giovedì 29 marzo 2012

am:29.3.12/ Forza balcanici, date il pastone ai padani.

Maro': De Mistura, non li molleremo mai
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Italia-Serbia: economia,Tadic in missione a Milano e Trieste
Madrid maglia nera
Crisi: i greci attratti dalla vita in provincia, sondaggio
Grecia, Parlamento approva Patto bilancio europeo
Libia: Gdf sequestra beni alla famiglia Gheddafi per 1,1 miliardi
Kosovo: arrestati 4 serbi, accusati di organizzare le elezioni
Kosovo: Hoxhaj,ogni mezzo per impedire elezioni in zona Nord
Brixen, oltrepadania. Non parla il tedesco, isolato
Ticino. Dove sono i 35.000 poveri in Ticino?

Maro': De Mistura, non li molleremo mai
'Determinati ad andare il piu' in alto possibile'
28 marzo, 13:32
(ANSA) - ROMA, 28 MAR - ''Siamo pronti e determinati ad andare il piu' in alto possibile. Non molleremo mai i nostri maro'''. Lo ha affermato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura nel corso del consueto briefing settimanale alla Farnesina. Si tratta di un ''fatto fondamentale'', ha sottolineato De Mistura che ''oggi e' capitato a noi e domani puo' capitare a chiunque, anche agli stessi indiani che hanno militari all'estero''.
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Italia-Serbia: economia,Tadic in missione a Milano e Trieste
A capo di una delegazione di imprenditori serbi
28 marzo, 14:12
(ANSAmed) - BELGRADO, 28 MAR - Il presidente serbo, Boris Tadic, sara' domani e dopodomani a Milano e Trieste dove, alla guida di una delegazione di imprenditori serbi, parlera' delle prospettive di rafforzamento della collaborazione economica fra i due paesi e di possibili nuovi investimenti italiani in Serbia.
 Come ha riferito la presidenza a Belgrado, Tadic incontrera' domani a Milano il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, mentre venerdi' a Trieste e' in programma un colloquio con il governatore del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo. Successivamente, il presidente serbo aprira' un Forum economico. Di recente Tondo aveva incontrato Tadic a Belgrado nel corso di una visita in Serbia a meta' marzo, quando era stato anche a Nolvi Sad (Voivodina, nord).
 Il presidente Tadic a piu' riprese nelle ultime settimane ha sottolineato il grande interesse della Serbia a sviluppare ulteriormente la cooperazione economica e commerciale con l'Italia, e in particolare a far tesoro della grande esperienza italiana nel campo delle piccole e medie imprese, al fine di creare nuovi posti di lavoro in Serbia. Lo aveva ribadito sopratutto al premier Mario Monti in occasione del vertice bilaterale dello scorso 8 marzo a Belgrado.
 ''L'Italia e' campione nel campo delle piccole e medie imprese, e vorrei che i nostri imprenditori in futuro trovino li' i loro partner'', ha detto nei giorni scorsi il presidente serbo.
 Tadic era stato l'ultima volta in Italia a meta' dicembre, incontrando i rappresentanti dei gruppi Benetton e Danieli.
 E proprio per domani e' in programma a Belgrado la firma di un primo memorandum d'intesa fra il gruppo Danieli, il governo serbo e la citta' di Sabac. A siglarlo saranno il direttore generale di Danieli Franco Alzetta, il ministro dell'economia serbo Nebojsa Ciric e il sindaco di Sabac Milos Milosavljevic, alla presenza del presidente Tadic. A conferma dell'interesse dei due paesi a sviluppare la collaborazione economica e' giunta la fondazione ieri a Belgrado di Confindustria Serbia, membro di Confindustria Balcani, il cui scopo e' rappresentare, coordinare e sostenere l'imprenditoria italiana in Serbia. (ANSAmed)

Madrid maglia nera
Andrea Franceschi
29 marzo 2012
I timori sulla tenuta dei conti pubblici della Spagna continuano a tenere banco sui mercati. Ieri il capo economista di Citi Willem Buiter, che già nei giorni scorsi aveva lanciato l'allarme su Madrid, ha rincarato la dose criticando il governo Rajoy per la decisione di rivedere gli obiettivi di riduzione del deficit quest'anno. L'economista ha addirittura evocato il rischio di una ristrutturazione del debito che «può essere evitata solo con misure radicali a livello di risanamento e riforme». Nonostante le rassicurazioni del governo, che ha negato l'intenzione di chiedere aiuti all'Ue o all'Fmi, ieri la borsa di Madrid ha chiuso in pesante ribasso (-1,96%) frenando anche le principali piazze continentali. La piazza spagnola è l'unica a mostrare un saldo negativo da inizio anno mentre la maggior parte degli indici è in rialzo. Non hanno aiutato poi le indicazioni negative sul fronte dei dati macro con i dati sugli ordini dell'industria di febbraio aumentati meno del previsto.

Crisi: i greci attratti dalla vita in provincia, sondaggio
28 marzo, 13:13
 (ANSAmed) - ATENE, 28 MAR - Oltre 1,5 milioni di greci stanno seriamente pensando di trasferirsi dalle città ai piu' piccoli centri della provincia, come riferisce il quotidiano Kathimerini citando i risultati di un sondaggio commissionato dal ministero dello Sviluppo agricolo diffusi ieri. Il sondaggio, condotto dalla società di ricerche Kapa su un campione di 1.286 intervistati ad Atene e Salonicco, ha rivelato che sette greci su 10 (il 68,2%) stanno meditando di lasciare la città per ricominciare una nuova vita in provincia, mentre uno su cinque (19,3%) ha già fatto le prime mosse per il trasferimento.
 Tre quarti degli intervistati che hanno espresso il desiderio di trasferirsi a vivere in provincia hanno meno di 44 anni.
Circa la metà hanno dichiarato di essere interessati a dedicarsi all'agricoltura - con la maggior parte di essi che ha intenzione di coltivare olive o produrre olio d'oliva - mentre il 18,3% vorrebbe lavorare nei settori del turismo o della cultura. La coltivazione non e' l'unico interesse dimostrato da coloro che guardano ai settori agricolo e alimentare. Alcuni hanno detto che vorrebbero lavorare nel settore della trasformazione o distribuzione dei prodotti agricoli. Due terzi di coloro che hanno detto che vorrebbero intraprendere una nuova vita in provincia hanno fatto studi superiori e un quarto di essi vanta un diploma post-laurea. La maggioranza degli intervistati (70%) ha affermato che accetterebbe volentieri un salario più basso in cambio di una migliore qualità della vita. (ANSAmed).

Grecia, Parlamento approva Patto bilancio europeo
Il Parlamento ellenico ha ratificato il Patto di bilancio europeo, con 194 voti favorevoli, 59 contrari e 47 astensioni. Ci vorranno tuttavia anni prima che il Paese riuscirà a rispettare il patto, dato l'elevato indebitamento.
Il Fiscal compact è stato firmato a inizio mese da tutti i Paesi dell'Unione europea meno la Gran Bretagna e la Repubblica ceca, e obbliga gli Stati firmatari a rafforzare la disciplina di bilancio. L'Irlanda ha da poco annunciato che terrá un referendum sulla ratifica del trattato il 31 maggio.

Libia: Gdf sequestra beni alla famiglia Gheddafi per 1,1 miliardi
28 Marzo 2012 - 17:48
Fra gli asset, quote societarie di Unicredit, Eni e Fiat.
(ASCA) - Roma, 28 mar - Beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti riconducibili alla famiglia dell'ex leader libico Gheddafi e ai membri del suo entourage per un valore complessivo di oltre un miliardo e cento milioni di euro. E' quanto sequestrato oggi dalla Guardia di Finanza di Roma. Fra gli assets patrimoniali sequestrati, si legge in una nota delle fiamme gialle, figurano partecipazioni azionarie in Unicredit S.p.a., Eni S.p.a., Finmeccanica S.p.a., Fiat S.p.a., Fiat Industrial S.p.a., Juventus F.C. S.p.a., nonche' un immobile sito in Roma, 150 ettari di bosco localizzati nell'isola di Pantelleria (TP) e due motoveicoli, fra cui una Harley Davidson. I provvedimenti sono stati eseguiti dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sulla scorta dei decreti emessi dalla Corte d'Appello capitolina nel contesto di una rogatoria internazionale emanata dal Tribunale Penale Internazionale de L'Aja nell'ambito del procedimento per crimini contro l'umanita' nei confronti di Gheddafi, del figlio Saif Al Islam e del capo dei servizi segreti Abdullah Al Senussi. Le investigazioni patrimoniali delle fiamme gialle di via dell'Olmata hanno consentito di individuare due societa' di finanziamento attraverso le quali gli esponenti del passato regime libico avevano nel tempo effettuato investimenti nel nostro Paese. La rogatoria della Corte Penale Internazionale de L'Aja, emanata nell'ambito del procedimento per crimini contro l'umanita' avviato nei confronti del defunto leader libico e di esponenti del passato regime, ha il fine di cautelare il patrimonio degli imputati, che dovra' garantire forme di risarcimento per le vittime del regime di Gheddafi. L'iniziativa del Tribunale de L'Aja si inserisce in un piu' ampio contesto delineato da due decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e da due Regolamenti del Consiglio dell'Unione Europea in forza dei quali i predetti organismi, in relazione al precipitare della situazione in Libia, avevano richiesto alla Comunita' Internazionale il congelamento di tutti i fondi e delle risorse economiche appartenenti, possedute, detenute o controllate da Gheddafi o da soggetti a lui riconducibili. red/map

Kosovo: arrestati 4 serbi, accusati di organizzare le elezioni
Belgrado protesta.Premier kosovaro, 'voto e' aggressione' Serbia
28 marzo, 14:14
(ANSAmed) - BELGRADO/PRISTINA, 28 MAR - Quattro serbi del Kosovo sono stati arrestati nella tarda serata di ieri dalla polizia kosovara con l'accusa di attivita' anticostituzionale diretta all'organizzazione delle elezioni serbe del 6 maggio prossimo.
 Come hanno riferito i media serbi, citando il portavoce della polizia kosovara Baki Keljani, i quattro sono stati trovati in possesso di materiale elettorale, timbri, liste di candidati e brochure propagandistiche. Si tratta del sindaco di Vitina, piccola localita' del sud del Kosovo a maggioranza serba, di due impiegati del Comune e di un funzionario di polizia. Tutti rappresentanti di istituzioni amministrative che la Serbia mantiene in zone del Kosovo a maggioranza di popolazione serba, e ritenute illegali da Pristina.
 L'episodio e' destinato a far crescere la tensione fra Belgrado e Pristina, che non accetta l'organizzazione delle elezioni legislative e municipali serbe del 6 maggio anche in Kosovo.
 Le autorita' di Belgrado hanno duramente protestato per i quattro arresti, chiedendo l'intervento della missione europea Eulex per il loro immediato rilascio.
 Il premier kosovaro Hashim Thaci da parte sua, parlando a una riunione del governo a Pristina, ha detto che la Serbia ''non riuscira' a tenere le elezioni anche in Kosovo'', definendo tale tentativo ''una aggressione della Serbia contro il Kosovo''.
 La Serbia non riconosce l'indipendenza del Kosovo, e intende per questo organizzare le elezioni anche in quella che continua a considerare una sua provincia meridionale. Contro tale posizione si sono espressi gli Usa e la Ue. (ANSAmed)

Kosovo: Hoxhaj,ogni mezzo per impedire elezioni in zona Nord
Ministro Esteri, siamo stati molto pazienti con Serbia
28 marzo, 14:44
Un poliziotto sventola la bandiera nazionale del Kosovo
(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA - "La decisione della Serbia di tenere le elezioni legislative e municipali del 6 maggio prossimo anche sul territorio del Kosovo rappresenta una flagrante violazione della nostra sovranità e per impedirle utilizzeremo tutti i mezzi legali che abbiamo a disposizione, perché in gioco non c'è soltanto la nostra indipendenza ma anche la sicurezza dell'intera area". E' quanto torna a ribadire il ministro degli Esteri del Kosovo, Enver Hoxhaj, che oggi pomeriggio a Roma incontrerà il titolare della Farnesina, Giulio Terzi. "Qualora davvero si tenessero le consultazioni anche nel Nord del Paese - commenta ad ANSAmed il ministro - le conseguenze sia nel breve che nel lungo periodo sarebbero molto gravi". Per bloccarne lo svolgimento Pristina ha già bussato alle porte della diplomazia internazionale. "Diversi Paesi europei - sottolinea il ministro - hanno già espresso la loro ferma contrarietà, ma questo non sembra fermare Belgrado che ha da poco incassato il via libera da Bruxelles, ottenendo lo status di candidato per l'ingresso nell'Ue. "Il comportamento della Serbia è antieuropeo e pregiudica l'integrazione dei serbi che vivono nella regione settentrionale del nostro Paese", replica Hoxhaj che stamani ha parlato agli studenti dell'Universita' 'La Sapienza' di Roma. "Siamo stati molto pazienti e razionali e ci siamo mossi con spirito europeo nell'affrontare la questione del Nord", ha proseguito il ministro. Oltre ai rapporti bilaterali con la Serbia, il piccolo Paese balcanico ha davanti a sé importanti sfide. Due giorni fa a Vienna, il Gruppo internazionale di supervisione per il Kosovo (Isg) - del quale fanno parte 25 Paesi tra cui l'Italia - ha fatto sapere che entro quest'anno potrebbe cessare la sorveglianza internazionale sull'indipendenza del Kosovo.
 "Dobbiamo ancora applicare importanti leggi in tema di integrazione delle minoranze e protezione dei loro diritti, ma anche leggi per lo sviluppo economico e sociale''. Il Piano Ahtisaari, sostiene poi il ministro, ''non è stato implementato nella zona settentrionale di Mitrovica''. In merito all'incontro con il ministro Terzi, invece, Hoxhaj anticipa: ''parlerò di investimenti italiani in Kosovo e di come sviluppare le nostre relazioni economiche e commerciali". Fra le questioni sul tavolo, la preparazione di nuovi accordi bilaterali in campo culturale e dell'istruzione, ma anche il tema dei visti. "Chiederò al ministro Terzi di continuare ad appoggiarci affinché anche i cittadini kosovari possano girare liberamente nell'area Shenghen". Infine, ha poi concluso il ministro, "chiederò il sostegno italiano in vista della realizzazione dello studio di fattibilità preludio a un accordo di associazione Ue-Kosovo". Studio che ieri stesso la Commissione europea ha annunciato di volere avviare. A quattro anni dalla proclamazione di indipendenza le cose per il Kosovo sembra quindi si stiano muovendo. (ANSAmed).

Brixen, oltrepadania. Non parla il tedesco, isolato
La denuncia arriva dal brissinese Alessandro Saggiorato
di Paolo Tagliente
  BRESSANONE.  «Cum grano salis» dicevano i latini, convinti che certe situazioni debbano essere sempre affrontate con un granello di sale, con un pizzico di buonsenso, insomma. Quel buonsenso che il brissinese Alessandro Saggiorato sta cercando da mesi in Comune.  Più precisamente lo cerca all'intero della Commissione pari opportuità, di cui egli stesso fa parte. Sì, perché la vicenda di cui Alessandro è protagonista, ma sarebbe più opportuno dire vittima, lascia quanto meno sconcertati. Tutto ha inizio qualche mese fa quando Saggiorato prende parte ad una riunione della commissione: tra i presenti è l'unico di lingua italiana, ma nessuno sembra dar la minima importanza a questo particolare. «Per l'intero incontro - racconta Alessandro - hanno parlato tutti in tedesco, anzi in dialetto, e, alla fine, la questione oggetto della discussione è stata messa ai voti. Ma quali voti? Io non avevo capito praticamente nulla e così, non solo mi sono rifiutato di votare, ma ho anche annunciato le mie dimissioni, profondamente offeso da un simile atteggiamento». Ma Alessandro, che è un ex sergente dei paracadutisti alpini ora costretto su una sedia rotella dalla sclerosi multipla, si ricorda ben presto che nel suo vocabolario non esiste il verbo "arrendersi" e, messa da parte l'dea di andarsene, decide di parlare con la presidente della commissione, Monika Leitner. Alessandro spiega la situazione, esterna tutta la sua amarezza, ma riceve 
precise assicurazioni. «Mi e ra stato promesso - continua - che, durante le
riunioni, mi sarebbe stato un riassunto degli interventi in tedesco». Passa il tempo e qualche settimana fa, la commissione si riunisce nuovamente: problema risolto? «Nient'affatto - sbotta Alessandro - perché hanno continuato a parlare in tedesco senza nessuna considerazione nei mie confronti e così non ho potuto non far notare, assai contrariato, alla presidente che le sue promesse erano state disattese». Pochi giorni più tardi, Alessandro viene convocato dal sindaco e dall'assessore Letrari. Insieme a lui anche Antonio Bova, consigliere comunale di Futuro e Libertà che a suo tempo aveva proposto Saggiorato per il posto in commissione. Si parla, si discute e alla fine, dopo qualche considerazione per nulla gradita dall'ex parà, arriva la decisione degli amministratori: proporre a Saggiorato di fare un corso di tedesco. Sorpreso, ma non scoraggiato Alessandro si dice disponibile a rimettersi sui libri, ma si chiede anche se la vicenda non possa essere risolta con del sano buon senso. Anche perché nella commissione, che quasi paradossalmente è quella delle pari opporunità, tutti conoscono l'italiano.  

Ticino. Dove sono i 35.000 poveri in Ticino?
di Roby Noris*
Se le cifre lanciate in prima pagina dal CdT di ieri, 35mila poveri in Ticino, fossero davvero corrispondenti al quadro della povertà, seppur relativa, in Ticino vorrebbe dire per lo meno che lo stato sociale ha fallito completamente. Ma le cose non stanno affatto così. Un dato, comprensibile anche da chi non è uno specialista del settore, è che se l’Ufficio del sostegno sociale (USSI) dice all’inizio di marzo che 5000 persone hanno percepito indennità (assistenza) come si fa ad arrivare a 35.000 poveri? Come farebbero a vivere le rimanenti 30.000 persone che non hanno neppure le prestazioni assistenziali?
Ancora una volta uno studio dell’Ufficio federale di Statistica finisce in prima pagina con un titolo a sensazione che attira l’attenzione su un tema complesso creando però confusione e allarmismo inutile. L’articolo del resto riflette invece i diversi aspetti dello studio, mette in evidenza una diminuzione della povertà e spiega alcuni criteri, anche discutibili, utilizzati nel tentativo di uniformare alcuni parametri della ricerca con quelli europei. Ma anche questo dato va capito e preso con le pinze perché i parametri di riferimento alla soglia di povertà continuano ad essere molto diversi da quelli europei, per cui anche solo la metà del reddito considerato come soglia di povertà svizzera corrisponde a un discreto stipendio al di là della frontiera a sud.
Ma i ricercatori hanno avuto sicuramente come obiettivo solo quello di fornire un mezzo ulteriore ad uso delle istanze tecniche che devono poi interpretare e parametrizzare questi dati per migliorare gli strumenti di protezione sociale. Lo studio stesso mette in evidenza una serie di difetti che vanno interpretati opportunamente, e quindi ad esempio troviamo per la prima volta le persone non attive come gli anziani, ma senza tener conto dei loro beni - gli anziani proprietari della loro casa -, oppure i minorenni che di fatto, siccome non vivono da soli, definire poveri senza collegarli alla famiglia dove vivono, dà un’immagine sbagliata. Insomma niente di nuovo sotto il sole, ma solo un nuovo strumento tecnico statistico per addetti ai lavori che generalmente si guardano bene dal gridare al lupo quando non sta succedendo niente di speciale.
*direttore di Caritas Ticino

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