di Maristella Massari
TARANTO - L’ennesimo
rinvio della sentenza sul caso dei marò pugliesi Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone, arrivato tre giorni fa dall’India, ha fatto saltare la mosca
al naso del ministro degli Esteri Giulio Terzi che, alla prima (prestigiosa)
occasione utile, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di New York, parlando
dei nostri militari, l’ha definita una situazione di «assoluta inaccettabilità
e inammissibilità». Mai dichiarazioni erano state così esplicite dal numero uno
della Farnesina.
Gli ha fatto eco, se
possibile ancora con maggiore determinazione, il suo braccio destro, il
sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura. «Se non si risolvono le cose -
ha detto sempre a New York il vice ministro -, siamo pronti con una serie di
iniziative a tutto campo, siamo pronti a tutto». Giulio Terzi ha spiegato
all’Assemblea che l’Italia attende con «trepidazione e fiducia» la sentenza
della Corte Suprema dell’India, un Paese che è «una grande democrazia». Per
risolvere la situazione dei marò la carta delle Nazioni Unite è sul tavolo
perché può esserci sempre un momento in cui le controversie tra gli Stati
devono essere valutate in sede Onu. Il titolare della Farnesina ha preferito
non parlare delle possibili iniziative italiane nel caso in cui la situazione
non si dovesse sbloccare. «Si tratterebbe di prendere una decisione collegiale
all’interno del governo - ha spiegato Terzi il quale ha però ribadito di avere
fiducia nella sentenza della Corte Suprema indiana -. D’altra parte – ha
aggiunto – la carta dell’Onu è già stata giocata nell’azione diplomatica negli
ultimi mesi ma è chiaro che molte altre cose si possono fare...».
Solo tre giorni fa
il tribunale dello Stato indiano meridionale del Kerala aveva nuovamente
rinviato di due settimane il processo di primo grado nei confronti dei marò
pugliesi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, prendendo atto che presso la
Corte Suprema di New Delhi è pendente la pubblicazione di una sentenza
riguardante il tema di fondo della giurisdizione da applicare al caso. Dopo
aver ascoltato le ragioni dei legali delle parti, il giudice P.D. Rajan del
tribunale di Kollam ha rinviato la seduta al prossimo 10 ottobre in attesa,
appunto, del pronunciamento della Corte Suprema, al termine di un dibattimento
nella seconda sezione presieduta dal giudice Altamas Kabir.
Il verdetto potrebbe
non giungere prima della prima metà di ottobre. Il nuovo rinvio, dopo quello
accordato il 17 settembre, era largamente atteso dal team della difesa di
Latorre e Girone che si trovano in libertà dietro cauzione a Kochi in Kerala. I
due militari della Marina, in forza al Reggimento San Marco, furono arrestati e
condotti in carcere a metà febbraio scorso dopo essere stati accusati di aver
ucciso due pescatori nel corso di un’azione di difesa del mercantile italiano
«Enrica Lexie» da un attacco pirata.
Dopo l’ennesimo
rinvio della sentenza, sul caso si era espresso anche il capo di Stato maggiore
della Marina, l’ammiraglio di squadra Luigi Binelli Mantelli. Un «atteggiamento
negativo» da parte delle autorità indiane sul caso dei due marò italiani ancora
trattenuti con l’accusa di omicidio «metterebbe in grave discussione l’impiego
di militari all’estero, che devono essere tutelati dalle leggi e dal fatto che
sono organi dello Stato mandati in missione per operare».
29 Settembre 2012
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