domenica 22 luglio 2012

(2) XXII.VII.MMXII/ Per Moody’s la padania e’ fallita, i pennucoli galbanini si divincolano dalle cifre, annaspano nello stupore, alcune regioni padane rifiutano il giudizio, cercano scappatoie.===Le sorprese però non mancano: Moody's non ha mai creduto al default della Sicilia, vede più a rischio, semmai, l'insospettabile Piemonte.---Davanti ai tagli - tanto lineari quanto ingiusti - del Governo Monti, che non tengono minimamente conto delle politiche virtuose applicate dalla nostra Regione a partire dal 2009, è giusto ricorrere alla Corte costituzionale. Ad affermarlo è il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Enio Agnola, secondo il quale la Giunta Tondo deve mettere in campo tutte le azioni possibili per difendere l'autonomia del Friuli Venezia Giulia.

Carceri: pioggia ricorsi contro Italia
Posto fisso è miraggio, ormai solo due su dieci
Rating in picchiata, salve Lombardia e Toscana il Piemonte nel gruppo che rischia il default
Spagna: anche Murcia chiedera' aiuti
Friuli VG, oltrepadania. Idv: Agnola, spending review, no cartello con Regioni spendaccione

Carceri: pioggia ricorsi contro Italia
A Corte Strasburgo migliaia di ricorsi, 4 condanne in 4 anni
22 luglio, 14:49
(ANSA) - STRASBURGO, 22 LUG - Pioggia di ricorsi contro l'Italia alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.
Fonti ufficiali della Corte hanno detto all'Ansa che pendono diversi ricorsi di detenuti che sostengono di essere troppo malati per poter rimanere in carcere. E sono ben 1.200 i ricorsi legati al poco spazio nelle celle, motivo per cui la Corte ha condannato gia' una volta l'Italia ''per trattamento inumano e degradante'' dei detenuti. Negli ultimi quattro anni le condanne sono state quattro.

Posto fisso è miraggio, ormai solo due su dieci
Emerge da studio sul terzo trimestre del 2012
ROMA  - In Italia il posto fisso è sempre più un miraggio, ormai meno di due assunzioni su dieci sono a tempo indeterminato. E' quanto emerge dall'Indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro sul terzo trimestre del 2012. Nel periodo luglio-settembre le assunzioni stabili previste sono appena il 19,8% su un totale di quasi 159 mila.
 Le stime del terzo trimestre confermano in qualche misura il dato dei tre mesi precedenti, mentre nei quattro trimestri precedenti la quota era compresa fra il 27% e il 34%. Il calo dei posti fissi messi a disposizione dalle imprese è stato quindi forte e brusco. Basti pensare che nello stesso periodo dello scorso anno le assunzioni previste a tempo indeterminato rappresentavano il 28,3%. Il trend in discesa viene confermato anche tenendo conto della stagionalità. Nel bollettino sui programmi occupazionali delle imprese rilevati dall'ente guidato da Ferruccio Dardanello viene infatti evidenziato che, escludendo le assunzioni stagionali, i contratti "stabili" si attestano al 35,8%, mentre nei precedenti cinque trimestri la loro quota oscillava fra il 41% e il 43% circa. Inoltre, sottolinea l'indagine, se si rapportano "i contratti a tempo indeterminato a tutti i contratti di lavoro o di collaborazione che le imprese prevedono di stipulare nel periodo (inclusi quindi quelli 'atipici'), si scende dal 16 al 14% circa".

Rating in picchiata, salve Lombardia e Toscana il Piemonte nel gruppo che rischia il default
Anche per chi è promosso le prospettive future sono comunque negative. Pochi i casi virtuosi, il resto affonda sotto la media del Paese
di LUISA GRION
BOCCIATO il Paese, bocciate quasi tutte le sue regioni: Moody's ci va giù pesante con l'Italia, ma non è tenera nemmeno con le sue amministrazioni locali. Dopo lo scossone assestato al nostro debito sovrano a metà luglio (fatto scivolare di due gradini in un solo colpo, dalla classe A3 a Baa2), l'agenzia di rating è rapidamente approdata all'esame delle giunte regionali, passandone al setaccio bilanci e decisioni. Ne è uscito, anche in questo caso, un quadro poco lusinghiero: da Torino a Palermo il giudizio cambia di poco. Il Paese, secondo Moody's, si sta omogeneamente incartando. Quasi tutti i "voti" assegnati dalla sempre più discussa agenzia di rating (dal governatore Draghi al premier Monti sono piovute critiche e dubbi sui suoi giudizi) rispecchiano la media nazionale, le eccellenze si contano sulle dita di una mano. Le sorprese però non mancano: Moody's non ha mai creduto al default della Sicilia, vede più a rischio, semmai, l'insospettabile Piemonte.

I PRIMI DELLA CLASSE
Volendo semplificare, l'agenzia divide l'Italia in tre fasce: gli enti cui assegnare un voto superiore a quello "medio" del Paese, quelli che stanno sullo stesso piano dell'Italia e le amministrazioni da mandare dietro alla lavagna. Fra le prime della classe, aggrappate all'A3, ci sono le province di Trento e Bolzano e, uniche fra le regioni certificate, la Toscana e le Marche. Si salva la Lombardia, cui Moody's assegna il voto Baa1 (ridotto rispetto al precedente A2), grazie al sistema entrate/uscite  sotto controllo e al fatto che la Regione genera il 20 per cento del Pil nazionale. Anche per questo gruppetto di testa, comunque, l'outlook, le previsioni per il futuro, sono negative.

PARADOSSO SICILIA
Molto affollata la classe "media", quella in linea con l'affidabilità e i rischi riconosciuti al sistema Italia. Nella casella del Baa2 si trovano infatti la maggioranza delle regioni italiane: dalla Basilicata alla Sardegna, dal Veneto (declassato) alla Puglia. Ciò che sorprende è la presenza della Sicilia, regione che è stata considerata a rischio default, ma che Moody's non vede poi così male. "Il debito cresce, ma non è a livello preoccupante" assicurano i suoi tecnici, convinti che la condizione di autonomia e il miglioramento del bilancio sanitario salvino, in fondo, le prospettive finali. Un giudizio con il quale non concorda la Cgia di Mestre: nell'isola, fa notare, i costi della politica e quelli per l'acquisto di beni e servizi sono doppi rispetto a quelli medi di tutte le regioni italiane. Più che tripli se si guarda al solo costo del personale.

PIEMONTE IN CODA
Qualche stupore arriva però anche dal fondo classifica. D'accordo, le cose vanno male particolarmente al Sud: lo dice anche Moody's che confina nel misero Baa3 la Calabria, la Campania e il Molise. Piove sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il Tesoro - "alla luce dei mancati obiettivi per i piani di rientro dei debiti sanitari" - ha appena confermato, per il 2012, la maggiorazione nelle tre regioni dello 0,15 per cento dell'Irap e del 0,30 dell'Irpef. A far loro compagnia c'è l'Abruzzo, il Lazio (declassato dal precedente Baa2) e, a sorpresa, il Piemonte. Torino e dintorni, sentenzia quindi Moody's, presentano rischi maggiori a quelli della Sicilia: "il rapporto debito/Pil - assicura - è cresciuto molto negli ultimi anni e le entrate sono in calo".
 Pagelle che, criticabili o meno, esercitano comunque il loro potere su investitori e mercato. C'è chi sceglie di farne a meno: l'Emilia Romagna da quest'anno non si fa più certificare il rating. Le Marche invece accettano i voti, ma un mese fa hanno deciso di dimezzare i giudici: fino allo scorso anno si erano avvalse sia di Moody's che di Standard&Poor's, ora hanno tagliato la prima, risparmiando 97 mila euro.
(22 luglio 2012)

Spagna: anche Murcia chiedera' aiuti
Dopo Valencia utilizzera' il fondo nazionale da 18 miliardi euro
22 luglio, 15:32
(ANSA) - MADRID, 22 LUG - Murcia sara' la seconda comunita' autonoma spagnola a chiedere il salvataggio al governo centrale.
Lo ha annunciato il presidente della Regione. Murcia avra' bisogno, secondo le stime del governo ragionale, di un massimo di 300 milioni di euro, che spera di ottenere usando il nuovo strumento ideato da Madrid per fornire liquidita' agli enti locali. Venerdi' Valencia e' stata la prima comunita' a chiedere aiuti del fondo che ha in tutto 18 miliardi di euro.

Friuli VG, oltrepadania. Idv: Agnola, spending review, no cartello con Regioni spendaccione
22 Luglio 2012, ore 13:14
 (ACON) Trieste, 22 lug - COM/AB - "Davanti ai tagli - tanto lineari quanto ingiusti - del Governo Monti, che non tengono minimamente conto delle politiche virtuose applicate dalla nostra Regione a partire dal 2009, è giusto ricorrere alla Corte costituzionale".
Ad affermarlo è il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Enio Agnola, secondo il quale la Giunta Tondo deve mettere in campo tutte le azioni possibili per difendere l'autonomia del Friuli Venezia Giulia.
"La prossima seduta del Consiglio regionale dovrà discutere la nostra mozione sull'attivazione di un tavolo di analisi e approfondimento sulle compartecipazioni erariali, sui trasferimenti e sulle funzioni della Regione Friuli Venezia Giulia in rapporto alle altre Regioni a statuto speciale - spiega Agnola. Un passaggio quanto mai urgente visto che il Governo Monti si sta dimostrando ogni giorno di più centralista, con decisioni che puntano a smantellare il sistema degli Enti locali".
"Con la scusa della spending review e della crisi internazionale, Monti sta via via abbandonando ogni opzione federalista - conclude Agnola - mentre la maggioranza che sostiene Tondo è priva di una vera cultura autonomistica. Continua a replicare, infatti, schemi di rapporto con lo stato centrale vetusti e controproducenti, come quello di fare cartello con altre Regioni a statuto speciale spendaccione e sull'orlo del fallimento".


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