domenica 23 settembre 2012

(1) XXIII.IX.MMXII/ Fiat, molte chiacchiere ed una sostanza.===Il Piano prodotti e stabilmenti sara' comunque messo a punto ufficalmente a fine ottobre.


Coldiretti Calabria lancia l'allarme Perso il 23,9% dei terreni coltivabili
Fiat: Fabbrica Italia, a Palazzo Chigi l'ora della verita' dopo 30 mesi in ''altalena''
Corruzione, contribuenti.it: italia + 68% nel 2012, primato europeo.

Coldiretti Calabria lancia l'allarme Perso il 23,9% dei terreni coltivabili
Nell'arco degli ultimi 30 anni la superficie agricola utilizzata è precipitata in Calabria del 23,9% con un picco di quasi il 15% nel solo decennio 1990-2000. Per Coldiretti questa situazione costituisce un problema da affrontare per il delicato equilibrio economico regionale
di FRANCESCO RIDOLFI
CATANZARO - Esordendo con un elogio del Governo e della Giunta regionale che starebbero andando «nella direzione giusta» con «i provvedimenti adottati», la Coldiretti regionale pone tutta l'attenzione su un dato che senza dubbio fa riflettere circa l'evoluzione del sistema produttivo della regione. Nel corso degli ultimi 30 anni, infatti, «la Calabria ha perso il 23,9% della propria Superficie Agricola Utilizzata (SAU), prima tra le regioni del sud e sopra la media nazionale che è del 18,8%. In sostanza, è come se negli ultimi 30 anni - commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria - fosse sparita l’equivalente superficie territoriale dell’intera provincia di Crotone e l’11.5% della superficie dell’intera Calabria». Non va sottovalutato, però, che dall'analisi del dato emerge come nel corso dell'ultimo decennio la riduzione sia stata solo dell'1% mentre la fetta più sostanziosa della riduzione sia concentrata nel ventennio compreso tra il 1990 e il 2010 con una riduzione pari al 16,9%. Se poi andiamo a vedere il rapporto su base decennale il dato più elevato è quello relativo al decennio compreso tra il 1990 e il 2000 in cui si è registrata una riduzione pari ad il 15%.
Per l'esponente regionale di Coldiretti, il dato, che riportiamo in coda in modo completo, desta molta preoccupazione perché «riguardano sia i terreni più fertili che sono stati coperti dal cemento ma anche le aree marginali che sono state abbandonate poiché poco redditizie ed ora sono a rischio degrado per frane e incendi. Se a questo, si aggiungono i parchi eolici dei “palazzinari dell’energia”, che stanno violentando il paesaggio, siamo davanti davvero ad una situazione preoccupante alla quale bisogna porre un argine».
La Coldiretti non perde l'occasione per rimarcare come «lo sviluppo che vogliamo in Calabria, regione agricola e turistica, è strettamente legato al rispetto del territorio alla sua corretta gestione e coinvolge le imprese agricole. Dopotutto il rispetto del paesaggi agrario, è voluto dalla stragrande maggioranza dei cittadini calabresi, che - prosegue ancora Molinaro - evidentemente non ne possono più di assistere a cementificazioni senza freno, con un panorama di capannoni vuoti, una enormità di case, mega insediamenti commerciali e infrastrutture che sono un vero pugno nell’occhio. Il tutto svuota i centri storici di attività commerciali e culturali». La soluzione a questo stato di cose per la Coldiretti Calabria risiede in «maggiori controlli ed in una accentuata responsabilità, così come prima di procedere al finanziamento e costruzione di nuovi capannoni o altri manufatti» sarebbe opportuno «recuperare quelli esistenti che sono inutilizzati».
Sotto questo profilo l'esponente di categoria accoglie con favore «sia il disegno di legge approvato dal governo contro il consumo del suolo che con una serie di misure vuole raggiungere l’obiettivo di limitare la cementificazione sui terreni agricoli», sia «il “quadro territoriale regionale paesaggistico” approvato dalla Giunta Regionale. Gli aspetti fondamentali del ‘Quadro’ sono proprio il rafforzamento ulteriore dei principi di recupero, conservazione e riqualificazione del territorio e del paesaggio, finalizzati ad una crescita sostenibile dei centri urbani, con un sostanziale risparmio di territorio». In conclusione, questi due provvedimenti «vanno nella direzione giusta perché difendono il terreno agricolo dal cemento e valorizzano le funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli ai quali va riconosciuto il giusto reddito», ma è comunque «evidente che i comuni devono fare fino in fondo la loro parte nella redazione degli strumenti urbanistici».
Questi i dati progressivi dal 1982 ad oggi:
Anno 1982  Superficie Agricola Utilizzata   ettari    721.775,95
Anno 1990  Superficie Agricola Utilizzata   ettari    660.933,70
Anno 2000  Superficie Agricola Utilizzata   ettari    554.515,85
Anno 2010  Superficie Agricola Utilizzata   ettari    549.253,64
Variazione % 1982-2000  meno 23,9%
Variazione % 1990-2010 meno 16,9%
Variazione % 2000-2010 meno 1,0%
22 settembre 2012 18:18

Fiat: Fabbrica Italia, a Palazzo Chigi l'ora della verita' dopo 30 mesi in ''altalena''
22 Settembre 2012 - 21:05
Lungo incontro tra Marchionne, Elkann, Monti, Passera e Fornero. Sul tavolo impegni e richieste del gruppo torinese. L'Ad del Lingotto: ''L'azienda sta bene''.
(ASCA) - Roma, 22 set - Incontro-fiume a Palazzo Chigi tra i vertici della Fiat, l'ad Sergio Marchionne e il presidente John Elkann, con il premier Mario Monti e altri membri del suo governo, in primis Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, ed Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Il vertice non pare affatto ''interlocutorio'', come da molti era stato ipotizzato alla vigilia, segno che sono stati messi sul tavolo effettivamente sia gli impegni e i chiarimenti, sia le richieste della Fiat al governo per poter portare avanti il progetto industriale sul territorio nazionale, il piano Fabbrica Italia.

''La Fiat sta bene'', aveva rassicurato in mattinata Marchionne, visto assieme al presidente della Fiat John Elkann all'inaugurazione del nuovo campus dell'Universita' di Torino. A chi gli ha domandato se si auguri l'avvio di una collaborazione proficua con il governo a partire dall'incontro di Roma, Marchionne ha risposto: ''Bisogna fare le cose in ordine. Prima andiamo li'''. ''Un incontro come ne abbiamo avuti altri'', aveva premesso Elkann martedi' sera a Torino, quasi ad anticipare che difficilmente verranno fuori nuovi particolari sui piani Fiat in Italia che in una fase di mercato drammatica come questa, si aggiornano a ''vista'', come ha fatto capire Marchionne nella sua lunga intervista a Repubblica in attesa che ci sia la ripresa. Il Piano prodotti e stabilmenti sara' comunque messo a punto ufficalmente a fine ottobre. Sia Marchionne che Elkann hanno ribadito la loro assunzione di responsabilita' sulla presenza dell'azienda nel paese. Ma l'opinione pubblica, la politica, e ora il governo, chiedono qualcosa di piu', un segno tangibile del futuro impegno dell'azienda nel Paese, l'indicazione di una reazione, un segno di svolta cosi' come e' stata capace di fare negli Usa con Chrysler. E se il piano Fabbrica Italia, con i suoi 20 miliardi di investimenti, e' sepolto, e quindi difficilmente si potra' pretendere un'agenda e una mappa degli impegni, alla piu' importante azienda del Paese si chiedono comunque soluzioni. In questi ultimi anni, la Fiat ha perso terreno in Italia e in Europa, condizionata pesantemente dai risultati italiani dove la Fiat vale grosso modo un terzo delle vendite, e quindi penalizzata piu' dei suoi concorrenti. Allo stesso tempo il Lingotto ha dato prova di una resistenza fuori dal comune. Merito degli utili raccolti fuori dall'Italia, in Brasile in particolare. Ma anche del sistema sociale che ha consentito l'uso massiccio della cassa integrazione. Cosi' mentre altre aziende in Europa ora annunciano chiusure ed esuberi, Fiat con ''almeno uno stabilimento di troppo'', dei cinque attualmente attivi, (Mirafiori-Grugliasco, Cassino, Melfi, Pomigliano e Sevel Val di Sangro) ha continuato a tenere tutto insieme. Per ora. Un prezzo che comunque non puo' essere pagato ancora a lungo e soprattutto, con lo stop deciso negli ultimi mesi al lavoro anche degli enti centrali, che sono il cervello del gruppo, si disegna un'ombra inquietante sullo sviluppo del Lingotto in Italia. Per questo anche la Fiat avra' da chiedere al governo, non tanto incentivi, quanto impegni precisi per la competitivita' e probabilmente per l'auto in sede europea. Ma ecco una breve sintesi dei principali avvenimenti che hanno riguardato la casa automobilistica torinese in Italia a partire dall'annuncio del piano Fabbrica Italia, 30 mesi fa.

- Aprile 2010. L'ad Sergio Marchionne annuncia un piano di investimenti imponente entro il 2014, da 20 miliardi di euro con la previsione di aumentare la produzione di auto in Italia da 600mila a 1,4 milioni di unita'. A Mirafiori (Torino), la produzione sara' aumentata di circa 100 mila vetture, a Melfi di 400 mila e a Pomigliano di 250 mila, mentre a Cassino i volumi saranno quasi quadruplicati. Viene confermata la chiusura di Termini Imerese, mentre alla Sevel saranno prodotti 240 mila veicoli commerciali all'anno.

- Maggio 2010. Si avvia la trattativa sul nuovo contratto per Pomigliano che dovra' consentire l'investimento per la nuova Panda e che segna la divisione tra Fiom contraria e gli altri sindacati metalmeccanici che firmeranno invece i nuovi accordi che consentono piu' flessibilita'.

- Giugno 2010. Si firma l'accordo per Pomigliano, ma la Fiom non ci sta, il successivo referendum dara' via libera all'intesa.

- Luglio 2010. Marchionne annuncia che la L0 (che diverra' poi la 500L) prevista inizialmente a Mirafiori, verra' prodotta in Serbia nello stabilimento di Kragujevac.

- Novembre 2010. Annuncio degli investimenti per Mirafiori all'Unione industriale di Torino. Il piano prevede la creazione di una joint venture tra Chrysler e Fiat per portare a Torino una nuova piattaforma dagli Stati Uniti, che servira' per produrre automobili e SUV di classe superiore per i marchi Jeep e Alfa Romeo (che successivamente diventeranno a marchio Jeep e Fiat).

- Dicembre 2010. Accordo per Mirafiori su modello Pomigliano. ''Un gran bel momento per tutti quelli che hanno faticato per raggiungere un'intesa, ma soprattutto per i lavoratori e per il futuro dello stabilimento'', osserva Marchionne. Nel corso dell'anno la cassa integrazione ha riguardato tutti gli stabilimenti del gruppo in particolar modo Mirafiori e Pomigliano. A fine anno il mercato in Italia segna un calo nelle vendite del 9,2% il piu' duro degli ultimi 14 anni. Le nuove immatricolazioni scendono sotto i 2 milioni a 1,96 milioni. Il gruppo Fiat in Italia nel 2010 ha immatricolato 589 mila vetture per una quota del 30,1%, in calo del 2,7% rispetto all' anno precedente.

- Gennaio 2011. Passa il si' al referendum sul nuovo contratto a Mirafiori. La Fiom non partecipa al voto.

- Febbraio 2011. Viene annunciato l'investimento su Grugliasco, nello stabilimento della ex Bertone. Fiat investira' 500 milioni di euro per la industrializzazione - a partire dal secondo semestre 2011 - di una nuova Maserati del segmento E destinata alla commercializzazione nei mercati internazionali. L'inizio della produzione e' previsto per dicembre 2012 con l'obiettivo di arrivare fino a 50.000 vetture l'anno a regime e di raggiungere gradualmente un organico pari al personale in forza (circa mille unita').

- Maggio 2011. Vince il si' al referendum anche a Grugliasco dove la Fiom ha la maggioranza degli iscritti e dei delegati. - Ottobre 2011. Fiat da' l'addio a Confindustria in polemica contro l'accordo interconfederale sulla rappresentanza sindacale: ''Il nostro e' un addio ufficiale, che parte dal primo gennaio 2012, non facciamo entrate e uscite '', dichiara Marchionne. Marchionne con un'informativa alla Consob annuncia l'addio a Fabbrica Italia, la cui dizione e' scritto ''molti avevano interpretata come un impegno assoluto dell'azienda mentre invece si trattava di una iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l'altro alcun incentivo pubblico''.

- Dicembre 2011. Viene inaugurato il nuovo impianto di Pomigliano, dopo uno stop sostanziale di diversi anni tra cig e ristrutturazione, si prevede che produrra' 260mila nuove Panda. Accordo per il contratto collettivo specifico di lavoro di I livello dei dipendenti Fiat che sostituisce il contratto nazionale dei metalmeccanici, spariscono nel gruppo le Rsu e tornano le Rsa previste dallo statuto dei lavoratori, riservate soltanto ai sindacati che hanno firmato l'accordo, quindi non alla Fiom. Marchionne parla di ''svolta storica''. Nell'anno sono state immatricolate 1.748.143 nuove auto, con un calo del 10,88% rispetto alle 1.961.579 immatricolazioni del 2010. Nell'intero 2011 il gruppo Fiat registra un calo del 13,8% a 515mila vetture dalle precedenti 598mila. La cassa integrazione continua a colpire tutti gli stabilimenti, anche se a Pomigliano grazie al nuovo investimento cominciano le prime riassunzioni, 600 sui circa 4.300 addetti dell'impianto.

- Febbraio 2012. Il numero uno del Lingotto comincia a sottolineare il problema della capacita' produttiva. Si cominciano a discutere i primi ricorsi della Fiom, 61 in tutto, contro la sua esclusione dalle rappresentanze sindacali aziendali, che riguardera' una ventina di sedi giudiziarie e che si risolvera' in una serie di sentenze in contrasto fra loro in parte favorevoli al sindacato e in parte all'azienda.

- Giugno 2012. Per la prima volta la Cig conivolge i circa 5mila addetti degli enti centrali di Mirafiori per la maggior parte impiegati. ''Un pessimo segnale'' commentano i sindacati.

- Luglio 2012. Si annuncia lo stop alle nuove linee di Pomigliano. Il mercato e' in crisi drammatica e non riesce ad assorbire le nuove Panda previste. ''Dopo la chiusura estiva la fabbrica si fermera' per due settimane, dal 20 al 31 agosto. Nei prossimi mesi la situazione sara' oggetto di continuo monitoraggio'', annuncia l'azienda. Si presenta a Torino la nuova 500l che viene prodotta in Serbia grazie anche a un accordo finanziario con il governo locale particolarmente vantaggioso. E Marchionne annuncia: in Italia ''c'e' uno stabilimento di troppo''.

- Agosto 2012. Nei primi otto mesi del 2012 il crollo e' verticale, 1,069 milioni le auto immatricolate in Italia con un calo del 21,4% rispetto ai primi mesi del 2011. Fiat raggiunge quota 290mila auto, con un calo del 20% rispetto ai 363,200 dei primi otto mesi del 2011, anche se la sua quota di mercato si mantiene ferma al 29,6%. La sua performance in Europa viene condizionata pesantemente.

- Settembre 2012. La Fiat diffonde una nota ufficiale: ''Il piano Fabbrica Italia non esiste piu'''. Nuovo massiccio ricorso alla Cig a Melfi e Cassino (la fabbrica della Delta, della Giulietta e della Bravo) ma anche alla Sevel di Val di Sangro, finora unica fabbrica che ha continuato a lavorare a pieno ritmo. rec/eg/mau

Corruzione, contribuenti.it: italia + 68% nel 2012, primato europeo.
ROMA - L'Italia e' il Paese europeo con la più alta corruzione, +68% nei primi 6 mesi del 2012, raggiungendo un giro d'affari di 62MLD di euro all'anno. Lo rileva un'indagine del Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella Di Benedetto" di Krls Network of Business Ethics per Contribuenti.it Magazine dell' Associazione Contribuenti Italiani, che ha elaborato dati economico-statistici dei singoli stati europei. Dopo l'Italia, nella lista nera figurano la Bulgaria con +66%, la Romania con +62%, l'Ungheria con + 55%, la Polonia con +51%, la Slovenia con +46%, il Portogallo con +43%, la Spagna con + 42%, Cipro con +39% e l'Estonia con + 38%. Fanalino di coda la Francia con + 12%, l'Austria con + 12%, la Germania con +10%, il Lussemburgo con + 8%, l'Olanda con +5%, la Norvegia con +1%, la Svezia con -2%, la Norvegia con -5%, chiude la Danimarca con -12! %.
A livello territoriale, in Italia la corruzione è aumentata del +72% nel Nord Est, del +70% nel Centro, del +68% nel Nord Ovest, del +65% nel Sud e del +61% nelle Isole.
"La corruzione e l'equità fiscale sono i principali problemi che affliggono i contribuenti - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - Non si può combattere l'evasione fiscale se non si sradica la corruzione diffusa che si registra nel nostro Paese. La corruzione genera sia un danno diretto all'economia, generando costi insostenibili per le imprese, che un danno indiretto, allontanando quelle straniere dall'investire in Italia".
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

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