mercoledì 10 ottobre 2012

(2) X.X.MMXII/ Numeri reali e concetti pertinenti, mica roba galbanina.===(ASCA) - Roma, 10 ott - Per ripagare gli interessi che peseranno sul debito pubblico, nel 2017 l'Italia dovra' spendere il 14 per cento di tutte le sue entrate fiscali, ma se gli spread dovessero tornare ad aumentare il costo degli interessi salirebbe al 18 per cento. Lo scrive nel suo Global financial stability report il Fondo monetario internazionale.---(ASCA) - Roma, 10 ott - Tra giugno 2011 e giugno 2012 l'Italia ha sofferto una fuga degli investitori esteri a causa dell'intensificarsi della crisi del debito. Il deflusso e' stato di 235 miliardi di euro, l'equivalente del 15 per cento del Pil.---Sul totale delle esportazioni Ue, la quota dell'Italia e' scesa dal 9,4% del 2006 al 9% nel 2011, la Francia' e' scesa dall'11% al 10,1%. La Spagna e' salita dal 5% al 5,3%, la Germania dal 25,6% al 26,5%.

Prod Industriale: economisti, balzo agosto non cambia scenario recessivo
Crisi: Fmi, in 1 anno in Italia fuga investimenti pari a 15% Pil
Federalberghi:cambia turismo in Italia -5,9% italiani +0,9% stranieri
Crisi: Ue, Italia scivola da 7* a 17* posto per accesso credito a Pmi
Ue: dal 2006 crescita zero per produttivita' manifatturiera italiana
Ue: da 2006 quota mercato export Italia scesa a 9%, Germania oltre 26%
Crisi: Fmi, nel 2017 spread costera' a Italia 14% entrate fiscali
Bozen, oltrepadania. Peterlini : «Da Roma un grave attacco all’autonomia»

Prod Industriale: economisti, balzo agosto non cambia scenario recessivo
10 Ottobre 2012 - 12:57
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Il rimbalzo della produzione industriale in agosto +1,7% rispetto a luglio (-0,1%), non cambia lo scenario recessivo dell'economia italiana. E' questa l'analisi degli economisti, che invitano a non sopravvalutare un dato positivo legato a un mese tradizionalmente ''volatile'' e spesso soggetto a successive revisioni al ribasso.
 E' uscito un numero ''superiore alle nostre previsioni (+0,1%), ma non dimentichiamo che le inchieste mensili condotte tra le imprese mostrano'' che la produzione ''viaggia a livelli ancora molto bassi anche se potrebbe aver iniziato a toccare il fondo. Meglio rimanere prudenti. Il dato di agosto potrebbe aprire la porta a una decelerazione nel calo della produzione nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente. Da questo punto si potrebbe aprire alla revisione al rialzo delle nosta stima sul Pil del terzo trimestre attualmente pari a -0,6%'', scrivono Chiara Corsa e Loredana Federico, economiste di Unicredit.
 Sulla stessa lunghezza d'onda Fabio Fois, economista di Barclays, ''i numeri di agosto, superiori alle nostre previsioni (+0,6%) vanno presi con le molle e saranno probabilmente controbilanciati dai quelli sulla produzione di settembre che potrebbe registrare una flessione pari a -1,4%.
Continuiamo a ritenere suscettibile di revisione al ribasso la nostra stima sul Pil del 3* trimestre ora posta a -0,3%, i nostri modelli anticipano gia' una contrazione pari a -0,4%''.
 Su base annuale, la produzione industriale, corretta per gli effetti di calendario, resta ancora sottozero con una flessione pari a -5,2%.
men/

Crisi: Fmi, in 1 anno in Italia fuga investimenti pari a 15% Pil
10 Ottobre 2012 - 10:48
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Tra giugno 2011 e giugno 2012 l'Italia ha sofferto una fuga degli investitori esteri a causa dell'intensificarsi della crisi del debito. Il deflusso e' stato di 235 miliardi di euro, l'equivalente del 15 per cento del Pil. Lo rivela il Fondo Monetario Internazionale nel Global Financial Stability Report, secondo cui la fuga di capitali ha colpito anche la Spagna. L'economia iberica ha perso 296 miliardi, pari al 27% del Pil del Paese.
 ''L'intensificazione della crisi si e' manifestata in deflussi di capitali dalla periferia verso il centro (dell'area euro) con dinamiche che tipicamente si associano a crisi valutarie e bruschi blocchi degli investimenti - si legge nella relazione -. Sia la Spagna che l'Italia hanno sofferto massicci deflussi di capitali nei 12 mesi conclusi a giugno: dell'ordine dei 296 miliardi di euro per la Spagna, ossia il 27 per cento del Pil, e di 235 miliardi di euro per l'Italia, il 15 per cento del Pil''.
rba/sam/rob

Federalberghi:cambia turismo in Italia -5,9% italiani +0,9% stranieri
10 Ottobre 2012 - 13:02
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Cambia il turismo nel Belpaese, e' e' allarme sul fronte dell'occupazione. Nei primi nove mesi dell'anno le presenze alberghiere registrano una variazione negativa del 2,8% tra italiani e stranieri. Ma il marcato calo delle presenze alberghiere registrate nei primi nove mesi degli italiani (rispetto allo stesso periodo del 2011) pari ad un -5,9% e' parzialmente compensato da una crescita degli stranieri, pari ad un modesto +0,9% di pernottamenti (rispetto allo stesso periodo del 2011).
Nel dettaglio il mese di luglio ha visto (rispetto al luglio 2011) una caduta complessiva del 5% di pernottamenti alberghieri, composta dal -8,9% di italiani ed +0,2% di stranieri.
Il mese di agosto ha visto (rispetto all'agosto 2011) una flessione complessiva dell'1,1% di pernottamenti alberghieri, composta dal -3% di italiani e dal +2,1% di stranieri.
Il mese di settembre ha registrato invece sempre rispetto a un anno prima, una flessione complessiva del 3,5% di pernottamenti alberghieri, di cui si registra una flessione del 7,5% di italiani e dello 0,1% di stranieri.
Il trimestre luglio/settembre ha pertanto segnato un -6,2% di italiani ed un +0,6% di stranieri.
Sul fronte dei collaboratori alberghieri si evidenzia purtroppo anche per loro un calo generalizzato del -2,7% (rispetto agli stessi primi nove mesi del 2011), con una flessione del 2,9% per i lavoratori a tempo indeterminato ed un parallelo decremento del 2,4% per i lavoratori a tempo determinato.
com-ram

Crisi: Ue, Italia scivola da 7* a 17* posto per accesso credito a Pmi
10 Ottobre 2012 - 13:52
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Dal 2009 al 2011 ''l'accesso al credito bancario si e' deteriorato in oltre la meta' degli stati membri dell'Unione europea'', lo scrive la Commissione Ue nel rapporto sulla competitivita'.
 Bruxelles ha sviluppato un indicatore, che da 0 (la peggiore situazione) a 1 (la migliore situazione) misura il grado di difficolta' delle Pmi (Piccole e medie imprese) nell'ottenere prestiti.
 L'accesso al credito resta relativamente facile in Finlandia (al 1* posto sui 27 paesi membri della Ue), in Lettonia, Svezia, Polonia e Austria. Buona anche la posizione della Germania (al 5* posto). ''La situazione rimane relativamente difficile o deteriorata in Italia (17* posto nel 2011, nel 2009 era al 7*, in un triennio l'indicatore e' sceso da quasi 0,7 a poco sopra lo 0,5), in Francia (19*), Olanda (20*),Ungheria (21*), Regno Unito (22*) e Spagna (23*). Peggio di tutti stanno le imprese della Grecia, ultima in classifica, dove l'indicatore di accesso al credito e' precipitato da 0,5 a 0,15.
 Dal 2009 al 2011, l'indicatore di accesso al credito per l'intera Ue e' invece rimasto stabile intorno allo 0,55.
 Soprattutto, e questo incide sulla competitivita' dal lato del funding, ''i differenziali dei tassi di interesse per i prestiti corporate si sono allargati considerevolmente nell'area euro riflettendo i problemi sul debito sovrano.
Allo stesso tempo attivare forme di finanziamento alternative (bond, venture capital) e' diventato molto piu' difficile per le imprese'' e' scritto nel rapporto.
men/

Ue: dal 2006 crescita zero per produttivita' manifatturiera italiana
10 Ottobre 2012 - 14:54
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Dal 2006 al 2011 crescita zero per la produttivita' del settore manifatturiero in Italia. Sono i numeri del rapporto sulla competitivita' pubblicato dall'Unione europea.
 Tra i 27 paesi membri dell'unione, il settore manifatturiero tricolore figura al 25* posto per crescita della produttiva', con il relativo numero indice rimasto a quota 100, cioe' dove era nel 2006.
 Le migliori performance in Lettonia dove la produttivita' e' salita, dal 2006 al 2011, di oltre il 50%, Slovacchia, Irlanda, Lituania, Spagna, Spagna, Estonia.
 La Germania (22* posto) e la Francia (24* posto) hanno comunque registrato aumentati, seppur molto contenuti, della produttivita'.
men/

Ue: da 2006 quota mercato export Italia scesa a 9%, Germania oltre 26%
10 Ottobre 2012 - 15:04
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Esclusa l'energia, dal 2006 al 2011 l'Unione europea ha mantenuto una quota di circa il 20% sull'export globale. Sul totale dell'export dell'Unione europea, ''Germania, Olanda, Polonia e Spagna hanno aumentato il loro peso, in declino Francia, Italia, Regno Unito e Irlanda'', e' quanto scrive la Ue nel rapporto dedicato alla competitivita' nell'Unione europea.
 Sul totale delle esportazioni Ue, la quota dell'Italia e' scesa dal 9,4% del 2006 al 9% nel 2011, la Francia' e' scesa dall'11% al 10,1%. La Spagna e' salita dal 5% al 5,3%, la Germania dal 25,6% al 26,5%.
men/

Crisi: Fmi, nel 2017 spread costera' a Italia 14% entrate fiscali
10 Ottobre 2012 - 10:52
 (ASCA) - Roma, 10 ott - Per ripagare gli interessi che peseranno sul debito pubblico, nel 2017 l'Italia dovra' spendere il 14 per cento di tutte le sue entrate fiscali, ma se gli spread dovessero tornare ad aumentare il costo degli interessi salirebbe al 18 per cento. Lo scrive nel suo Global financial stability report il Fondo monetario internazionale.
rba/sam/bra

Bozen, oltrepadania. Peterlini : «Da Roma un grave attacco all’autonomia»
Il senatore Svp attacca il Governo per l’introduzione della “clausola di supremazia” Stato-Regioni
«Da Roma soffia un vento freddo e centralistico, che non si esprime solo nei tagli finanziari». A dichiararlo è il senatore della Svp Oskar Peterlini che ritiene allarmante il disegno di legge costituzionale approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. «Con questo ddl si compie un grave passo indietro e si annientano quei timidi approcci federalisti che prevedeva la riforma costituzionale del Titolo V del 2001». Il disegno di legge costituzionale approvato ieri dal Consiglio dei ministri introduce la cosiddetta clausola di supremazia dello Stato nei confronti delle Regioni, che secondo Peterlini va ben oltre il cosiddetto "interesse nazionale" previsto in passato e presente in gran parte degli ordinamenti federali. Si inseriranno nel campo della legislazione esclusiva dello Stato alcune materie che erano precedentemente assegnate alla legislazione concorrente: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la disciplina dell’istruzione, il commercio con l’estero, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia.



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