lunedì 4 giugno 2012

pm_4.6.12/ Stut a luc’ - Svizzera, Matt Allen: Investitori hanno portato via dalla Grecia decine di miliardi di euro negli ultimi due anni, trasferendoli in Svizzera e altri paesi, tra cui Cipro. La Svizzera è stata finora in grado di assorbire questi flussi. Ma il timore è che un'uscita della Grecia dall'euro potrebbe portare a corse agli sportelli delle banche elleniche e che il fenomeno potrebbe espandersi alla Spagna, al Portogallo e persino all'Italia, se si diffondesse il panico. In tali circostanze, il franco svizzero potrebbe trasformarsi ancora una volta in un irresistibile magnete, nonostante gli sforzi della Confederazione per evitare che ciò accada.

Basilicata e petrolio crescono gli occupati ma ancora pochi lucani
Fiat: T.Imerese, Di Risio, serve tempo
Germania: un imprenditore tedesco su due e' pronto ad assumere
Crisi: Grecia; corsa contro tempo per scongiurare blackout
Grecia, sciopero autisti bus turistici
Portogallo: dal governo 6,65 mld a tre banche
Portogallo, taglia stime Pil 2013 a +0,2%
Svizzera. Il franco svizzero fa ancora gola

Basilicata e petrolio crescono gli occupati ma ancora pochi lucani
di ANTONELLA INCISO
Petrolio e lavoro. Estrazioni di greggio e prospettive di impiego. È questo uno degli snodi più delicati sul fronte delle estrazioni petrolifere in Basilicata. Un punto determinante e sentito che, nonostante qualche perplessità, a sentire l’Eni, sembra avere preso una piega piuttosto positiva.
Secondo gli ultimi dati dell’ente petrolifero sul numero degli occupati nei centri oli di Viggiano e Pisticci, che confermano, rispetto all’anno scorso, un andamento in crescita del personale impiegato. In particolare, nel centro olii della Val d’Agri, gli occupati diretti sono stati 289, mentre gli indiretti 2.101. Nel centro olii di Pisticci, invece, 8 sono le persone occupate direttamente e 7 quelle occupate indirettamente. In entrambi i casi, però, con un incremento rispetto al passato, se si considera che nella precedente relazione in Val d’Agri gli occupati diretti avevano toccato quota 139, mentre nel centro olii di Pisticci gli occupati diretti erano stati nove. Ad essi, poi si aggiungevano gli occupati indiretti, ossia i contrattisti: 1.520 per i giacimenti della Valle dell’Agri e 6 per l’area di Pisticci. Insomma, in base a questi dati forniti dall’Eni, c’è una crescita, per la Val d’Agri, delle unità dirette di 150 addetti e di quelle indirette di 581. Ma se le unità impiegate crescono, quante di queste sono lucane? Una piccola percentuale o un numero più sostanzioso?
La risposta, da parte di Eni, è articolata: da un lato va rilevato che i lucani non hanno raggiunto la metà degli assunti; d’altra parte va osservato che la percentuale di occupati lucani cresce anno dopo anno; inoltre, a dire dell’Eni, ottime prospettive occupazionali si potranno avere dalla quinta linea che sarà attivata prossimamente (per la quale è previsto un impiego medio di 400 addetti ed un picco per due anni di 700 addetti). Ad oggi, però, resta il numero dei lucani assunti: 140 dei 289 occupati diretti, e il 48,60 per cento dei 2.101 occupati indiretti (di cui 32,51 per cento residenti in Val d’Agri e 16,9 per cento residenti invece negli altri comuni lucani). Il problema di un aumento degli occupati lucani è però collegato a quello che richiedono le società petrolifere: soprattutto figure altamente specializzate. Figure tecniche ed altamente formate. Aspetto che si collega alla scuola di alta formazione che un anno fa è stata avviata in Basilicata. I corsi di questa scuola stanno andando avanti. Se ben sfruttata potrebbe costituire una nuova opportunità per i giovani della Basilicata.

Fiat: T.Imerese, Di Risio, serve tempo
Imprenditore e' in trattativa con partner
04 giugno, 10:54
(ANSA) - ROMA, 4 GIU - Il patron della Dr motor, Massimo Di Risio, spiega che l'azienda ha ''bisogno di qualche altro giorno per trovare una soluzione'' per sbloccare il suo insediamento nello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Alla domanda se Dr sia in trattava con un partner, Di Risio ha risposto ''si''' senza specificare se sia un partner industriale o finanziario.

Germania: un imprenditore tedesco su due e' pronto ad assumere
(AGI) - Berlino, 4 giu. - Sul futuro dell'economia nazionale rimane immutato l'ottimismo degli imprenditori tedeschi, con uno su due che si dice pronto a compiere nuove assunzioni. Lo rivela un sondaggio compiuto dalla societa' di consulting Ernst & Young, dal quale emerge anche che tre imprenditori su cinque sono convinti dell'ulteriore crescita dell'economia tedesca, mentre solo il 9% teme ripercussioni negative. Il 68% dei manager tedeschi si dichiara ottimista anche sulla ripresa dell'economia mondiale. (AGI) .

Crisi: Grecia; corsa contro tempo per scongiurare blackout
Governo cerca di garantire flusso di cassa per mercato energia
04 giugno, 11:56
(di Furio Morroni) (ANSAmed) - ATENE, 4 GIU - E' emergenza energia in Grecia a causa della mancanza di liquidita' nel mercato del settore ed il governo ad interim è impegnato da alcuni giorni in una vera e propria corsa contro il tempo per scongiurare che il Paese resti al buio: si sta cercando infatti disperatamente di evitare un blak out energetico che proprio i problemi di finanziamento del settore potrebbero provocare.
Intanto l'Azienda Pubblica per il Gas (Depa) ha chiesto all'Authority ellenica per l'Energia (Rae) di adottare misure per proteggere la rete elettrica nazionale, suggerendo che si potrebbe cominciare ad interrompere la fornitura di energia ai produttori privati che devono alla Depa 300 milioni di euro. A lanciare l'allarme e' stato Haris Sachinis, presidente e amministratore delegato della Depa, secondo il quale il deficit dell'azienda che gestisce il mercato elettrico greco (Lagie) ha gia' raggiunto i 400 milioni di euro e continua a crescere.
Secondo Sachinis, se non si corre subito ai ripari, un black out e' possibile da un giorno all'altro.
 I ministri delle Finanze, Giorgos Zannias, e dell'Ambiente ed Energia, Grigoris Tsaltas, hanno incontrato venerdi' i rappresentanti di tutte le parti coinvolte nel mercato dell'energia, tra cui l'Azienda elettrica pubblica (Ppc).
Dall'incontro e' emerso il rischio immediato di un "effetto domino" sulle imprese del settore energetico con conseguenze inimmaginabili per l'economia del Paese.
 Nella lettera inviata alla Rae, la Depa ha evidenziato la propria incapacità di pagare (perche' non ha liquidi) quanto deve ai propri fornitori stranieri, fra cui la turca Botas, la russa Gazprom e l'italiana Eni. La Depa, si sottolinea nella missiva, avra' bisogno di almeno 100 milioni di euro in contanti per pagare la Botas entro il 15 giugno e la Gazprom entro il 22 dello stesso mese. Qualora la Depa non fosse in grado di trovare questo denaro entro il 14 giugno, chiederà alle banche di rinunciare alle garanzie dei produttori privati di energia e smettera' di rifornire di gas i loro impianti, cosa che li portera' alla bancarotta provocando ancora maggiori problemi alle forniture energetiche del Paese.
 Arthouros Zervos, presidente della Ppc, parlando con giornalisti ha ammesso che "esiste una minaccia reale di interruzioni di corrente" e che "questa e' un'emergenza e deve essere affrontata immediatamente".
 Dalla riunione di venerdi' e' emerso che l'unica fonte di liquidità in questa situazione è la Cassa depositi e prestiti.
Una prima rata, pari a 100 milioni di euro, dei 350 milioni dovuti al Lagie, il gestore del mercato dell'energia elettrica, potrebbero essere erogati alla Depa entro il 14 giugno. Sempre da fonti vicine all'incontro di venerdi', e' inoltre trapelato che il ministro Zannias avrebbe parlato con Bob Traa, il più autorevole rappresentante del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) residente ad Atene, e lo avrebbe convinto a dare luce verde all'erogazione di un prestito alla Depa mettendo da parte la sua richiesta di affrontare prima i problemi strutturali del mercato. (ANSAmed).

Grecia, sciopero autisti bus turistici
Proprietari bus chiedono una riduzione del 70%
04 giugno, 10:39
(ANSA) - ATENE, 4 GIU - Il sindacato greco che rappresenta i conducenti di autobus da turismo ha annunciato quattro giorni di sciopero a partire da oggi nell'ambito della rinegoziazione del contratto collettivo di lavoro. I negoziati tra autisti e proprietari di autobus, in corso da febbraio, hanno raggiunto un punto morto, secondo il sindacato, con i proprietari che chiedono che gli autisti accettino una riduzione di salari e benefici del 70%, oppure di un 50% oltre alla riduzione del 20% che hanno gia' subito.

Portogallo: dal governo 6,65 mld a tre banche
04 Giugno 2012 - 10:29
 (ASCA) - Roma, 4 giu - Il governo mettera' oltre 6,65 miliardi di euro in tre banche del paese per rispettare i criteri fissati dall'Eba. Si tratta egli istituti privati BCP e BPI e della banca pubblica CGD. Lo ha annunciato il ministero delle finanze di Lisbona precisando che 5 miliardi arriveranno dal piano di aiuti concessi al Portogallo da Ue e Fmi.
did/

Portogallo, taglia stime Pil 2013 a +0,2%
Deficit salira' a 118,6% prodotto interno lordo
04 giugno, 11:38
(ANSA) - ROMA, 4 GIU - Il Portogallo taglia le stime sul Pil 2013 portandole a +0,2% dal +0,6% atteso ad aprile. Lo ha detto il ministro dell'economia portoghese Vitor Gaspar aggiungendo che il rapporto deficit-Pil salira' nel 2013 al 118,6%.La Ue aveva previsto un rapporto al 117,1% dopo il 113,9% del 2012.
Gaspar- scrive Bloomberg - ha assicurato che Lisbona sta rispettando gli impegni concordati nel quadro del piano di salvataggio dopo che oggi il Fmi ha concluso la quarta revisione sull'attuazione del programma

Svizzera. Il franco svizzero fa ancora gola
Di Matt Allen, swissinfo.ch
Con il conto alla rovescia per le elezioni legislative in Grecia, gli investitori si stanno agitando per trovare rifugi sicuri per i loro patrimoni. Un afflusso di capitali che paesi come la Svizzera stanno cercando disperatamente di respingere.
 Se la Grecia dovesse uscire dall'euro e il panico travolgesse altri paesi sommersi di debiti, il franco svizzero rischierebbe di trasformarsi nuovamente in una calamita per gli investitori stranieri.
Dopo aver messo in atto con successo, dallo scorso settembre, un piano per impedire che il tasso di cambio scenda sotto la soglia di franchi 1.20 per un euro, la Banca nazionale svizzera (BNS) teme ora che questa misura da sola potrebbe non più bastare.
L'intervento della BNS ha rapidamente messo fine alle operazioni di speculatori che puntavano su un apprezzamento inarrestabile del franco per fare lauti guadagni. L'istituto di emissione elvetico è stato finora in grado di difendere la propria valutazione del franco, senza una spesa massiccia simile a quella che ha gettato la banca centrale in rosso nel 2010.
Ma l'incertezza sulla permanenza della Grecia nell'euro e il timore elevato di problemi di debito in Spagna e in Portogallo ha ridestato le preoccupazioni della BNS, che nelle ultime settimane si è nuovamente rimboccata le maniche.
La banca centrale sta valutando altre misure – ancora da definire –per frenare l'afflusso di capitali stranieri. I provvedimenti potrebbero includere l'imposizione di una tassa sugli investimenti esteri in arrivo in Svizzera.

Alla ricerca di opzioni
 In tempi di difficoltà economiche e finanziarie, gli investitori inevitabilmente cercano di trasferire fondi sulle valute meno volatili. Pur di evitare una contrazione del loro capitale, sono ben felici di accettare rendimenti più bassi.
Il franco svizzero fa parte di quelle valute rifugio a livello mondiale che ha continuato ad attrarre volumi indesiderati di investimenti stranieri dall'inizio della crisi finanziaria. Il problema è che tali afflussi massicci distorcono la valutazione delle monete, provocano il caos nei tassi di cambio e nei prezzi dei beni esportati.
Trovare un rifugio affidabile negli ultimi mesi è però diventato un compito difficile per gli investitori, poiché i paesi nel loro mirino fanno di tutto per non più essere attrattivi. Così il Giappone alla fine dello scorso anno ha iniettato l'equivalente di 120 miliardi di franchi nei mercati per svalutare lo yen.
L'interesse si è rivolto anche alla corona svedese e alla corona norvegese. Ma i timori di insufficiente liquidità in Svezia e una serie di tagli dei tassi di interesse in Norvegia hanno messo i due paesi scandinavi al riparo da un afflusso massiccio di capitali esteri.
All'altro capo del mondo, c'è ancora incertezza sull'eventualità che il dollaro australiano possa emergere come una nuova moneta rifugio. I recenti cali della moneta australiana contro il dollaro americano hanno portato acqua al mulino del "no".

Revival del biglietto verde
 I segnali di una ripresa economica robusta degli Stati Uniti hanno rafforzato il dollaro contro la maggior parte delle principali valute nelle ultime settimane. Il dollaro USA finora è stato tradizionalmente la più grande valuta di rifugio in tempi di volatilità.
La crisi finanziaria, il crollo dei prezzi immobiliari e una serie di piani di allentamento quantitativo della Federal Reserve negli Stati Uniti avevano inizialmente incrinato lo statuto di valuta rifugio del dollaro. Ma di recente il biglietto verde ha riconquistato la fiducia degli investitori.
Più vicino alla Svizzera, negli ultimi mesi si è assistito a un trasferimento di capitali provenienti da paesi dell'Europa meridionale in obbligazioni tedesche e olandesi, beni immobiliari a Londra e nella sterlina inglese.
Obbligazioni di paesi economicamente stabili sono il "classico tipo d'investimento in tempi di recessione", commenta David Kohl, esperto di valute presso la banca Julius Bär.
L'opposizione di Berlino a un'ulteriore sottoscrizione del debito greco ha rafforzato l'attrattiva della Germania come rifugio sicuro della zona euro, secondo il capo economista della gestione patrimoniale presso l'UBS, Daniel Kalt. Finché la cancelliera tedesca Angela Merkel resiste all'Eurobond, l'obbligazione tedesca continuerà ad attrarre capitali, afferma.
Ma "se la Germania accettasse di sopportare di più l'onere del debito del Sud Europa, uno dei più grandi mercati di rifugio in Europa scomparirebbe", dice Kalt a swissinfo.ch.

Franco di nuovo sulla difensiva
 David Kohl ritiene che la sterlina inglese possa godere solo di uno status limitato di investimento interessante. "La sterlina detiene alcuni aspetti di una valuta rifugio, ma è probabilmente più un caso di valutazione", dichiara a swissinfo.ch. "La sterlina è stata a lungo sottovalutata, ma questa storia è probabilmente finita."
Alcuni osservatori suppongono che nelle prossime settimane possa accentuarsi la pressione sul franco svizzero, nonostante la determinazione della BNS per impedirne l'apprezzamento. Investitori hanno portato via dalla Grecia decine di miliardi di euro negli ultimi due anni, trasferendoli in Svizzera e altri paesi, tra cui Cipro.
La Svizzera è stata finora in grado di assorbire questi flussi. Ma il timore è che un'uscita della Grecia dall'euro potrebbe portare a corse agli sportelli delle banche elleniche e che il fenomeno potrebbe espandersi alla Spagna, al Portogallo e persino all'Italia, se si diffondesse il panico.
In tali circostanze, il franco svizzero potrebbe trasformarsi ancora una volta in un irresistibile magnete, nonostante gli sforzi della Confederazione per evitare che ciò accada.
 Matt Allen, swissinfo.ch
(Traduzione dall'inglese: Sonia Fenazzi)

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