giovedì 24 maggio 2012

pm_24.5.12/ Ottima idea Luis, in particolare per i costi del “quant’altro”. – Bozen, oltrepadania, Marco Rizza: La sua proposta qual è? (Luis Durnwalder) Io dico: voi ci date anche l’ultimo decimo delle tasse che oggi versiamo allo Stato (i 9/10 restano in Alto Adige, ndr), che corrispondono a circa 380 milioni. Noi in cambio paghiamo tutte le spese che lo Stato ancora sostiene in Alto Adige, circa 500 milioni. Polizia, tribunali, esercito e quant’altro: lo paghiamo noi. In cambio ci teniamo tutte le tasse, così smettiamo di litigare con Roma sulle imposte e avremo la possibilità di programmare i nostri bilanci.

"Via dal carcere i due marò italiani Andranno in un ex riformatorio"
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Fisco,contribuenti.it: italia, maglia nera in europa nella riscossione.
Zavorra sulle imprese: pressione fiscale al 68%'
Mancuso: «Vergognosi i fischi all'inno»
Bozen, oltrepadania. Durnwalder: basta doppioni con lo Stato

"Via dal carcere i due marò italiani Andranno in un ex riformatorio"
Lo riferisce la stampa indiana. Il trasferimento in programma per domani. I delegati di Roma hanno già verificato l'agibilità
Le autorità del Kerala hanno deciso il trasferimento dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dal carcere di Trivandrum ad una struttura di Kochi di gradimento italiano. Lo scrive oggi la stampa indiana. Fonti che hanno chiesto di restare anonime perchè il decreto non è ancora stato comunicato alla polizia hanno indicato che la struttura prescelta è la Borstal School, dove i marò andranno con ogni probabilità venerdì.
La notizia è stata confermata al quotidiano The Times of India dal sovrintendente del carcere di Poojapura, B. Pradeep. Nei giorni scorsi la Borstal School, struttura in passato utilizzata per la detenzione di minorenni che si trova vicino all’aeroporto di Kochi, è stata visitata da responsabili della delegazione italiana che ne hanno verificato l’agibilità. Secondo l’agenzia di stampa Ians, il trasferimento dovrebbe avvenire domani, giornata cruciale per la sorte di Latorre e Girone.
I due dovranno infatti essere presentati al giudice istruttore di Kollam alla scadenza dell’ennesimo periodo di carcerazione giudiziaria, mentre si terrà nell’Alta Corte di Kochi una nuova udienza riguardante la richiesta di "bail" (libertà dietro cauzione) che è stata respinta nei giorni scorsi da due istanze inferiori. Un ufficiale carcerario di Trivandrum che ha chiesto di non essere identificato ha detto all’agenzia che «è poco probabile che il trasferimento avvenga oggi perchè in Kerala c’è uno sciopero. Per cui domani saranno portati da questa prigione a Kollam dove li attende il giudice e poi direttamente nella Borstal School di Kochi». Interrogato, un responsabile della delegazione italiana che segue in permanenza la vicenda ha detto che «questo trasferimento è una cosa che chiediamo da tempo e che se avverrà sarà positivo. Ma per il momento noi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione».
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Fisco,contribuenti.it: italia, maglia nera in europa nella riscossione.
L'86% cittadini insoddisfatti dalle esattorie
ROMA - In Italia su 26,34 miliardi di evasione accertata, le esattorie hanno riscosso solo 2,7 miliardi, cioè il 10,4%.
In Inghilterra le esattorie riscuotono il 91% dell'evasione accertata in Francia l'87%, in Belgio l'84%, in Spagna l'81%, in Romania il 64%, in Turchia il 58%, in Albania il 44%.
E' questa la principale analisi effettuata da Krls of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani osservando i dati pubblicati nel 2012, relativi all'annualità 2009, dei principali paesi europei.
Anche dalle analisi territoriali gli sportelli delle esattorie hanno ottenuto un voto insufficiente.
Infatti, il 86% dei cittadini complessivamente è insoddisfatta dagli sportelli delle esattorie. Nel 52% dei casi vengono invitati a rivolgersi all'ente! impositore competente (Agenzia delle Entrate, Inps, Comuni, etc..), nel 34% a Lo Sportello del Contribuente per contestare la pretesa tributaria mentre solo nel 14% dei casi vengono risolti i casi senza contestazioni. L'indagine dell'Associazione Contribuenti Italiani è stata condotta su un campione casuale di contribuenti, in particolare, per il Nord sono stati presi in considerazione gli sportelli della provincia di Milano, Torino, Genova e Bologna; per il Centro Roma, Firenze, Perugia e Pescara; e per il Sud Napoli, Palermo, Campobasso e Bari.
Dallo studio emerge anche che i più delusi frequentatori degli sportelli sono per l'56% le persone fisiche, per il 33% le imprese e per l'11% i professionisti.
Il 52% dei contribuenti si presenta alle esattorie per il pagamento o la rateizzazione delle cartelle, mentre il 48% per richiedere informazioni o per contestare la pretesa esattoriale in quanto illegittima.
Secondo lo studio di Contribuenti.it 9 italiani su 10 chied! ono meno vessazioni e più efficienza delle esattorie nella lotta all'evasione fiscale: l'89% del campione giudica ancora insufficiente il loro impegno contro l'evasione definendolo "poco" (46%) o "per niente efficace" (43%), a fronte del 11% di opinione contraria; un'azione inefficace è segnalata più diffusamente tra le donne (87% rispetto al 83% tra gli uomini), tra gli anziani (84%), e nel campione del Nord (91% rispetto al 78% nel Centro e al 86% nel Sud).
Contribuenti.it chiede al premier Monti di convocare con urgenza il tavolo di trattativa "Fisco - Contribuenti" per accelerare l'istituzione de "Lo Sportello del Contribuente" per la lotta all'evasione fiscale presso tutti gli organi diretti ed indiretti dell'amministrazione finanziaria, per garantire i diritti dei contribuenti.
Associazione Contribuenti Italiani
L'Ufficio Stampa - Infopress 3314630647 – 0642828753

Zavorra sulle imprese: pressione fiscale al 68%'
Squinzi all'Assemblea: 'Stop emorragia crescita'
24 maggio, 12:20
ROMA - Il fisco è in Italia una "zavorra intollerabile che si aggiunge ad altre zavorre"; con una pressione fiscale reale complessiva "al 68,5% contro il 52,8% in Svezia, il 46,7% in Germania, il 37,3% nel Regno Unito". Per il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, "c'é urgente bisogno" di una riforma
STOP EMORRAGIA CRESCITA - "Il nostro primo compito è arrestare l'emorragia e restituire fiducia". Così il neo presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al suo debutto all'Assemblea di viale dell'Astronomia. "La bassa crescita dell'Italia - aggiunge - è determinata soprattutto dalla difficoltà di fare impresa"
RIFORMA LAVORO NON CONVINCE  - La riforma del mercato del lavoro "appare meno utile alla competitività del Paese e delle imprese di quanto avremmo voluto". Così il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nella relazione all'assemblea annuale: "E' una riforma che modifica il sistema in più punti ma, a nostro giudizio, non sempre in modo convincente"
 "Occorre un impegno serio, determinato, continuo per ridurre la spesa pubblica. Non possiamo accontentarci di una spending review che sia solo una bella analisi dei tagli possibili. Servono tagli veri". Lo dice il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento all'assemblea annuale degli imprenditori.
DARE FUTURO A GIOVANI O NO FUTURO ITALIA - "Se non apriamo ai giovani nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia". Così il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo primo intervento pubblico all'assemblea annuale
SUBITO CREDITO A IMPRESE, STANNO SOFFOCANDO - "Subito credito alle imprese": lo chiede il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Nel corso dell'assemblea annuale avverte che "la carenza e i costi del credito sono il nodo più urgente da sciogliere perché sta soffocando il tessuto produttivo". Per questo "alle banche e allo Stato italiano chiediamo uno sforzo aggiuntivo".
AGENDA IN 4 PUNTI PER CONFRONTO COL GOVERNO - Riforma e debiti della P.A., tagli delle spesa pubblica e riduzione della pressione fiscale, credito alle imprese. Questi i 4 punti su cui il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi chiede "di aprire un confronto" col Governo "per una nuova politica industriale"
NAPOLITANO,IMPRESE LEVA DECISIVA PER SUPERARLA  - "Il sistema delle imprese è al centro, una leva decisiva per superare la crisi attuale". E' uno dei passaggi del messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato in occasione dell'assemblea annuale di Confindustria. "Un significativo contributo per superare la crisi anche nei suoi più critici e preoccupanti aspetti sociali - ha aggiunto - sono certo che arriverà dall'assemblea di Confindustria nello spirito di un rinnovato impegno di convergenza e coesione".
PASSERA,GRANDE EVASIONE, MA C'E' CHI PAGA FINO ULTIMO  - In Italia c'é "una grande evasione fiscale mediamente, ma ci sono moltissime imprese che pagano fino all'ultima cifra e pagano troppo perché c'é l'altra parte dell'Italia" che non lo fa. Lo ha detto il ministro dello sviluppo Corrado Passera intervenendo all'assemblea di Confindustria

Mancuso: «Vergognosi i fischi all'inno»
Il procuratore: «Botti sbaglia, protesta imbarazzante»
ROMA — Paolo Mancuso, procuratore della Repubblica a Nola, tifoso storico del Napoli, un posto all'Olimpico circondato dagli juventini per la finale di Coppa Italia. Li ha sentiti i fischi?
«Certo».
Cos'ha provato?
«Incredulità, all'inizio».
Poi?
«Imbarazzo. E una profonda irritazione: questa è una protesta che proprio non riesco a capire».
Siamo in pochi. Tutti gli altri dicono che è giusta e comprensibile.
«Se si fosse trattato di un atto di alto profilo, della rivendicazione di una questione meridionale abbandonata dallo Stato, l'avrei almeno compresa. Non giustificata, ma compresa sì».
Scusi, ma non è proprio di questo che s'è trattato?
«Macché, quei fischi non hanno nulla a che vedere con una protesta di stampo meridionalistico. La sequenza degli eventi è chiarissima».
Qual è?
«La contestazione all'inno è venuta in seguito agli insulti dei tifosi della Juve, a una forma di inciviltà che io per primo ho visto sugli spalti».
Claudio Botti dice che gli insulti a Napoli e ai napoletani legittimano quei fischi.
«Claudio è un mio amico, ma sbaglia di grosso. Quei fischi sono vergognosi, irragionevoli. Così facendo consegni l'inno agli avversari, stai dicendo che è loro, non nostro. E perché mai dovrebbe essere loro? Siamo italiani. O vogliamo dar ragione a chi canta Benvenuti in Italia? Fischiare l'inno nazionale è come ammettere di essere un'altra cosa rispetto al Paese. Assurdo».
E allora agli insulti razzisti come si replica? Stiamo zitti?
«No. Apprezzo i tifosi quando, ai veronesi che cantano Forza Vesuvio, replicano con lo striscione Giuletta è 'na zoccola. È questa la risposta tipica del popolo napoletano, che si sente talmente superiore a quella gente che neppure li considera».
Non è che la protesta contro l'inno è figlia anche della stanchezza? Striscione oggi, coro domani, uno alla fine sbotta.
«No, se capisce che quegli insulti sono figli di un complesso di inferiorità. Ragionateci: parliamo di realtà calcisticamente superiori a noi, che però sentono comunque la necessità di offenderci. La Juve ci aveva battuto 3-0, aveva conquistato lo scudetto numero 28, epperò i suoi tifosi sentivano ancora il bisogno di insultarci. È ovvio che si sentono inferiori alla nostra storia, alla nostra cultura, alla nostra intelligenza. E, per questo, fischiare l'inno è una risposta ancor più sbagliata».
È anche l'unica condannata però. Non lo trova strano?
«Rilevo che sono stati tutti celeri nel censurare quei fischi all'inno nazionale, ma nessuno ha condannato gli insulti a Napoli e ai napoletani».
Dice che la giustizia sportiva dovrebbe iniziare a intervenire?
«Dico che, anche se non altrettanto gravi come i fischi all'inno, è ora che vengano puniti anche i cori offensivi. I buuu razzisti sono sempre stati condannati. La discriminazione contro Napoli, invece, è un problema mai affrontato dal calcio italiano».
Gianluca Abate

Bozen, oltrepadania. Durnwalder: basta doppioni con lo Stato
Oggi l’incontro con Gnudi. La proposta: «A noi il 100% delle tasse, in cambio paghiamo i servizi di Roma e ci coordiniamo»
di Marco Rizza
 BOLZANO. Se si chiede al presidente Luis Durnwalder quale, tra tutti gli scontri avuti in queste settimane col governo, è stato il più duro, lui allarga le braccia: «Il problema non è il caso singolo ma l’atteggiamento generale. Finora questo governo ha dimostrato di fregarsene di noi. Sono un muro di gomma, con loro non riesci a parlare di niente. Continuano a chiedere, a cambiare le regole, a impugnare le nostre leggi, senza mai un confronto. Non può andare avanti così». Oggi questa tendenza potrebbe - forse - cambiare: alle 16 presso la sede del ministero delle Regioni, a Roma, Durnwalder e il suo collega trentino Lorenzo Dellai incontreranno il ministro Piero Gnudi, incaricato dal premier Monti si seguire la questione altoatesina. In precedenza i tecnici dei dipartimenti delle Finanze delle due Province si incontreranno per mettere a punto le ultime tabelle da presentare al vertice.
Presidente, nei giorni scorsi al Consorzio dei Comuni ha detto che è ora di iniziare a dire dei «no» a Roma. Domani (oggi per chi legge, ndr) avrà l’incontro col ministro Gnudi: va con l’intenzione di dire dei no, o per trattare?
Vado giù per discutere del nostro futuro. Siamo per la collaborazione e quindi cercheremo un accordo, ma Roma deve capire che devono rispettare lo Statuto, altrimenti saremo costretti a rivolgerci altrove per fare sapere che l’autonomia di rango non viene rispettata. Noi chiediamo principalmente una cosa: chiarezza. Non possiamo più andare avanti senza avere dati certi per i prossimi bilanci e investimenti. Ogni settimana c’è una novità, cambiano qualcosa, impugnano una legge, chiedono altri soldi. Così è impossibile proseguire.
Non è un periodo facile per avanzare richieste...
Ma noi non chiediamo nulla in più di quello che ci spetta. Anche se non lo condividerei, capirei questo governo se ci dicesse: siamo tecnici e non politici quindi non possiamo darvi nuove competenze. Ma loro non rispettano nemmeno le cose che già ci sono, gli accordi costituzionali scritti nero su bianco... Noi chiediamo solo il rispetto dei nostri diritti. Per il resto siamo disposti anche a dare qualcosa in più rispetto a oggi, sappiamo che serve uno sforzo per risanare i conti.
La sua proposta qual è?
Io dico: voi ci date anche l’ultimo decimo delle tasse che oggi versiamo allo Stato (i 9/10 restano in Alto Adige, ndr), che corrispondono a circa 380 milioni. Noi in cambio paghiamo tutte le spese che lo Stato ancora sostiene in Alto Adige, circa 500 milioni. Polizia, tribunali, esercito e quant’altro: lo paghiamo noi. In cambio ci teniamo tutte le tasse, così smettiamo di litigare con Roma sulle imposte e avremo la possibilità di programmare i nostri bilanci.
Ma ovviamente Roma non darà mai a Bolzano la competenza su esercito o polizia. Allora qual è il senso di pagarli?
Certo che non ci daranno le competenze, ma potremmo migliorare il coordinamento coi servizi che offriamo noi. Risparmieremmo milioni e daremmo ai cittadini un servizio migliore. Questo è quello che proporrò, vediamo se almeno accettano di discuterne.
Dove sarebbero possibili i risparmi?
In molti settori. Potremmo coordinare meglio le forze di polizia con le polizie municipali e quelle forestali. Potremmo coordinare meglio certe attività di controllo: Nas, Noe e i nostri uffici spesso fanno le stesse cose all’insaputa uno dell’altro. Posso raccontare di posti che hanno avuto tre controlli in una sola giornata dai tre enti... E poi c’è il discorso tribunali.
Cioè?
La settimana scorsa c’è stato l’allarme per il mancato servizio allo sportello del tribunale per le dichiarazioni etniche, giusto? Bene, io dico allo Stato: coordiniamoci di più, dateci la possibilità di svolgere quel servizio nei Comuni, avremmo 116 sportelli a spesa zero e voi liberereste personale per altri incarichi. Potrei proseguire con casi simili.
Per esempio?
I veterinari: lo Stato continua a gestire i controlli alla frontiera quando ci sono i nostri uffici che potrebbero fare la stessa cosa. Se vogliono mettiamo anche i cartelli con scritto «Competenza statale»... Ma che senso ha continuare a mantenere doppioni?
E le grandi partite come Rai e carcere?
Sulla Rai l’accordo è praticamente pronto e, anche qui, si è messo di traverso il ministero dell’Economia che dice che dobbiamo dimostrare quale sia il suo vantaggio economico... Per il carcere a giorni sarà pubblicato il bando di gara, ci prenderemo impegni con ditte privare, sarebbe assurdo se Roma si tirasse indietro proprio ora. E poi ci sarebbe la storia del fondo Brancher: noi dovevamo dare 40 milioni per i Comuni confinanti in cambio di competenze, ma se queste competenze non arrivano... Il fondo non è mica sacro.
Di tutti questi argomenti cosa pensa di riuscire a portare a casa da Roma?
Domani nulla di concreto, non ci vediamo per prendere decisioni. Ma vorrei che ci guardassimo negli occhi per capire se si può almeno iniziare a discuterne o se dovremo continuare a litigare.

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