giovedì 7 giugno 2012

pm_7.6.12/ Se le parole di un tedesco hanno senso politico, per la Merkel da giugno 2012 bisognera’ operare per un’U.E. a due velocita’ – Andrea Tarquini: Una chiara maggioranza dei cittadini tedeschi, cioè il 55 per cento, ritiene che la Repubblica federale avrebbe fatto meglio a tenersi il marco anziché rinunciarvi per fondare l'euro insieme ai partner. Soltanto il 42 per cento è del parere contrario. E col 55 per cento dei consensi, si può uscire da elezioni parlamentari con una stabile maggioranza, con il 42 per cento davvero no. Il 55 per cento pro-marco vuol dire un aumento del nove per cento rispetto all'ultima volta che la stessa domanda fu rivolta da un sondaggio, nel novembre scorso. Non è finita: quasi altrettanti cittadini tedeschi (il 53 per cento) vede piuttosto svantaggi e problemi personali che non vantaggi per se stessi dall'appartenenza del loro paese all'unione monetaria europea.

L'UNIONE SARDA - Economia: «Tasse, sostituiamoci allo Stato»
L'Italia condannata a Strasburgo  Frequenze negate a Europa 7
Crisi: Merkel, serve piu' Europa, se necessario anche a due velocita'
Crisi: Merkel,piano unificazione politica Ue a summit giugno
I tedeschi voltano le spalle all'euro
Bankitalia, prestiti Bce a banche salgono a 272,7 miliardi a maggio
Francia: nel 1* trim disoccupazione sale al 10%

L'UNIONE SARDA - Economia: «Tasse, sostituiamoci allo Stato»
07.06.2012
È un fatto di coltelli, e di manici. L'agenzia sarda delle entrate, secondo Franciscu Sedda, è un modo per afferrare la lama (fiscale) dal lato più conveniente. Oltre 25mila sardi hanno firmato la proposta di legge popolare del comitato del Fiocco verde, presieduto da Sedda, che istituisce l'agenzia. «Per vincere davvero la partita delle entrate, ribaltiamo il rapporto con lo Stato», dice il leader indipendentista, consegnando i plichi con le firme alla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo.
LA PROPOSTA Il testo è molto complesso (56 articoli), ma l'idea è semplice. Oggi in Sardegna lo Stato riscuote tutti i tributi: anche la parte che spetta alla Regione (sette decimi dell'Irpef, nove decimi dell'Iva e altro), e che spesso però dimentica di versare. La vertenza entrate è tutta qui. Un'agenzia che prelevi tutte le imposte nell'Isola, ragiona il Fiocco verde, invertirebbe la dinamica: sarebbe la Regione a incamerare i gettiti fiscali, dando allo Stato la fetta che gli compete dopo aver trattenuto la propria. Franciscu Sedda è stato tra i fondatori di Irs, e più recentemente di Progres. E sono indipendentisti quasi tutti gli attivisti del Fiocco Verde. Ma la loro proposta non vuol essere eversiva: poggia sull'articolo 9 dello Statuto sardo, dove si dice che «la Regione può affidare agli organi dello Stato l'accertamento e la riscossione dei propri tributi». Su quel può fa perno il Fiocco verde: «Leggiamo quell'articolo - dice Sedda alla presidente Lombardo - come un'opzione di delega che è stata esercitata per 60 anni. Ora non vogliamo più delegare, ma affermare uno spazio di sovranità. Perché una volta che i soldi vanno fuori, poi ci tocca andare a Roma a piangere».
L'APPELLO La legge popolare traccerebbe appunto «un primo segno di sovranità fiscale», tema sempre più sentito dai sardi: «Lo dimostra la recente ricerca dell'Università di Cagliari su identità e autonomia», prosegue il presidente del comitato, «oltre alla quantità di firme raccolte da noi». Oltre 30mila, anche se al Consiglio ne sono state presentate 25.625 (ne bastavano 10mila). La speranza è che «questo segno di sovranità sia recepito dal Consiglio, magari con un'approvazione unitaria». Anche in vista di eventuali obiezioni della Corte costituzionale (l'articolo 9 parla di tributi «propri» della Regione, mentre si punta a riscuotere anche quelli statali). «Ma dietro il nostro testo c'è il lavoro di esperti giuristi, che possono confrontarsi coi legislatori», chiarisce Sedda.
LA PRESIDENTE «È vero, oggi il sentimento comune dice che i sardi devono decidere il loro futuro», riconosce Claudia Lombardo ricevendo il comitato (oltre al presidente Sedda ci sono il suo vice Pietro Murru, vecchi compagni di strada come Franco Contu, Sebastian Madau e altri, Paolo Mureddu dei Rossomori che ha lavorato alla raccolta firme, e anche Chicco Porcu del Pd, che ha partecipato ad alcuni dibattiti del Fiocco verde). A titolo personale, la presidente dell'assemblea dice di condividere «la filosofia che sta alla base della proposta di legge: nel 1994, al debutto in Consiglio, presentai due testi analoghi sulla riscossione dei tributi». Il tema, per altro, si incrocia con la discussione sul ruolo di Equitalia in Sardegna. Ora gli uffici consiliari verificheranno le firme depositate, poi si deciderà se assegnare la proposta alla commissione Autonomia o a quella del Bilancio: «Io comunque - assicura Lombardo - porterò alla conferenza dei capigruppo la vostra richiesta di una corsia preferenziale nella programmazione dei lavori assembleari. Ma sui tempi non possiamo promettere niente, perché ci sono già delle priorità definite dal Consiglio e delle scadenze ravvicinate: a partire dalla riforma post-referendaria degli enti locali».
L'ITER Non sarà facile. Ma quelli del Fiocco verde sanno che si fa un passo alla volta. «Su battaglie concrete come questa abbiamo verificato tante convergenze, al di là dei partiti e delle appartenenze», conclude Franciscu Sedda: «Io spero che altre battaglie, ancora più forti, ci vedano sfatare il mito dei sardi divisi e litigiosi. Perché uniti non si nasce, si diventa».

L'Italia condannata a Strasburgo  Frequenze negate a Europa 7
L'emittente ha diritto ad essere risarcita con 10 milioni
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per non avere concesso per 10 anni le frequenze all’emittente televisiva Europa 7 di Francescantonio Di Stefano. La Corte ha riconosciuto all’imprenditore 10 milioni di euro per danni materiali e morali contro una richiesta di due miliardi di euro.
Secondo la Corte, nel non assegnare le frequenze a Europa 7 le autorità italiane non hanno rispettato «l’obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e
amministrativo per garantire l’effettivo pluralismo dei media». L’Italia è stata quindi condannata per aver violato il diritto alla libertà d’espressione.
All’emittente televisiva è stato quindi riconosciuto il diritto a un risarcimento di 10 milioni di euro per danni morali e di 100 mila euro per le spese legali sostenute per presentare il ricorso a Strasburgo.  Arriva così al suo epilogo una storia cominciata nel luglio del 1999 quando Europa 7, in base alla legge n.249 del 1997, ottenne la licenza per trasmettere attrav erso tre frequenze per la copertura dell’80% del territorio nazionale. Tuttavia l’emittente ebbe l’effettiva possibilità di iniziare a trasmettere solo nel 2009 e su una sola frequenza.
Nel condannare l’Italia la Corte ha sottolineato come, avendo ottenuto la licenza, Europa 7, potesse «ragionevolmente aspettarsi» di poter trasmettere entro massimo due anni. Ma non ha potuto farlo perchè le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le televisioni che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze.

Crisi: Merkel, serve piu' Europa, se necessario anche a due velocita'
07 Giugno 2012 - 08:41
 (ASCA) - Roma, 7 giu - Non potra' essere il vertice europeo di fine giugno a risolvere tutti i problemi dell'area euro.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel intervenendo alla tv pubblica ripete che non si puo' pensare che esista una soluzione miracolosa.
 La cancelliera tuttavia sottolinea la necessita' di avere ''piu' Europa''. ''C'e' bisogno di un'unione fiscale e prima o poi di un'unione politica. Dobbiamo procedere passo dopo passo e cedere responsabilita'all'Europa''. Per la Merkel e' una strada obbligata e chiarisce che si potrebbe pro edere anche con un approccio a due velocita'. ''Non possiamo rimanere immobili - ha spiegato - perche' un paese non vuole andare avanti''.
did/

Crisi: Merkel,piano unificazione politica Ue a summit giugno
Vertice dovra' dare scadenze su ulteriori riforme in tal senso
07 giugno, 12:32
(ANSAmed) - BERLINO, 7 GIU - La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato la presentazione, per il prossimo vertice Ue di fine giugno, di un piano di lavoro per far avanzare il processo di unificazione politica dell'Ue.
 Il vertice, ha detto Merkel in un'intervista trasmessa stamani dall'emittente pubblica Ard e anticipata ieri sera, dovra' dare un chiaro segnale per ''piu' Europa'' e fissare le scadenze per ulteriori riforme in tal senso. ''Abbiamo bisogno di piu' Europa - ha spiegato la cancelliera -, non solo di un'unione monetaria, ma anche di una cosiddetta unione fiscale, cioe' piu' coordinamento per le politiche di bilancio''. Ma soprattutto, ha continuato Merkel, ''abbiamo bisogno di un'unione politica, il che significa che dobbiamo dare, passo dopo passo, piu' competenze all'Europa, accordando all'Ue anche piu' poteri di controllo''. Merkel ha inoltre detto di non credere ''che ci sia un unico vertice nel quale sara' fatto il 'grande colpo''', cioe' il passo definitivo per completare l'unione politica.
 Lo scatto in avanti di cui ha parlato Merkel non sara' 'indolore'. La distanza tra i Paesi dell'eurozona e il resto dell'Unione europea continuera' ad aumentare nei prossimi anni, ha spiegato, ''perche' chi e' in un'unione monetaria deve cooperare piu' strettamente''. Sarebbe pero' sbagliato chiudere la porta agli altri partner Ue: ''Dobbiamo essere aperti e permettere sempre agli altri di collaborare'', come avvenuto sui trattati di Schengen.
''Tuttavia non possiamo fermarci perche' qualcuno non vuole procedere'', ha concluso la cancelliera.(ANSAmed).

I tedeschi voltano le spalle all'euro
Cresce la nostalgia per il marco
Secondo una ricerca promossa dalla tv Ard e dal quotidiano Die Welt in Germania sta crescendo il disamore per la moneta unica. Più della metà degli intervistati teme per i propri risparmi. Mentre la linea dura scelta dalla coppia di governo Merkel Schaeuble sta pagando in termini di popolarità
 dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO  -  I mercati non avranno più fiducia nella Grecia, nella Spagna e magari in altri paesi 'Pigs' o 'Piigs', ma intanto i tedeschi, la gente comune, gli elettori, non hanno più fiducia nell'euro e rimpiangono sempre di più il marco. Ce lo dice l'inquietante sondaggio condotto in Germania dall'autorevole istituto demoscopico Infratest-Dimap per la prima rete tv pubblica Ard e per il quotidiano liberalconservatore e filogovernativo Die Welt. E' bene dargli un'occhiata, per capire con quali umori dei suoi elettori la cancelliera Angela Merkel abbia a che fare mentre propone ai partner europei di tentare di superare la crisi con un grande balzo in avanti, unione di bilancio e unione politica.
Una chiara maggioranza dei cittadini tedeschi, cioè il 55 per cento, ritiene che la Repubblica federale avrebbe fatto meglio a tenersi il marco anziché rinunciarvi per fondare l'euro insieme ai partner. Soltanto il 42 per cento è del parere contrario. E col 55 per cento dei consensi, si può uscire da elezioni parlamentari con una stabile maggioranza, con il 42 per cento davvero no. Il 55 per cento pro-marco vuol dire un aumento del nove per cento rispetto all'ultima volta che la stessa domanda fu rivolta da un sondaggio, nel novembre scorso.
Non è finita: quasi altrettanti cittadini tedeschi (il 53 per cento) vede piuttosto svantaggi e problemi personali che non vantaggi per se stessi dall'appartenenza del loro paese all'unione monetaria europea. 
Anche qui un aumento degli euroscettici   rispetto a novembre, di tre punti percentuali. Il trend dunque è negativo per ogni proposta europeista. E nell'insieme, il 78 per cento dei tedeschi credono allarmati che nella crisi della Ue, della sua economia e della sua valuta il peggio debba ancora venire. E otto tedeschi su dieci sono convinti che questi sviluppi futuri avranno dirette conseguenze negative sui loro redditi e sui loro patrimoni. Più di un quarto teme un drastico peggioramento del livello di vita, il 56 per cento è preoccupato per il destino dei propri risparmi. Al tempo stesso, il 70 per cento degli interrogati ritiene che tra alcuni anni l'euro esisterà ancora. Il diretto riflesso di queste opinioni sulla popolarità dei politici è chiarissimo: la cancelliera Angela Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, artefici dell'eurorigore alla tedesca, perdono rispettivamente tre punti e un punto di popolarità ma restano in testa alla classifica della hit parade dei politici nazionali.
(07 giugno 2012)

Bankitalia, prestiti Bce a banche salgono a 272,7 miliardi a maggio
Il totale dei prestiti della Banca centrale europea agli istituti di credito italiani è salito a 272,7 miliardi di euro a maggio, da 270,97 miliardi di euro a fine aprile. Lo ha reso noto Bankitalia sul sito internet, aggiungendo che la maggior parte dei fondi (268,69 miliardi di euro) derivano dalle operazioni di rifinanziamento di lungo termine e 4 miliardi di euro giungono dalle Mro dell'Eurotower.

Francia: nel 1* trim disoccupazione sale al 10%
07 Giugno 2012 - 08:44
 (ASCA) - Roma, 7 giu - Sale al 10% la disoccupazione in Francia nel primo trimestre dell'anno, in crescita di 0,2 punti rispetto al 9,8% dell'ultimo trimestre del 2011.
did/

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