mercoledì 12 settembre 2012

(1) XII.IX.MMXII/ Le richieste dei rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia riguardo il settore del lavoro sono ritenute "sconcertanti" e destinate a cambiare radicalmente la vita di milioni di persone. Secondo quanto riferiscono i giornali, i tre della troika - i tedeschi Matthias Mors (Ue) e Klaus Masuch (Bce) ed il danese Poul Thomsen (Fmi) - hanno riportato sul tavolo delle trattative la riduzione dell'indennità lavorativa, l'abolizione della settimana di cinque giorni e l'allungamento dell'orario di lavoro, mentre insistono sull'aumento di due anni del limite di età per il pensionamento e l'ulteriore taglio di pensioni e sussidi, anche di quelli al di sotto dei 1.000 euro.


Export, la Puglia vola. Basilicata giù del 30%
Bloccato gasdotto dal mar Caspio all'Italia «Progetto impattante»
L'UNIONE SARDA - Economia: Export, agroalimentare in luce
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Presenze in picchiata: il turismo è all’anno zero
Industria: -7,3% produzione anno
Eurozona: Italia ed Estonia maglie nere della produzione industriale
Eurozona: Eurostat, a luglio produzione industriale +0,6%, su anno -2,3%
Crisi: da Corte tedesca si', ma con condizioni, a Esm
Crisi: Grecia, troika e governo ancora muro contro muro

Export, la Puglia vola. Basilicata giù del 30%
Timori per i fondi Ue
di BEPI MARTELLOTTA
BARI - Un nuovo record per la Puglia, dopo i dati sull’occupazione che hanno visto la Regione prima in Italia nel secondo trimestre dell’anno. Ieri, infatti, la Regione ha reso note le rilevazioni dell’Istat sull’andamento dell’export nei primi sei mesi del 2012: la Puglia, rispetto allo stesso periodo del 2011, ha registrato un incremento dell’11,3%, contro la più modesta crescita del 4,2% a livello nazionale e dello 0,9% nell’Italia meridionale. In termini assoluti, sono volati all’estero beni pari a 4,394 miliardi di euro, a fronte dei 3,949 miliardi del 2011, ovvero 445 milioni di euro. Anche in questo caso la Puglia primeggia: nell’aumento è preceduta solo dalla Sicilia, che porta a casa un eccellente +21,2%. Un trend, invece, esattamente contrario per la Basilicata, dove l’export da gennaio a giugno 2012 è crollato del 30,1%.
Va considerato che l’aumento ha un valore aggiunto: già nel 2011 la Puglia aveva fatto registrare incrementi nell’anno pari al 17,9%, media che con tutta probabilità - visti i dati del primo semestre - sarà superata a fine 2012. Altro dato non di poco conto: aumentano maggiormente le esportazioni nei Paesi extra-Ue (+15,9%) rispetto a quelle nei Paesi europei (+7,8%), segno che le politiche di internalizzazione attuate in questi anni stanno riposizionando i prodotti made in Puglia su nuovi mercati, tra l’altro meno pressati dalla crisi che sta colpendo l’area euro.
Quanto ai settori, la crescita maggiore c’è nei prodotti estrattivi (lapideo innanzitutto), con il 436,5% di aumento, seguiti da macchine e apparecchi (+64,8%), computer ed elettronica (+55,2%) e mezzi di trasporto (+26,4%). Tutti settori, cioé, dove il percorso dell’innovazione e la nascita dei distretti - si pensi alla meccatronica - è da tempo una realtà. Sebbene, nel corso del 2011, anche settori cosidetti maturi, dal tessile-calzaturiero all’abbigliamento, siano riusciti a riposizionarsi all’estero superando i venti di crisi. Colpisce, infine, la perfomance di Taranto: è la provincia più esportatrice di Puglia (+37%); segno che il sistema delle grandi industrie (a cominciare dall’Ilva) va tutelato nel difficile compendio con la sicurezza dell’ambiente e della salute.
«I dati record sulle esportazioni della Puglia sono il risultato delle nostre politiche - rivendica, con orgoglio, il presidente della Regione Nichi Vendola - non abbiamo ottenuto questo risultato con misteriose alchimie, ma semplicemente utilizzando nel modo migliore i fondi strutturali. Senza fondi strutturali oggi non avremmo né 55mila occupati in più (i dati Istat del secondo trimestre), né merci vendute all’estero per un valore di quasi 4,4 miliardi. Per spesa delle risorse comunitarie siamo una regione virtuosa. Abbiamo speso e speso bene». Tesi confortata dall’andamento della spesa comunitaria in Puglia, che ha ottenuto nei giorni scorsi gli elogi del ministro della Coesione Barca. «Per questo siamo molto perplessi - rimarca Vendola - nei confronti di qualsiasi ipotesi di centralizzazione dei fondi europei che anche in questi giorni sembra affascinare qualche esponente del governo nazionale in base al luogo comune che il Sud Italia sia un unico indistinto caso di inefficienza».
Una tesi, questa, sostenuta anche dal capo di gabinetto Davide Pellegrino, che ha illustrato i dati in conferenza stampa assieme all’assessore allo Sviluppo Loredana Capone auspicando, a breve, lo sblocco dei 600 milioni stanziati con delibera Cipe lo scorso 3 agosto proprio nel sostegno alle imprese. «Evocare una nuova riprogrammazione dei fondi - dice Pellegrino - ad un anno dalla chiusura del ciclo 2007-2013 è una follia. Gran parte degli incentivi alle imprese, a cominciare dai consorzi che non beneficiano più degli stanziamenti della “Bassanini”, arriva dai fondi europei. Nel 2009 - ricorda - abbiamo sforato i vincoli del Patto per chiudere il ciclo 2000-2006 e la prima annualità del nuovo ciclo. Nei due anni successivi abbiamo rispettato i vincoli, spendendo tutto ciò che ci era consentito. Ora si faccia chiarezza una volta per tutte: la Puglia spende bene tutto ciò che può entro i limiti delle sanzioni, lo Stato - invece - ha dimostrato gravi carenze nella capacità di spesa. Dunque, che senso ha centralizzare?». «Guai se accadesse. Dal 2009 - sottolinea Capone - la Puglia è la regione che spende di più con i risultati sull’occupazione e sull’export che sono sotto gli occhi di tutti». Tre i capisaldi su cui si è poggiata la politica economica della Regione: competività delle aziende; innovazione e distrettualizzazione; internalizzazione nei paesi extra-Ue. «Cambi di marcia rischierebbero - dice - di far saltare tutto il sistema».

Bloccato gasdotto dal mar Caspio all'Italia «Progetto impattante»
BARI – Il Comitato per la Valutazione d’impatto ambientale (Via) regionale ha espresso parere negativo nella procedura relativa al progetto Tap (Trans-Adriatic pipeline) per la realizzazione di un gasdotto dall’area del Mar Caspio all’Italia. Lo rende noto l’assessore regionale della Puglia alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro. Si tratta di un intervento «fortemente impattante per il territorio – spiega Nicastro – eppure corredato di una documentazione non sufficientemente dettagliata in ordine alle conseguenze che lo stesso avrebbe per il territorio, in relazione alle realtà paesaggistico-ambientali e storico-culturali del Canale d’Otranto e del territorio nel Comune di Melendugno (Lecce), che insieme al comune di Vernole avevano espresso parere sfavorevole all’opera».
Il Comitato Via regionale ha fatto sue le perplessità contenute nei pareri espressi dai Comuni e le osservazioni della Confcommercio di Lecce e dell’associazione Tramontana di Melendugno. La scelta del Comitato è dovuta alla «carente documentazione tecnica – prosegue l’assessore – soprattutto in relazione al terminale di ricezione e riduzione della pressione del gas con capacità prevista di 20 miliardi di metri cubi all’anno e che interessa un’area di 92mila metri quadri», oltre che a «valutazioni non sufficientemente convincenti sulle scelte di localizzazione, di impiego delle tecnologie».
Nicastro fa riferimento in particolare a «rischi di incidente rilevante dell’impianto progettato, l’ipotesi della realizzazione di una centrale termoelettrica a gas a ridosso dell’impianto con le ricadute sul territorio in termini di sicurezza, l’impatto del gasdotto sull'Ecomuseo di Acquarica del Capo e sulla Riserva naturale statale 'Le Cesine', l'attraversamento di zone ricche di Posidonia Oceanica e Cymodocea (piante acquatiche, ndr) oltre che di aree individuate come di nidificazione della tartaruga Caretta caretta».
Infine «le valutazioni espresse dal soggetto presentatore in relazione alla diversificazione delle fonti energetiche in una ottica strategica per il nostro Paese – conclude Nicastro – appaiono in contraddizione sia con le autorizzazioni concesse per le prospezioni sismiche in Adriatico sia con l’attuale situazione della nostra Regione che, proprio in quelle aree, ha degli impianti di produzione energetica da fonti fossili a forte impatto ambientale. Il nuovo impianto si aggiungerebbe agli esistenti con un aumento delle emissioni. Il tutto in una Puglia che ha già dato molto, in termini di diversificazione energetica, con le rinnovabili».

L'UNIONE SARDA - Economia: Export, agroalimentare in luce
12.09.2012
La Sardegna esce dai confini nazionali ma dietro l'export che cresce le contraddizioni non mancano. C'è sì la sorpresa di un settore, come l'agroalimentare, eccellenza dell'economia isolana, che primeggia tra gli scambi commerciali ma a far viaggiare le nostre esportazioni continua a essere l'oro nero. I dati Istat - rielaborati dal Centro studi L'Unione Sarda -certificano per la Sardegna quasi 3 miliardi di euro esportati, tra beni e servizi, nel primo semestre dell'anno, il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo 2011. Segnale positivo, che indica un mercato in movimento, con una crescita delle vendite all'estero che va oltre la media nazionale (4,2%) e contribuisce a reggere il primato delle isole che, col +17,2%, svettano nella classifica. Di questi tre miliardi, però, ben l'85% è opera del petrolio che continua a far la parte del leone.
LO SCENARIO «Il greggio continua a farla da padrone», rileva il direttore del Centro studi Franco Manca, «con una crescita del 12% rispetto ai primi sei mesi 2011». Al contrario subisce invece un calo del 18% la vendita di prodotti e sostanze chimiche, di pari passo alla crisi che soffia all'ombra di industrie e ciminiere. Escludendo le vendite di petrolio e prodotti chimici l'export regionale, pur cresciuto di oltre il 9%, è sempre poca cosa rispetto a quanto importiamo (più di 5 miliardi di euro), tanto da confermare il saldo negativo della bilancia commerciale isolana con un rosso superiore ai 2 miliardi di euro.
PRODOTTI ENDOGENI È l'agroalimentare, dunque, a crescere da 25,9% a 26,5% rispetto al primo semestre 2011 e forse sarà pure opera della nuova “strategia comune” adottata dai produttori di Coldiretti per conquistare mercati remunerativi se buona parte delle vendite si riferisce proprio al latte e ai derivati. Anche i prodotti estratti da cave e miniere hanno buon mercato (da 11,1% a 14,7%), mentre le vendite del settore manifatturiero risentono della crisi, passando dal 63% del 2011 al 56,4% di quest'anno. Come evidenzia il Centro studi si riducono le esportazioni di tessuti, gli articoli di maglieria, le pelli, le calzature, gli articoli in gomma e le materie plastiche, i prodotti della metallurgia, le apparecchiature elettriche. «Gli scambi commerciali - conclude Manca - mettono in luce la crisi che attraversa il sistema industriale regionale. Lo dimostrano i consistenti cali del settore metallurgico che coinvolgono in prevalenza il comparto dell'alluminio ma che toccano anche il settore della chimica. Il ridimensionamento delle esportazioni derivanti da aziende esogene, con l'eccezione dell'industria petrolifera, è verosimile che prosegua anche in futuro».

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Presenze in picchiata: il turismo è all’anno zero
12.09.2012
CARBONIA Il territorio vive una crisi gravissima. Scompaiono i posti di lavoro e scompaiono le industrie su cui si basava l’economia dopo la chiusura dell’attività mineraria. Molti si guardano attorno cercando di ipotizzare cosa ci sarà il futuro. Il turismo, forse. Ma è davvero questa la prospettiva dietro l’angolo? I numeri non sembrano dare troppe speranze. Le presenze nelle strutture ricettive del territorio sono un numero limitatissimo. Erano state appena 41 mila e 500 nel 2010, e appaiono, agli ultimi dati, in diminuzione e comunque rappresentano una quota assolutamente insignificante delle presenze della intera isola, che superano il milione e 500 mila. Né sembrano esserci in questo ambito grosse prospettive. Il problema vero è che mancano le strutture ricettive. Nell’area provinciale sono in attività complessivamente solo 56 strutture ricettive, con appena 2700 posti letto, che rappresentano il due per cento o poco più, della ricettività regionale. E anche il tasso di qualità non appare elevatissimo. Tre alberghi sono classificati con una sola stella, sei con due stelle; 37 sono a tre stelle, 10 a 4 stelle. A questi sono da aggiungere una quarantina di agriturismi, e un pugno di alloggi gestiti imprenditorialmente. Per il resto, ci sono le seconde case. Ma non è certo, sui proventi che arrivano per uno o due mesi, siano essi in nero o alla luce del sole e che rappresentano di fatto l’unico elemento di un ricchezza che potrebbe considerarsi diffusa, che si può fare affidamento per smuovere l’economia. In più, ed è questa la lamentela e l’appunto che i tour operatori hanno sempre rivolto a territorio, sono pressoché assenti strutture di grandi dimensione, in grado di accogliere gruppi organizzati di un volo charter, o comunque di un grande pullman granturismo. Questo significa soprattutto la presenza di un turismo mordi e fuggi, fatto di rare visite della durata di una giornata o anche meno, che non smuovono l’economia e sulle quali non è ipotizzabile pensare di costruire il futuro del territorio. «Anche in questo settore si registrano purtroppo le carenze che in tutti gli ambiti consentono al territorio di crescere – ha commentato Loriana Pitzalis, assessore al turismo –. Il problema vero è che nessuno si è ancora posto il problema di cosa sarà il Sulcis di domani. Così, invece che programmare la crescita, siamo costretti a tempi ricorrenti di portare avanti battaglie per salvare l’esistente. Sul turismo si può puntare pensando a domani. Ma servono, oltre che alberghi e strutture ricettive, strade e collegamenti veloci, servizi nelle spiagge, attività per il dopo sole e mare. Altrimenti il trend di presenze diminuirà ancora».

Industria: -7,3% produzione anno
Contrazione tendenziale ininterrotta da undici mesi
12 settembre, 10:45
(ANSA) - ROMA, 12 SET - La produzione industriale a luglio segna un nuovo calo, scendendo dello 0,2% su giugno (dato destagionalizzato). Su base annua l'indice corretto per gli effetti di calendario resta ampiamente negativo -7,3%, la contrazione a livello tendenziale prosegue ininterrotta da undici mesi. Lo rileva l'Istat.

Eurozona: Italia ed Estonia maglie nere della produzione industriale
12 Settembre 2012 - 11:33
 (ASCA) - Roma, 12 set - L'andamento congiunturale della produzione industriale nell'Eurozona e' risultato a luglio migliore del previsto, si e' registrata un progresso dello 0,6% mentre la stima di consensus degli economisti era per una flessione pari a -0,1%. Italia in controtrend con una flessione pari a -0,2%, ma meglio del consensus (-0,4%).
Medesima flessione per la Spagna (-0,2%), hanno fatto peggio Malta -0,5%,Olanda -0,8%, Slovenia -2,3%.
 Guardando agli andamenti tendenziali della produzione industriale, nell'Eurozona si registra una flessione pari a -2,3%rispetto al corrispondente mese dello scorso anno. Per l'Italia la flessione e' pari a -7,3%, la stessa registrata dall'Estonia, si tratta delle due peggiori performance tra i 17 paesi dell'area euro.
men/

Eurozona: Eurostat, a luglio produzione industriale +0,6%, su anno -2,3%
12 Settembre 2012 - 11:20
 (ASCA) - Roma, 12 set - Nel mese di luglio la produzione industriale nell'Eurozona e ' salita dello 0,6% su base mensile destagionalizzata. Lo comunica Eurostat. Un numero decisamente migliore del consensus degli economisti (-0,1%).
Su base annuale, corretta per i giorni lavorativi, la flessione e' pari a -2,3%.
 Nell'Unione europea, che comprende 27 paesi, la produzione industriale e' salita dell'1,1% su base mensile, mentre su base annuale e' la contrazione e' stata pari a -1,5%.
red/men

Crisi: da Corte tedesca si', ma con condizioni, a Esm
12 settembre, 10:35
(ANSAmed) - BERLINO, 12 SET - I giudici tedeschi hanno dato parere favorevole al Fondo di Salvataggio Europeo, ma ponendo la condizione che il il contributo della Germania sia limitato a 190 miliardi. Subito dopo la sentenza tutti i listini in Europa sono in crescita. In Italia, lo spread tra il Btp decennale e il Bund scende a 343 punti, dopo essere salito fino a 353.Il tasso sul titolo del Tesoro cala al 5,06%.(ANSAmed).

Crisi: Grecia, troika e governo ancora muro contro muro
Difficile raggiungere accordo su pacchetto misure austerita'
12 settembre, 09:59
(ANSAmed) - ATENE, 12 SET - Proseguono in Grecia le difficili trattative fra i rappresentanti della troika (Fmi, Ue e Bce) e il governo ellenico, allo scopo di giungere alla definizione del pacchetto di nuove misure di austerità da 11,5 miliardi per il biennio 2013-2014, considerata dalla troika condizione indispensabile per dare via libera all'assegnazione di una nuova tranche da 31,5 miliardi, gran parte della quale andrà per la ricapitalizzazione delle banche elleniche.
 Le richieste dei rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia riguardo il settore del lavoro sono ritenute "sconcertanti" e destinate a cambiare radicalmente la vita di milioni di persone. Secondo quanto riferiscono i giornali, i tre della troika - i tedeschi Matthias Mors (Ue) e Klaus Masuch (Bce) ed il danese Poul Thomsen (Fmi) - hanno riportato sul tavolo delle trattative la riduzione dell'indennità lavorativa, l'abolizione della settimana di cinque giorni e l'allungamento dell'orario di lavoro, mentre insistono sull'aumento di due anni del limite di età per il pensionamento e l'ulteriore taglio di pensioni e sussidi, anche di quelli al di sotto dei 1.000 euro. Sintomatico della difficoltà delle trattative è il fatto che alla fine dell'incontro del ministro del Lavoro Yannis Vroutsis con la troika, durato più di due ore, il ministro non ha voluto parlare del contenuto delle trattative limitandosi a dire che ci sarà un altro incontro con i tre ispettori. Secondo osservatori politici, i cambiamenti richiesti dai rappresentanti della troika sono cosi' importanti per la società greca che non basterà un nuovo incontro, mentre non escludono che il problema possa essere affrontato dai leader dei tre partiti che sostengono il governo. (ANSAmed).


Nessun commento: