mercoledì 10 ottobre 2012

(3) X.X.MMXII/ Scambi di favori

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Come mai dall’isola scappano i colossi dell’agro-alimentare? 
Irpef-Iva, Confesercenti: “Scambio favorevole alle famiglie? No, è una “mazzata” da 1,5 miliardi di euro mascherata da taglio”
Avanti per allargamento Ue, Albania promossa con riserva

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Come mai dall’isola scappano i colossi dell’agro-alimentare?
10.10.2012
SASSARI «Se le cose sono così semplici come le descrive Mario Catania, perché colossi dell'alimentare del calibro di Galbani e Locatelli sono andati via dall'isola?». A sollevare l'interrogativo è Nino Mura. Imprenditore di lunga esperienza, a Buddusò guida la Sarda Formaggi, uno dei maggiori caseifici privati. «Al convegno di Olbia c'ero anch'io, avrei dovuto prendere la parola ma non è stato possibile _ spiega l'industriale, che è anche il presidente del Consorzio per il pecorino sardo _ E adesso ne approfitto per replicare: se nell'isola dall'oggi al domani si smettesse di produrre romano, le pecore scenderebbero da quasi 3 milioni a 800mila. Possibile che non si capisca che non possiamo pagare un prezzo più alto di quello di oggi?». Perché no? «Non è questione di poco o molto: paghiamo in corrispondenza a ciò che realizziamo. E oggi non ci sono margini al momento della vendita». Come mai? «Al di fuori dei Dop, gli altri nostri formaggi sono figli di nessuno. Perché il toscano, con appena 7-8mila quintali annui, riesce a ottenere accesso ai bandi Agea, l'Agenzia per la gestione agricola, mentre il romano non ci arriva mai? Perché la politica non ci sostiene e così i soldi arrivano ad altre regioni». Eppure il ministro insiste, e anche le organizzazioni agricole. «E io sostengo che non si deve parlare con superficialità. Noi caseari lavoriamo solo una parte del latte. Tutto l'altro, la parte più consistente, lo trattano le coop. E loro? Pagano meglio di noi? Non credo». Come replica all'accusa di non diversificare i prodotti? «In Sardegna ci sono 40-45 privati e ancora più coop. Siamo tutti così poco illuminati da non aver visto questa possibilità? Abbiamo ancora l'anello al naso? No. La realtà è ben diversa: se non si diversificano di più i prodotti, è perché abbiamo comunque difficoltà a piazzarli sul mercato. La verità è che non si può fare meglio di quel che facciamo già oggi». Ne è proprio sicuro? «Lo sono a tal punto che ripropongo la domanda iniziale: perché grandi gruppi che fatturano miliardi hanno lasciato l'isola dopo averci lavorato anziché profittare a fondo della più importante realtà dell'ovicaprino e guadagnarci su? Glielo dico io: qui non facevano utili». (pgp)

Irpef-Iva, Confesercenti: “Scambio favorevole alle famiglie? No, è una “mazzata” da 1,5 miliardi di euro mascherata da taglio”
“Lo scambio tra taglio delle aliquote Irpef e aumento dell’aliquota IVA non è un favore alle famiglie. Anzi, è un’altra inaccettabile “mazzata” da circa 1,5 miliardi di euro mascherata da taglio della pressione fiscale”.
Commenta così Confesercenti, in una nota, gli interventi fiscali varati dall’Esecutivo ieri con la legge di stabilità.“Siamo perfettamente d’accordo sulla necessità di tagliare l’Irpef”, continua la nota, “ma lo scambio operato dall’esecutivo non è nemmeno alla pari: l’aumento delle due aliquote Iva dovrebbe generare un gettito d circa 6,5 miliardi di euro; un dato ben superiore al costo della riduzione delle due aliquote Irpef, che è intorno ai 5 miliardi”.
“In sostanza se, da un lato, le famiglie potrebbero ‘beneficiare’ in media di circa 200 euro dal taglio Irpef, dall’altro, a parità di consumi, dovranno sborsarne 264 in più in virtù dell’aumento IVA”.
“Un aumento di tasse netto di 64 euro a nucleo familiare con conseguenze ancora più negative sulla deriva già preoccupante dei consumi. Inoltre questo scambio ineguale sarà del tutto in perdita per quegli strati sociali più poveri che già ora sono esenti dall’Irpef: per loro la prospettiva è una sola, ovvero pagare per intero l’aumento dell’Iva. La manovra approvata ieri, poi, crea ulteriori forti dubbi: ad esempio sul capitolo detrazioni e sugli effetti delle limitazioni preannunciate, per non parlare dell’estensione dell’Irpef a pensioni di guerra e di invalidità. Insomma la leva fiscale funziona sempre all’insù, anche quando pare il contrario”.

Avanti per allargamento Ue, Albania promossa con riserva
Verso intesa associazione con Kosovo, bocciate Serbia e Turchia
10 ottobre, 17:43
BRUXELLES - L'Unione europea non chiude la porta all'ingresso di nuovi Paesi, nonostante la crisi e le grandi sfide per il futuro. Il segnale arriva oggi da Bruxelles, soprattutto in direzione dei Balcani occidentali e in particolare dell'Albania, che ha le carte in regola per diventare il prossimo Paese candidato all'adesione, a patto che porti a termine alcune riforme. Sostanziali bocciature sono arrivare a Serbia, Turchia e Bosnia-Erzegovina, mentre e' stata data luce verde a un futuro accordo di associazione con il Kosovo, al proseguimento dei negoziati con il Montenegro e, per l'ennesima volta, alle trattative con la Macedonia.
''L'allargamento - ha detto il commissario Ue responsabile del dossier, Stefan Fule - risponde alla legittima aspirazione della popolazione del nostro continente di riunirsi in un progetto democratico comune''. In gioco, ha agiunto, c'e' la stessa ''credibilita' '' dell'Ue. A fare il punto della situazione e' l'ultimo rapporto della Commissione Ue sull'allargamento, la pagella annuale sui Paesi candidati e potenziali candidati all'adesione.
- ALBANIA. Promossa anche se non a pieni voti da Bruxelles, che raccomanda al Consiglio Ue di concedere lo status di Paese candidato all'adesione una volta fatti i necessari progressi nel campo della giustizia, della pubblica amministrazione e delle regole parlamentari. Per l'apertura dei negoziati servira' lavorare sulle priorita' gia' individuate e il test cruciale saranno le elezioni parlamentari del 2013.
- MACEDONIA. Bruxelles chiede di aprire i negoziati di adesione per la quarta volta consecutiva. La novita' e' che l'esecutivo europeo preme perche' si trovi una soluzione alla questione del nome del Paese, al centro di una disputa con la Grecia, nella fase iniziale dei negoziati, invece di bloccarne l'avvio.
- KOSOVO. Promosso, visto che una volta soddisfatte priorita' a breve termine non ci sono ostacoli legali ad un accordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con l'Ue, l'anticamera del processo di adesione. Spagna, Grecia, Romania, Cipro e Slovacchia ancora non lo riconoscono. L'integrazione europea e' legata alla normalizzazione delle relazioni con la Serbia.
- MONTENEGRO. Prosegue la prima fase di ''screening' dei capitoli dei negoziati aperti nel giugno scorso, che dovrebbe chiudersi a giugno 2013.
- SERBIA. Dopo la conquista dello status di Paese candidato nel marzo scorso, Belgrado deve ora incassare una bocciatura per il 'no' all'avvio dei negoziati di adesione. Il suo destino e' legato a quello di Pristina e non andra' avanti nell'integrazione europea fino a quando non avra' fatto progressi significativi nelle relazioni con il Kosovo''.
- TURCHIA: Cresce la preoccupazione di Bruxelles per il rispetto delle liberta' fondamentali da parte di Ankara anche se la Commissione Ue preme per il riavvio dei negoziati di adesione, bloccati ''a causa della mancanza di consenso fra gli Stati membri'', Cipro e Francia in primis. Bruxelles, preoccupata anche per le dichiarazioni e minacce di Ankara nei confronti di Nicosia, chiede il pieno rispetto della presidenza di turno cipriota Ue.
- BOSNIA. Il Paese potenziale candidato presenta ''limitati progressi'' per i criteri politici e il dialogo di alto livello condotto da Bruxelles con i leader politici bosniaci ''rimane al di sotto delle aspettative''.
- ISLANDA: I negoziati vanno avanti anche se internamente l'adesione all'Ue e' ancora oggetto di dibattito.
- CROAZIA. Dopo le ratifiche del trattato di adesione, entra nell'Ue da luglio 2013, ma deve compiere gli ultimi sforzi nelle aree di concorrenza, giustizia e diritti fondamentali.



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