lunedì 1 ottobre 2012

(3) I.X.MMXII/ Il problema fondamentale dell’aspirante imprenditore e’ avere in saccocia il primo cliente, quello che ti da’ il fiato per andare avanti, il resto son problemucci e chiacchiere da un euro. L’alternativa e’ avere un capitale sociale significativo. Niente di diverso.


L'UNIONE SARDA - Economia: Mercato in continua apnea che vuole e cerca ossigeno
Energia: in Sardegna il 18% proviene da fonti rinnovabili
Crisi: Serbia, da oggi aumento Iva da 18% al 20%

L'UNIONE SARDA - Economia: Mercato in continua apnea che vuole e cerca ossigeno
01.10.2012
L'Italia non è un Paese per giovani e neppure è fatto di giovani. Partiamo dal dato demografico (elaborazione Centro Studi L'Unione Sarda su dati Istat). Gli over sessantacinquenni rappresentano una porzione della popolazione sempre più rilevante: a inizio 2012 corrispondono al 20,6% dei residenti in Italia e al 19,9% dei residenti in Sardegna. Viceversa i giovani sono sempre meno. Appena il 14% degli italiani e il 12,2% dei sardi ha meno di 15 anni. Quest'ultima percentuale è in continuo calo rispetto agli anni precedenti, mentre il dato nazionale risulta pressoché stabile dal 2008. È in diminuzione anche la parte della popolazione definita attiva. Coloro che hanno un'età compresa tra 15 e 64 anni: in Sardegna rappresentano, nel 2012, il 67,9% dell'intera popolazione regionale, nel 2008 arrivavano al 69,1%. In Italia sono il 65,3% nell'anno in corso, 4 anni prima erano il 65,9%. Il nostro è un Paese per vecchi che sta facendo scontare ai giovani il prezzo della crisi e di politiche sbagliate. I dati sulla disoccupazione, specie giovanili, sono lì a ricordarlo trimestre su trimestre. Continuerà così, disse un anno fa un attento osservatore, fino a quando le politiche per i giovani verranno decise senza la presenza di giovani nei luoghi dove si pensano quelle politiche. A livello nazionale, ovvio, ma anche a livello locale. Scommettere sui giovani, ascoltare la loro voce, recepire le indicazioni che arrivano da un mondo in continuo fermento, che sa fare della digitalizzazione e della tecnologia il proprio punto di forza, è quanto mai urgente se è vero, come emerso dall'ultimo dossier dell'Istat che nella fascia tra i 18 e i 29 anni continuano a crescere i “neet”, un esercito di uomini e donne che non studiano, non lavorano né fanno stage: sono oltre 2 milioni. In questo quadro, i provvedimenti che il Governo adotterà giovedì per il sostegno alle start-up (imprese innovative), per la diffusione della banda larga e per l'annullamento del digital divide non potranno che favorire un mercato storicamente non allineato con quelli dei Paesi Ue ed extra Ue. Ma le norme una volta scritte vanno rafforzate e, se necessario, completate per essere adattate al meglio a una società in continua evoluzione. E soprattutto in questa fase è necessario intensificare gli sforzi normativi. Prendiamo il caso delle Srl a un euro. Va bene la misura, ma nella pratica, denunciano i diretti interessati e i consulenti, le criticità vanno oltre l'euro, sia a livello di costi che di praticabilità del provvedimento. A chi giova convincere un giovane che può mettere su un'attività con un euro, in maniera semplice e senza fatica, se poi, sulla pratica, si deve scontrare con 1000 difficoltà e un iter lungo un chilometro? Al danno (la mancanza di lavoro) si aggiunge la beffa. Questa misura, per esempio, sarà ancora più utile se accompagnata dalla defiscalizzazione per gli investimenti dei giovani in nuove imprese. E utile sarà anche un diverso regime di tassazione, magari “a tempo”, perché lo scoglio maggiore per le giovani imprese è la sopravvivenza nei primi anni di vita. L'eccesso di tassazione e una burocrazia che straborda sono un freno per la capacità di fare impresa. Tarpano le ali dell'ingegno e prima ancora dell'iniziativa. Emanuela Zoncu

Energia: in Sardegna il 18% proviene da fonti rinnovabili
Apre conferenza del mediterraneo su generazione e distribuzione
01 ottobre, 15:21
(ANSAmed) - CAGLIARI, 1 OTT - In Sardegna il 18% dell'energia proviene da fonti rinnovabili mentre la produzione elettrica nell'isola per l'82% arriva da produzioni termoelettriche. Sono alcuni dei dati emersi nell'ottava edizione della ''Conferenza del Mediterraneo su generazione, trasmissione, distribuzione e conversione dell'energia'', i cui lavori si sono aperti oggi a Cagliari e proseguiranno sino a mercoledi' prossimo.
 Eolico, biomasse e fotovoltaico - e' stato sottolineato - per un futuro con meno costi economici ed inquinamento ambientale.
Lo staff del Dipartimento energia elettrica ed elettronica, della facolta' di Ingegneria di Cagliari (Diie) ha elaborato un prospetto che evidenzia i dati di consumo e provenienza dell'energia elettrica nell'isola. Sul 18% di rinnovabili la parte del leone e' dell'eolico con l'8%, seguito dalle bioenergie con il 5%, e dalle energie idroelettrica e fotovoltaica entrambe al 3%.
 La Conferenza coniuga ricerca scientifica, analisi di mercato e energie rinnovabili. ''Siamo al lavoro anche sulle reti intelligenti, indispensabili per ragionare sull'integrazione delle energie rinnovabili, in un percorso che conduca alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica'' ha spiegato il direttore della scuola di dottorato in Ingegneria industriale, Fabrizio Pilo. Il Dipartimento opera su energie ricavabili da biomasse, eolico e mini eolico, fotovoltaico. Inoltre, i ricercatori cagliaritani - con gli studiosi di Enel, universita' di Padova e 2/a universita' di Napoli - sono impegnati sul progetto Atlantide che, finanziato dal ministero per lo Sviluppo economico, si occupa di reti ''intelligenti'', energia pulita e fonti rinnovabili.
 La Conferenza e' coordinata dal Diie, diretto da Giuseppe Mazzarella, e fra i relatori che parleranno nei tre giorni alcuni dei principali esperti in ambito mondiale. (ANSAmed).

Crisi: Serbia, da oggi aumento Iva da 18% al 20%
Ma resta invariata all'8% per generi di prima necessita'
01 ottobre, 15:22
(ANSAmed) - BELGRADO, 1 OTT - In Serbia e' scattato oggi l'aumento di due punti dell'Iva, che passa dal 18 al 20% con il relativo aumento dei prezzi per tutta una serie di beni e prodotti, compresi carburanti e sigarette. L'Iva restera' invece invariata all'8% per i generi alimentari di prima necessita'.
 L'incremento dell'Iva fa parte del pacchetto di misure di austerita' varato dal nuovo governo di Belgrado con l'obiettivo di risanare l'economia e ridurre il deficit di bilancio.
 Il premier socialista Ivica Dacic, in una intervista nel fine settimana al quotidiano Vecernje Novosti, ha sottolineato che tutti gli sforzi del governo sono diretti in primo luogo a contrastare il continuo deterioramento della situazione economica e finanziaria della Serbia, dove oltre all'aumento del deficit, si registra un preoccupante incremento del debito pubblico, dell'inflazione, della disoccupazione, a fronte di un calo nell'afflusso di investimenti esteri.
 Senza il risanamento economico non sara' possibile raggiungere ogni altro obiettivo, a cominciare dalle riforme interne e dall'integrazione nella Ue - ha osservato Dacic. ''Noi vogliamo cominciare il negoziato di adesione all'Unione il piu' presto possibile, ma non sara' la fine del mondo se la decisione verra' presa a giugno o a dicembre del prossimo anno'', ha detto il premier. (ANSAmed)



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