mercoledì 4 aprile 2012

pm_4.4.12/ Dove c’e’ barilla c’e’ casa, loro. Insomma, alla fine casa tua e’ loro; a te restano gli ammortamenti sul groppone: abuso di posizione dominante, contratto capestro. – Sardegna: Alla base, infatti, c’è un patto tra i produttori e i trasformatori con lo scopo di indirizzare la produzione verso le esigenze del trasformatore stabilendo un prezzo minimo della materia prima, opportunamente vincolato alla regole del mercato (per i cereali è Bologna), che garantisca al produttore una redditività adeguata: un prezzo minimo garantito per un determinato numero di anni.---Il punto qual è? Pompei è una città viva, non morta. È una città di 2 milioni e 300 mila abitanti, la terza d'Italia e dovrebbe essere trattata come tale. Dunque manutenzione, sicurezza, quotidianità. Invece è gestita come un simulacro, conclude Cevoli.

India: maro', nuove udienze dopo Pasqua
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LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Barilla sceglie il grano dell’isola
A Pompei mancano i custodi, a Boscoreale uno ogni visitatore
È ufficiale: via Caracciolo resterà chiusa per sempre
"L'Italia risana ma resta a rischio". Rapporto riservato della Commissione Ue
Wall Street Journal: "L'austerity in Italia è una minaccia per l'economia dell'Eurozona"
Serbia: Tadic si dimette, presidenziali il 6 maggio
Bozen, oltrepadania. Mendicanti, via ai controlli di polizia e vigili

India: maro', nuove udienze dopo Pasqua
Slittano esami giurisdizione e rilascio Enrica Lexie
04 aprile, 08:57
(ANSA) - NEW DELHI, 4 APR - Non si riunirà prima della prossima settimana l'Alta Corte di Kochi che deve stabilire quale giurisdizione applicare ai marò italiani in carcere. Lo ha appreso oggi l'ANSA da fonti della delegazione italiana in Kerala. Lo stesso discorso vale per l'udienza davanti al giudice istruttore di Kollam per il rilascio della Enrica Lexie.
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LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Barilla sceglie il grano dell’isola
04.04.2012
La Barilla ha scelto la Sardegna per approvvigionarsi di grano duro di altissima qualità. Lo ha fatto sabato scorso a Mandas dove è stato presentato il progetto di filiera agricola “Sairs” che vede tra i fautori diverse società agricole, alcuni operatori di mercato, la Regione e la Sfirs. Si tratta di sperimentare un nuovo tipo di coltivazione che prevede la rotazione delle colture in terre che oggi non sono nemmeno coltivate. Il progetto Sairs, elaborato dalla società Spica, presieduta da Andrea Massidda, prevede attraverso una doppia semina di impiegare terremi sia per la produzione di cereali che della biomassa da utilizzare per laproduzione di energia elettrica attraverso centrali. Per la Barilla era presente all’incontro Enrico Polveriggiani che ha annunciato l’impegno della società ad acquistare il grano duro dell’isola. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Mandas, uno dei territori interessati alla produzione cerealicola, Umberto Oppus, e il capo di gabinetto dell’assessorato all’Agricoltura, Mimmo Zedda. Per la Regione ch eha sottoscritto l’accordo di filiera, può essere questa un’occasione per proporre un nuovo modello di agricoltura. Alla base, infatti, c’è un patto tra i produttori e i trasformatori con lo scopo di indirizzare la produzione verso le esigenze del trasformatore stabilendo un prezzo minimo della materia prima, opportunamente vincolato alla regole del mercato (per i cereali è Bologna), che garantisca al produttore una redditività adeguata: un prezzo minimo garantito per un determinato numero di anni. Tra gli attori coinvolti, oltre Barilla, c’è Op Nazionale Italia cereali, l’organizzazione di produttori al servizio delle imprese; l’Agripower, società leader nello sviluppo di progetti per la produzione di energia; l’industria alimentare Ottaviani, specializzata nella produzione e comemrcializzazione di vegetali surgelati e conservati per grandi industrie nazionali tra cui la Findus.

A Pompei mancano i custodi, a Boscoreale uno ogni visitatore
A Pompei sono 142 per una media di 8mila visitatori giornalieri: il rapporto è di 1 custode ogni 56 turisti. Intanto Arrivano Monti e mezzo governo
NAPOLI - Ogni volta che c'è un'assemblea sindacale una ventina di bus carichi di chiassosi e giovani studenti restano parcheggiati fuori dai cancelli di Pompei. Ogni volta che per due ore la rsu si fermano nutriti gruppi di giapponesi, americani e francesi devono o fare rotta su Ercolano o bivaccare nei piazzali antistanti gli Scavi più belli e famosi del mondo. Perché lo sono, su questo non v'è dubbio alcuno. Accadrà anche mercoledì e giovedì, quando metà governo (ovvero il premier Monti, i ministri Ornaghi, Cancellieri, Profumo e Barca) sarà a Napoli e pare poi a Pompei con il prefetto Fernando Guida che sovrintenderà alla spesa dei 105 milioni di euro sbloccati dall'Europa. E accadrà anche a Pasqua e Pasquetta con ogni probabilità. Viene da dire la solita Italia, il solito Sud. Eppure se alcune domus sono aperte a giorni alterni (quella di Cecilio Giocondo, Marco Lucrezio Frontone e quella dei gladiatori) viene da chiedersi perché accade o no? Se alcune insulae sono chiuse, e non perché ci siano stati crolli, è legittimo sapere perché accade? Se proseguono le agitazioni sindacali che mettono a rischio l'apertura del sito si può tutto ridurre alla solita sommaria generalizzazione: sono tutti fannulloni? «Noi della Cisl siamo poco rappresentativi dei fannulloni negli altri siti», ironizza Antonio Pepe che alle ultime elezioni ha racimolato il massimo dei consensi. Pepe sta lavorando ad un report sugli Scavi, sul personale in dotazione alla Soprintendenza speciale, sul rapporto tra le unità in organico ai siti archeologici e museali e i visitatori e alcuni risultati sono sorprendenti. Prendiamo proprio i custodi, cioé il personale di vigilanza che si riunirà in assemblea questa mattina, di fatto bloccando l'accesso per le prime due ore.
A Pompei sono 142 (più 14 in sala regia e dunque non operativi sui 66 ettari) per una media di 8mila visitatori giornalieri: il rapporto è di 1 custode ogni 56 turisti. Quando si arriva al picco estivo delle 20 mila presenze il rapporto è di 1 a 140. Molti? Pochi? Non diamo giudizi, ma numeri. Basta fare qualche chilometro, a Boscoreale, per scoprire che sono presenti 25 unità di vigilanza per una media giornaliera di 31 visitatori, il rapporto è quasi pari: un custode per ogni turista che varca la soglia del museo. Ancora qualche chilometro si arriva ad Oplonti e la proporzione è simile a quella (incredibile) precedente: 32 custodi per 114 visitatori, 1 ogni 3. Torniamo indietro, andiamo a Castellammare di Stabia: di custodi ce ne sono addirittura 37. Di visitatori? Il dato non è disponibile. Perché? Perché non c'è la biglietteria. Ad Ercolano 51 unità per 817 visitatori quotidiani, il rapporto è di 1 a 16. Vogliamo fare una proporzione tra unità in servizio e area da vigilare? Va ancora peggio. Negli Scavi di Pompei 28 custodi (divisi in cinque squadre su tre turni) devono vigilare un'area di 27.556 metri quadrati in cui sono presenti 1500 tra ville e domus. Nel sito di Ercolano 9 unità per 7.838 metri quadri e 31 edifici da custodire. Ad Oplonti per due case (Villa di Poppea e Villa Crassius) ci sono 6 unità lavorative per turno (3.291 mq), a Boscoreale per villa Regina e Museo ci sono 5 custodi (1.983 mq), negli Scavi di Stabia per Villa Arianna e Villa San Marco (2.945 mq) ce sono 7 di vigilanti per turno. Possiamo dire che c'è una situazione quantomeno squilibrata? Potremmo suggerire alla Soprintendenza che una mobilità interna di personale di vigilanza, tra siti vicini ma di differente peso (se non altro perché Pompei è il secondo sito più visitato dopo il Colosseo), sarebbe la scelta meno onerosa e semplice possibile? Crediamo proprio di sì. Perché lo dimostrano i dati che esiste una distanza siderale tra Pompei e gli altri siti. Non basti il discorso sull'ampiezza del sito, leggiamo quali sono le ultime cifre sul numero di visitatori e sugli incassi.
Nel 2011 il sito pompeiano è stato visitato da 2 milioni 352 mila 189 persone di cui 1 milione e 803mila e 558 paganti e 548 mila 631 gratuiti (ovvero cittadini europei al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 60) per un totale di 19 milioni 755mila 534 euro. Ercolano incassa 1 milione 766mila per 307 mila 941 turisti di cui 146 930 paganti e 161 mila gratuiti. Poi si scende clamorosamente con Oplonti (57mila 530 euro per il 211, 41.718 visitatori di cui 31597 gratuiti e 10121 paganti); Boscoreale (4.836 euro per 8544 visitatori di cui 7678 gratuiti e 866 paganti). Infine il dato di Stabia, incalcolabile non essendoci biglietteria: vengono attestati 32.669 visitatori, tutti gratuiti, 0 euro in cassa. Il quadro che emerge da questo rapporto Cisl è a tratti paradossale. «Siamo contenti del cambio di governo, siamo contenti dell'attenzione — prosegue Pepe —, siamo pure contenti del prefetto Guida che attesterà che a Pompei lavorano persone perbene in condizioni disastrose. Il sito archeologico, per un accordo tacito con la Soprindentenza, è l'unico in Italia aperto tutto l'anno, sempre. Ma siamo allo stremo». E parliamo solo della custodia. Perché il vero nodo resta la manutenzione ordinaria, come urla da anni, quasi inascoltato, Tsao Cevoli, dell'associazione nazionale archeologi. «Negli ultimi anni si è preferita la spettacolarizzazione alla manutenzione con i disastri e i crolli successivi — spiega —. Si è voluto privilegiare un megarestauro come quello del Teatro grande che è rimasto destinato agli eventi giusto il tempo dell'inaugurazione. Ora sono partiti molti cantieri di manutenzione. Ma anche qui a danno della fruizione e della sicurezza. Sono chiuse due delle tre strade di accesso al Lupanare, insieme al Foro, il luogo più visitato di Pompei. Quando ci sono 20 mila persone diventa anche rischioso».
Il punto qual è? «Pompei è una città viva, non morta. È una città di 2 milioni e 300 mila abitanti, la terza d'Italia e dovrebbe essere trattata come tale. Dunque manutenzione, sicurezza, quotidianità. Invece è gestita come un simulacro», conclude Cevoli. Ma tira un'aria diversa anche per Pompei. Come si evince anche dal verbale del 23 marzo scorso del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. «Gli obiettivi — dice il segretario generale della cabina di regia Antonia Pasqua Recchia — sono quelli una volta per tutte di intervenire in modo massivo su quell'area archeologica per arrestare il degrado e contemporaneamente avviare un programma di consolidamento, di restauro, di riallestimento anche del circuito di visita e di riallestimento dell'offerta culturale. Occorre anche dire, però, che il degrado di Pompei non si è verificato in un giorno preciso, cioè in quella fatidica mattina del novembre del 2010, ma è un degrado che si è costruito nel corso di anni ed anni. Il ministero ha trovato una situazione a cui adesso occorre far fronte massicciamente, in modo integrato, in modo generalizzato, mettendo in campo tutte le forze possibili ed immaginabili: denari, ma anche organizzazioni, competenze, capacità di relazionarsi con i contesti territoriali locali».
Simona Brandolini

È ufficiale: via Caracciolo resterà chiusa per sempre
L'annuncio del sindaco: e ora anche la Coppa Davis. La giunta autorizza più spazio per i tavolini sul lungomare
NAPOLI — «Il tratto di via Caracciolo dove si svolge la Coppa America sarà pedonalizzato per sempre». Luigi de Magistris esce dalla penombra sulla decisione e annuncia quello che il Corriere del Mezzogiorno aveva anticipato venerdì scorso, cioè che la parte di lungomare parallela a viale Dohrn, quella che per anni veniva chiusa al traffico solo la domenica, sarà chiusa per sempre. Si andrà quindi «in continuità» rispetto al dispositivo scattato in questi giorni per la Coppa America, auspicando che in quella zona nei prossimi mesi non solo si potrà svolgere il prologo del Giro d'Italia di ciclismo 2013, come annunciato dallo stesso de Magistris, ma anche una parte della Coppa Davis di tennis. Il sindaco ha infatti raccolto l'invito di Ninni Serra, presidente del Circolo del Tennis, di perorare la causa: «Sono d'accordo con l'idea, darò il mio pieno appoggio. Il comune, peraltro, è proprietario del Circolo, quello è uno dei nostri gioielli. Farò tutto il possibile. Lo sport è determinante, faremo project financing per il Collana e Mario Argento».
Il dispositivo - Per ora, a meno di ripensamenti dell'ultim'ora, si va avanti con il dispositivo straordinario che resterà in vigore ininterrottamente da domani mattina alle 7 alle 18 del giorno 15. Oggi il summit convocato dall'assessore alla Mobilità Anna Donati con l'assessore alla Polizia municipale Giuseppe Narducci, il generale Luigi Sementa e altri attori coinvolti in questo piano di pedonalizzazione del centro. Dunque città chiusa nella zona che va da piazza Sannazaro a piazza Municipio fino a piazza Amedeo. Via libera ai veicoli diretti nei garage e avanti tutti con i bus notturni, la funicolare di Chiaia aperta fino alle 2 e il metrò linea 1 in funzione fino all'una del mattino.
La protesta - Non tutti sono soddisfatti di questo piano. I commercianti denunciano affari in calo. Il quadro fornito dal leader dell'Ascom, Pietro Russo, è sconfortante. C'è una frangia di esercenti che chiede almeno l'apertura alle auto di via Morelli e via Vittoria Colonna. C'è poi la manifestazione indetta dal movimento civico Chiaia per Napoli. Concentramento alle 14 in piazza del Martiri. Saranno tutti in mutande, ma non tutti sono allineati su questo fronte. «Le provocazioni non servono» spiega il presidente della Botteghe dei Mille, Nino De Nicola.
Le concessioni - Del resto una schiarita è già arrivata. La giunta su proposta dell'assessore allo Sviluppo, Marco Esposito, ha approvato la delibera che consentirà — da domani al 25 aprile — a ristoranti, bar e pizzerie di via Partenope e di tutta l'area interessata dalla Ztl (ad eccezione di Via Chiaia e Via Toledo, dove il flusso pedonale sarà più intenso) di aumentare l'occupazione degli spazi esterni. Il provvedimento estende i suoi effetti a tutta la città, in quanto, nello stesso periodo, sarà consentito, a coloro che ne abbiano fatto regolare richiesta, di ottenere un'occupazione di suolo provvisoria purché con elementi di arredo minimali: sedie, tavolini e ombrelloni.
Paolo Cuozzo
Anna Paola Merone

"L'Italia risana ma resta a rischio". Rapporto riservato della Commissione Ue
Rivelato dal Financial Times un documento riservato distribuito al vertice di Copenhagen: "Ottenuti risultati chiaramente di rilievo ma gli obiettivi a rischio dalla crescita depressa e dagli alti tassi d'interesse". Monti: "Non servono manovre correttive". Passera: "Con l'austerity non si cresce". Il portavoce di Olli Rehn: "Non posso confermare"
ROMA - L'Italia ha ottenuto risultati "chiaramente di rilievo" con misure di risanamento finanziario che dal maggio 2010 sono ammontate a 100 miliardi di euro, pari al 7% del Pil contribuendo a ristabilire la fiducia dei mercati del Paese che ora è in viaggio verso l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Ma "l'obiettivo dell'Italia di centrare gli obiettivi di bilancio potrebbe essere messo a rischio dallo scenario di crescita depressa e da tassi d'interesse relativamente alti".
E' quanto emerge da un documento riservato elaborato dalla Commissione europea e circolato all'ultimo vertice di Copenhagen che è stato rivelato stamane dal Financial Times. "Non posso assolutamente confermare" queste indiscrezioni, ha detto Amadeu Altafaj, portavoce del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn.
Nel rapporto di quattro pagine, intitolato "la situazione di bilancio in Italia", la commissione sottolinea che il governo dovrebbe "essere pronto a evitare ogni ritardo nell'esecuzione delle misure e intraprendere ulteriori azioni se necessario".
Le valutazioni contenute nel rapporto hanno trovato conferma ieri nei dati sull'andamento di occupazione e settore manifatturiero, con la prima giunta ai livelli più elevati da un decennio e il secondo in contrazione per l'ottavo mese consecutivo.
Per evitare che i tassi d'interesse elevati e la crescita fiacca possano mettere a rischio l'obiettivo di raggiungere gli obiettivi di budget, il governo italiano, si legge nella  nota, "deve evitare cedimenti nella messa in pratica della legge di bilancio e, se necessario, prendere misure ulteriori". Un'ipotesi quest'ultima esclusa dal presidente del Consiglio Mario Monti che questa mattina uscendo dal Consiglio dei ministri ha ribadito che il paese non ha bisogno di manovre correttive. Secondo il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera "con l'austerità non si cresce, al contrario, dobbiamo mettere in moto tutte quelle operazioni per fare in modo che dopo aver messo in ordine i conti ci sia anche crescita dell'economia e dell'occupazione"
Sullo sfondo del documento ci sono le paure che la nuova politica di rigore promossa dai governo dell'area euro vada a coincidere con le difficoltà sul fronte della crescita di economie di prima grandezza della regione come Italia e Spagna, inserendosi e aggravando il quadro recessivo esistente. Un quadro che nelle ultime settimane ha spinto più di un partito di centro sinistra in Europa (come in Francia, Olanda e Germania) a criticare le nuove stringenti politiche di bilancio.
(03 aprile 2012)

Wall Street Journal: "L'austerity in Italia è una minaccia per l'economia dell'Eurozona"
Dopo il Financial Times, anche l'autorevole giornale Usa (nella versione europea) critica la situazione italiana. "Le misure adottate da Roma sono controproducenti, l'aumento delle tasse fa rallentare fortemente lo sviluppo economico"
NEW YORK - Dopo il Financial Times 1 nuovo attacco di un autorevole giornale economico, questa volta americano, all'Italia. "Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l'attività nella terza principale economia dell'eurozona, secondo quanto appare dai dati economici più recenti che dimostrano come queste misure sono controproducenti". Lo scrive oggi il Wall Street Journal Europe in un articolo di prima pagina dal titolo "L'austerity in Italia rappresenta una minaccia per l'economia".
Citando i dati diffusi dal Mef lunedì scorso sul fabbisogno in calo nel primo trimestre, il Wsj afferma che "i recenti aumenti delle tasse stanno aiutando l'Italia a tagliare il suo deficit, ma al contempo stanno spingendo l'attività economica a contrarsi ancora più velocemente".
Secondo il Wsj Europe "lo scenario che si sta scoprendo ora in Italia, Grecia e Spagna lascerà i paesi problematici dell'eurozona con percentuali di debito pubblico ancora più alte anche se realizzano sforzi dolorosi per ridurlo".
Ieri il Financial Times aveva citato un documento riservato della Commissione Europea in cui si accennava alla possibilità che il governo italiano potesse varare nuove misure economiche per ridurre ulteriormente il deficit del bilancio pubblico. La notizia però era stata smentita sia dal premier italiano, Mario Monti, che dalla Ue.
(04 aprile 2012)

Serbia: Tadic si dimette, presidenziali il 6 maggio
presidente serbo rimette mandato in anticipo di circa un anno
04 aprile, 10:29
(ANSAmed) - BELGRADO, 4 APR - Il presidente serbo Boris Tadic si e' dimesso, con alcuni mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, prevista il 15 febbraio 2013. Lo hanno riferito i media. Le elezioni presidenziali si terranno con ogni probabilita' il 6 maggio prossimo, unitamente a quelle legislative e municipali. (ANSAmed)

Bozen, oltrepadania. Mendicanti, via ai controlli di polizia e vigili
Spagnolli: nuova strategia, chi molesta i passanti viene accompagnato al comando
BOLZANO. E' partita l'azione di disturbo-prevenzione contro i mendicanti molesti. E' la linea concordata tra sindaco Spagnolli e questore Dario Rotondi, visto che la linea della giunta resta fissata sul «non ci sarà una ordinanza». Da un paio di settimane si sono intensificati i controlli, annuncia Spagnolli, «e se serve scatta l'accompagnamento in questura o dai vigili». Altre novità sulla sicurezza: installate telecamere nei parchi gioco. Il fenomeno dei mendicanti va e viene. Nelle ultime settimane le presenze in città sembrano essersi intensificate e il sindaco Luigi Spagnolli si è confrontato con il questore Dario Rotondi. Sul tema di una eventuale ordinanza anti-accatonaggio, che vede contrari la maggior parte degli assessori, Spagnolli trova una sintonia di vedute in Rotondi, che sintetizza «non credo che una ordinanza sarebbe risolutiva. Si tratta di un fenomeno sfuggente su cui è importante trovare la strategia più mirata. Quanto i mendicanti commettono reato, si interviene. Sul resto, l'importante è riuscire a contenere il fenomeno». Proprio su questo, l'operazione di contenimento, è basata la strategia attivata da Comune e questura. Spagnolli spiega che «le ordinanze non servono. Le leggi esistono e sono adeguate. Con la questura si è deciso di procedere in sintonia intensificando i controlli». Il piano punta a scoraggiare i mendicanti più insistenti, quelli che provocano le proteste dei cittadini. «Vigili e polizia si stanno muovendo intervenendo nei casi che ritengono più molesti per le persone. Il mendicante viene controllato. Se serve, viene accompagnato in questura o al comando della polizia municipale», spiega Spagnolli, «non saranno azioni eclatanti, ma credo che possano servire per scoraggiare, soprattutto se ripetute più volte. Nel caso di reati la prassi resta la solita». Spagnolli si dichiara tranquillo invece sull'ipotesi di racket. Non sfugge infatti che i giovani mendicanti africani si muovono coordinandosi tra di loro su tempi e luoghi. Spagnolli replica: «Ne ho parlato anche oggi al telefono con il questore Rotondi, cui sono tornato a chiedere chiarimenti sull'esistenza o meno di un racket a Bolzano. La questura lo esclude. E' invece possibile che queste persone si auto-organizzino e arrivino insieme in città, ma nulla di più preoccupante di questo». D'accordo sulla strategia l'assessore alle politiche sociali Mauro Randi: «E' giusto che le persone possano sedersi al tavolino di un caffè senza essere importunate. Abbiamo sollecitato particolare attenzione a questi episodi».Come sull'ordinanza, Spagnolli conserva una visione disincantata anche sulle telecamere di sicurezza: «La città è già piena di impianti di banche e negozi». Eppure la questura più volte ha sollecitato il Comune affinché preveda una rete di telecamere nei lughi più sensibili della città. Su questo fronte, annuncia Spagnolli, qualcosa si è mosso. Alcune telecamere sono arrivate nei parchi gioco. Sono state installate di recente, «scegliendo i luoghi che riteniamo più a rischio di vandalismi». L'operazione proseguirà? Spagnolli non si sbilancia perché è convinto che su questo tema sia opportuno conservare un velo di discrezione: «Le telecamere ci sono, sia pubbliche che private. Specificare la loro posizione è controproducente dal punto di vista della deterrenza». Infine un episodio: «Un ladro è stato incastrato grazie alla telecamera installata in un negozio. La pena è stata minima e perdipiù da quella volta il commerciante è stato oggetto di atti di vandalismo contro il negozio. Risultato: ha smontato tutto». (fr.g.)


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