sabato 18 agosto 2012

(1) XVIII.VIII.MMXII/ Se la situazione non si modificherà e i tagli di Roma continueranno a congelare il bilancio provinciale - ha sottolineato Berger - ad ottobre saremo costretti a bloccare i flussi di cassa per pagare fatture emesse da aziende e privati. Si tratta di una situazione molto difficile, che non dipende dalla nostra volontà, ma che vogliamo comunque affrontare con senso di responsabilità. Non è giusto, infatti, che chi ha giustamente programmato bilanci ed entrate facendo affidamento sui fondi provinciali, debba restare a mani vuote.---L’attrattività della Serbia include basso costo del lavoro – i salari sono un quinto di quelli italiani e poco più della metà di quelli polacchi -, e la Serbia è ben posizionata con un facile accesso ai porti del Montenegro e via strada all’Ungheria e Romania.


Fisco/contribuenti.it: facebook usato per controllare i contribuenti.
Bozen, oltrepadania. Flussi di cassa bloccati, la Provincia potrebbe congelare i pagamenti
Il Veneto attacca: dopo Cortina, il Fisco faccia controlli in Alto Adige
La 500L made in Serbia sbarca in Europa

Fisco/contribuenti.it: facebook usato per controllare i contribuenti.
ROMA - "Il fisco usa Facebook per controllare i contribuenti". La denuncia arriva da Vittorio Carlomagno Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani a seguito delle numerose segnalazioni pervenute nel mese estivo a Lo Sportello del Contribuente da parte di cittadini ed informa gli utenti che anche l'Agenzia della Entrate, per controllare se le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani corrispondono al loro tenore di vita e per stanare eventuali trasgressori, sta utilizzando Facebook e Twitter.
Una foto di una vacanza in un posto da sogno, con adeguata collocazione in un albergo di lusso, messa su Facebook, può non solo ottenere l'effetto di far morir d'invidia gli amici, ma potrebbe essere utilizzata anche dai funzionari dell'Agenzia delle Entrate per elevare un accertamento induttivo utilizzando lo spesometro o il re! dditometro.
«Certo, avremmo preferito - afferma Vittorio Carlomagno - che il fisco utilizzasse Facebook e Twitter per instaurare un dialogo con i contribuenti, utilizzando strumenti d'avanguardia per rendere un degno servizio di assistenza al cittadino, migliorando la tax compliance, riservando per gli accertamenti, strumenti più efficaci quali l'analisi dei flussi finanziari».
Per tutti gli utenti di Facebook che vogliono difendersi dalle intrusioni ed evitare un uso improprio delle informazioni, Lo Sportello del Contribuente ricorda che è possibile di innalzare i livelli di privacy nella gestione dei profili personali degli utenti ed escludere la visualizzare di dati personali.
CONTRIBUENTI.IT - ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 - 0642828753

Bozen, oltrepadania. Flussi di cassa bloccati, la Provincia potrebbe congelare i pagamenti
La giunta affronta il problema dei tagli al bilancio. Berger: «Procederemo seguendo una lista di priorità»
bilancio
"A partire da ottobre i flussi di cassa potrebbero essere bloccati, vogliamo affrontare la situazione con responsabilità, e gestire i pagamenti secondo una lista di priorità". Così il vicepresidente della Giunta provinciale, Hans Berger, ha commentato il congelamento di alcuni capitoli di spesa del bilancio provinciale provocati dai tagli imposti dal governo nazionale.
L'annuncio era stato fatto da Luis Durnwalder nel corso del tradizionale incontro di metà estate con i media, 24 ore più tardi arriva la conferma al termine della seduta di Giunta i cui lavori sono stati coordinati dal vice-presidente Hans Berger.
"Se la situazione non si modificherà e i tagli di Roma continueranno a "congelare" il bilancio provinciale - ha sottolineato Berger - ad ottobre saremo costretti a bloccare i flussi di cassa per pagare fatture emesse da aziende e privati. Si tratta di una situazione molto difficile, che non dipende dalla nostra volontà, ma che vogliamo comunque affrontare con senso di responsabilità. Non è giusto, infatti, che chi ha giustamente programmato bilanci ed entrate facendo affidamento sui fondi provinciali, debba restare a mani vuote".
In concreto, ha spiegato Hans Berger, "la Giunta lavorerà ad una via di uscita stabilendo una lista di priorità da seguire. Verranno valutate le situazioni di chi può attendere qualche mese per farsi liquidare le somme di propria spettanza, e di chi invece deve essere pagato il prima possibile".
17 agosto 2012

Il Veneto attacca: dopo Cortina, il Fisco faccia controlli in Alto Adige
Il capogruppo del Pdl: è ora che i blitz anti-evasione scattino anche San Candido e Dobbiaco
«Ma perché Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza non vanno anche in Alto Adige? Mi piacerebbe leggere di un blitz anti-evasione anche a San Candido o a Dobbiaco, dove invece sembra che gli evasori non esistano»: a porre la domanda provocatoria è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale veneto Dario Bond dopo la nuova ondata di controlli a Cortina d’Ampezzo.
«Una spiegazione c’è: si evade solo nelle regioni ordinarie - aggiunge ironicamente - nelle regioni a statuto speciale sono tutti più buoni e bravi». Premettendo che l’evasione fiscale «va combattuta con severità», Bond perché «a finire nel mirino siano soprattutto certe zone e non altre. Ho l’impressione che ci siano non solo dei cittadini di serie A e dei cittadini di serie B ma anche dei contribuenti».
Bond si appella ad Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate: «l’Alto Adige deve ai territori di confine 40 milioni di euro che non vuole scucire nonostante ci siano precisi accordi in tal senso - cito quello di Milano del 2009 con cui si blindavano gli statuti di autonomia. È una inadempienza inaccettabile. Per questo - sostiene - chiedo al rigoroso Befera di intervenire, trattenendo la somma all’origine, possibilità che tra l’altro è prevista proprio dalla legge istitutiva del Fondo Brancher. Veda Befera se questa somma può essere già recuperata nelle agenzie locali - conclude - o se magari è necessario fare una bella cartella esattoriale dal controvalore di 40 milioni di euro sicuramente garantita dai beni della Provincia autonoma».

La 500L made in Serbia sbarca in Europa
Il primo treno con 206 modelli prodotti a Kragujevac ha raggiunto il porto di Bar. Gli analisti: pesa la crisi dell’auto
 di Stefano Giantin
BELGRADO. La produzione è iniziata a luglio. E oggi le prime nuove fiammanti “500 L” costruite da Fiat in Serbia sono pronte a entrare nelle concessionarie. O meglio, ci arriveranno presto, dato che il primo treno con 206 automobili prodotte a Kragujevac ha raggiunto il 14 agosto il porto di Bar, in Montenegro, per poi essere trasportate in Italia via nave.
Un buon segno, quello dell’inizio delle esportazioni, per un investimento importante del Lingotto in terra balcanica.
E ottimistici i piani per il 2013: tra 120mila e 180mila auto Fiat realizzate nei Balcani, a seconda delle esigenze del mercato. Ma saranno tutte rose e fiori, per Fiat in Serbia? Una domanda da girare ad alcuni fra i massimi esperti del settore. «Penso che sia importante per la Fiat essere da una parte competitiva rispetto ai costi di produzione, dall’altra capace di proporre nuovi prodotti», come appunto la “500 L” made in Serbia, «guardando ai Paesi che offrono le migliori condizioni per fabbricare le auto», risponde Ferdinand Dudenhoeffer, professore di Economia automobilistica all’università di Duisburg.
«Fiat, inoltre, è molto focalizzata sul mercato italiano e per il brand e per l’azienda potrebbe essere rilevante correre meno rischi globalizzando maggiormente, producendo dunque di più all’estero», aggiunge. Un esempio è quello della Volkswagen, ricorda il professore, «che produce il 30 per cento delle macchine in Cina e in altri Paesi». Meno incoraggiante il quadro dipinto da Carol Thomas, esperto per l’Europa orientale di LMC Automotive, una delle maggiori agenzie mondiali nel campo delle previsioni di vendita del settore auto. «La decisione di investire nell’ex Zastava in Serbia poteva essere in qualche modo logica se le cose fossero andate diversamente sul mercato europeo.
Quando Fiat s’impegnò ad assorbire gli stabilimenti di Kragujevac» nel 2008, le prospettive sul mercato «non erano buone, ma da allora si sono indubbiamente deteriorate», illustra Thomas. Thomas che poi ricorda i motivi dello spostamento del Lingotto nei Balcani: «700 milioni di euro l’investimento di Fiat per modernizzare la fabbrica e per i macchinari, mentre il governo serbo ha fornito altri 200 milioni e promesso infrastrutture, oltre a 10.000 euro per ogni posto di lavoro creato». Altri dettagli sul contratto tra Belgrado e Torino «non sono stati resi pubblici, sollecitando domande sulle ragioni di questa segretezza».
L’attrattività della Serbia «include basso costo del lavoro – i salari sono un quinto di quelli italiani e poco più della metà di quelli polacchi -, e la Serbia è ben posizionata con un facile accesso ai porti del Montenegro e via strada all’Ungheria e Romania».
 Il problema, secondo l’analista, è che «Fiat accresce la capacità di produzione in un momento molto difficile, quando le vendite sono in calo e serviranno anni prima di tornare ai livelli dei decenni precedenti. La maggior parte delle aziende suggeriscono infatti di ridurre al momento la capacità. Al contrario, aprire una fabbrica in Serbia quando quelle italiane diminuiscono la produzione potrebbe dare l’idea di un difetto di sensibilità politica».
E le previsioni per il 2013? «Mi sembrano troppo ottimistiche», aggiunge Dudenhoeffer, vero guru delle analisi sul settore automobilistico, spesso definito in patria “Autopapst” per le previsioni azzeccate. «Il mercato Usa sembra andare meglio, ma abbiamo di recente ridimensionato le nostre previsioni per il 2012-2013. Le vendite della 500 sono state inferiori alle attese (16.700 alla fine di maggio, quando Fiat si aspettava 50.000 entro l’anno)» ma il Lingotto spera che in America la nuova 500 L, «sia accettata con maggior favore perché più grande», gli fa eco Thomas. Che poi conclude: «La debole domanda in Europa non aiuterà, perché il prezzo della 500 L», circa 13mila euro in Serbia, 16mila nel resto d’Europa, difficilmente invoglierà acquirenti «nell’Europa centro-orientale e si dovrà sperare in quella occidentale.
Dopo i dati di luglio, le nostre previsioni però parlano di un calo del 7,3%, crescita anemica nel 2013 (0- 1%). In queste difficili condizioni per la domanda, raggiungere la quota base di 120mila auto per Fiat sarebbe già un buon risultato».



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