giovedì 22 marzo 2012

pm:22.3.12/ Scirocco Sciroccazzo e Scirocchino. – Cilento: Al fronte del “No” alle attività petrolifere in un’area considerata di elevato pregio ambientale, si sta contrapponendo in questi ultimi giorni un fronte opposto, favorevole al progetto Shell. O meglio, a verificare attentamente i possibili vantaggi economici e occupazionali delle prospezioni petrolifere.---Grecia: L'estensione della corruzione - ha detto alla stazione radio Skai l'ispettore della Pubblica Amministrazione Leandros Rakintzis - e' enorme. In questo Paese non c'e' una pietra sotto la quale non ci sia nascosto qualcosa.---Bozen, oltrepadania. Il governo è dunque impegnato ad introdurre tutti quei meccanismi fiscali che consentano di evitare il "pendolarismo del pieno" che da quando in Italia il prezzo della benzina e del gasolio è in continuo aumento si registra vuoi da parte dei cittadini più vicini al confine, vuoi soprattutto da parte delle molte aziende di trasporto.

Il sindaco di Taranto scrive alle famiglie dei pescatori uccisi
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Basilicata, in un anno chiusi mille negozi
Gli imprenditori del Cilento guardano con interesse al progetto Shell
Scirocco e Sciroccazzo
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Agnello sardo Igp, si indaga sui controlli
Draghi, il peggio e' passato, palla a governi
Crisi: Grecia, da Corte dei Conti nuovi dati su corruzione
Grecia: malgrado crisi si importano tonnellate di alimentari
Trasporti: Portogallo cancella Alta velocita' Lisbona-Madrid
Bozen, oltrepadania. Roma promette sconti sulla benzina

Il sindaco di Taranto scrive alle famiglie dei pescatori uccisi
TARANTO – Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, tramite l’ambasciatore dell’India in Italia, Debabrata Saha, ha inviato una lettera alle famiglie dei pescatori indiani uccisi in mare il 15 febbraio scorso, per la morte dei quali sono in carcere due marò italiani, il tarantino Massimiliano Latorre e il barese Salvatore Girone, offrendo la possibilità ai parenti delle vittime di seguire corsi per una prospettiva di lavoro alle sfortunate famiglie. «E' trascorso un mese – scrive Stefano nella missiva inviata per conoscenza anche al capo di Stato Maggiore della Marina militare, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli – dalla perdita dei vostri adorati padri e mariti che dal mare, come molti nostri concittadini, traevano l’unica fonte di sostentamento e con grande rispetto ci accostiamo a tanto dolore. Stupito e ammirato ricordo – scrive rivolgendosi all’ambasciatore – le parole nobili e dignitose da voi pronunciate al cospetto dei nostri giornalisti nel corso della visita a suo tempo resa nella nostra città (nel novembre scorso, ndr)».
Parole nelle quali, aggiunge Stefano, «con somma chiarezza si è manifestata la generosità del popolo indiano. Come sindaco di uno dei due fucilieri, Massimiliano Latorre, vittima anch’essi di un tragico destino, anche a nome dei pescatori tarantini, trovo il coraggio per offrire alle famiglie e ai giovani, privati del sostegno paterno, la possibilità di conoscere il nostro Paese e di seguire corsi di formazione, per dare una svolta positiva alla loro esistenza. Questa comunità, se voi sarete d’accordo – fa presente il sindaco – si farà carico di ogni tipo di spesa per viaggi e istruzione e saprà esservi vicino in un momento così doloroso».
Le famiglie dei militari pugliesi, fa rilevare il sindaco, sono «in ansiosa trepidazione per i loro cari, sono testimoni di umana solidarietà. I nostri giovani militari sono padri di famiglia, sensibili ai problemi del sociale e disperati, come noi tutti, per quanto è accaduto. Spero – conclude Stefano - che accoglierete questa offerta perchè è l’unico modo per esservi accanto e testimoniare la nostra stima».
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Basilicata, in un anno chiusi mille negozi
POTENZA - Sono 924 i negozi che hanno chiuso in Basilicata solo nel 2011 (663 esercizi al dettaglio e 261 all’ingrosso). Dati preoccupanti che rischiano di essere amplificati nei prossimi mesi sulla scia della crisi economica. La Confesercenti di Basilicata invita alla mobilitazione nazionale in programma oggi per sensibilizzare le istituzioni sullo stato di estrema difficoltà in cui versa la piccola e media azienda italiana. È urgente - a parere dell’organizzazione - invertire il senso delle soluzioni che i Governi, ed in particolare quello Italiano, stanno approntando per trovare una via d’uscita alla crisi più complessa degli ultimi 80 anni. Le misure finora adottate, alcune inevitabili, stanno producendo una inversione di tendenza non solo nei parametri che ciascuno di noi ha associato a questa situazione (spread, deficit di bilancio, debito pubblico, etc.), ma anche nei comportamenti e nella vita delle persone : nel corso dell’ultimo triennio il reddito delle famiglie si è ridotto di oltre 5 punti e di altrettanti si ridurrà entro il 2014, con la conseguente riduzione dei consumi che sono ritornati ai valori del 1990.
Ciò ha avuto come conseguenza il crollo delle vendite al dettaglio tra il 2009 e il 2011, (- 14 % al netto dell’inflazione) e la riduzione di oltre 150.000 imprese (saldo tra iscritte e cancellate) solo nei comparti del commercio e del turismo.
Gli stessi aumenti dell’Iva stanno avendo effetti anche sulle Pmi, determinando un peggioramento della situazione economica, con aumento della inflazione ( in media + 2,5 punti fino al 2014), ulteriore riduzione del reddito disponibile delle famiglie e dei consumi e conseguente stato di sofferenza acuta per le Pmi.
La tassa di soggiorno, l’ aumento delle aliquote Iva intermedie, le novità fiscali introdotte con il DL 98/2011 stanno avendo ricadute sia sulla capacità competitiva di queste imprese rispetto agli operatori dei paesi concorrenti sia sull’ulteriore aggravio delle distorsioni fiscali che sono – almeno in parte – all’origine di comportamenti elusivi ed omissivi : la Confesercenti ha calcolato che, tra aumento dei contributi sociali, aumento dell’Inu, introduzione della nuova tassa rifiuti ed aumento dei costi amministrativi, per una piccola impresa con un fatturato di 50.000 euro il totale degli oneri aggiuntivi, sia pari, per il solo 2012, ad una cifra oscillante tra 3.500 e 5.000 euro.
Le misure adottate stanno conducendo l’Italia verso la recessione. Se non si modifica questa tendenza gli obbiettivi dei sacrifici imposti a famiglie ed imprese saranno vanificati. Rendere efficiente la spesa pubblica, risanare i bilanci e ridurre i deficit statali restano priorità condivise, ma bisogna cominciare a pensare a misure efficaci per innescare lo sviluppo e la domanda.
Tra le proposte di Confesercenti innanzitutto un fisco più a misura delle Pmi, alcune idee per una riforma equilibrata del mercato del lavoro, sollecitazioni alla Regione perché metta mano agli adempimenti normativi in ordine alle nuove leggi di settore, così come previsto dai decreti finora approvati sulle liberalizzazioni. «Anche la Regione - sottolinea - può fare di più e meglio per contribuire al superamento della grave situazione delle pmi lucane».

Gli imprenditori del Cilento guardano con interesse al progetto Shell
Secondo loro, bisogna valutare con più attenzione i possibili vantaggi economici delle ricerche petrolifere nel Vallo di Diano
Non tutti sono contrari all’ipotesi che la Shell installi le sue trivelle nel Cilento, alla ricerca di nuovi pozzi petroliferi nel Vallo di Diano. La zona si estende su circa 200 km quadrati in Campania, al confine con la Basilicata; il colosso energetico anglo-olandese ha inoltrato nel 2005 un’istanza di permesso (denominata “Monte Cavallo”) al ministero dello Sviluppo economico, per esplorare i giacimenti d’idrocarburi su un territorio che interessa una dozzina di comuni. Al fronte del “No” alle attività petrolifere in un’area considerata di elevato pregio ambientale, si sta contrapponendo in questi ultimi giorni un fronte opposto, favorevole al progetto Shell. O meglio, a verificare attentamente i possibili vantaggi economici e occupazionali delle prospezioni petrolifere.
Tanto che l’associazione degli imprenditori locali ha chiesto a FederPetroli Italia di farsi portavoce, presso la Shell, di tutti quei cittadini che vorrebbero comprendere i dettagli del progetto e le reali potenzialità dei giacimenti dell’istanza Monte Cavallo. Il presidente di FederPetroli, Michele Marsiglia, ha dichiarato di aver già inviato una lettera ai vertici della compagnia. Inoltre, Marsiglia ha spiegato che «finalmente, dopo tanti anni, le forze imprenditoriali e gli abitanti di un territorio, prima di esprimersi su orientamenti favorevoli o contrastanti a possibili sviluppi petroliferi per l’Italia, hanno chiesto pareri e delucidazioni, una via responsabile e intelligente alla valutazione di attività economiche importanti per il futuro petrolifero del nostro Paese». Secondo il presidente dell’associazione imprenditori Vallo di Diano, Valentino Di Brizzi, non bisogna nascondersi dietro il paravento della vocazione agricola e turistica del territorio, ma valutare il rapporto costi benefici: possibili danni ambientali (e come ridurli al minimo), creazione di nuovi posti di lavoro, ritorno economico per le imprese e le comunità locali.

Scirocco e Sciroccazzo
di DANIELE BILLITTERI
Oggi parliamo di Scirocco. Ma non perché c’è Scirocco. Per essere precisi oggi c’è Mezzogiorno che arriva da Sud preciso e che chiamiamo “Sciroccazzo”, mentre lo Scirocco viene di Sud Est. Ma col Mezzogiorno sono cugini di primo grado.
Questo vento porterà qualche nuvola che quando la vedete non potete sbagliare perché sono nuvole spilazzati ca parono corpi di punzeddu abbagnato nella quacina e usato da un pittore (nel senso di anneratore) per dipingere nel cielo. La temperatura, ovviamente, domani se ne acchiana un pochino così  con la mattinata presto ci sono dieci, undici gradi, ma già alle undici ce ne sono quindici per arrivare  tra venti e ventuno verso le tre. Poi se ne cala di nuovo poco a poco. Tra una cosa e l’altra sarà così fino a martedì prossimo. E qua vi volevo.
Secondo quanto  nni cuntava me nanna, lo Scirocco dura tre giorni. Poi piove e se ne va. Dovete sapere che c’è una poco di gente vero convinta che è così. E invece, parola di meteobilli, non è esatto.
Intanto non dovete scambiare lo Scirocco col Libeccio. Quest’ultimo soffia di sud ovest e arriva più umito. È  il Libeccio che d’estate provoca il lippo nell’aria, l’afa umita ca pare marmellata sdivacata di sopra a voi che diventate una fetta sbiccottata. Lo Scirocco invece si fa sentire di più, pensate, a marzo e a settembre quando corre nel cielo ca pare il gran premio di Monntecarlo. Ma dove nasce? Quando è picciriddu si trova in braccio a una poco di masse d’aria verso le zone tropicali. Iddu accumincia a quariarisi e addiventa secco come quando vi asciucate i capelli col Fon. Ora succede che a un certo punto lo Scirocchino si incontra con un’altra partita di bassa pressione che si muove verso Levante e che funziona come una fionda perché questo incontro “lancia” lo Scirocco e ci fa prendere velocità fino a soffiare anche a 100 chilometri all’ora.
Lo Scirocco secca l’aria, passa dal deserto e si carrica una poco di rina. Allora: nel Sud dell’Europa porta aria calda e secca e temporali, nel Nord invece provoca tempo freddo e umito. Per cui se ci sentite dire a uno stoccolmese che senti friddu perché c’è scirocco, non ci acchianate subito d’incapo per darci boffe perché avete ragione tutti e due.
Dalle parti nostre lo scirocco può durare da menza giornata e una settimana. Ma non è detto che dura tre giorni, né più né meno. E non è detto nemmeno che  fa piovere e quando piove poi finisce. Il pobblema è che è un veto caldo e secco e se si incontra con una partita di aria fredda e umita la sciarra è garantita. Ma se questo incontro non c’è iddu se ne acchiana verso Nord e, passate le Alpi, addiventa freddo.
Ma nel frattempo ha scaricato tonnellate di rina rossa a tutti i banni. Comprese le robbe stese. Non parliamo delle machine che quando c’è scirocco nei lavaggi isano la banniera e ai semafori i marocchini raddoppiano la marcatura e allavancano cati d’acqua sopra i vetri che uno quasi quasi se li facesse buttare d’incapo.
Quelli che a noi siciliani non ci vogliono bene dicono ca a  nuavutri nni piaci lo Scirocco perché è una bellissima scusa per non fare niente. Forse. Certo nelle case antiche c’era perfino la stanza dello scirocco che era al centro della casa, era la più umita e non aveva finestre. Là uno si ritirava e aspettava che se ne andava lo scirocco. E noi siamo così: ci siamo insegnati che quando arriva qualche partita di scirocco, noi ci chiudiamo nella stanza speciale e aspettiamo che passa. Tanto poi passa. E noi ci siamo sempre. Mia figghia dice che quella che ho scritto è una metafora che io non so che significa. Metà fuora? A mmia mi pari tutta rintra.
Comunque non vi porcupate perché quello che comincia domani è Scirocchino e non dovrebbe portare nemmeno tanta rina.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Agnello sardo Igp, si indaga sui controlli
22.03.2012
SASSARI. A finire sotto la lente di ingrandimento della Procura di Sassari che indaga sulle presunte anomalie nelle certificazioni Igp (indicazione geografica protetta) degli agnelli sardi sono, in questa seconda fase dell’inchiesta partita la scorsa estate, i vertici dell’organismo di controllo Ocpa di Bonassai e del Consorzio di tutela dell’agnello sardo. In particolare i carabinieri hanno notificato l’avviso di proroga delle indagini preliminari all’ex presidente dell’ente Pierluigi Pinna (oggi presidente dell’associazione industriali di Sassari), all’ex presidente del consiglio d’amministrazione dell’Ocpa, Giuseppe Pulina (docente della facoltà di Agraria) e all’ex direttore dell’Ocpa Gianni Piredda (dipendente di Agris e candidato sindaco con l’Idv alle primarie per le prossime amministrative di Alghero). E ancora, l’attuale presidente del consorzio di tutela di Nuoro Salvatore Bussu e l’ex direttore Antonello Gallisai. Gli indagati sono in tutto trentadue perché a questi si aggiungono numerosi macellatori. La vicenda risale infatti a luglio dello scorso anno quando il sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Gianni Caria aveva emesso trentuno informazioni di garanzia nei confronti di altrettanti titolari di aziende di macellazione e trasformazione di carni. Per tutti l’ipotesi di reato era quella di frode nell’esercizio del commercio. L’indagine era stata condotta - e continua a esserlo - dai carabinieri del Nac di Roma al comando del capitano Silvio De Luca. Allora le perquisizioni dei militari nei depositi alimentari destinati alla macellazione e alla trasformazione di carni ovine, accertarono che gli agnelli erano sprovvisti della documentazione di tracciabilità indispensabile per certificarne l’origine sarda e per possedere, quindi, il prestigioso marchio “Igp”. Un’etichetta riservata esclusivamente agli agnelli nati, allevati e macellati in Sardegna, in regola con le diverse norme dettate dal disciplinare di produzione. Ora l’indagine ha coinvolto anche i vertici dei due importanti enti. La magistratura sta infatti tentando di capire se la certificazione che attesta l’indicazione geografica protetta sia stata rilasciata seguendo le procedure previste dalla normativa. Se cioè siano stati regolarmente effettuati tutti i controlli richiesti dal disciplinare. Da qui l’indagine nei confronti dell’organismo di controllo che aveva sede a Bonassai e che all’epoca aveva il compito di eseguire le verifiche sugli agnelli iscritti al consorzio di tutela di Nuoro (oggi invece il controllo del rispetto del disciplinare è passato nelle mani dell’agenzia Laore). Gli ex dirigenti dell’ente di Bonassai sono fiduciosi: «Spero davvero che la magistratura faccia chiarezza - ha detto Gianni Piredda, all’epoca dirigente dell’Agris e dell’Ocpa, oggi anche impegnato politicamente come candidato alle prossime amministrative nel Comune di Alghero - Ho lasciato quell’incarico a marzo del 2009. Non so nemmeno per quale motivo sono indagato, sicuramente mi dispiace essere finito in mezzo a questa storia ma allo stesso tempo ben vengano tutti gli accertamenti se serviranno a capire cosa è successo realmente». Dello stesso avviso il professor Giuseppe Pulina, indagato in quanto, allora, presidente del consiglio di amministrazione dell’organismo di controllo: «Ho saputo dai giornali il motivo per cui mi era stata notificata la proroga indagini. Io ero direttore generale di Agris ed ero nel consiglio dell’Ocpa che gestiva le risorse finanziarie ma che non ha mai avuto a che fare con alcun documento di operatività. Oltretutto mi sono dimesso quasi subito dall’incarico. Abbiamo fiducia nel lavoro della Procura e aspettiamo che sia fatta luce su questa vicenda». Si dicono assolutamente tranquilli, d’altronde l’indagine nei loro confronti è un atto dovuto proprio per via del ruolo ricoperto negli enti in questione. Stessa cosa per Bussu e Gallisai del Consorzio di tutela dell’agnello. Come ha spiegato Bussu (presidente) «il nostro compito è quello di vigilare sul marchio e non sulla catena di macellazione». Compito, questo, che spetta appunto a un organismo terzo, autorizzato dal ministero delle Politiche agricole e forestali, che deve garantire il rispetto degli standard qualitativi del prodotto che finisce nelle tavole dei cittadini. Il lavoro del sostituto procuratore Caria e dei carabinieri del Nac (nucleo antifrodi) di Roma dovranno proprio stabilire se gli organismi preposti abbiano adottato tutte le procedure necessarie. O se invece siano stati omessi i dovuti controlli. Tra i requisiti richiesti dal disciplinare quelli più rilevanti sono senz’altro la provenienza degli agnelli da pecore di razza sarda, allevati allo stato brado e nutriti con latte materno.

Draghi, il peggio e' passato, palla a governi
'Germania e' modello, no divisioni in consiglio Bce'
22 marzo, 08:49
NEW YORK - ''Il peggio e' passato ma restano rischi'': ''la fiducia degli investitori sta tornando. La palla e' ora ai governi che devono assicurare in modo sostenibile la zona euro contro le crisi''. Lo afferma il presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Mario Draghi, in un'intervista a Bild, sottolineando che ''la situazione si e' stabilizzata. Importanti indicatori della zona euro come l'inflazione, le partite correnti e il deficit sono meglio, ad esempio, che negli Stati Uniti''. La Bce agira' se i rischi di inflazione dovessero aumentare: al momento comunque non ci sono rischi in questo senso. ''Se le prospettive di inflazione dovessero deteriorare, agiremo subito preventivamente. Ma se si guarda ai prezzi del petrolio e ai recenti aumenti delle tasse da parte di diversi governi, abbiamo osservato un'inflazione all'1,5% da mesi''. Draghi cerca cosi' di smorzare i timori tedeschi sulle politiche della banca centrale europea, che alcuni ritengono alimentino l'inflazione. ''La cultura tedesca della stabilita' pervade il consiglio'' della Bce e la Germania e' un ''modello'' per l'Europa, aggiunge Draghi precisando di condividere con il presidente della Bundesbank Jens Weidmann le stesse opinioni e gli stessi timori sui rischi che la Bce si e' assunta: le azioni della Bce presentano infatti ''rischi ed effetti secondari''. Non c'e' nessuna divisione - aggiunge - all'interno del consiglio della Bce fra ''nord e sud''. Draghi difende quindi la decisione della Bce di aiutare le banche, una decisione senza la quale il settore privato si sarebbe ritrovato a corto di liquidita'. La situazione ''particolarmente grave'' dell'autunno dell'anno scorso avrebbe potuto condurre a una pericolosa impasse finanziaria per le banche e provocare fallimenti di imprese e aziende.

Crisi: Grecia, da Corte dei Conti nuovi dati su corruzione
22 marzo, 10:31
(ANSAmed) - ATENE, 22 MAR - Nuovi dati stanno venendo alla luce in Grecia che dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l'ampiezza del fenomeno della corruzione nel Paese.
Secondo un rapporto della Corte dei Conti ellenica, nel 2009 gli introiti nelle casse dello Stato hanno registrato un ''buco nero'' di 12,8 miliardi di euro, la spesa pubblica ha superato le previsioni per 47 miliardi di euro e lo Stato si e' autoconcesso prestiti per la somma astronomica di 105 miliardi di euro contro i 42 miliardi della previsione iniziale. Il rapporto dell'alta Corte comprende una lunga serie di violazioni della legge e di sperperi del denaro pubblico, con transazioni illegali con i privati, assunzioni illegali, retribuzioni per consulenze non dovute a liberi professionisti, versamenti di sussidi sociali non dovuti ed altro ancora.
''L'estensione della corruzione - ha detto alla stazione radio Skai l'ispettore della Pubblica Amministrazione Leandros Rakintzis - e' enorme. In questo Paese non c'e' una pietra sotto la quale non ci sia nascosto qualcosa''. (ANSAmed).

Grecia: malgrado crisi si importano tonnellate di alimentari
A prezzi gonfiati da intermediari e grossisti disonesti
22 marzo, 11:54
(di Furio Morroni) (ANSAmed) - ATENE, 22 MAR - Se si chiedesse all'uomo della strada in Grecia se preferisce i pomodori locali a quelli importati, e' quasi certo che (come pure il 90% degli intervistati insieme con lui) opterebbe per il prodotto nazionale. Inoltre da recenti sondaggi e' emerso che circa il 50% dei greci ritiene che i prodotti locali siano superiori a quelli d'importazione, soprattutto in termini di qualita'.
 Tuttavia - come ha evidenziato una recente inchiesta del quotidiano Kathimerini - la Grecia importa ogni anno centinaia di tonnellate di prodotti freschi, anche frutta e verdure facilmente coltivabili in territorio ellenico (come arance, limoni, mele e patate), nonche' tonnellate di carni e di pesce provenienti da ogni angolo del mondo. L'anno scorso la Grecia - uno fra i maggiori produttori d'olio d'oliva sul pianeta - ne ha importato grosse quantita' anche dalla Germania.
 In particolare, nel 2011 il Paese ha importato 5.650 tonnellate di arance (per un valore di tre milioni di euro), 29.485 tonnellate di limoni (per 19 milioni), 22.704 tonnellate di mele (18 milioni) e 174.352 tonnellate di patate (77 milioni). Riguardo alle importazioni di carni, la Grecia ha pagato 382 milioni di euro per quelle bovine, 354 milioni per quelle di maiale, e 39 milioni per agnelli e capretti. Il conto per il pesce e' invece arrivato a 348 milioni di euro. Ma a far lievitare i prezzi ci sono anche gli intermediari disonesti.
 Proprio per quanto riguarda carni e pesci, molti commercianti all'ingrosso li ri-etichettano come prodotti locali allo scopo di aumentare la loro attrattiva nei confronti del consumatore ma anche rivendendoli cosi' a due o tre volte il prezzo al quale li hanno acquistati. La soluzione piu' semplice per ridurre questo massiccio salasso annuale sarebbe quella di eliminare gli intermediari che vendono prodotti provenienti dall'estero che sono piu' economici di quelli locali, ma cio' e' molto piu' facile a dirsi che a farsi. Il motivo principale dietro l'alto costo delle importazioni e' proprio il comportamento del consumatore che vuole avere tutti i prodotti tutto l'anno, indipendentemente dal fatto che la stagione sia quella giusta o meno. Per esempio, come la stagione per le mele greche sta per finire, i venditori cominciano a importarle per sostenerne la domanda, mentre quando d'estate scarseggiano le arance, dal mercato ancora si vuole un bicchiere di spremuta ogni mattina mentre il Paese ha pure la necessita' di dissetare i turisti con le arance comprate in Argentina. Dal canto loro, i produttori greci - come ragazzini viziati o forse solo vittime di un sistema che non tiene conto delle esigenze di mercato - preferiscono ormai ignorare la qualita' a discapito della quantita' che procura loro sovvenzioni statali ed europee. Tipico esempio di questo atteggiamento mentale e' la maggioranza degli agricoltori della Laconia (Peloponneso) i quali preferiscono far marcire le loro arance sugli alberi piuttosto che venderle ad un prezzo inferiore dal momento che da anni sono ormai abituati a ricevere sovvenzioni per la loro frutta, indipendentemente dalla qualita'. Ma adesso che, a causa della crisi economica, i sussidi statali sono evaporati, le arance della Laconia impallidiscono rispetto alla concorrenza e non reggono piu' il confronto sul mercato con quelle importate.
 Per quanto riguarda le carni, poi, sono davvero poche in Grecia le macellerie che dichiarano di vendere prodotti importati. E cosi' non si spiega dove siano finite le 102.036 tonnellate di carne bovina comperate da Francia, Paesi Bassi, Germania, Italia, Danimarca, Spagna, Belgio e Polonia. Anche il maiale e' sempre ''greco'' e anche qui non si capisce chi abbia consumato le 194.281 tonnellate di carne suina importata.
 E di esempi del genere ce ne sono un'infinita'. Certo, vendere direttamente ai consumatori non e' una cosa facile, ma comunque qualcuno comincia a provarci. Lo testimonia il grande successo del recente ''movimento delle patate'' cui hanno aderito numerosi agricoltori che portano centinaia di tonnellate di patate e altri prodotti agricoli sulle piazze di varie citta' della Grecia per venderle al prezzo di costo. (ANSAmed).

Trasporti: Portogallo cancella Alta velocita' Lisbona-Madrid
22 marzo, 11:20
(ANSAmed) - MADRID, 22 MAR - Il governo portoghese ha annunciato oggi l'abbandono definitivo del progetto di Alta velocita' per i collegamenti con la Spagna, sospeso nel giugno di un anno fa, all'indomani dell'insediamento dell'esecutivo conservatore presieduto da Pedro Passos Coelho. Dopo la sentenza emessa oggi dalla Corte dei Conti lusitana, contraria al contratto di costruzione della linea di alta velocita', il ministero di economia, in un comunicato, considera che questa ''chiude la polemica sul progetto, che sara' cosi' definitivamente abbandonato''. Nella nota, citata dall'agenzia Lusa, il governo assicura che saranno valutate le conseguenze giuridiche ed economiche della sentenza, ''per agire in difesa dell'interesse pubblico''. La Corte dei Conti annulla il contratto per l'esecuzione della tratta principale del progetto di Alta velocita' fra Lisbona e Madrid, di circa 150 km, che doveva collegate Poceirao con Caia, alla frontiera con la citta' spagnola di Badajoz. Un appalto per 1,4 miliardi di euro, aggiudicato nel 2010 dal precedente esecutivo socialista presieduto da Jose' Socrates al consorzio Elos, guidato da due grandi gruppi lusitani. Il ministero di Economia ha confermato, nella nota, la priorita' data alla realizzazione di reti ferroviarie transeuropee per i trasporti merci dai porti di Dines e Aveiro, per stimolare la competitivita' delle esportazioni portoghesi. (ANSAmed).

Bozen, oltrepadania. Roma promette sconti sulla benzina
Mozione unitaria sollecita il governo per le zone di confine
BOLZANO. Al Senato le otto mozioni che erano state presentate dai diversi partiti - compresa quella del senatore Manfred Pinzger della Svp - per arrivare a ridurre le accise sulla benzina soprattutto per le zone di confine, sono state unificate ed il testo unitario è stato poi approvato all'unanimità in Commissione anche dal sottosegretario all'Economia Polillo.
Il governo è dunque impegnato ad introdurre tutti quei meccanismi fiscali che consentano di evitare il "pendolarismo del pieno" che da quando in Italia il prezzo della benzina e del gasolio è in continuo aumento si registra vuoi da parte dei cittadini più vicini al confine, vuoi soprattutto da parte delle molte aziende di trasporto. Interessate tutte le aree di confine del Friuli, dell'Alto Adige e della Lombardia: nel testo tuttavia non è quantificato se il provvedimento interesserà tutto il territorio delle Regioni e della Provincia autonoma oppure soltanto un'indefinita fascia a ridosso del confine e magari anche solo a favore dei residenti. Il fenomeno a quel punto verrebbe solo spostato di qualche chilometro e le ricadute positive anche sulle casse provinciali sarebbero decisamente inferiori al previsto.

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