venerdì 31 agosto 2012

(1) XXXI.VIII.MMXII/ Una catastrofica estate sotto i padani, che – tra l’altro – non sanno ballare la danza della pioggia; ma a che cazzo serve un padano?===Se ci sarà greggio, bisogna pesare vantaggi e svantaggi e decidere insieme a Croazia e Slovenia.---Qui a Trieste restiamo sotto, ma siamo vicini. E così, nonostante gli attuali 21 centesimi di sconto regionale (14 per il gasolio), sono momenti di “fuga” oltreconfine per il pieno.---Tra gennaio e luglio sono 639.490.925 le ore di cassa integrazione autorizzate per operai e impiegati delle aziende italiane: rispetto ad un anno fa sono aumentate dell'8,8%.---Il ritmo di crescita annuo della disoccupazione giovanile e' triplo rispetto a quello complessivo.---L’immagine è spettrale: le olive sono noccioli ricoperti di buccia, senza polpa.


Clini e il sì al petrolio: «Tutto secondo legge»
Secchi i campi di Puglia ecco i danni della sete
Lavoro: Confartigianato, a luglio Cig +8,8% su anno
Inflazione:Istat, ad agosto risale al 3,2
Istat: disoccupazione luglio ferma a 10,7
Disoccupazione giovani luglio al 35,3%
Ue 17:disoccupazione luglio sale a 11,3%
Trst, oltrepadania. Caro-benzina: è fuga oltreconfine per il pieno

Clini e il sì al petrolio: «Tutto secondo legge»
Il ministro: «Se ci sarà greggio, bisogna pesare vantaggi e svantaggi e decidere insieme a Croazia e Slovenia»
«Abbiamo semplicemente applicato la legge vigente. E l’ok non è alla coltivazione di idrocarburi in Adriatico ma alle sole prospezioni con tecnica air-gun per capire cosa c’è nel sottosuolo: la richiesta, con la normativa attuale, non poteva non essere presa in considerazione, visto che esclude le aree interdette (fino a 5 miglia dalle coste italiane e fino a 12 miglia dal limite esterno delle aree marine protette e di tutte le altre zone sottoposte a tutela, ndr). Anche le amministrazioni locali devono avere consapevolezza del contesto in cui ci si muove: tutti esercitino la loro responsabilità nell’ambito delle leggi, perché non vince chi strilla di più». Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini risponde così «all’insurrezione di Puglia» successiva alla divulgazione da parte dell’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro dell’ok del ministero alle prospezioni alle Isole Tremiti. E si meraviglia della meraviglia dall’assessore.
Ministro, l’assessore è rimasto sorpreso del suo ok alle prospezioni alle Tremiti alla vigilia di Ferragosto, nel periodo in cui la sua presenza in Puglia è stata frequente in relazione alla vicenda Ilva. Insomma, si chiedono in Puglia, poteva dirlo prima che scriverlo...
«Facciamo chiarezza sull’argomento, perché il primo a meravigliarsi della meraviglia sono io. In primo luogo, il ministero ha applicato semplicemente la legge: originariamente i permessi richiesti riguardavano anche aree che in base al decreto legislativo 128 del 2010 dovevano essere escluse. Successivamente, nel gennaio 2011, la società Petroceltic ha ripresentato al ministero dello Sviluppo economico una nuova istanza che esclude le aree interdette: a quel punto la richiesta doveva essere presa in considerazione».
Prendere in considerazione non significa dare l’ok.
«Sicuramente. E infatti l’iter è andato avanti. L’11 aprile del 2011 il ministero ha comunicato a tutte le amministrazioni interessate l’esistenza della richiesta e che ai sensi delle leggi vigenti poteva essere presa in esame. Successivamente, il 10 giugno 2011, la commissione di valutazione di impatto ambientale ha comunicato che le attività potevano essere ammesse esclusivamente per quanto attiene alla ricerca sismica con tecnica air-gun. Che, si badi, non è un ok alla coltivazione di idrocarburi».
Stiamo parlando di una vicenda dello scorso anno.
«Per questo mi meraviglio della meraviglia. In seguito alla decisione della commissione, la Regione Molise ha messo nero su bianco di non essere d’accordo con la valutazione della commissione. Che ha risposto nel novembre 2011 precisando che l’obiezione non era condivisibile perché non inerente al merito: si contestava la coltivazione degli idrocarburi ma l’autorizzazione riguarda solo le ricerche preliminari. Successivamente l’iter si è ripetuto con la Regione Puglia: parere contrario espresso a dicembre 2011, risposta negativa della commissione a marzo con le stesse motivazioni date al Molise».
E come si arriva all’ok di Ferragosto?
«Per me si arriva a maggio, non so perché l’assessore parli di Ferragosto: esaminate e respinte le obiezioni di Molise e Puglia, infatti, anche il ministero dei Beni culturali il 2 maggio scorso ha dato parere favorevole, dopo che il ministero dell’Ambiente lo aveva fatto nel giugno 2011. E quindi a maggio scorso io e il collega Lorenzo Ornaghi abbiamo firmato il parere di compatibilità ambientale che riguarda la sola prospezione geofisica con tecnica air-gun al di fuori delle aree di divieto. Come vede, non capisco la sorpresa dell’assessore: abbiamo mandato il nostro parere, abbiamo risposto formalmente, addirittura a marzo, e la procedura è stata gestita in maniera trasparente e pubblica».
Chiarita la forma, torniamo al contenuto: adesso si può procedere?
«L’autorizzazione finale, dopo il nostro parere di compatibilità, è di competenza del ministero dello Sviluppo economico».
A questo punto sembra evidente che si procederà.
«Dobbiamo rispettare la legge: se ci fosse una legge che vieta le prospezioni comunque e dovunque, bloccheremmo tutto. Ma non c’è. Io ho molto rispetto per le manifestazioni di 10 mila persone, come quella che c’è stata in Puglia nel gennaio scorso, ma questo governo rispetta la legge e quella italiana in materia è molto cautelativa: il limite di 12 miglia, nel Mediterraneo, c’è solo in Italia. Se poi questa legge non va bene, eventualmente si può cambiare. Ma non è compito del governo».
Insomma, tocca al Parlamento. Ma possibile che non si possa fare nient’altro che cambiare le leggi per evitare che si cerchi il petrolio al largo delle Tremiti, e poi a Monopoli e quindi a Otranto?
«Detto che non si poteva non dare l’ok alle prospezioni, dico anche che sull’uso energetico del Mare Adriatico è opportuna una valutazione comune, da Trieste a Otranto coinvolgendo anche Slovenia e Croazia. Se esiste una qualche potenzialità di valorizzazione energetica, questa deve essere oggetto di pianificazione. Perché la valutazione deve essere complessiva e non caso per caso. E la Regione Puglia conosce questa mia posizione».
In che senso?
«Nel senso che quando il presidente del Consiglio regionale pugliese mi ha chiesto la disponibilità per una conferenza internazionale delle regioni adriatiche, ho risposto — lo scorso 11 luglio — che sono assolutamente d’accordo: bisogna capire se ne vale la pena».
Come lo si capisce?
«Fermo restando che le imprese possono investire i loro soldi per esplorare le potenzialità dell’Adriatico, è doveroso che il governo con le Regioni interessate e gli altri Paesi adriatici valutino insieme un eventuale programma di sfruttamento: se c’è il petrolio, occorre capire se la prospettiva dello sfruttamento è di breve durata e se c’è il rischio che i costi superino la valorizzazione della risorsa. Bisogna pesare vantaggi e svantaggi e decidere».
A proposito di decisioni, e cambiando argomento, ieri è stato il quarto giorno di lavoro a Taranto per la commissione ministeriale che si occupa del riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’Ilva. Ci può anticipare qualcosa sull’esito dei lavori?
«Stiamo lavorando e prima della fine del lavoro non faremo considerazioni: a metà settembre sarò di nuovo a Taranto per incontrare anche le associazioni ambientaliste».
Sui parchi minerali, però, l’Arpa si è già espressa: vorrebbe che fossero coperti. Mentre l’Ilva ha fatto capire che paradossalmente sarebbe più facile spostarli che coprirli. Come se ne esce?
«Ho già fatto presente alla Regione che in questa fase in cui l’Arpa è coinvolta nel gruppo di lavoro per la nuova Aia, non è il caso che la stessa Arpa assuma iniziative individuali: è opportuno che faccia il suo lavoro all’interno della procedura. Non si può giocare su due tavoli: dichiarare all’esterno le soluzioni migliori e lavorare all’interno su altre. Se l’Arpa fa parte del gruppo di lavoro partecipa con gli altri. Se ognuno si mette a parlare della situazione che piace di più, abbiamo smesso di lavorare in gruppo».
Michelangelo Borrillo

Secchi i campi di Puglia ecco i danni della sete
di MARCO MANGANO
L’immagine è spettrale: le olive sono noccioli ricoperti di buccia, senza polpa. Il ricorso alle danze della pioggia - che in Puglia si fa attendere da oltre quattro mesi - appare l’ultimo disperato tentativo per gli agricoltori pugliesi: la siccità ha reso i campi regionali molto simili a un deserto. Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri hanno già chiesto il riconoscimento dello stato di calamità. La siccità colpisce la regione in un momento in cui il prezzo del gasolio (alimenta le pompe dei pozzi) tocca livelli da fantascienza. Le aziende soffrono.

EFFETTO DESERFICAZIONE - «In Puglia, negli ultimi 40 anni, si è assistito ad un effetto desertificazione preoccupante con le precipitazioni diminuite da 950 a circa 3-400 mm l’anno. Gli effetti sull’agricoltura regionale - denuncia il presidente della Coldiretti di Puglia, Pietro Salcuni - sono evidenti, considerato che i quantitativi di acqua accumulati negli invasi continuano a registrare una progressiva differenza negativa per la drastica diminuzione di piogge». «La prolungata siccità - spiega - ha vanificato gli investimenti avviati per l’annata agraria di ortaggi e frutta. Oltre a determinare un forte ridimensionamento delle riserve idriche negli invasi e a provocare un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole, causa un’elevata perdita di economia indotta: si registra, infatti, una diminuzione secca delle giornate lavorative offerte dall’ag ricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario. Una boccata d’ossig eno è venuta dalla rassicurazione dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Dario Stefàno, che provvederà ad u n’ulteriore assegnazione di carburante agricolo ad accise agevolata per fare fronte al momento di emergenza. E questa è una misura che sarà estesa anche agli allevatori. Infatti - sottolinea in conclusione il presidente della Coldiretti Puglia - le mucche hanno prodotto in media dal 10 al 20 per cento di latte in meno, con punte che arrivano anche al 50 per cento nei giorni di caldo maggiore».

VENTILATORI NELLE STALLE - Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi: oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte, anche se in soccorso in molte stalle sono scattate le contromisure con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti. Si fa inoltre ricorso a integratori specifici a base di sali di potassio, ma ciò aumenta in misura esponenziale i costi a carico delle imprese.

PREOCCUPAZIONE FRA GLI ULIVI - Il clima negli uliveti pugliesi è di grande rabbia e preoccupazione. «In 25 anni di attività non ricordo una situazione così pesante. In questo momento - afferma Donato Rossi, presidente nazionale di Federolivicola e produttore olivicolo e oleario di Canosa, nella Bat - avremmo dovuto avere u n’oliva formata per i due terzi. Invece, purtroppo, nella maggior parte dell’area pugliese vocata, lo sviluppo non supera la metà: i frutti sono sofferenti. Quello che temiamo è il risultato finale, con un olio dal retrogusto molto prossimo al legno, che potrebbe inficiare la qualità». Ma se, come tutti auspichiamo, dovesse arrivare la pioggia, la situazione sarebbe recuperabile o comunque compromessa?
«Il danno - spiega Rossi - comincia a essere strutturale: la grossa difficoltà è nel mantenimento della vegetazione e della produzione. Se sui nostri oliveti cadesse un po’ d’acqua, in alcune aree dalla capacità elevata di assorbimento, una buona parte del raccolto sarebbe salvabile. Bisogna, però, augurarsi anche il ripristino del microclima e della capacità idrica di campo. Pertanto, la pioggia è auspicabile, ma va accompagnata da una serie di condizioni perché possa rivelarsi efficace. Le olive da tavola sono le più compromesse».

DISASTRO POMODORO - Sono state certificate dall’Ufficio Agricoltura pugliese le gravi ripercussioni determinate dalle alte temperature (punte massime fino a 43,7°) alla coltura del pomodoro da industria per cui l’as - sessorato regionale alle Risorse agroalimentari procederà a richiedere la declaratoria di stato di calamità naturale. «In provincia di Foggia abbiamo registrato un danno di oltre il 50% alle piantagioni medio-tardive e tardive – lamenta Donato Del Mastro, produttore di San Marco in Lamis – che è andato ad aggiungersi al calo del 25% già sulla produzione di luglio. E non finisce qui. Non possiamo non denunciare l’atteggiamento vessatorio di alcune industrie di trasformazione che minacciano di applicare al pomodoro da noi venduto una penale di circa 3 euro al quintale per il mancato rispetto dei quantitativi contrattati. Proprio per questo - sottolinea con rammarico - andava subito accertato il danno subito dalla coltura anche per fronteggiare le speculazioni in atto da parte di alcune industrie di trasformazione».

I NUMERI DEL POMODORO - Il settore si contraddistingue per numeri di tutto rispetto: solo in provincia di Foggia sono 3.500 i produttori che coltivano mediamente 20mila ettari, con una produzione di oltre 17 milioni di quintali, pari ad oltre il 32% della produzione nazionale ed una produzione lorda vendibile regionale di oltre 87 milioni di euro.

ORTAGGI: TONFO DEL 40% - Molto critica la situazione anche per gli ortaggi. «Basti pensare che a Foggia, in particolare nel nostro areale, non piove dal 14 aprile scorso», afferma Pelleg rino Mercuri, imprenditore orticolo di Borgo Cervaro. «Così - spiega - tutte le produzioni hanno subito un calo del 40% per la mancanza di acqua. Si aggiungano le ondate di calore di luglio e agosto che hanno superato i 40 gradi bruciando i fiori di molti ortaggi».

UVA DA TAVOLA: CALO DEL 30% - Parlare di situazione molto pesante per l’uva da tavola non è affatto un’esagerazione. «Il calo produttivo si attesta sul 15-20 per cento nelle province di Bari e Taranto – dice Donato Fanelli, produttore di Conversano, nel Barese - con picchi che raggiungono il 30% in provincia di Foggia. Oltre alla siccità, è stato il gran caldo a piegare in senso stretto le viti con il distaccamento del rachide e la perdita di gran parte del frutto». Per l’uva da vino si stimano cali fino al 15%.

GLI INVASI - Secondo le stime diffuse dalla Coldiretti, rispetto allo scorso anno sarebbero 118 i milioni di metri cubi di acqua in meno negli invasi pugliesi. L’invaso del Locone ha una disponibilità effettiva di 16 milioni di metri cubi, perché la diga non ha il completo collaudo e ciò determina un ridimensionamento della quantità idrica. Al momento l’acqua è garantita fino a settembre con riduzione di portata. Il consorzio dello Stornara e Tara di Taranto, ricevendo acqua dalla Basilicata, può garantire solo un’irrigazione turnata e, quindi, limitata. I consorzi di Arneo e Ugento irrigano dai pozzi.

LE CIFRE DEL CLIMA - L’andamento climatico del 2012 conclude un decennio che è risultato il più bollente negli oltre due secoli di rilevazione, a conferma della tendenza al surriscaldamento che ha fatto sentire gli effetti sui cicli della natura, sulle coltivazioni, sulla fauna marina e terrestre ed in generale sulla produzione «made in Italy».

Lavoro: Confartigianato, a luglio Cig +8,8% su anno
30 Agosto 2012 - 19:14
 (ASCA) - Roma, 30 ago - Mercato del lavoro sempre piu' in crisi. Tra gennaio e luglio sono 639.490.925 le ore di cassa integrazione autorizzate per operai e impiegati delle aziende italiane: rispetto ad un anno fa sono aumentate dell'8,8%. I dati sono resi noti da Confartigianato che ha analizzato la dinamica delle diverse forme di cassa integrazione guadagni per settori produttivi e aree del Paese.
 La cassa integrazione ordinaria, rileva Confartigianato, incide per il 31,5% del totale degli interventi di cassa integrazione, la cassa integrazione straordinaria per il 35,9% e la cassa integrazione in deroga per il 32,6%.
La situazione peggiore riguarda il settore dei servizi, che tra gennaio e luglio 2012 ha fatto registrare un aumento del 32,6% del numero di ore di Cig concesse (pari a 35,7 milioni di ore in piu'), e le costruzioni che nello stesso periodo mostrano un'impennata del 30,5% delle ore autorizzate di cassa integrazione (pari a 18,5 milioni di ore in piu'). In aumento anche l'agricoltura, con 1,3 milioni di ore in piu' (+48,4%). Per l'artigianato, l'aumento e' stato del 6%.
In valori assoluti, e' la Lombardia al primo posto tra le regioni italiane per numero di ore autorizzate di Cig a luglio 2012: 135.644.344. Seguono il Piemonte con 97.424.429 ore di Cig e il Veneto con 50.669.520 ore autorizzate di cassa integrazione.
 Ma e' la Sicilia la regione che, da gennaio a luglio 2012, ha mostrato la crescita maggiore di ore di cassa integrazione: 76,6%. Al secondo posto la Basilicata con il 39,2% in piu' e l'Umbria con un aumento del 37%.
 Per quanto riguarda l'artigianato, le ore di Cig concesse a luglio 2012 sono 50.834.501, pari al 7,9% del totale delle ore autorizzate di cassa integrazione e al 24,3% delle ore di Cassa integrazione in deroga. Nel complesso del periodo compreso tra gennaio 2008 e luglio 2012 il peso dell'artigianato e' dell'8,7%, che sale al 32,9% per la Cassa integrazione in deroga.
 Complessivamente, negli ultimi 12 mesi sono 1.024.659.694 le ore di cassa integrazione autorizzate per il totale di operai e impiegati. La Cig ordinaria (Cigo) incide per il 28,5% sul totale degli interventi di cassa integrazione, la Cig Straordinaria (Cigs) per il 39,0% e la Cig in deroga (Cigd) per il 32,5%. Rispetto ai 12 mesi precedenti la Cig e' in calo dell'1,6% e si evidenzia per l'artigianato la diminuzione piu' intensa, pari al 21,5% in meno. L'industria segue con una diminuzione quasi tre volte inferiore (-6,7%) mentre tutti gli altri rami sono in aumento: l'edilizia sale del 20,9%, il commercio del 32,2%.
 ''In attesa dei dati dell'Istat sull'occupazione - sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli - la nostra analisi mostra la preoccupante situazione del mercato del lavoro italiano. In particolare, l'artigianato, nonostante la crisi che lo attraversa, conferma la minore propensione ad utilizzare lo strumento della cassa integrazione ordinaria, mentre rimane la necessita' di poter disporre di ammortizzatori sociali efficaci e propri del settore come quelli gestiti attraverso il modello degli enti bilaterali''.
com-sen/

Inflazione:Istat, ad agosto risale al 3,2
Spinta da carburanti e trasporti. Prezzi carrello spesa +4,3%
31 agosto, 11:15
(ANSA) - ROMA, 31 AGO - Il tasso d'inflazione annuo ad agosto risale, passando al 3,2% dal 3,1% di luglio. Lo rileva l'Istat nelle stime preliminari, aggiungendo che su base mensile i prezzi sono cresciuti dello 0,4%. La spinta arriva dai rialzi congiunturali di carburanti e trasporti. I prezzi del carrello della spesa (i prodotti acquistati con maggiore frequenza, dal cibo ai carburanti) sono aumentati del 4,3% su base annua, un rialzo superiore al tasso d'inflazione (3,2%) e a quanto registrato a luglio (4%).

Istat: disoccupazione luglio ferma a 10,7
In terzo trimestre senza lavoro a 10,5% massimi da 1999
31 agosto, 10:18
(ANSA) - ROMA, 31 AGO - Il tasso di disoccupazione a luglio resta stabile al 10,7%, lo stesso livello di giugno, il piu' alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Su base annua il tasso e' in rialzo di 2,5 punti. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati, stime provvisorie). Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre 2012 e' al 10,5% (+2,7 punti percentuali su base annua). Si tratta del tasso più alto, in base a confronti tendenziali, dal secondo trimestre del 1999.

Disoccupazione giovani luglio al 35,3%
Istat, ritmo crescita annuo triplo rispetto a tasso complessivo
31 agosto, 10:19
(ANSA) - ROMA, 31 AGO - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a luglio e' salito al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali su giugno e di 7,4 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisorie). Il ritmo di crescita annuo della disoccupazione giovanile e' triplo rispetto a quello complessivo. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618 mila.

Ue 17:disoccupazione luglio sale a 11,3%
Dato piu' alto da nascita euro
31 agosto, 11:22
(ANSA) - ROMA, 31 AGO - Il tasso di disoccupazione dell'eurozona e' di nuovo record a luglio con l'11,3%, il livello piu' alto dalla creazione della moneta unica. Lo ha reso noto Eurostat, che ha rivisto al rialzo il dato di giugno, passato dall'11,2 all'11,3%. Stabile, ma sempre al livello record del 10,4%, il tasso nell'Ue a 27 paesi.

Trst, oltrepadania. Caro-benzina: è fuga oltreconfine per il pieno
La verde si avvicina ai due euro al litro. Nonostante lo sconto regionale in agosto a Trieste c’è stata una flessione delle vendite del 20-25%, mai così alta
di Ferdinando Viola
La “verde”, in certe zone della penisola, ha già sfondato i due euro al litro. Qui a Trieste restiamo sotto, ma siamo vicini. E così, nonostante gli attuali 21 centesimi di sconto regionale (14 per il gasolio), sono momenti di “fuga” oltreconfine per il pieno. «In agosto c’è stata una flessione delle vendite del 20-25%. Certamente si tratta di un mese di ferie, molte persone erano via, ma un calo così in passato non c’era mai stato», osserva Roberto Ambrosetti, presidente triestino della Figisc (Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti). Eppure, rileva a sua volta il presidente regionale della Figisc Mauro di Ilio, questa semmai non è che la goccia: «Le ultime accise del Governo? Poca roba rispetto a dicembre. Non è stata quest’ultima tassazione a far crollare il mercato a Trieste. L’aumento delle accise deciso alla fine dell’anno scorso con il famoso decreto “Salva Italia” è stato devastante». Di Ilio pensa che peggio di così non possa andare e che perciò nei prossimi mesi arrivino quei provvedimenti che la categoria attende da tempo. Magari dopo l’incontro che nelle prossime settimane sarà richiesto a Tondo.
Effettivamente i continui rincari del carburante sembrano avere scadenze precise: sotto le feste o prima delle ferie arriva la mazzata. E quella di Natale è stata particolarmente pesante. Le aliquote su benzina e diesel allora salirono, rispettivamente, di 8,2 ed 11,2 centesimi. A questo si è aggiunta l’Iva (una tassa sulla tassa) al 21% portando così l’aumento definitivo a 9,9 centesimi per la verde e a 13,6 per il gasolio. Ulteriore aumento il 10 agosto scorso: più 4,2 su ogni litro, benzina o diesel, che con l’Iva ha raggiunto i 5,2 centesimi. Aumenti “di solidarietà” per le zone terremotate. Tanto che la benzina è arrivata a due euro.
«A Trieste non ancora - sottolinea Ambrosetti - ma la situazione è lontana dall’avere un prezzo conveniente anche se quello in Slovenia non è poi così basso. Oggi con la regionale siamo mediamente a 1.60 al litro mentre la nazionale è a 1.90 contro 1,58 euro di quella slovena. Peggio per il gasolio con il nazionale a 1.85 e il regionale a 1.70 contro l’1.40 dello sloveno. Molti benzinai fanno sconti, ci rimettono di tasca propria».
Ambrosetti se la prende con il Governo: «Non ha bene chiara la situazione che c’è nell’area triestina e goriziana. In Francia uno dei primi provvedimenti del governo Hollande è stato quello di tagliare parte delle accise per non incidere sulla quotidianità dei cittadini. In Italia succede il contrario. Siamo o no in Europa?»
Di Ilio mette sul banco degli accusati anche i politici regionali: «Il mercato è molto più pesante qui che nelle altre città anche della regione perché viviamo in una zona confinaria. È dal 2008 che andiamo sempre più giù. Grazie alla poca lungimiranza dei politici locali indaffarati in tutt’altre faccende».


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