mercoledì 20 giugno 2012

am_20.6.12/ Notti bianche, giorni neri.===La Corte costituzionale tedesca ha dichiarato che i negoziati sul Fondo salva Stati permanente (Esm) e sul patto per la competitività, il cosiddetto Euro Plus Pact, non sono stati svolti correttamente, dando così ragione all'opposizione.---I paesi dell'eurozona preferirebbero usare i fondi del Meccanismo di stabilita' europea (Esm), il cosidetto fondo salva stati permanente, per aiutare la Spagna a ricapitalizzare il proprio sistema bancario.---Cipro, Vassos Shiarly: Ho calcolato che ci sono 278 ore fino al 30 giugno, ha detto il ministro riferendosi alla data in cui Popular Bank, uno dei principali istituti di credito dell'isola, deve essere ricapitalizzata.---Italia: Nel complesso il calo del mercato immobiliare e' del 17,8%.

De Magistris da Napolitano: «Gli ho chiesto norme per salvarci dai debiti
A Salerno la notte è bianca, ma i commercianti sono neri
Crolla mercato immobiliare I trimestre (-20%), mai cosi' male
Si gonfia la bolla dei derivati: valgono metà Pil europeo.
La Merkel 'accerchiata' rilancia unione politica
Spagna: paesi eurozona preferiscono fondi Esm per aiutare banche
Germania, Corte Costituzionale accoglie ricorso su procedure Esm
Grecia: nella 1* asta post-elezioni raccoglie 1,3 mld a 3 mesi al 4,31%
Cipro, non ancora avanzata richiesta aiuti Efsf/Esm
Oltrepadania. Autonomia, a Vienna si festeggiano i 20 anni dalla chiusura della vertenza

De Magistris da Napolitano: «Gli ho chiesto norme per salvarci dai debiti
«Un intervento simile a quello per Roma. Potremmo così pagare le imprese, aprire i cantieri, dare lavoro e attutire la tensione sociale. Mi ha ascoltato con attenzione»
Napoli indebitata, il sindaco chiede aiuto a Napolitano.
Un incontro di tre quarti d'ora questa mattina tra Luigi de Magistris con il Presidente della Repubblica.
«Abbiamo parlato di tante cose - ha riferito de Magistris - di quello che stiamo facendo a Napoli e della situazione molto seria in cui versa il bilancio della nostra città per colpa di un indebitamento che abbiamo ereditato. Non vogliamo che i cittadini paghino per i debiti del passato».
«PRESIDENTE ATTENTO ALLE QUESTIONI DI NAPOLI» - Il Presidente Napolitano, ha spiegato de Magistris «si è mostrato come sempre nel corso di quest'anno molto attento e sensibile alle questioni di Napoli. La mia richiesta principale è stata quella di un intervento normativo per consentire l'operazione di ristrutturazione del debito, e quindi consentire al Comune di Napoli gradualmente di poter ripianare il debito pesantissimo. Se questo non accadrà significa che dovremo sempre governare nell'emergenza, con la bombola di ossigeno. Un intervento simile a quello che c'è stato per Roma e per molte altre città significherebbe invece poter pagare le imprese, aprire i cantieri, significherebbe lavoro e attutire la tensione sociale innescandosi in un momento in cui c'è un buon rapporto tra le istituzioni. Abbiamo rilanciato i finanziamenti europei, firmato protocolli importanti, è il momento giusto per un intervento di questo tipo altrimenti rischiamo di utilizzare il bilancio per pagare gli interessi alle banche e pagare il debito di chi ci ha preceduto per 15 anni con operazioni di bilancio molto discutibili». Napoli, ha concluso de Magistris, «vuole essere protagonista e non sta a guardare cosa accade. Abbiamo fatto passaggi politici e istituzionali molto importanti e ringrazio il Presidente della Repubblica per avermi ascoltato come rappresentante dei napoletani».

A Salerno la notte è bianca, ma i commercianti sono neri
Decine di migliaia di persone nella zona orientale per i concerti. Ma sono pochi ad entrare nei negozi
SALERNO — Luci ed ombre sulla seconda edizione della Notte Bianca a Salerno. L'evento ideato dalla Cidec Salerno in collaborazione con il Comune e la Camera di Commercio, nello scorso weekend ha vivacizzato le arterie principali della città grazie a una serie di concerti e di esibizioni comiche. «È il secondo evento più importante della città dopo quello delle Luci d'Artista.- va orgoglioso Mario Arciuolo segretario nazionale Cidec- un successo straordinario in termini di presenze, qualità degli spettacoli e di ritorno economico per i commercianti. Sicuramente la Notte Bianca non risolve il problema della crisi italiana. Ma ieri, (domenica per chi legge, ndr) in piazza Portanova c'era tantissima gente: io stesso non mi aspettavo che la cantante Annalisa potesse portare tante persone ed anche il sindaco De Luca si è commosso. A livello associativo poi abbiamo fatto uno sforzo enorme per l'organizzazione dell'evento». La Notte Bianca in città non è stata vissuta però solo come un momento di festa, numerose le difficoltà di traffico evidenziate dai cittadini con strade chiuse alle auto in tutta la zona orientale, da Torrione a Mercatello.
Diversi i malumori registrati tra i residenti per la musica ad alto volume fino a tarda notte; c'è stato anche chi nella zona orientale, esasperato dal chiasso, ha lanciato un secchio d'acqua sugli strumenti musicali di una band che sabato sera è stata costretta ad interrompere la sua esibizione. Infine resta la delusione dei commercianti per le mancate vendite perché la gente c'è stata ma sembra che abbia acquistato poco. «Nessuno ha chiesto gli scontrini ai commercianti è chiaro, però grazie all'evento abbiamo dato comunque visibilità soprattutto alla zona orientale con centomila persone che passeggiavano nella grande isola pedonale e l'opportunità di far vedere gli esercizi commerciali. - conclude Arciuolo - abbiamo fatto sì che venissero migliaia e migliaia di persone ed abbiamo messo in moto un'economia e ci sono arrivate mail addirittura da L'Aquila per Alexia. Ma se la gente non ha comprato ci sono mille motivi. C'è stato chi ha saputo creare particolari sconti, chi si è attivato regalando palloncini e chi no. Inoltre durante le due serate abbiamo distribuito diecimila card. Ma ripeto, abbiamo fatto muovere numerose persone nella zona orientale: questo è il dato che ci interessa».
Antonietta Bonanno

Crolla mercato immobiliare I trimestre (-20%), mai cosi' male
Da inizio rilevazioni trimestri (2004). In complesso -17,8%
19 giugno, 13:16
ROMA - Crolla il mercato immobiliare nel I trimestre 2012. Rispetto al I trimestre del 2011 il settore residenziale ha perso il 19,6% delle compravendite. Nel complesso il calo del mercato immobiliare e' del 17,8%. Lo comunica l'Ag. Territorio spiegando che per le case e' la piu' brutta caduta dall'inizio delle rilevazioni trimestrali (2004).

Si gonfia la bolla dei derivati: valgono metà Pil europeo.
Banche Ue esposte per un quarto dell'attivo
Il valore delle maggiori banche europee crolla in Borsa, con gli scivoloni più pesanti messi a segno dai maggiori istituti di credito italiani. Lo dice il rapporto del Centro R&S di Mediobanca che prende in considerazione il periodo compreso tra fine 2009 e metà giugno 2012. Poco più di due anni e mezzo sono bastati agli istituti di credito del Vecchio Continente per lasciare sul terreno il 36.2% del proprio valore di Borsa. Una performance negativa che non ha pari Otreoceano, dove le banche statunitensi hanno perso valore "soltanto" per l'8,7% della loro quotazione.
In Europa è solo Commerzbank a far segnare segno più, con una crescita del 8,7% a Fraconforte. Tutte le altre banche sono in profondo rosso, con i crolli più vorticosi registrati proprio dalle italiane: Intesa San Paolo ha perso il 59,1% del proprio valore in Piazza Affari, mentre il titolo Unicredit ha subito una flessione del 64,6%. Nel Vecchio Continente solo Credit Agricole e Dexia fanno peggio. Con deprezzamenti del titolo rispettativamente pari al 73,4% e del 96,5%
Lo studio analizza anche l'esposizione in titoli sovrani, in derivati con un focus sui crediti dubbi lordi. Ecco i dati nel dettaglio.
Banche Ue esposte per 300 miliardi sui Piigs
Più di 300 miliardi di euro di esposizione verso i Piigs per le banche europee. Secondo il rapporto, l'esposizione complessiva del sistema bancario europeo nei confronti di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna (vale a dire quei Paesi che registrano le maggiori difficoltà sul fronte del contenimento del proprio debito pubblico) è pari a fine 2011 a 303 miliardi al lordo delle coperture. E i titoli italiani risultano i più appetibili per gli istituti di credito: a livello europeo ne hanno in portafoglio 161,6 mld, ma le grandi banche italiane fanno la parte del leone: Intesa Sanpaolo ha in portafoglio titoli di stato italiani per 59,6 miliardi di euro, Unicredit per più di 35. Risultano poi 113,6 i milardi di eposizione complessiva delle banche europee verso i titoli spagnoli, 12,9 nei confronti del Portogallo, 7,8 relativi alla Grecia e 7 all'Irlanda. E le svalutazioni sui titoli greci hanno comportato al sistema bancario oneri superiori ai 21 miliardi di euro.
Le più esposte verso i Piigs sono gli istituti di credito francesi, che registrano un totale di 45,9 miliardi. Nel loro portafoglio c'è circa metà dell'esposizione di Grecia e Irlanda, con in più 27,5 mld di esposiziione verso l'Italia, 5,8 mld verso il Portoglallo e 5,1 mld verso la Spagna. Le due maggiori banche tedesche hanno titoli governativi dei Piigs per 16 mld, quelle del Regno Unito sfiorano quota 15 miliardi, 8,5 nella sola Barclays esposta verso l'Italia per 4,2 mld e verso la Spagna per 3 mld.
Boom derivati: valgono oltre la metà del Pil europeo. Italia al riparo
Torna a gonfiarsi la bolla dei derivati in Europa: a fine 2011 rappresentavano da soli il 53,2% del Pil aggregato europeo, dato in crescita rispetto al 42,8% del 2009. E, nel 2011, circa un quarto dell'attivo dei principali gruppi bancari europei era costituito da strumenti derivati. La quasi totalità dei contratti derivati in Europa è detenuta per attività speculative (il 97%) e una perdita di valore del 10% del portafoglio rappresenterebbe il 55% del patrimonio netto delle banche europee.
Nel 2011 circa un quarto dell'attivo bancario è costituito da derivati. «I crediti alla clientela - rileva il rapporto - sono nel 2011 pari al 39,5% del totale attivo, in calo dal 42,2% del 2009, diluiti dalla bolla dei derivati e dalla crescita della liquidità». Negli Stati Uniti, considerando i derivati al lordo, gli attivi si espandono del 9,8% sul 2010. A differenza dell'Europa, il portafoglio titoli si contrae solo in minima parte (-1,2%), mentre si espandono gli impieghi alla clientela (+1,7%). Analoga all'Europa la riduzione degli intangibles (-9,9%) ed assai cospicuo l'aumento delle altre attività (+20,9% pari a +991 miliardi di dollari) integralmente imputabile ai derivati (+1.068 miliardi, pari al +27,5%).
Per avere un'idea dell'importanza della massa dei derivati in rapporto all'economia reale, lo studio sottolinea come il totale dei derivati degli istituti elvetici è pari al 254,1% del Pil della Svizzera mentre quello delle banche inglesi è pari al 106,2% del Pil britannico. Seguono le banche francesi (al 55,3% del Pil), quelle tedesche (al 38,4%), quelle olandesi (22,4%), quelle spagnole (15,3%) e infine le italiane al 10,7%.
Crediti dubbi lordi
Nel 2011 i crediti dubbi lordi sono calati marginalmente dell'1,2% in Europa (a cambi costanti) e decisamente del 13% negli Usa, anche per effetto di cartolarizzazione e cessione. Nel rapporto si evidenzia che la progressiva riduzione delle svalutazioni dei crediti in conto economico ha permesso di compensare la caduta dei ricavi e la crescita dei costi di struttura. Rispetto ai ricavi le svalutazioni sono passate in Europa dal 27,6% del 2009 al 16,3% del 2011; negli Usa dal 36,5% all'11,5%.
La dinamica dei crediti dubbi, al netto dei fondi rettificativi e' tuttavia contrastante: in aumento del 15,7% in Usa e in calo del 3,4% in Europa.
Il tasso di copertura, evidenzia l'indagine, in Europa aumenta marginalmente dal 49,6% del 2010 al 50,7% del 2011; quello americano scende dell'82,7% al 77%. Resta quindi un differenziale di circa 26 punti tra le due aree. E ancora, tutti gli indicatori segnalano che il problema dei crediti dubbi è meno pressante negli Usa che in Europa: essi incidono per l'1% dei crediti erogati in Usa contro il 2,6% in Europa e assorbono il 6,3% dei mezzi propri tangibili contro il 30,5%.
Il tema è spinoso per le 5 maggiori banche italiane che hanno incidenze su crediti e mezzi propri tangibili ampiamente superiori alla media europee e pari rispettivamente al 6,7% e al 90,1% (due istituti sono oltre il 100% e tutti sopra l'80% ad eccezione della sola Intesa Sanpaolo al 58,2%). Dalla ricerca emerge anche che allineare i tassi di copertura europei a quelli americani significherebbe imporre accantonamenti a conto economico per 136 mld di euro. Tale riallineamento per i 5 maggiori istituti italiani comporterebbe maggiori oneri per 48 miliardi, pari al 51% del patrimonio netto tangibile.
Necessari 5,7 miliardi per allineare italiane a media Ue
Per allineare i tassi di copertura europei a quelli americani, cioé gli accantonamenti in vista di possibili perdite sugli asset a rischio, occorrerebbe imporre accantonamenti a conto economico per 136 miliardi di euro circa, un onere pari agli utili netti cumulati degli ultimi tre anni ed al 16,3% del patrimonio netto tangibile a fine 2011. È quanto rileva la ricerca di R&S (gruppo Mediobanca) presentata oggi a Milano.
 19 giugno 2012

La Merkel 'accerchiata' rilancia unione politica
Stampa, Cancelliera isolata mette a rischio rielezione Obama
19 giugno, 19:51
 (di Rosanna Pugliese)
BERLINO -  'Sola in Messico'. Ma che significa poi essere isolati, quando si è fermamente convinti di avere ragione? La stampa tedesca racconta oggi una cancelleria accerchiata dai potenti del pianeta - mica solo i 'questuanti' che incontra in genere a Bruxelles, "stavolta sono in 19 contro Angela Merkel" -, che mette a rischio la rielezione di Obama e viene incalzata dai partner europei perché risolva la crisi. Ma lei, la donna cresciuta nell'ex Ddr, mantiene inalterata la risolutezza delle idee e, di conseguenza, delle esternazioni. "I mercati in Europa vogliono un'unione più stretta", rilancia dal G20 di Los Cabos, auspicando che si facciano prossimamente passi in avanti concreti in questa direzione, perché solo così, Frau Merkel ne è certa, in futuro si potranno evitare altre crisi finanziarie come quella attuale. La crescita è necessaria, assicura, ma sempre a braccetto con uno sforzo concreto verso il "consolidamento fiscale". E non concede, ancora una volta, alcuno sconto alla Grecia post elettorale: "deve attenersi alle regole", ripete, "gli impegni vanno rispettati". Ma se i media tedeschi registrano l' 'isolamento' della cancelliera, nessuno attacca la posizione assunta dal governo. Ampiamente condivisa dall'opinione pubblica, perché è su questa che si fonda. Su convinzioni radicate, diffuse, a tutti i livelli. Va però anche segnalato un cambiamento sotto traccia, e proprio nei rapporti con la Francia: la Sueddeustche Zeitung marca un 'avvicinamento' con Francois Hollande, il quale non deve più "accreditarsi a tutti i costi", avendo ormai vinto l'Eliseo. Adesso, al contrario, il presidente francese sa che ha bisogno della Merkel, per realizzare i suoi obiettivi. E già sarebbe anche cambiato il modo di parlare del suo entourage e della diplomazia francese nei conforti di Berlino, dove si coglie una maggiore "disponibilità al compromesso". Questa Merkel 'sola' ha dunque comprensione - quasi affettuosa - dai tedeschi. Molti giornali l'hanno seguita a partire da quell'aereo decollato in piena notte ala volta di Los Cabos, dove lei è salita sapendo bene di trovarsi assediata dalle richieste: "Tutti gli occhi saranno su di noi", aveva detto. Perché "tutti vogliono che la Germania risolva la crisi", scrive oggi die Welt, che titola sul match sproporzionato 19 contro 1. Ma insomma, sarebbero andate davvero meglio le cose, scrive ancora SZ, se la linea fosse stata diversa? Se avesse messo nel "pentolone" delle misure anticrisi, ad esempio, gli eurobond? "Il problema è che la medicina della Merkel, ammesso che funzioni, ha bisogno di tempo". "Tempo che qualche altro capo di Stato non ha: Barack Obama deve fare qualcosa per salvare la sua rielezione, perché l'economia negli Usa è stagnante e la disoccupazione è a livelli record". E' la diagnosi. "Se il presidente degli Usa vuole avere una chance contro il suo sfidante repubblicano ha bisogno di un rapido successo o di un capro espiatorio". Angela Merkel arriva proprio al momento giusto. Non solo. 'Anche il premier spagnolo e quello italiano, Mariano Rajoy e Mario Monti, vogliono un cambiamento a causa degli alti interessi sui titoli di stato. E cosi' Francois Hollande, anche se nel suo caso le ragioni sono più ideologiche". La strategia di Merkel è il contrattacco, scrivono SZ. La cancelliera cercherà di spostare il focus dall'Europa alle responsabilità di ciascuno, accusando Usa sul debito pubblico, Cina sul corso dei cambi, e tutti i paesi emergenti che impongono misure protezioniste ostacolando il mercato.

Spagna: paesi eurozona preferiscono fondi Esm per aiutare banche
19 Giugno 2012 - 14:06
 (ASCA) - Roma, 19 giu - I paesi dell'eurozona preferirebbero usare i fondi del Meccanismo di stabilita' europea (Esm), il cosidetto fondo salva stati permanente, per aiutare la Spagna a ricapitalizzare il proprio sistema bancario.
 ''C'e' una forte preferenza ad utilizzare l'Esm, ma c'e' l'incognita tecnica riguardo la sua operativita'', ha detto una fonte Ue all'agenzia Market News International.
 L'Esm dovrebbe essere operativo dal prossimo luglio. Il vantaggio e' che gli aiuti forniti alla Spagna non vengono considerati nel debito pubblico dei paesi donatori. Il problema e' che l'Esm non e' stato ancora ratificato da molti paesi, la Germania il principale contributore dell'Esm conta di ratificarlo il prossimo 29 giugno.
 Se l'Esm non dovesse essere operativo allora la scelta cadrebbe sull'Efsf, il fondo salva stati temporaneo ''nessuno ne ha escluso l'uso'' ha dichiarato la fonte Ue. In questo caso gli aiuti forniti alla Spagna vengono contati nel debito pubblico dei singoli paesi contributori. In entrambi i casi, Esm ed Efsf, i prestiti ricevuti da Madrid vanno contabilizzati nel debito pubblico iberico.
 L'utilizzo di Esm o dell'Efsf e' legato anche alla tempistica che verra' richiesta alla Spagna per ricapitalizzare le banche.
red/

Germania, Corte Costituzionale accoglie ricorso su procedure Esm
La Corte costituzionale tedesca ha dichiarato che i negoziati sul Fondo salva Stati permanente (Esm) e sul patto per la competitività, il cosiddetto Euro Plus Pact, non sono stati svolti correttamente, dando così ragione all'opposizione.
La Corte ha infatti accolto il ricorso dei Verdi, secondo i quali il Parlamento tedesco non è stato adeguatamente informato sui negoziati per l'Esm e l'Euro Plus Pact. Tuttavia, la decisione non dovrebbe avere conseguenze sulla ratifica del trattato dell'Esm o del Fiscal Compact, ha sottolineato Thomas Harjes, analista di Barclays.

Grecia: nella 1* asta post-elezioni raccoglie 1,3 mld a 3 mesi al 4,31%
19 Giugno 2012 - 13:42
 (ASCA) - Roma, 19 giu - In Grecia prima asta di titoli di stato dopo le elezioni politiche. Atene ha raccolto 1,3 miliardi di euro collocando titoli trimestrali e pagando un tasso di interesse del 4,31%, in frazionale calo rispetto al 4,34% della precedente asta.
red/men

Cipro, non ancora avanzata richiesta aiuti Efsf/Esm
Cipro ha bisogno di avere fondi attraverso un accordo bilaterale con un altro Paese o con i fondi salva Stati dell'Eurozona il prima possibile per ricapitalizzare le banche, ma ancora non ha avanzato la richiesta formale per l'assistenza. Lo ha affermato il ministro delle Finanze di Cipro Vassos Shiarly, aggiungendo di essere ottimista che il Paese "otterrà il denaro necessario per la ricapitalizzazione degli istituti di credito" dal Fondo salva Stati temporaneo (Efsf) o da quello permanente (Esm).
"Ho calcolato che ci sono 278 ore fino al 30 giugno", ha detto il ministro riferendosi alla data in cui Popular Bank, uno dei principali istituti di credito dell'isola, deve essere ricapitalizzata.
Commentando la vittoria di Nuova Democrazia alle elezioni in Grecia, Shiarly ha detto che ora il contesto per Cipro e per il resto dell'Europa sarà più calmo, "si inizia a vedere la fine del tunnel".
Il risultato delle votazioni rende la possibilità dell'uscita del Paese "lontana" ha osservato ministro cipriota restando però scettico sulla capacità del Paese di rinegoziare il patto di salvataggio. "Quello che è richiesto ora alla Grecia è che rispetti i suoi impegni", ha concluso Shiarly.

Oltrepadania. Autonomia, a Vienna si festeggiano i 20 anni dalla chiusura della vertenza
L'autonomia è un patrimonio contro l'insidia del centralismo ma anche contro ogni tentazione di localismo, è un impegno ad aprirsi all'Europa e a mantenere il livello di sviluppo raggiunto: questi i concetti ribaditi oggi (19 giugno) al Parlamento di Vienna negli interventi alla cerimonia per i 20 anni della chiusura della vertenza altoatesina davanti all'ONU.
 Il presidente Luis Durnwalder ha ringraziato i protagonisti del cammino dell'autonomia, ha guardato al suo futuro e alle prossime tappe. Vent'anni fa l'Austria consegnava la quietanza liberatoria che sanciva l'adempimento delle misure del Pacchetto per l'Alto Adige: nello stesso giorno e nella stessa sala in cui il Nationalrat aveva dato via libera alla chiusura della controversia internazionale tra Austria e Italia, a Vienna una cerimonia ha ripercorso il cammino dell'autonomia e anticipato i passi futuro di questo sviluppo di successo.
 La presidente del Nationalrat Barbara Prammer, che assieme al Ministro degli esteri Michael Spindelegger ha invitato all'evento i protagonisti di ieri e di oggi, nel suo saluto ha definito l'autonomia altoatesina "modello internazionale per la soluzione dei conflitti, la strada della negoziazione si è dimostrata quella giusta."
 Il ministro Spindelegger ha osservato che la quietanza liberatoria ha un significato particolare: "Un successo per la diplomazia austriaca nella fase preparatoria all'ONU, nelle trattative, nella tenacia per dare attuazione alle 137 misure del Pacchetto. Ma la tenacia è stata soprattutto dei sudtirolesi."
 Spindelegger ha ricordato che l'Austria nella sua funzione di tutela ha mantenuto la stessa posizione negli anni, indipendentemente dal colore del governo di Vienna: "Abbiamo imparato che buone soluzioni non vengono dall'oggi al domani, servono negoziati, consapevolezza, convinzione della propria posizione.
 " Oggi, ha aggiunto il ministro e vicecancelliere, l'autonomia si è consolidata, si è aggiornata, guarda alla collaborazione in Europa. Spindelegger ha sottolineato che l'Austria ha rapporti stretti e amichevoli con l'Italia, "siamo orgogliosi che questo sostegno ai sudtirolesi non abbia mai messo in gioco i nostri rapporti con l'Italia. Si può lavorare assieme bilateralmente quando il dialogo è aperto e franco."
 Il ministro degli Esteri austriaco ha ricordato che negli ultimi tre anni ha sempre trovato la comprensione anche dei ministri Franco Frattini e Giulio Terzi: "Mettere i problemi sul tavolo e cercare una soluzione è la strada anche per il futuro", ha detto Spindelegger. L'Alto Adige, ha concluso, resta centrale nella politica estera austriaca che mantiene la sua funzione di tutela nei confronti delle minoranze.
 E infine il futuro: "Oggi guardiamo all'Europa, il confine non è più visibile, la cooperazione nell'Euregio e a Bruxelles conferma come le Regioni possono lavorare assieme nell'UE."
 Il presidente Durnwalder ha premesso che "siamo qui per dire grazie a tutti coloro che ci hanno portato fino a questo punto del cammino dell'autonomia". Ha citato Magnago, Benedikter, Riz, Berloffa, due in particolare tra gli austriaci: il cancelliere Kreisky e il ministro Mock. I vantaggi del secondo statuto, ha ricordato, "sono stati fondamentali, ci hanno permesso di poter fare una politica adeguata perr la nostra terra. Un Alto Adige in sofferenza è diventato una provincia moderna e con un certo benessere. Ora dobbiamo confermare il livello raggiunto, assicurare anche in futuro ai cittadini un lavoro, una casa, i servizi necessari e di qualità."
 Secondo Durnwalder la vertenza non chiude la storia dell'autonomia, è un libro che avrà ancora molti capitoli, quelli che dovranno interpretare la realtà che cambia. "Dobbiamo riconoscere il segno dei tempi in Europa - ha ribadito il Presidente - non aver paura di aprirsi: non siamo gelosi della nostra autonomia, oggi abbiamo il compito, come zona di confine, di lavorare con le regioni a noi vicine, di unire gli Stati. Lo stiamo facendo con l'Euregio, che abbraccia 1,8 milioni di persone."
 In conclusione Luis Durnwalder ha definito l'autonomia "un'opera di pace delle diplomazie e di politici democratici e lungimiranti: conferma che fiducia, tenacia, dialogo, rispetto portano alla pacificazione." A questo proposito il Landeshauptmann ha ringraziato anche i politici italiani, "senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere il livello di sviluppo di oggi. E grazie alla popolazione che ha sempre sostenuto questi sforzi con senso di responsabilità e saggezza."
 I presidenti del Trentino Lorenzo Dellai e del Tirolo Günther Platter hanno ribadito la volontà della collaborazione nell'Euroregione nella solidarietà e senza dimenticare le radici alpine. Alla cerimonia nel Parlamento di Vienna hanno partecipato tra gli altri l'intera Giunta provinciale, l'ambasciatore italiano a Vienna Eugenio d'Auria, i ministri austriaci Karl Heinz Töchterle e Claudia Schmied, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, la consorte dell'ex ministro Mock, molti protagonisti di ieri e oggi della scena politica euroregionale.

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