giovedì 19 luglio 2012

(1)_XIX.VII.MMXII/ Belpaese dei records galbanini.===Per le Regioni a Statuto speciale sono previsti interventi per complessivi 600 milioni gia' nel 2012.---Venezia, padania: Il report di analisi, condotto su 30 mila prestazioni in esenzione per disoccupazione e reddito nel biennio 2009-2010, ha evidenziato appunto 2.300 prestazioni elargite nei confronti di cittadini con redditi superiori alla soglia prevista per godere del beneficio e 10 mila prestazioni rese nei confronti di assistiti rivelatisi non disoccupati, nei confronti dei quali le fiamme gialle compiranno ulteriori accertamenti per escludere ulteriori condotte fraudolente.---Pressione fiscale: in Italia è la più alta del mondo. È pari al 55%: Il dato più elevato della nostra storia recente. Record anche il sommerso, pari a 154 miliardi, il 17,5% del Pil.

Sicilia: governo trasferisce 400 mln. Nessun rischio default
Pressione fiscale: in Italia è la più alta del mondo
Fmi: "l'Italia tagli la spesa per diminuire le tasse"
Spagna: ministro Bilancio, non abbiamo soldi per pagare i servizi pubblici
Friul, oltrepadania. Il Fvg al governo: non pagheremo noi i debiti sicliani
Venezia, padania. Scoperti i furbetti del ticket. 2.300 falsi poveri per l'esenzione

Sicilia: governo trasferisce 400 mln. Nessun rischio default
18 Luglio 2012 - 20:47
 (ASCA) - Roma, 18 lug - ''Non c'e' rischio default per la Sicilia. Il problema non e' strutturale ma di temporanea mancanza di liquidita' ed e' stato risolto con trasferimenti per 400 milioni di euro gia' programmati''. E' quanto trapela da ambienti governativi i quali ricordano che ''il bilancio della Regione Sicilia e' stato in attivo nel 2011 e nel 2010 e che i fabbisogni delle Regioni regionali non sono automaticamente garantiti dall'Amministrazione centrale dello Stato. Inoltre la spending review prevede interventi di ottimizzazione per la spesa pubblica anche per le Regioni.
Per le Regioni a Statuto speciale sono previsti interventi per complessivi 600 milioni gia' nel 2012''.
fgl/

Pressione fiscale: in Italia è la più alta del mondo
È pari al 55%: «Il dato più elevato della nostra storia recente».
Record anche il sommerso, pari a 154 miliardi, il 17,5% del Pil
Nel 2012 la pressione fiscale effettiva o legale in Italia, cioè quella che mediamente è sopportata da un euro di prodotto legalmente e totalmente dichiarato, è pari al 55%. Lo indica l'Ufficio studi di Confcommercio, precisando che si tratta di un record mondiale, e che la pressione fiscale apparente è al 45,2%. Il valore della pressione fiscale effettiva, precisa Confcommercio, «non solo è il più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce un record mondiale assoluto».
RECORD - L'Italia si posiziona infatti al top della classifica davanti a Danimarca (48,6%), Francia (48,2%) e Svezia (48%). Fanalino di coda Australia (26,2%) e Messico (20,6%). «Sotto il profilo aritmetico - si legge nel rapporto - il record mondiale dell'Italia nella pressione fiscale effettiva dipende più dall'elevato livello di sommerso economico che dall'elevato livello delle aliquote legali». L'Italia si classifica ai vertici della classifica internazionale anche per la pressione fiscale apparente, quella data dal rapporto tra gettito e Pil: con il suo 45,2% il nostro Paese è al quinto posto su 35 paesi considerati, dietro a Danimarca (47,4%), Francia (46,3%), Svezia e Belgio (entrambi 45,8%).
154 MILIARDI EVASI - Il sommerso economico in Italia è pari al 17,5% del Pil e l'imposta evasa ammonterebbe a circa 154 miliardi di euro (il 55% di 280 miliardi di imponibile evaso): il dato, che si riferisce al 2008 ma si può ipotizzare costante fino ad oggi, posiziona l'Italia al primo posto nel mondo davanti a Messico (12,1%) e Spagna (11,2%) ma è una tendenza moderatamente alla riduzione.
LO SPREAD FRENA LO SVILUPPO- Anche il centro studi di Confindustria ha pubblicato una nota: lo spread tra BTp e Bund, si legge, «è molto più alto di quello che i fondamentali giustifichino» e l'Italia paga «oltre 300 punti più del dovuto. Il maggior spread causa, secondo calcoli del CsC, perdite pari allo 0,9% del Pil e a 144mila posti di lavoro e maggiori oneri per interessi pari a 12,4 miliardi a carico del bilancio pubblico, 12,1 miliardi sui conti della famiglie e 23,7 su quelli delle imprese. Le perdite di prodotto e occupazione abbattono il potenziale di crescita futura, vanificando parte degli sforzi effettuati con le politiche di risanamento e di riforma strutturale e minando il consenso a favore di quelle stesse politiche di riforme e risanamento, che nell'immediato impongono inevitabili sacrifici al Paese».

Fmi: "l'Italia tagli la spesa per diminuire le tasse"
Rapporto sull'Eurozona: il nostro Paese deve "tagliare la spesa per diminuire le tasse e distribuire in maniera migliore il peso della correzione dei conti", oltre che "aiutare la crescita".
ID doc: 76136 Data: 18.07.2012 (aggiornato il: 18.lug.2012)
La crisi dell'Eurozona "si è intensificata". Il giudizio è del Fondo monetario internazionale, secondo cui "l'attività economica" dell'area dell'euro "si è indebolita e rimarrà probabilmente debole, in
particolare nei Paesi periferici duramente colpiti" dalla crisi del debito. In particolare, segnalano i tecnici di Washington nel loro rapporto sull'Eurozona, il Pil si contrarrà dello 0,3% quest'anno per poi risalire dello 0,7% il prossimo. Sotto controllo l'inflazione, destinata a stabilizzarsi sotto il 2% nel 2013 e nel 2014. A regnare è però l'incertezza e, avverte il Fondo, "ci sono severi rischi verso il basso per le previsioni". Quanto all'Italia, deve ''tagliare la spesa per diminuire le tasse e distribuire in maniera migliore il peso della correzione dei conti'' oltre che ''aiutare la crescita''. Il Fondo raccomanda un ''surplus strutturale dell'1% del Pil'' come ancoraggio alle nuove regole di bilancio Ue. L'Italia deve poi ''aumentare la produttività nei servizi attraverso l'accelerazione delle riforme nel settore energia e nei servizi professionali per ridurre i costi nel fare imprese e aumentare la competività". Occorre poi ''limitare il coinvolgimento dello Stato nell'economia'' e attuare la riforma del lavoro.

Spagna: ministro Bilancio, non abbiamo soldi per pagare i servizi pubblici
ultimo aggiornamento: 19 luglio, ore 11:39
Madrid, 19 lug. (Adnkronos) - La Spagna "non ha soldi in cassa per pagare i servizi pubblici". Lo ha detto il ministro del Bilancio, Cristo'bal Montoro, intervenendo al Parlamento di Madrid per difendere il piano di austerita' del governo, come riferiscono i media spagnoli. L'esecutivo guidato da Mariano Rajoy, ha detto Montoro ha rispettato le "raccomandazioni della Ue", che sono "obblighi". "La Spagna -ha spiegato- sta vivendo una seconda recessione, estensione di quella del 2009". Il Paese "deve uscirne", rimanendo all'interno dell'Europa e dell'euro.

Friul, oltrepadania. Il Fvg al governo: non pagheremo noi i debiti sicliani
Tondo: «È la prova che le regioni speciali non sono uguali». Anche Zaia e Ciriani scaricano l’isola
di Elisa Coloni
I governatori del Nord, uniti e all'unisono, scaricano sonoramente la Sicilia. Il leitmotiv, nelle dichiarazioni che ieri si rincorrevano all'ombra delle Alpi, era infatti lo stesso: «Nulla contro i siciliani, ma la festa è finita. Che si paghino i debiti da soli, perché dalle Regioni virtuose del Nord non arriverà più un euro. Anche perché, di euro in cassa, ce ne sono pochi anche qui». Una posizione chiara, netta, che non lascia filtrare alcuna ipotesi di ripensamento o negoziazione. Semmai qualche battuta, come quella consegnata a Twitter dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni che, pur non vivendo in casa propria una situazione tutta da ridere, si è lasciato andare all'ironia e ha commentato l'odissea insulare in siciliano: «Na terra accussì bedda, a stannu affunnannu. Lombardo, di lombardu ha sulu u cugnomu». Che, tradotto in italiano, significa «Una terra così bella, la stanno affondando. Questo Lombardo, di lombardo, ha solo il nome». Per un governatore in vena di battute, e altri, in primis Luca Zaia e Roberto Cota, che hanno srotolato parole e considerazioni sul possibile default della Sicilia, un altro, il nostro Renzo Tondo, si è limitato a rilasciare una frase stringatissima, perché «troppo stanco» e affaticato dai fitti incontri romani sulla spending review. «Il caso Sicilia? Beh, è la dimostrazione che è arrivato il momento di considerare in modo diverso le specialità regionali, perché non sono tutte uguali». Più loquace il vicepresidente Fvg Luca Ciriani: «La responsabilità dei disastri siciliani non può che ricadere sugli amministratori che li hanno provocati e su chi li ha eletti. Lo dico con rammarico nei confronti dei siciliani onesti, ma non si può chiedere ai cittadini delle regioni virtuose di continuare a pagare al posto di chi ha dilapidato miliardi senza produrre né crescita né occupazione. Sarebbe difficile spiegare ai cittadini del Fvg perché dovrebbero pagare anche loro per lo stato in cui sembrano versare le finanze della Sicilia». Parole cui si sono uniti anche altri due esponenti di giunta, i leghisti Claudio Violino e Federica Seganti: «Il Fvg è una Regione virtuosa. Le Regioni speciali del Nord non sono le speciali del Sud. Non siamo disposti a pagare i debiti della Sicilia». Il governatore veneto Luca Zaia ha snocciolato pure qualche cifra: «La nostra Regione ha l’80% delle Dolomiti e poche centinaia di forestali a presidio, mentre la Sicilia ne ha assunti 27mila. Com'è possibile? I veneti sono un popolo solidale, ma in nessun caso saranno disposti a ingrassare le cicale di sempre. In tempo di crisi dobbiamo pensare prima ai nostri cittadini». Poi, soffermandosi sulla sanità, Zaia ha lanciato una proposta: che si chieda a tutti di applicare i costi standard del Veneto. «Lo scaricabarile è una tecnica assai vecchia che non siamo più disponibili ad accettare - ha sottolineato il governatore piemontese Roberto Cota - I debiti della Sicilia non li possono pagare sempre gli altri, cioè noi».

Venezia, padania. Scoperti i furbetti del ticket. 2.300 falsi poveri per l'esenzione
Controllo della Finanza in cinque Ulss: Belluno, Alto Vicentino, Mirano, Monselice, Treviso. Al setaccio le autocertificazioni dell'ultimo biennio
VENEZIA - Scoperti dalla Guardia di finanza in Veneto oltre 2.300 falsi «poveri» che usufruivano dell'esenzione dal pagamento del «ticket sanitario». Il controllo è stato svolto, per ora, in cinque Ulss sulle 22 esistenti nella regione, con un bacino d'utenza di circa un milione e 200 mila assistiti residenti in 183 comuni delle province di Venezia, Belluno, Padova, Treviso e Vicenza. I finanzieri proseguiranno gli accertamenti per verificare altre 8.000 posizioni di persone fisiche dichiaratesi «disoccupate». L'operazione è frutto della sinergia istituzionale tra la Regione del Veneto e la Guardia di finanza, il cui input è stato dato dal comandante regionale, generale Walter Cretella Lombardo.
Il «report» di analisi, condotto su 30 mila prestazioni in esenzione per «disoccupazione e reddito» nel biennio 2009-2010, ha evidenziato appunto 2.300 prestazioni elargite nei confronti di cittadini con redditi superiori alla soglia prevista per godere del beneficio e 10 mila prestazioni rese nei confronti di assistiti rivelatisi non disoccupati, nei confronti dei quali le fiamme gialle compiranno ulteriori accertamenti per escludere ulteriori condotte fraudolente.
Le fiamme gialle veneto hanno avviato un primo monitoraggio nei confronti degli assistiti che hanno richiesto l'esenzione. Il Comando Regionale della Guardia di Finanza, in collaborazione con l'Unità di Progetto Programmazione Risorse Finanziarie Servizio Sanitario Regionale della Regione Veneto, ha poi svolto accertamenti sulle prestazioni sanitarie «esenti» alla spesa sanitaria fatte nei confronti di disoccupati e dei loro familiari a carico, classificate con il codice di «esenzione 7R3». I finanzieri dell'Ufficio Analisi hanno avviato uno screening nei confronti degli assistiti per verificare le regolarità e la liceità delle autocertificazioni di esenzione dal ticket nel biennio 2009-2010.
È già stato completato il primo monitoraggio delle prestazioni sanitarie «esenti» per ora di 5 Ulss: la numero 1 di Belluno, 4 Alto Vicentino, 9 di Treviso, 13 di Mirano, 17 di Monselice. Il lavoro di indagine sulle esenzioni dal ticket sanitario, primo nel suo genere nel Veneto ed in Italia per completezza e progettazione, grazie all'utilizzo di una moderna «piattaforma di analisi» utilizzata dalla Guardia di Finanza, costituisce un forte richiamo per i «furbetti» ed è di contrasto ad un malcostume diffuso. Il Comando Regionale della Guardia di Finanza ha annunciato che la collaborazione con la Regione Veneto, avviata nel merito dell'efficienza della spesa in materia sanitaria, verrà formalizzata entro settembre mediante la stipula di un «Protocollo d'Intesa» per lo scambio di informazioni sulle quali le Fiamme gialle svolgeranno le analisi ed i controlli di competenza. (Ansa)

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