lunedì 11 giugno 2012

am_11.6.12/ Gian Antonio Orighi: Dar la vuelta a la tortilla, letteralmente girare la frittata, cambiare le carte in tavola. (...) «Non ci saranno altri tagli, ed il prestito Ue non avrà effetto sul deficit pubblico», assicura il premier che poi, esagerando ancor di più, ha addirittura affermato: «Non abbiamo subito un pressing per chiedere il prestito, sono stato io a fare pressioni per ottenerlo. E non è stato facile».

Bankitalia: redditi operai -3% in 10 anni
Rajoy sorride  "Ora la Spagna è in sicurezza"
Il conto per salvare l’euro

Bankitalia: redditi operai -3% in 10 anni
nuclei con capofamiglia lavoratore autonomo +15,7%
10 giugno, 18:17
(ANSA) - ROMA, 10 GIU - Il reddito reale delle famiglie e' cresciuto tra il 2000 e il 2010 appena del 6,2% (da 18.358 a 19.495 euro) ma mentre nei nuclei con capofamiglia lavoratore autonomo il reddito e' cresciuto del 15,7%, nelle famiglie di operai, apprendisti e commessi il reddito e' diminuito nel decennio del 3,2%.Emerge dalla Relazione annuale Bankitalia secondo la quale nel periodo il reddito reale equivalente disponibile delle famiglie di dirigenti e' cresciuto dell'8% mentre in quelle di pensionati del 9,8%.

Rajoy sorride  "Ora la Spagna è in sicurezza"
Il Primo Ministro spagnolo, Mariano Rajoy
Il premier: "Ho convinto l'Europa, non era facile
 Il finanziamento premia la bontà delle mie scelte"
 GIAN ANTONIO ORIGHI
Dar la vuelta a la tortilla, letteralmente girare la frittata, cambiare le carte in tavola. L’espressione spagnola fotografa bene la strategia del premier popolare (di centrodestra) Mariano Rajoy.
Il salvataggio da 100 miliardi richiesto sabato scorso da Madrid all’Ue? È solo «l’apertura di una linea di credito europea». E la situazione è ormai così «sotto controllo» da permettere al capo dell’Esecutivo di assistere alla partita Italia-Spagna in Polonia.
«Il governo vuol farci credere che abbiamo vinto la lotteria e non è così», lo sferza Alfredo Rubalcaba, il leader socialista dell’opposizione.
Rajoy, sicuro di sé, è apparso a sorpresa ieri mattina in una conferenza stampa alla Moncloa, il Palazzo Chigi madrileno. Sabato il premier non si era degnato di illustrare di persona il finanziamento europeo, lasciando il compito al ministro dell’Economia Luis de Guindos. E, in appena 30 minuti, il premier ha cercato di trasformare la sconfitta in una vittoria.
Non solo spagnola, ma anche comunitaria. «Sabato ha vinto la credibilità del progetto europeo ed il futuro dell’euro, che è irreversibile», ha detto.
Non pago della sceneggiata, Rajoy ha sottolineato che il credito ottenuto è una dimostrazione della sua politica economica. «Se non avessimo fatto il nostro fiscal compact per il deficit pubblico, riforme strutturali come quella del mercato del lavoro e della ristrutturazione del sistema finanziario, sabato ci sarebbe stato un salvataggio», si è autoglorificato il premier.
Anche sulle conseguenze del bailout, il cui ammontare verrà deciso tra giugno e luglio dopo gli stress test bancari completi di 6 revisori internazionali, no problem. «Non ci saranno altri tagli, ed il prestito Ue non avrà effetto sul deficit pubblico», assicura il premier che poi, esagerando ancor di più, ha addirittura affermato: «Non abbiamo subito un pressing per chiedere il prestito, sono stato io a fare pressioni per ottenerlo. E non è stato facile».
In una Spagna ove i popolari sono al potere da dicembre con la maggioranza assoluta, l’opposizione socialista non va sulle barricate. «Il salvataggio è una cattiva notizia che danneggia l’immagine della Spagna, ma è il momento di parlare di unità per uscire dalla crisi, non getteremo benzina sul fuoco», ha detto Rubalcaba.
Solo Cayo Lara, leader dei comunisti, ha usato toni apocalittici: «La Spagna è commissariata, aumenta il suo debito ed il suo deficit e, in media, ogni spagnolo dovrà pagare duemila euro». «Il maxiprestito sottoscritto dal governo in nome della Spagna porterà 10 punti in più di deficit, è impossibile che non ci siano altri tagli», gli ha fatto eco Candido Méndez, leader del sindacato socialista Ugt. Anche la stampa si divide su come definire il prestito Ue.
Il conservatore Abc segue la linea di Rajoy ed abolisce la parola salvataggio, sottolineando orgoglioso che «l’Europa finanzia la banca senza condizioni per la Spagna».
Il liberal El Mundo parla di «Bailout senza umiliazione» e solo il progressista el País spara a tutta prima pagina un secco «Salvataggio della Spagna», sottolineando: «Il bailout è sì un balsamo, ma certifica una sconfitta della Spagna. Blinda sì il Paese da un male peggiore, però non garantisce né il flusso del credito né la crescita».
Rajoy ha comunque ragioni per essere soddisfatto. «Il governo ha una riserva abbondante di liquidità (44 miliardi cash depositati dal Tesoro nel Banco de España), l’asta di giovedì dei Bonos è andata bene e non è in una situazione limite», osserva José Carlos Díez, economista capo di Intermoney.
Il premier non sapeva dove trovare 35 miliardi per finanziare il buco delle regioni rispettando al contempo l’impegno di abbassare il deficit dal 8,9% al 5,3%. Con i soldi europei che gli finanziano (al 3%) la capitalizzazione bancaria, ha risolto il problema.



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