mercoledì 12 settembre 2012

Fratelli d’Italia? Manco compari


Etichettatura delle carni: l'Ue fa un passo indietro
Otto “traditori” italiani ci tolgono la carne doc. Attilio Barbieri
Un’altra picconata alla valorizzazione degli ulivi di Puglia. g.arm.


 Etichettatura delle carni: l'Ue fa un passo indietro
Rischia di saltare l’attuale sistema di etichettatura facoltativo delle carni bovine di qualità. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato, con appena otto voti di scarto, due emendamenti che cancellano il sistema definindolo «non efficace, nè utile». In pratica, troppo costoso e burocratico. Le informazioni che vanno al di là di quanto previsto dall’etichettatura obbligatoria però potranno essere ancora fornite, ma non più sotto il controllo preventivo della Commissione europea ma sotto quello delle autorità nazionali.
 L'Italia protesta  Il voto ha scatenato la protesta «bipartisan» degli europarlamentari italiani e delle associazioni di settore, secondo i quali viene messa in pericolo la qualità delle carni. La Confederazione Italiana Agricolotori parla di «grave passo indietro». Per Coldiretti «viene di fatto impedito di indicare la dicitura “no ogm” a causa degli elevati costi che saranno ora a carico del singolo allevatore che ha scelto di alimentare il proprio bestiame con mangimi non contaminati da biotech». Resta però ancora aperto uno spiraglio: la plenaria infatti non ha approvato il testo finale del provvedimento legislativo, rinviandolo al Consiglio per l’approvazione della versione emendata. Gli emendamenti  Sono stati inseriti nella legislazione per l'identificazione elettronica del bovini, che di fatto rinvia l'obbligatorietà del “chip” di almeno cinque anni, per dare tempo agli allevatori dei paesi meno avanzati di adeguarsi. Secondo la relatrice, la francese Sophie Auconie, serviranno a passare ad un sistema semplificato facoltativo di etichettatura che entrerà in vigore dal primo gennaio 2014. Vibranti le proteste degli europarlamentari. Con la vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, che chiede all’Italia di «continuare la battaglia» in consiglio. Una linea sottoscritta anche da Giommaria Uggias (Idv), mentre  i leghisti Oreste Rossi e Giancarlo Scottà parlano di «disastro» e di «misura assurda, che sicuramente andrà a danneggiare gli allevatori, e gli stessi consorzi», sostenendo che «così facendo, si favoriranno senza dubbio i produttori meno trasparenti e questo alla fine rappresenterà un danno soprattutto per i consumatori europei».




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