L'UNIONE SARDA - Economia: Mercato in continua
apnea che vuole e cerca ossigeno
Energia: in Sardegna il 18% proviene da fonti
rinnovabili
Crisi: Serbia, da oggi aumento Iva da 18% al
20%
L'UNIONE SARDA - Economia: Mercato in continua
apnea che vuole e cerca ossigeno
01.10.2012
L'Italia non è un
Paese per giovani e neppure è fatto di giovani. Partiamo dal dato demografico
(elaborazione Centro Studi L'Unione Sarda su dati Istat). Gli over
sessantacinquenni rappresentano una porzione della popolazione sempre più
rilevante: a inizio 2012 corrispondono al 20,6% dei residenti in Italia e al
19,9% dei residenti in Sardegna. Viceversa i giovani sono sempre meno. Appena
il 14% degli italiani e il 12,2% dei sardi ha meno di 15 anni. Quest'ultima
percentuale è in continuo calo rispetto agli anni precedenti, mentre il dato
nazionale risulta pressoché stabile dal 2008. È in diminuzione anche la parte
della popolazione definita attiva. Coloro che hanno un'età compresa tra 15 e 64
anni: in Sardegna rappresentano, nel 2012, il 67,9% dell'intera popolazione
regionale, nel 2008 arrivavano al 69,1%. In Italia sono il 65,3% nell'anno in
corso, 4 anni prima erano il 65,9%. Il nostro è un Paese per vecchi che sta
facendo scontare ai giovani il prezzo della crisi e di politiche sbagliate. I
dati sulla disoccupazione, specie giovanili, sono lì a ricordarlo trimestre su
trimestre. Continuerà così, disse un anno fa un attento osservatore, fino a
quando le politiche per i giovani verranno decise senza la presenza di giovani
nei luoghi dove si pensano quelle politiche. A livello nazionale, ovvio, ma
anche a livello locale. Scommettere sui giovani, ascoltare la loro voce,
recepire le indicazioni che arrivano da un mondo in continuo fermento, che sa
fare della digitalizzazione e della tecnologia il proprio punto di forza, è
quanto mai urgente se è vero, come emerso dall'ultimo dossier dell'Istat che
nella fascia tra i 18 e i 29 anni continuano a crescere i “neet”, un esercito
di uomini e donne che non studiano, non lavorano né fanno stage: sono oltre 2
milioni. In questo quadro, i provvedimenti che il Governo adotterà giovedì per
il sostegno alle start-up (imprese innovative), per la diffusione della banda
larga e per l'annullamento del digital divide non potranno che favorire un
mercato storicamente non allineato con quelli dei Paesi Ue ed extra Ue. Ma le
norme una volta scritte vanno rafforzate e, se necessario, completate per
essere adattate al meglio a una società in continua evoluzione. E soprattutto
in questa fase è necessario intensificare gli sforzi normativi. Prendiamo il
caso delle Srl a un euro. Va bene la misura, ma nella pratica, denunciano i
diretti interessati e i consulenti, le criticità vanno oltre l'euro, sia a
livello di costi che di praticabilità del provvedimento. A chi giova convincere
un giovane che può mettere su un'attività con un euro, in maniera semplice e
senza fatica, se poi, sulla pratica, si deve scontrare con 1000 difficoltà e un
iter lungo un chilometro? Al danno (la mancanza di lavoro) si aggiunge la
beffa. Questa misura, per esempio, sarà ancora più utile se accompagnata dalla
defiscalizzazione per gli investimenti dei giovani in nuove imprese. E utile
sarà anche un diverso regime di tassazione, magari “a tempo”, perché lo scoglio
maggiore per le giovani imprese è la sopravvivenza nei primi anni di vita.
L'eccesso di tassazione e una burocrazia che straborda sono un freno per la
capacità di fare impresa. Tarpano le ali dell'ingegno e prima ancora
dell'iniziativa. Emanuela Zoncu
Energia: in Sardegna il 18% proviene da fonti
rinnovabili
Apre conferenza del
mediterraneo su generazione e distribuzione
01 ottobre, 15:21
(ANSAmed) -
CAGLIARI, 1 OTT - In Sardegna il 18% dell'energia proviene da fonti rinnovabili
mentre la produzione elettrica nell'isola per l'82% arriva da produzioni
termoelettriche. Sono alcuni dei dati emersi nell'ottava edizione della
''Conferenza del Mediterraneo su generazione, trasmissione, distribuzione e
conversione dell'energia'', i cui lavori si sono aperti oggi a Cagliari e
proseguiranno sino a mercoledi' prossimo.
Eolico, biomasse e fotovoltaico - e' stato
sottolineato - per un futuro con meno costi economici ed inquinamento
ambientale.
Lo staff del
Dipartimento energia elettrica ed elettronica, della facolta' di Ingegneria di
Cagliari (Diie) ha elaborato un prospetto che evidenzia i dati di consumo e
provenienza dell'energia elettrica nell'isola. Sul 18% di rinnovabili la parte
del leone e' dell'eolico con l'8%, seguito dalle bioenergie con il 5%, e dalle
energie idroelettrica e fotovoltaica entrambe al 3%.
La Conferenza coniuga ricerca scientifica,
analisi di mercato e energie rinnovabili. ''Siamo al lavoro anche sulle reti
intelligenti, indispensabili per ragionare sull'integrazione delle energie rinnovabili,
in un percorso che conduca alla riduzione delle emissioni di anidride
carbonica'' ha spiegato il direttore della scuola di dottorato in Ingegneria
industriale, Fabrizio Pilo. Il Dipartimento opera su energie ricavabili da
biomasse, eolico e mini eolico, fotovoltaico. Inoltre, i ricercatori
cagliaritani - con gli studiosi di Enel, universita' di Padova e 2/a
universita' di Napoli - sono impegnati sul progetto Atlantide che, finanziato
dal ministero per lo Sviluppo economico, si occupa di reti ''intelligenti'',
energia pulita e fonti rinnovabili.
La Conferenza e' coordinata dal Diie, diretto
da Giuseppe Mazzarella, e fra i relatori che parleranno nei tre giorni alcuni
dei principali esperti in ambito mondiale. (ANSAmed).
Crisi: Serbia, da oggi aumento Iva da 18% al
20%
Ma resta invariata
all'8% per generi di prima necessita'
01 ottobre, 15:22
(ANSAmed) -
BELGRADO, 1 OTT - In Serbia e' scattato oggi l'aumento di due punti dell'Iva,
che passa dal 18 al 20% con il relativo aumento dei prezzi per tutta una serie
di beni e prodotti, compresi carburanti e sigarette. L'Iva restera' invece
invariata all'8% per i generi alimentari di prima necessita'.
L'incremento dell'Iva fa parte del pacchetto
di misure di austerita' varato dal nuovo governo di Belgrado con l'obiettivo di
risanare l'economia e ridurre il deficit di bilancio.
Il premier socialista Ivica Dacic, in una
intervista nel fine settimana al quotidiano Vecernje Novosti, ha sottolineato
che tutti gli sforzi del governo sono diretti in primo luogo a contrastare il
continuo deterioramento della situazione economica e finanziaria della Serbia,
dove oltre all'aumento del deficit, si registra un preoccupante incremento del
debito pubblico, dell'inflazione, della disoccupazione, a fronte di un calo
nell'afflusso di investimenti esteri.
Senza il risanamento economico non sara'
possibile raggiungere ogni altro obiettivo, a cominciare dalle riforme interne
e dall'integrazione nella Ue - ha osservato Dacic. ''Noi vogliamo cominciare il
negoziato di adesione all'Unione il piu' presto possibile, ma non sara' la fine
del mondo se la decisione verra' presa a giugno o a dicembre del prossimo
anno'', ha detto il premier. (ANSAmed)
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