 FORNERO: RIFORMA SARA’ MONITORATA COSTANTEMENTE. “Ci mancherebbe che una riforma così importante non sia costantemente monitorata e valutata”. Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, rispondendo in video collegamento da Roma, a una domanda posta da Pietro Ichino nel corso di un convegno a Milano. “Abbiamo sicuramente intenzione – ha spiegato – e dovrebbe essere pratica comune, di procedere a valutazione e monitoraggio di ciò che viene innescato dalla riforma in termini di comportamenti di tutte le parti coinvolte, imprese, lavoratori e P.A.”.”Che questo si associ necessariamente a una sperimentazione – ha proseguito il ministro Fornero – non è detto, è possibile che le misure vadano in vigore in via non sperimentale, e che siano applicate in maniera estensiva, ma costantemente e attentamente monitorata”. Il ministro ha poi indicato il ruolo di Istat e Inps, che sono “fornitori di dati formidabili”. “Abbiamo intenzione – ha concluso – di coinvolgerli in modo pieno pensando anche a nuove modalità di raccolta” dei dati.
 SCHIFANI: MONTI HA SCELTO LINEA DI ASCOLTO.Il governo Monti “ha adottato una linea non dico di mediazione ma di ascolto apprezzabile anche nei confronti del Parlamento” rinunciando a presentare un decreto legge sulla riforma del lavoro. E’ quanto ha detto il presidente del Senato Renato Schifani incontrando i giornalisti del Corriere della Sera a Milano. “Non sono né contento né scontento – ha precisato Schifani – ne ho preso atto. Il governo ha fatto questa scelta e la rispetto perché comprendo la delicatezza del tema”. Schifani ha però ammonito che “questo non deve significare una dilatazione oltre l’estate che insabbierebbe la riforma e non ce lo possiamo permettere”.
NAPOLITANO: ‘NON CI SARA’ VALANGA DI LICENZIAMENTI’. “Il problema più drammatico è quello delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, non per l’articolo 18 ma per il crollo delle attività produttive”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine di una cerimonia alle Fosse Ardeatine.
 “Non credo che noi stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell’articolo 18″, ha risposto Napolitano ai giornalisti che gli facevano notare come ci fosse preoccupazione nel Paese su questo tema. “Anche perché – ha aggiunto – bisogna sapere a cosa si riferisce l’articolo 18″.
Fonte ANSA

Crisi, allarme Confcommercio: ''Italia indietro di quasi 15 anni''
ultimo aggiornamento: 23 marzo, ore 13:28
Cernobbio (Como) - (Adnkronos/Ign) - L'Ufficio Studi: ''Il salto indietro appare sempre più ampio: i consumi sono ai livelli del 1998, il Pil ai livelli del '99. Quest'anno pressione fiscale ai massimi di sempre, quella sui contribuenti in regola è al 55%, record mondiale''. Sangalli: ''Bene il Salva Italia ma non si vede ancora la luce alla fine del tunnel''.
Cernobbio (Como), 23 mar. (Adnkronos/Ign) - "Il salto indietro dell'Italia appare sempre più ampio: i consumi sono ai livelli del 1998, il Pil ai livelli del '99. Non è più un decennio perso, ci avviciniamo al quindicennio". E' quanto afferma l'Ufficio Studi della Confcommercio.
Nel rapporto sulle 'Prospettive economiche dell'Italia nel breve-medio termine', a cura del direttore dell'Ufficio Studi dell'associazione, Mariano Bella, presentato al via della due giorni organizzata a Cernobbio, si legge che sono "urgenti azioni di contenimento della spesa pubblica nell'ambito della spending review e dell'esercizio della delega fiscale per il riordino delle agevolazioni, per sostituire all'aumento dell'Iva qualche più salutare correttivo che non abbia effetti così gravemente recessivi".
Secondo la Confcommercio "in assenza di manovre Iva nel 2011 avremmo osservato un incremento della spesa reale delle famiglie residenti pari allo 0,4%, invece del dato di consuntivo pari a 0,2. Per il 2012 la previsione sarebbe stata di -2,1%, invece dell'attuale -2,7%. Per il 2013 e 2014 avremmo previsto +0,1% e +0,7%, invece di -0,8% e +0,6%. Il 2013 è l'anno più colpito dalle manovre Iva, perché si cumulano gli effetti tanto dell'incremento del 2011 quanto, soprattutto, il pieno dispiegarsi delle conseguenze dell'incremento di ottobre 2012".
Nello studio si afferma poi che senza crescita economica, per l'Italia il "prezzo" del fiscal compact, il trattato intergovernativo firmato da 25 Paesi dell'Ue (restano fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca) che dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2013, previa ratifica da parte di 12 paesi dell'Eurozona, "sarà elevatissimo, forse insopportabile". Il trattato, è il monito, "è perfettamente compatibile con un progressivo impoverimento dei cittadini italiani".
In Europa, si rileva ancora, la pressione fiscale "è oggi mediamente inferiore al valore della fine degli anni '90. In Italia è superiore e si appresta a raggiungere, quest'anno, i massimi di sempre". Eliminando dal Pil la quota derivante dall'economia sommersa, "la pressione fiscale legale, cioè quella gravante sui contribuenti in regola, raggiunge per l'Italia il 55%, portando il Paese al numero uno della classifica europea, e quindi mondiale".
Nel rapporto il direttore Mariano Bella sottolinea inoltre che in Italia "il tasso di investimento per unità di lavoro a tempo pieno è fortemente decrescente, almeno a partire dai primi anni 2000. Questo compromette le possibilità future di crescita". Per la Confcommercio "è necessario invertire tale tendenza e incrementare i livelli di investimento assoluti e per unità di lavoro.
Sull'articolo 18 è intervenuto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. ''Riteniamo che si sia giunti ad una soluzione equilibrata'' ha affermato. ''Noi riteniamo - ha sottolineato in particolare - una equilibrata soluzione quella che fa maggiormente leva sugli indennizzi economici. Certo, come ha ricordato il presidente Monti, bisogna combattere e contrastare gli abusi e tutto ciò che va in questa direzione è auspicabile''. "Condividiamo l'impianto della proposta di riforma" del mercato del lavoro, ha poi aggiunto, evidenziando che tale impianto è "maturato sulla base di un confronto reale che, tra l'altro, ha visto riconosciute alcune nostre esigenze, come quella di non penalizzare i contratti stagionali e sostitutivi, e di controllare il costo del lavoro soprattutto per i piccoli".
Quanto alla situazione del Paese, "il piacevole declino dello spread certamente ci fa dire che il governo ha imboccato la strada del Salva Italia, ma non si vede ancora la luce alla fine del tunnel. Ecco perché io dico - insiste Sangalli - facciamo in modo di rilanciare la domanda interna, facciamo in modo di rilanciare i consumi, ecco perché diciamo che bisogna evitare l'aumento dell'Iva, perché esso va totalmente in una direzione contraria". Una "mina" l'aumento dell'Iva "che va disinnescata".
Va inoltre ''urgentemente messo in campo anche un robusto economic compact, cioè un robusto pacchetto di riforme e di scelte per la crescita" e "bisogna fare di tutto affinché la liquidità messa a disposizione dalla Banca centrale europea venga impiegata non sono per acquistare titoli di stato ma anche per finanziare famiglie e imprese".
Il presidente di Confcommercio lancia poi un appello per la "tolleranza zero" nella lotta all'evasione e alla elusione fiscale. "Tolleranza zero - afferma - perché chi evade e chi elude mina le fondamenta del patto di cittadinanza e agisce contro la crescita e lo sviluppo del paese". "Zero - aggiunge - e a 360 gradi, perché, nel 2012, oltre 280 mld di base imponibile evasa confermano che evasione ed elusione sono patologie che tagliano trasversalmente tutta l'economia e la società italiana".
Quindi l'invito alla politica perché "colga l'opportunità del passaggio di una fase del governo Monti per porre le fondamenta di una nuova stagione della Repubblica". E lo faccia, spiega, "attraverso scelte di riforma istituzionale e i riforma elettorale, che consentano di archiviare definitivamente tanto la stagione sterile del bipolarismo muscolare quanto il virus dell'antipolitica".

Grecia: Draghi, necessaria riduzione salari in tutti i settori
ultimo aggiornamento: 23 marzo, ore 12:40
Berlino, 23 mar. (Adnkronos/Dpa) - Il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ritiene che la Grecia deve rinunciare al benessere sociale per uscire dalla crisi. "Si', esattamente, e tale rinuncia coincide con la riduzione dei salari in tutti i settori", ha detto Draghi in un'intervista al giornale tedesco oggi "Bild". Draghi, inoltre, ha elogiato le riforme varate dalla Grecia, in particolare quella fiscale, "che conduce alla riscossione delle imposte meglio per condividere il peso in modo piu' equo. E' un buon incentivo per lavorare di piu' e che contribuira' ad accelerare l'economia", ha aggiunto.

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