venerdì 30 marzo 2012

am:30.3.12/ Deduzioni ritmiche dell’aritmetica. - È stato ipotizzato che almeno il 35% dei lavoratori dipendenti sia ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese. Questo vuol dire, si legge nel Rapporto, che sono almeno 6 milioni i doppiolavoristi tra i dipendenti che, lavorando per circa 4 ore al giorno per 250 giorni, producono annualmente un sommerso di 90.956.250.000 euro. Lo stesso calcolo è stato applicato agli immigrati clandestini per i quali si stima un sommerso di 10 miliardi e mezzo di euro, e agli immigrati con regolare permesso di soggiorno che lavorano in nero, per i quali si stima un sommerso di 12 miliardi di euro.In Italia su un totale di 16,5 milioni pensionati, circa 4,5 milioni hanno un’età compresa tra 40 e 64 anni. È plausibile ritenere che all’incirca un terzo di essi lavori in nero.

Caso Maro': Corte Kerala, Enrica Lexie puo' lasciare l'India solo con cauzione
Ministro della Difesa incontra i due marò «Stanno bene»
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Eurispes: un dipendente su tre costretto al doppio lavoro per arrivare a fine mese
Francia, firewall sia piu'ampio possibile
Portogallo: Banca centrale, stima Pil 2012 tagliata a -3,4%
Serbia: Pe, Belgrado non faccia elezioni in nord Kosovo
Kosovo: Elezioni Serbia, Belgrado risponde a Europarlamento
Serbia: Danieli firma memorandum per impianto a Sabac
Kosovo: elezioni Serbia,sale tono polemica Belgrado-Pristina
Bergamo, padania. Equitalia rateizza la carica dei 18mila

Caso Maro': Corte Kerala, Enrica Lexie puo' lasciare l'India solo con cauzione
ultimo aggiornamento: 29 marzo, ore 13:35
Nuova Delhi, 29 mar. (Adnkronos) - L'Alta Corte del Kerala ha stabilito che la petroliera Enrica Lexie potra' lasciare l'India solo dopo che l'armatore avra' versato una cauzione di 30 milioni di rupie (poco meno di 440mila euro). La nave e l'equipaggio dovranno inoltre tornare a Kochi se e quando sara' loro richiesto, ha aggiunto la Corte, secondo quanto rende conto l'emittente televisiva locale Times Now.

Ministro della Difesa incontra i due marò «Stanno bene»
NEW DELHI – Il ministro della Difesa italiano Giampaolo Di Paola ha incontrato oggi i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone nel carcere di Trivandrum, in Kerala, che ha trovato «in buona forma» e a cui ha portato «messaggi e regali delle famiglie».
«Ho incontrato Salvatore e Massimiliano – ha detto il ministro secondo quanto ha riferito il suo entourage – e li ho trovati in buone condizioni e fieri come sanno essere i fucilieri della Marina».
«Ho anche apprezzato – ha poi sottolineato Di Paola – il rispetto che gli viene attestato dagli uomini in divisa indiani con cui vengono in contatto». Durante la sua visita nella capitale del Kerala, e prima del suo trasferimento in serata a New Delhi, Di Paolo ha avuto un lungo e cordiale colloquio con il 'chief minister' dello Stato, Oommen Chandy, a cui, si è appreso, ha espresso il rammarico per l’incidente successo e presentato le condoglianze per le famiglie dei pescatori deceduti. Inoltre, durante un colloquio bilaterale privato, il ministro italiano ha ribadito a Chandy la posizione italiana. Visto che che l’incidente è avvenuto in acque internazionali una corretta azione della giustizia può avvenire soltanto attraverso l'applicazione dei trattati internazionali. «Il rispetto di questi trattati – ha sottolineato Di Paola - è interesse di tutti perchè la lotta alla pirateria vede alleati India e Italia». Fonti della delegazione italiana hanno sottolineato l'esistenza di «un clima più disteso su questa vicenda», anche grazie all’incontro avvenuto a Seoul fra il presidente del Consiglio Mario Monti e il premier indiano Manmohan Singh.
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Eurispes: un dipendente su tre costretto al doppio lavoro per arrivare a fine mese
ultimo aggiornamento: 29 marzo, ore 12:43
Roma - (Adnkronos) - Il sommerso 'salva' l'Italia, nel 2011 equivale a 540 mld, pari al 35% del Pil. Cresce la povertà ''in giacca e cravatta'', cioé quella dei lavoratori costretti a usufruire di mense e dormitori per i poveri
Roma, 29 mar. (Adnkronos) - Equivale a 540 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 35% del Pil 'ufficiale', il valore dell'economia sommersa nel 2011: è la stima che emerge da 'L'Italia in nero', il Rapporto sull'economia sommersa realizzato dall'Eurispes e dall'Istituto San Pio V di Roma.
Il 'nero' appare dunque, nella valutazione dell'Eurispes, uno dei mezzi principali per affrontare la crisi economica i cui sintomi sono evidenti.
L'Eurispes rileva che solo un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare tranquillamente a fine mese; almeno 500.000 famiglie hanno difficoltà a onorare i mutui per la casa; aumenta il credito al consumo (più del 100% tra 2002 e 2011) e cresce la povertà ''in giacca e cravatta'', cioé quella dei lavoratori costretti a usufruire di mense e dormitori per i poveri.
Nel Rapporto si ricorda la distinzione tra economia sommersa ed evasione fiscale: l'economia sommersa comprende il complesso delle attività legali di produzione di beni e servizi che non sono rilevate dalla contabilità nazionale, in quanto collegate a fenomeni di evasione fiscale e contributiva e di utilizzo di lavoro non regolare. L'evasione fiscale quantifica il mancato gettito dovuto all'occultamento volontario (totale o parziale) della base imponibile di un tributo. Da segnalare che il valore stimato dall'Eurispes per l'economia sommersa nel 2011 è in crescita rispetto al valore stimato per il 2010 pari a 529,556 miliardi euro.
Per quanto riguarda il flusso di denaro generato dal lavoro sommerso, le stime si attestano a 280 miliardi di euro circa.
È stato ipotizzato che almeno il 35% dei lavoratori dipendenti sia ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese. Questo vuol dire, si legge nel Rapporto, che sono almeno 6 milioni i doppiolavoristi tra i dipendenti che, lavorando per circa 4 ore al giorno per 250 giorni, producono annualmente un sommerso di 90.956.250.000 euro.
Lo stesso calcolo è stato applicato agli immigrati clandestini per i quali si stima un sommerso di 10 miliardi e mezzo di euro, e agli immigrati con regolare permesso di soggiorno che lavorano in nero, per i quali si stima un sommerso di 12 miliardi di euro.In Italia su un totale di 16,5 milioni pensionati, circa 4,5 milioni hanno un’età compresa tra 40 e 64 anni. È plausibile ritenere che all’incirca un terzo di essi lavori in nero.
A questo terzo si aggiungono altri 820.000 pensionati tra gli ultrasessantacinquenni, ma evidentemente ancora attivi, che vanno a formare, secondo le stime Eurispes, i 2.320.000 di pensionati italiani che producono lavoro sommerso. Ipotizzando che questi 2,3 milioni di individui lavorino per 5 ore al giorno, con un compenso orario medio di 15 euro, si ottiene un volume complessivo pari a 43,5 miliardi di euro. Altra categoria che sfugge ai dati ufficiali è rappresentata dalle casalinghe che nel nostro Paese sono almeno 8,5 milioni (ulteriori 12,6 miliardi di euro di sommerso).Ai 280 miliardi di euro circa derivanti dal lavoro sommerso si aggiungono 156 miliardi di euro di sommerso generato delle imprese italiane.
È stato possibile stimare questo dato, precisa l'Eurispes, basandosi sulle operazioni condotte dalla Guardia di Finanza: su oltre 700mila controlli effettuati presso le imprese sono stati riscontrati 27 miliardi di euro di base imponibile sottratta al fisco
Esiste inoltre una terza porzione di sommerso che si annida ad esempio nel mercato degli affitti (in particolare immigrati, studenti e lavoratori fuori sede) e che con 93 miliardi di euro rappresenta una fetta consistente dell’'altra economia'. Sommando le tre economie nascoste, quella prodotta sul mercato del lavoro e quella derivante dalle imprese con l’economia che è stata definita “informale”, è stato possibile quantificare per il 2010 il valore totale dell’economia sommersa in Italia pari a 529.556.250.000 euro mentre per il 2011 il volume stimato del sommerso è di 540 miliardi di euro.Secondo l'Eurispes lo squilibrio tra entrate e uscite di cassa rileva la presenza di una ricchezza familiare “non dichiarata”. La discrasia tra ricchezza “dichiarata” e ricchezza reale delle famiglie italiane trova ulteriore conferma nel raffronto tra: l’esigua percentuale di redditi elevati dichiarati dai contribuenti persone fisiche (meno dell’1% supera la soglia dei 100.000 euro); il numero di super-ricchi (circa 180.000 nel 2009, in crescita rispetto agli anni precendenti) e, più in generale, le dimensioni del mercato italiano dei beni di lusso (primato europeo nel 2010 con un giro d’affari di 16,6 miliardi di euro).Nel Rapporto si stila dunque una classifica di questo differenziale che a livello regionale vede il primato assoluto della Puglia, con uno 'spread' di 54, seguita da Sicilia, Campania e Calabria (spread rispettivamente di 53, 51 e 50); valori intermedi di spread (compresi tra 40 e 50) in sei regioni, di cui cinque nel Mezzogiorno (Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata) e una nel Centro Italia (Umbria); valori minimi di spread (inferiori a 30) nelle rimanenti 11 regioni, localizzate in massima parte nel Nord Italia, con valori minimi in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia (spread, rispettivamente, di 1, 11 e 12).

Francia, firewall sia piu'ampio possibile
Baroin, il peggio e' passato, ma la situazione resta critica
29 marzo, 14:10
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - La Francia vuole che la dotazione del firewall, il fondo d'emergenza contro la crisi - sia piu' ampia possibile per rassicurare i mercati. Lo ha detto il ministro delle Finanze francese Francois Baroin alla radio Bfm - scrive Bloomberg - paragonando il fondo a un ''deterrente nucleare: piu' e' grande e meno c'e' il rischio che sia usato. Vogliamo che il fondo sia potenziato il piu' possibile''. Per Baroin ''probabilmente il peggio della crisi e' passato, ma la situazione resta critica''.

Portogallo: Banca centrale, stima Pil 2012 tagliata a -3,4%
La Banca centrale portoghese ha tagliato l'outlook sulla crescita del Paese spiegando che il calo delle esportazioni e dei consumi privati porteranno a una contrazione del 3,4% quest'anno. Le nuove previsioni, pubblicate nel bollettino di primavera dell'istituto centrale lusitano, sono in calo rispetto al -3,1% stimato nel rapporto di questo inverno.
Le stime del Governo si attestano invece al -3,3% nel 2012, ma molti economisti e anche le agenzie di rating hanno pubblicato previsioni più pessimiste. L'anno scorso il calo era stato dell'1,6%. L'istituto centrale del Paese ha inoltre rivisto le previsioni per il Pil 2013 da un aumento dello 0,3% a una crescita nulla, mentre le esportazioni, viste in aumento del 4,1% nel precedente report, secondo le stime piú recenti, dovrebbero salire del 2,7%.
I consumi privati, nel frattempo, scenderanno del 7,3% nel 2012, rispetto al calo del 6% previsto in precedenza e a quello del 3,9% dell'anno scorso. La Banca centrale ha affermato che sembra che le esportazioni stiano tendendo duro quest'anno dopo il massiccio calo di dicembre.
Inoltre la bilancia commerciale dovrebbe tornare in territorio positivo il prossimo anno, grazie al calo delle importazioni. I maggiori rischi per il Paese iberico, continua l'istituto centrale, continuano a essere quelli legati alla crisi del debito dell'Eurozona.

Serbia: Pe, Belgrado non faccia elezioni in nord Kosovo
Ok ad avvio negoziati adesione se proseguono riforme
29 marzo, 17:12
(ANSA) - BRUXELLES, 29 MAR - Gli eurodeputati ''invitano'' le autorita' serbe a ''non organizzare le prossime elezioni locali nei comuni del nord del Kosovo''. Il messaggio arriva in una risoluzione approvata oggi dall'Europarlamento, che si rivolge a Belgrado perche' eviti ''di violare il diritto internazionale e la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite''. Il Parlamento europeo chiede anche alle autorita' serbe ''di incoraggiare l'integrazione'' di questi comuni ''all'interno del Kosovo''. Gli eurodeputati sottolineano anche l'importanza di assicurare uno ''svolgimento regolare e trasparente'' delle elezioni che si terranno il 6 maggio e di completare al piu' presto ''un elenco definitivo degli aventi diritto al voto''.
 Allo stesso tempo, l'Europarlamento dichiara che l'Unione dovrebbe avviare al piu' presto i negoziati di adesione con la Serbia, a condizione che Belgrado prosegua con il processo di riforme, in particolare per consolidare la democrazia e difendere lo Stato di diritto. Gli eurodeputati riaffermano l'importanza della continuazione del dialogo con Pristina, manifestando allo stesso tempo ''preoccupazione'' per gli scontri avvenuti nel Kosovo settentrionale nella seconda meta' del 2011. La risoluzione solleva anche il problema della discriminazione delle minoranze etniche in Serbia e chiede quindi al governo di tutelarle senza distinzioni, garantendo il rispetto dei loro diritti fondamentali, inclusa la parita' di accesso al mercato del lavoro e l'equa rappresentanza nell'ambito delle istituzioni. (ANSA)

Kosovo: Elezioni Serbia, Belgrado risponde a Europarlamento
'Decisione non vincolante','noi dobbiamo ripettare Costituzione'
29 marzo, 19:50
 (ANSAmed) - BELGRADO, 29 MAR - Il capo negoziatore serbo ai colloqui con Pristina, Borislav Stefanovic, ha commentato la presa di posizione odierna del Parlamento europeo, che ha invitato Belgrado a non tenere le elezioni del 6 maggio anche in Kosovo, affermando che la Serbia intende rispettare in primo luogo la sua costituzione e badare ai propri interessi nazionali.
 La decisione dell'Europarlamento - ha osservato Stefanovic - va tenuta nella dovuta considerazione, anche se non e' vincolante e non puo' andare contro la costituzione e le leggi della Serbia. E' necessario, ha aggiunto, continuare nella politica che mira a raggiungere l'integrazione nella Ue senza rinunciare al Kosovo.
 La Serbia, che non riconosce l'indipendenza del Kosovo, intende organizzare le elezioni legislative e locali del 6 maggio anche in Kosovo, che considera ancora una sua provincia meridionale. Tale decisione, oltre che dalle autorita' di Pristina, e' stata criticata da Ue e Usa.
 Accanto all'invito a non tenere le elezioni in Kosovo, l'Europarlamento ha dichiarato che la Ue dovrebbe avviare al piu' presto con la Serbia il negoziato di adesione, a condizione pero' che Belgrado proceda col suo programma di riforme, per consolidare la democrazia e difendere lo stato di diritto. A inizio marzo Bruxelles ha concesso a Belgrado lo status di Paese candidato.(ANSAmed).

Serbia: Danieli firma memorandum per impianto a Sabac
Investimento 500 MLN euro, mille nuovi posti di lavoro
29 marzo, 18:47
 (ANSAmed) - BELGRADO, 29 MAR - Il gruppo italiano Danieli, che opera nella produzione di materiali d'acciaio, sbarca in Serbia con un importante progetto mirante alla realizzazione di un impianto a Sabac, citta' sulla Sava a ovest di Belgrado.
 Un memorandum d'intesa al riguardo e' stato firmato oggi a Belgrado dall'amministratore delegato di Danieli, Franco Alzetta, dal ministro dell'economia serbo, Nebojsa Ciric, e dal sindaco di Sabac Milos Milosevic. La cerimonia si e' svolta nella sede della presidenza serba, alla presenza del presidente Boris Tadic.
 L'investimento previsto e' di 500 milioni di euro, e il progetto - che verra' realizzato a tappe - mira a dare lavoro a un migliaio di persone. L'impianto sorgera' su una superficie di 110 ettari, nella zona industriale di Sabac, lungo il fiume Sava e non lontano dal Corridoio 10.
 Come ha detto l'ad Alzetta, il nuovo stabilimento Danieli in Serbia produrra' acciai speciali per l'industria energetica, meccanica, automobilistica, diretta principalmente all'export verso i paesi dell'Europa centrale. La produzione, ha precisato potra' arrivare fino a 800 mila tonnellate all'anno.
 Soddisfazione per la prima intesa odierna e' stata espressa sia dal ministro Ciric che dal presidente Tadic, che proprio oggi, subito dopo la firma dell'accordo, e' partito per una missione economica a Milano e Trieste, con il chiario obiettivo di intensificare ulteriormente la cooperazione economica e commerciale fra i due paesi e favorire nuovi investimenti italiani in Serbia.
 ''Investimenti come quello che prevede di fare il gruppo Danieli sono estremamente importanti per la Serbia, impegnata in tempo di crisi a ristrutturare la sua economia e ad avvicinarsi agli standard europei'' - ha detto il presidente . ''L'interesse nazionale e la prosperita' del paese non possono essere difesi senza crescita economica, che costituisce il presupposto del successo, sulla strada verso l'integrazione europea'', ha aggiunto. E il nuovo investimento, ha sottolineato tadic, si tradurra' non solo in nuovi posti di lavoro ma nell'arrivo in Serbia di nuove e sofisticate tecnologie.
 ''Abbiamo deciso di investire in Serbia per la buona cultura del paese, per l'energia della sua gente e per la disponibilita' al lavoro'', ha detto da parte sua Alzetta, secondo il quale una decisione definitiva sul progetto verra' presa entro l'estate.
 E riferendosi alla vasta presenza internazionale del gruppo Danieli - che e' fra i primi tre produttori mondiali di materiali d'acciaio con impianti oltre che in Italia in Germania, Francia, Svezia, Thailandia, Cina, Russia, India - Alzetta ha osservato come la strategia del gruppo non sia la delocalizzazione ma l'internazionalizzazione. ''Non possiamo pensare di soddisfare le nostre ambizioni di crescita investendo e crescendo esclusivamente in Italia. Cio' sarebbe anacronistico'', ha detto. (ANSAmed)

Kosovo: elezioni Serbia,sale tono polemica Belgrado-Pristina
Polizia kosovara mobilitata per impedire il voto del 6 maggio
30 marzo, 07:30
(ANSAmed) - PRISTINA/BELGRADO, 30 MAR - Il ministero dell'interno a Pristina ha fatto sapere che le forze di polizia locali sono impegnate ad allestire un piano operativo per impedire la tenuta delle elezioni 'illegali' serbe in Kosovo.
 In un documento si afferma che gli arresti di persone e rappresentanti di istituzioni 'illegali' serbe sono del tutto in linea con la posizione delle autorita' kosovare. Gli arrestati, in possesso di materiale elettorale, ''hanno violato l'ordine costituzionale del Kosovo e devono per questo rispondere davanti ai giudici''. ''Il governo del Kosovo intende fare uso di tutti i mezzi costituzionali e legali per opporsi all''atteggiamento aggressivo della Serbia nei riguardi del Kosovo'', aggiunge il documento del ministero.
 Ma da Belgrado, il capo negoziatore serbo nei negoziati con Pristina, Borislav Stefanovic, ha detto che sono in corso tutti i preparativi necessari per la tenuta del voto anche in Kosovo.
 A poco piu' di un mese dalle elezioni legislative e amministrative serbe del 6 maggio, si inaspriscono i toni della polemica fra Pristina e Belgrado che - non riconoscendo l'indipendenza del Kosovo - intende organizzare il voto anche in quella che continua a considerare un propria provincia meridionale.
 Il governo di Belgrado ha duramente protestato per l'arresto negli ultimi giorni di diversi serbi del Kosovo, accusati di attivita' anticostituzionale per il loro impegno a organizzare il voto. Il ministro dell'interno Ivica Dacic, con toni molto duri, ha avvertito che d'ora in poi saranno arrestati tutti i numerosi kosovari albanesi che a suo dire quotidianamente violano le leggi e la costituzione serba.
 Ieri due albanesi del Kosovo erano stati arrestati con l'accusa uno di spionaggio e l'altro di traffico di droga, cosa questa che ha suscitato proteste da parte di varie ong e associazioni umanitarie.
 Perche', si e' chiesto Dacic, ''nessuno reagisce, quando vengono arrestati funzionari e cittadini serbi, mentre per l'arresto di una spia e di un trafficante di droga si grida allo scandalo parlando di arresti politici?''. (ANSAmed).

Bergamo, padania. Equitalia rateizza la carica dei 18mila
Sempre più bergamaschi chiedono una dilazione
Mentre l’Italia conquista il poco lusinghiero primato del maggiore carico fiscale in the world (pare si sia arrivati al 55% reale), sempre più contribuenti scelgono di saldare in comode rate - si fa per dire - le pendenze verso l’erario. Il sistema sta diventando sempre più frequente anche a Bergamo, dove Equitalia segnala di avere ricevuto (e approvato) ben 18.042 richieste per ottenere la dilazione nei pagamenti. Di tutto rispetto la somma contestata, pari a 295 milioni e 788mila euro, tanto da superare l’equivalente di intere regioni d’Italia: il Friuli Venezia Giulia, per esempio (267 milioni). Comunque i contribuenti bergamaschi sono in buona compagnia, visto che a livello nazionale si segnalano 1.514.186 richieste per un importo che sfiora i 19,5 miliardi di euro; si può aggiungere che la contestazione media, in provincia, oscilla tra i 16 e i 17mila euro, contro un equivalente italiano di 12.400 euro. Le cifre arrivano dalla direzione Nord di Equitalia, che sta spingendo parecchio per questo tipo di soluzione anche alla luce dei crescenti casi di inadempimento. Intanto il decreto Salva Italia ha prorogato i termini per beneficiare della rateizzazione: i contribuenti che dimostrino un peggioramento della loro situazione economica potranno richiedere la proroga della rateizzazione già concessa, per un periodo ulteriore e fino a settantadue mesi (sei anni), purché non sia intervenuta decadenza. Con la proroga della rateizzazione il contribuente può chiedere rate di importo variabile e crescente per ciascun anno, con la previsione che in futuro la sua condizione migliorerà. Inoltre dall’inizio di marzo Equitalia ha portato da 5 a 20mila euro la soglia per ottenere la rateizzazione, soltanto con una semplice richiesta motivata che attesti la propria situazione di temporanea difficoltà economica. Pertanto, non occorrono più documenti per dimostrare la situazione economico-finanziaria del contribuente, che restano necessari solo se il debito supera la nuova soglia. Importanti novità in favore delle aziende. Il cosiddetto «indice alfa», parametro prima utilizzato per ottenere la rateizzazione, servirà ora solo per determinare il numero massimo di rate che possono essere concesse. Si amplia così la platea delle aziende che possono beneficiare del pagamento dilazionato dei tributi non pagati. Fin dalla prima richiesta di dilazione è possibile chiedere un piano di ammortamento a rate variabili e crescenti, anziché a rate costanti. Inoltre il pagamento a rate sterilizza l’ipoteca: Equitalia non iscrive ipoteca nei confronti di un contribuente che ha chiesto e ottenuto di pagare il debito a rate. Allo stesso modo, il contribuente che ha ottenuto la rateizzazione non è più considerato inadempiente e può partecipare alle gare d’appalto. Infine, il mancato pagamento di una rata non implica la decadenza. Si decade dalla rateizzazione solo se non sono pagate due rate consecutive. Prima era prevista la decadenza con il mancato pagamento della prima rata o successivamente, di due rate, anche non consecutive.

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