martedì 3 luglio 2012

am_3.7.12/ Il cane mangia la sua coda.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: L’Ue chiede un salario minimo per tutti
Fabbisogno, I semestre 2012 chiude bene : quasi 15 miliardi in meno sul 2011
Fisco, contribuenti.it: corruzione + 68% nel 2012.
Auto, crollano le immatricolazioni A giugno si registra un calo del 24%
L’Italia al verde teme un’invasione di capitali tedeschi
Spagna, chiedere collaterale renderebbe aiuto più costoso
Germania, crescita 2012 sarà guidata da domanda interna
Brevetto unitario dell'UE - una svolta storica

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: L’Ue chiede un salario minimo per tutti
02.07.2012
CAGLIARI Un salario minimo garantito a tutti. La richiesta viene dal parlamento europeo che ha approvato una risoluzione per alleggerire il problema della disoccupazione e per sostenere le fasce più deboli di cittadini. Il dibattito a Strasburgo è stato ampio ed è stato calcolato che dall'inizio della crisi, nel 2008, si sono persi più di sei milioni di posti di lavoro. Significa che per rispettare gli obiettivi sull'occupazione di una strategia pensata sino al 2020, la fase di crescita, dovrebbe portare alla creazione di diciassette milioni di nuovi posti nel vecchio continente. Un obiettivo ambizioso se si considera che la Sardegna fa parte del gruppo delle regioni europee che sono in maggior ritardo di sviluppo: con altre quindici regioni di cui cinque spagnole e tre francesi, il gruppo si caratterizza rispetto agli altri per il più basso livello del prodotto pro capite, per il tasso di occupazione e per la quota del valore aggiunto industriale. Il parlamento di Strasburgo ha chiesto, a larga maggioranza, di garantire un livello di salario minimo a chi un lavoro ce l'ha già e di preparare anche l'opportunità di un welfare che assista chi quel lavoro non ce l'ha più. E' il caso dei greci che hanno un tasso di disoccupazione al 21,5% e della Spagna che ha il record assoluto di senza lavoro: 23,8%. Anche se il vero problema è quello della disoccupazione giovanile che nell'isola ha assunto un fenomeno preoccupante perché quasi il trenta per cento delle persone nella fascia tra i 15 e i 34 anni, non lavorano e non studiano. La risoluzione dell'europarlamento è stata adottata a larga maggioranza per mettere ordine al mercato del lavoro a cominciare dal salario minimo, sconosciuto oltre che in Italia in Germania, in Danimarca, in Austria, in Finlandia e in Svezia. Negli altri paesi di Eurolandia sono stati stabiliti i parametri con le rivalutazioni su base semestrale o annuale, dell'inflazione. Certo le disparità sono tante: si va da un salario minimo di 1.800 euro in Lussemburgo ai 161 della Romania ma quello che fa la differenza, nei paesi membri, sono gli ammortizzatori sociali. In Francia i lavoratori licenziati hanno diritto a un assegno mensile che va da un minimo di quattro mesi sino a due anni il cui importo è fissato in una percentuale tra il 40,4 e il 57,4 del salario giornaliero con un importo minimo di 39 euro al giorno. Per accedervi occorre aver lavorato un minimo di quattro mesi nei tre anni precedenti. In Germania il sussidio di disoccupazione è più alto rispetto alla Francia ma sono più rigidi i criteri per poterne beneficiare perché occorre aver lavorato un anno sugli ultimi ventiquattro mesi. Ma Berlino garantisce a coloro che non hanno i requisiti un assegno di 359 euro al mese, a patto che l’interessato sia inserito negli elenchi di coloro che cercano un lavoro. Nei Paesi dell’Europa che guarda al Mediterraneo, infine, i meccanismi sono quelli simili alla nostra cassa integrazione.

Fabbisogno, I semestre 2012 chiude bene : quasi 15 miliardi in meno sul 2011
Nei primi sei mesi del 2012 si è realizzato complessivamente un fabbisogno di 29,1 miliardi, a fronte di un fabbisogno del 2011 di 43,9 miliardi.
In particolare nel mese di giugno 2012 si è realizzato un avanzo del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 5,8 miliardi, in aumento rispetto allo stesso mese del 2011 in cui si registrò un avanzo di 1,0 miliardi.
Roma, 2 luglio 2012

Fisco, contribuenti.it: corruzione + 68% nel 2012.
1 impresa su 2 chiude dopo una verifica.
CAPRI - "La corruzione e l'equità fiscale sono i principali problemi che affliggono i contribuenti". Lo ha affermato il Presidente dei Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno nel presentare stamane a Capri il 2° Rapporto del Contribuente 2012 redatto dall''Associazione Contribuenti Italiani.
"Non si può combattere l'evasione fiscale se non si sradica la corruzione diffusa che si registra nel nostro Paese - ha aggiunto Carlomagno - La corruzione genera sia un danno diretto all'economia, generando costi insostenibili per le imprese, che un danno indiretto, allontanando quelle straniere dall'investire in Italia".
In Italia, nel primo semestre del 2012, la corruzione è cresciuta del 68% rispetto al 2011 raggiungendo un giro d'affari di 62 MLD di euro.
Anche lo stato di salute dei contribuenti peggiora.! Sempre di più imprese italiane chiudono i battenti dopo aver ricevuto una verifica fiscale. Secondo il 2° Rapporto del Contribuente 2012, che sarà pubblicato prossimamente su Contribuenti.it Magazine, ha rilevato che nel I semestre del 2012, soltanto 1 impresa su 2, il 52,9%, che riceve una verifica riesce a sopravvivere, contro il 68,2% registrato nel 2010. Anche le richieste di rateizzazioni del pagamento delle imposte sono cresciute: in 2 anni le richieste sono passate da 800 mila a 1,6 milioni e l'importo delle imposte rateizzate ha raggiunto la stratosferica cifra di 20 MLD di euro. Ma il vero e proprio boom si registra nell'uso del ravvedimento operoso: +122% nel 2012: 2 contribuenti su 3 non riescono più a pagare nei termini le imposte. Nel I semestre del 2012 è cresciuta anche la sfiducia dei Contribuenti Italiani nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria. 2 contribuenti su 3 (il 71,2%) chiedono la riforma del Garante del Contribuente e la riforma della mediazion! e tributaria (il 73,4%) perché non si sentono tutelati o non sono organi terzi. Al contrario, cresce la fiducia nella Giustizia tributaria dell'2,2%, passando dal 86,4% del 2010 all'89,3% del 2012.
«Ciò che ci stupisce maggiormente è apprendere dai giornali che anche al direttore regionale dell'Agenzia delle Entrate della Campania, Enrico Sangermano, è stato contestato il reato di corruzione ed abuso d'ufficio dalla Procura della Repubblica di Napoli coadiuvata dalla Guardia di Finanza - ha concluso Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - Siamo certi che il dirigente dell'Agenzia delle Entrate, da oggi direttore regionale dell'Emilia Romagna, saprà chiarire rapidamente la propria posizione ai pubblici ministeri Curcio, Milita e Teresi anche per non danneggiare l'immagine dell'Agenzia delle Entrate e il rapporto tra fisco e contribuenti".
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 33! 14630647 – 0642828753

Auto, crollano le immatricolazioniA giugno si registra un calo del 24%
Roma, 2 giu. (Adnkronos) - Ancora un mese nero per il mercato dell'auto. A giugno le immatricolazioni hanno registrato un crollo del 24,42% rispetto allo stesso mese del 2011. A comunicarlo è la motorizzazione civile.
La Motorizzazione ha immatricolato, a giugno 2012, 128.388 autovetture, contro le 169.870 immatricolate nel 2011. A maggio 2012 sono state invece immatricolate 147.707 autovetture, con una variazione di -13,90% rispetto a maggio 2011, durante il quale ne furono immatricolate 171.558.
Nel periodo gennaio-giugno 2012, le immatricolazioni di auto hanno registrato un calo del 19,73% rispetto al corrispondente semestre del 2011. In totale la Motorizzazione ha immatricolato 814.179 autovetture, con una variazione di -19,73% rispetto al periodo gennaio-giugno 2011, durante il quale ne furono immatricolate 1.014.299.
Nello stesso periodo di giugno 2012 sono stati registrati 333.143 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -12,56% rispetto a giugno 2011, durante il quale ne furono registrati 381.012 (nel mese di maggio 2012 sono stati invece registrati 380.007 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -9,17% rispetto a maggio 2011, durante il quale ne furono registrati 418.371). Nel mese di giugno 2012 il volume globale delle vendite (461.531 autovetture) ha dunque interessato per il 27,82% auto nuove e per il 72,18% auto usate.
Tra gennaio e giugno 2012 sono stati registrati 2.121.377 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -11,74 rispetto a gennaio-giugno 2011, durante il quale ne furono registrati 2.403.479.
Con oltre 39mila immatricolazioni, i marchi del Gruppo Fiat ottengono a giugno, in Italia, una quota del 30,7%, in crescita di 0,4 punti percentuali rispetto all'anno scorso, un risultato le leggermente migliore del mercato. Sostanzialmente stabile, per il brand del Lingotto, la quota nel primo semestre rispetto ai primi sei mesi dell'anno passato: 29,5% con oltre 240mila immatricolazioni.
Per quanto riguarda Fiat, sono quasi 28mila le vetture Fiat registrate in giugno e la quota è del 21,7%. Nel primo semestre dell'anno il brand ha immatricolato 168mila auto per una quota del 20,6%. Ai vertici della classifica delle auto più vendute in Italia la Fiat Panda, seguita dalla Punto.

L’Italia al verde teme un’invasione di capitali tedeschi
di F. Eder e S. Jost
 – 2 luglio 2012Pubblicato in: Germania
Traduzione di ItaliaDallEstero.info
Uno studio di Deutsche Bank fa pensare ad una cospirazione. Per il risanamento del deficit pubblico italiano verranno venduti alla Germania immobili e aziende a partecipazione statale.
Contro la Repubblica italiana è in corso una congiura. I protagonisti: antichi sospetti di capitalismo internazionale. Lo scopo dei congiurati: arraffare le ricchezze dell’Italia.
Salvatore Cannavò editorialista de Il Fatto Quotidiano svela sul suo blog questo spaventoso scenario. L’accusa si rivolge direttamente alla cosiddetta troika – Commissione europea, BCE e FMI – e riguarda una massiccia e profonda privatizzazione dei servizi sociali e del servizio pubblico per un valore di centinaia di miliardi di euro”, scrive.
Questi sono i piani previsti da Deutsche Bank per il Sud Europa, redatti lo scorso ottobre e giunti a conoscenza dell’autore, – “e, a giudicare dalle intenzioni, anche quelli del nostro governo”. Cannavò conclude: ” Sono decisamente evidenti le strette connessioni con gli “attacchi”dei mercati finanziari internazionali.”

Deutsche Bank presenta il piano generale
La storia del complotto è questa: la Deutsche Bank consegna al governo federale tedesco un piano generale su come poter spingere Italia, Spagna, Francia, alla privatizzazione delle proprietà statali. La storia fa breccia infallibilmente nello stato d’animo di un paese preda dei malumori.
Il quotidiano ” il Fatto” è un progetto giovane e ambizioso che si presenta come uno dei pochissimi giornali italiani non finanziato dallo stato e orientato verso sinistra. Ma anche il giornale degli industriali, il rispettato quotidiano “Il Sole 24 Ore”, sembra essere stato preso in giro dai tedeschi.
“La casa è in fiamme, il tetto sta per crollare, ma Angela Merkel e il suo ministro delle finanze non se ne preoccupano”, si è letto di recente. L’accusa di stasi si trasforma in egoismo – finalmente la Repubblica federale può guadagnarci qualcosa dai problemi italiani, forse sottoforma di minori tassi di interesse applicati sui titoli di Stato italiani.
Diamo uno sguardo al suddetto studio. In realtà, gli economisti della Deutsche Bank fanno che quello che fanno gli economisti e che viene pubblicato quotidianamente in dozzine di articoli: discutono sul da farsi e non nascondono quello che pensano sia giusto.

Tesi a favore della privatizzazione
Così fanno un gran parlare di trasformare i beni dello stato in denaro. “Le privatizzazioni possono contribuire in modo significativo al consolidamento ampiamente indicato per i bilanci pubblici dell’eurozona “, ne sono convinti Dieter Bräuninger e Henrike Steimer. Non si tratta solo di entrate quasi immediate, ma anche di un “segno di fiducia verso gli investitori”.
Spazzano via scrupoli sulla vendita dei beni dello Stato su entrambi i fronti, in maniera quasi da manuale di ordoliberalismo. Ci sono postulati come “Lo Stato non è un imprenditore”. “Le aziende private operano in maniera più efficiente e sono più propense all’innovazione”, osservano i banchieri tedeschi – e ripropongono quindi la tendenza degli economisti impegnati in prima linea, che non consente alcuna interruzione di specifici attacchi contro il sud Europa in generale e in Italia.
Entrambi gli economisti calcolano accuratamente, quanto e in quale paese potrebbe essere prelevato, senza vantarsi di possedere un accesso privilegiato alle informazioni: “Secondo dati ufficiali le partecipazioni azionarie dello Stato alle imprese in paesi grandi come la Francia e l’Italia, ammontano a circa il cinque per cento del PIL “.

L’Italia possiede partecipazioni azionarie e immobili
Così, lo Stato italiano dispone di partecipazioni statali nelle aziende per un valore da 80 fino a 140 miliardi di euro. Inoltre ci sarebbero anche edifici pubblici per un valore di 421 miliardi di euro, che non sarebbero neanche tutti in uso e che dovrebbero essere relativamente facili da vendere, sostengono gli economisti. Inoltre, definiscono proficua la privatizzazione della distribuzione dell’acqua potabile.
I teorici della cospirazione però amano le scorciatoie nel labirinto dei pensieri. Così, nella mente di uno degli uomini più ricchi d’Italia – Silvio Berlusconi, che del resto ritiene opportuno tirare la Germania fuori dalla zona euro – l’egoismo di Berlino diventa un piano con un significato più profondo: Francesco Gaetano Caltagirone, magnate dell’industria e principale azionista nonchè vicepresidente delle generali vuole avere ben chiaro cosa c’è dietro il piano dei banchieri tedeschi “Abbiamo già capito il trucco”.
L’Italia sta già vendendo questo e quello, anche se a causa della brutta situazione economica con limitato successo: “Siccome dalla privatizzazione della stazione ferroviaria di Gallarate ci ricaveremo poco, i tedeschi vogliono prima Eni ed Enel, e poi le altre grandi compagnie statali” ha detto Caltagirone, al quotidiano milanese “Corriere della Sera”. L’azienda di distribuzione dell’energia elettrica viene considerata la prima preda. Perché tutto quanto? “Un concorrente zoppo perde la forza per difendere i suoi gioielli.”
Tuttavia, nello studio della DB è stata omessa l’analisi del potenziale della privatizzazione e non si trova alcun cenno al fatto che i paesi del sud Europa, che sono al verde, dovrebbero vendere la loro argenteria preferibilmente ai ricchi tedeschi. In ogni caso, la ricerca della Deutsche Bank è stata finora nota per essere considerata principale scuola di pensiero, abbastanza indipendente e slegata dal proprio Consiglio di Amministrazione – oltre che dal governo federale.
[Articolo originale "Klammes Italien fürchtet deutsche Kapital-Invasion" di F. Eder e S. Jost]

Spagna, chiedere collaterale renderebbe aiuto più costoso
La richiesta di collaterali nel quadro del piano di aiuti alle banche spagnole potrebbe renderlo più costoso e complicato. Lo ha dichiarato a DowJones Newswires Andrus Ansip, primo ministro estone, riducendo le possibilità che altri Paesi seguano la Finlandia nel chiedere collaterali in cambio degli aiuti alle banche iberiche. "Tutto vorrebbero provare e ottenere quel tipo di trattamento, cioè ricevere collaterali", ma così il piano di aiuti sarebbe "piú complicato e forse anche piú costoso", ha spiegato Ansip.
Il capo della Grande Commissione parlamentare finlandese, Miapetra Kumpula-Natri, ha confermato che la Finlandia chiederà garanzie collaterali alla Spagna se sarà usato il Fondo salva Stati temporaneo (Efsf) per erogare gli aiuti alle banche. I mezzi di informazione finlandesi hanno suggerito che anche l'Olanda potrebbe avanzare richieste simili, ma secondo Ansip questo tipo di approccio non dovrebbe diffondersi ad altri Paesi dell'Eurozona.

Germania, crescita 2012 sarà guidata da domanda interna
La crescita economica tedesca sarà guidata esclusivamente dalla domanda interna quest'anno, grazie alla forza del mercato del lavoro che compensa gli effetti della crisi del debito dell'Eurozona. Lo ha dichiarato il ministro dell'Economia tedesco, Philipp Roesler, aggiungendo che i Paesi membri dell'Eurozona non stanno intenzionalmente deprezzando la moneta unica nei confronti di altre divise.
Quanto all'esito del Consiglio europeo della scorsa settimana a Bruxelles, Roesler ha ricordato che le misure accordate dai Governi dell'Eurozona e dalle istituzioni mirano a "stabilizzare" l'area della moneta unica e non "a indebolire" la divisa contro le forze di mercato. Parlando delle operazioni della Bce, Roesler ha infine sottolineato che anche le due aste di liquiditá a lungo termine (Ltro) avevano l'obiettivo di "rafforzare l'Eurozona, non di influenzare i tassi di cambio".

Brevetto unitario dell'UE - una svolta storica
29/06/2012
Il 29 giugno il Consiglio europeo ha concluso i negoziati sul futuro sistema brevettuale unitario dell'UE. Attesa da lungo tempo, la decisione getta le basi per una tutela brevettuale meno costosa, più semplice e più efficace a beneficio delle imprese, specie le piccole e medie imprese, nell'UE.
"Dopo trent'anni di negoziati siamo pervenuti oggi a un accordo sul brevetto dell'UE. Dopo la sua messa a punto, le imprese europee potranno depositare una domanda di brevetto in un unico luogo, anziché in 27 Stati membri, con effetti positivi per la crescita e l'economia in Europa", ha affermato il primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt.
I leader hanno dovuto risolvere l'ultima questione in sospeso, la sede della divisione centrale del tribunale di primo grado del tribunale unificato dei brevetti. Hanno convenuto che la divisione centrale avrà sede a Parigi e sarà dotata di due sezioni specializzate, una a Londra e l'altra a Monaco.
L'ufficio del presidente del tribunale sarà anch'esso insediato a Parigi. Il primo presidente del tribunale dovrebbe provenire dallo Stato membro che ospita la divisione centrale.

Sistema unico di risoluzione delle controversie in materia di brevetti
Il tribunale unificato dei brevetti avrà competenza esclusiva per le azioni riguardanti la validità o la violazione di un brevetto unitario dell'UE.
Il rischio che siano avviati in diversi Stati membri più procedimenti su uno stesso brevetto viene in tal modo annullato, così come il rischio che le sentenze emesse sulla medesima vertenza possano differire da uno Stato membro all'altro.
Il sistema unico ridurrà inoltre sensibilmente i costi processuali a carico delle imprese. La Commissione europea ha calcolato che, con il tribunale unico, sarà possibile ridurre di circa 289 milioni di EUR ogni anno le spese di contenzioso sostenute dalle imprese europee.

Convalida semplificata e regime linguistico
Il tribunale unificato dei brevetti fa parte del futuro sistema brevettuale unitario dell'UE. Gli altri due elementi sono un regolamento sul brevetto unitario stesso e un regolamento sul regime di traduzione applicabile a tale brevetto. Gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno approvato i due regolamenti nel dicembre 2011.
Il futuro brevetto unitario sarà valido in tutti gli Stati membri partecipanti e potrà essere ottenuto con una sola domanda. Per l'uso delle lingue si prenderà spunto dall'attuale regime in uso presso l'Ufficio europeo dei brevetti, le cui lingue di lavoro sono inglese, francese e tedesco, riducendo in tal modo i costi inerenti all'accesso alla tutela brevettuale.
Ottenere un brevetto valido in tredici Stati membri può costare oggi fino a 20 000 EUR, di cui circa 14 000 EUR per la sola traduzione. Ottenere un brevetto americano costa in confronto 1850 EUR circa.

Prossime tappe
Il Parlamento europeo voterà il "pacchetto" sul brevetto unitario nel luglio 2012. Il Consiglio adotterà i due regolamenti poco dopo.
Nel secondo semestre del 2012 gli Stati membri firmeranno l'accordo sul tribunale unificato dei brevetti. Una volta ratificato da un numero sufficiente di Stati membri (almeno tredici), esso entrerà in vigore, prevedibilmente all'inizio del 2014. I due regolamenti entreranno in vigore contemporaneamente.

Nessun commento: