martedì 11 giugno 2013

XI.VI.MMXIII–Internationals tragicomici.===1.Bankitalia/Lombardia. L'unico stimolo alla crescita è venuto dalle esportazioni, che hanno continuato a espandersi, pur debolmente, spinte da quelle verso le destinazioni extra UE, che si ragguagliano al 47 per cento del totale. Negli ultimi anni si sono intensificati gli scambi internazionali di servizi alle imprese, anche per effetto della progressiva terziarizzazione dell'economia, e gli investimenti diretti da e verso l'estero.===2. n Italia la disoccupazione raggiunge un nuovo picco ad aprile salendo al 12%. Lo scrive l'Ocse in un rapporto in cui evidenzia che nell'Eurozona il tasso di disoccupazione ha toccato un nuovo massimo al 12,2%.===3.Il premier Ivica Dacic e il ministro dell'economia e finanze Mladjan Dinkic hanno a piu' riprese assicurato negli ultimi giorni che la situazione finanziaria della Serbia, pur seria e pesante, accompagnata da un forte aumento della disoccupazione, non e' paragonabile a quella della Grecia, e che con una serie di provvedimenti adeguati si riuscira' a riaddrizzare la situazione.

Bankitalia. n. 11 - L'economia dell'Umbria
n. 4 - L'economia della Lombardia
Istat. Produzione industriale
Ocse:record disoccupazione Italia, a 12%
Governo Serbia mette a punto misure di austerita'

Bankitalia. n. 11 - L'economia dell'Umbria
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Nel 2012 in Umbria la contrazione dell'attività economica, iniziata nella seconda metà del 2011, si è fatta più profonda; secondo le stime di Prometeia, il valore aggiunto, misurato in termini reali, è diminuito dell'1,7 per cento. La spesa per investimenti è ulteriormente diminuita, risentendo negativamente della ridotta redditività aziendale e dell'incertezza nelle prospettive economiche.
Nel 2012 l'attività industriale ha risentito della debolezza della domanda interna. Sulla base dell'indagine della Banca d'Italia, il saldo tra giudizi di aumento e di diminuzione del fatturato è divenuto negativo. Soltanto la domanda estera ha continuato a fornire un impulso espansivo; le esportazioni regionali a prezzi correnti sono aumentate del 7,6 per cento.
L'attività nel settore delle costruzioni ha continuato a contrarsi a ritmi ancora più decisi rispetto al 2011. La debolezza ha riguardato sia il comparto dell'edilizia residenziale, soprattutto quella di nuova realizzazione, sia le opere pubbliche.
La caduta dell'attività, che nel 2011 aveva riguardato il settore industriale e quello delle costruzioni, si è estesa nel 2012 anche al terziario, soprattutto nei comparti che più dipendono dai consumi interni. Dopo un biennio di crescita moderata, l'attività turistica ha mostrato segnali di flessione, specie per l'offerta di fascia medio-bassa e per quella rivolta prevalentemente alla clientela domestica.
Nel 2012 le condizioni del mercato del lavoro sono peggiorate. L'occupazione in regione è scesa (-1,4 per cento) più che nella media nazionale. Il calo ha interessato soprattutto la componente maschile e le posizioni lavorative a tempo indeterminato. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni è nettamente aumentato. Il tasso di disoccupazione è cresciuto di quasi tre punti percentuali rispetto al 2011; l'aumento è stato più marcato per i giovani.
Dopo la forte decelerazione avvenuta sul finire del 2011 e nei primi mesi del 2012, il credito bancario, al lordo delle sofferenze, ha iniziato a ridursi a partire dalla metà del 2012; alla fine dell'anno i prestiti bancari sono diminuiti dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. Alla dinamica negativa, che ha coinvolto sia le imprese sia le famiglie, hanno concorso la debolezza della domanda e condizioni di offerta che sono rimaste tese, pur non mostrando segnali di ulteriore irrigidimento. Si sono accentuati i segnali di peggioramento della qualità del credito: nella media dei quattro trimestri del 2012, il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in essere all'inizio del periodo è stato pari al 3,4 per cento, in aumento rispetto all'anno precedente. Alla fine del 2012, la consistenza dei crediti deteriorati lordi delle banche rappresentava il 22,2 per cento dei prestiti alla clientela.

n. 4 - L'economia della Lombardia
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Le difficoltà congiunturali, iniziate nella seconda metà del 2011 in conseguenza delle tensioni sul debito sovrano e delle manovre di consolidamento fiscale, si sono approfondite l'anno passato. Secondo le stime di Prometeia il prodotto interno lordo (PIL) della Lombardia a prezzi costanti è diminuito del 2,0 per cento nel 2012, portando a oltre 3,5 punti la perdita in termini di PIL dal 2008. La recessione ha colpito in particolar modo l'industria e le costruzioni, mentre il terziario ha recuperato i livelli precedenti la crisi.
Nell'industria, i cali produttivi sono stati eterogenei tra province, anche per effetto della diversa specializzazione settoriale; gli indicatori congiunturali del primo trimestre indicano che la fase di debolezza della domanda e dell'attività non si sarebbe esaurita; non sono ripartiti gli investimenti. Nelle costruzioni, al ridimensionamento ciclico ha contribuito in misura rilevante l'edilizia residenziale: le compravendite e i permessi di costruire abitazioni si sono più che dimezzati rispetto al picco della metà degli anni Duemila; sono rimasti tuttavia modesti gli effetti sui prezzi. In tutti i settori, dal 2008 è molto aumentato il numero di imprese uscite dal mercato per cessazione dell'attività: un'analisi sui bilanci delle imprese fallite o liquidate negli ultimi quattro anni rivela che queste presentavano una situazione economico-finanziaria tesa già prima del 2007. Per le prospettive di crescita della regione è rilevante la capacità di produrre innovazione. Sotto questo profilo la regione sconta un'incidenza sul prodotto della spesa in ricerca e sviluppo effettuata dalle imprese minore di quella europea, anche se più elevata che nella media nazionale, una dotazione di ricercatori inferiore e un'attività brevettuale meno dinamica. Anche la ricerca universitaria, più pro-duttiva che in Italia, resta lontana dalla frontiera dell'eccellenza in Europa.
L'unico stimolo alla crescita è venuto dalle esportazioni, che hanno continuato a espandersi, pur debolmente, spinte da quelle verso le destinazioni extra UE, che si ragguagliano al 47 per cento del totale. Negli ultimi anni si sono intensificati gli scambi internazionali di servizi alle imprese, anche per effetto della progressiva ter-ziarizzazione dell'economia, e gli investimenti diretti da e verso l'estero. Questi fenomeni, per i quali la Lombardia è la prima regione italiana, hanno un'incidenza sul prodotto superiore che nel resto del Paese.
Nella media dello scorso anno l'occupazione è rimasta stabile, ma la forte crescita dell'offerta di lavoro ha innalzato il tasso di disoccupazione al 7,9 per cento nell'ultimo trimestre del 2012. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni han-no ripreso ad aumentare, per l'incremento della componente ordinaria. Il deterioramento occupazionale è stato sensibile soprattutto per i giovani. I salari orari dei lavoratori dipendenti sono superiori ai corrispondenti dati nazionali e hanno una minore dispersione intorno alla media.
In un quadro di aggravamento della fase recessiva, nel 2012 i finanziamenti alla clientela lombarda hanno prima rallentato, per poi ridursi nella seconda parte dell'anno e nei primi mesi del 2013. Sull'andamento hanno influito componenti sia di domanda, sia di offerta. Le richieste di prestiti sono risultate infatti estremamente deboli, specie quelle indirizzate alla copertura degli investimenti produttivi delle imprese e al finan-ziamento dell'acquisto di abitazioni da parte delle famiglie. Le politiche d'impiego seguite dalle banche sono rimaste selettive, risentendo soprattutto dell'elevata incertezza sulle prospettive dell'attività economica e del mercato degli immobili.
Queste indicazioni sono confermate dalle indagini effettuate presso le imprese, che hanno lamentato un inasprimento dei criteri per l'accesso al credito, particolarmente evidente tra la fine del 2011 - in concomitanza con la fase più acuta della crisi del debito sovrano - e la prima parte dell'anno scorso. Nelle indagini più recenti, le im-prese hanno segnalato con minor frequenza che in passato difficoltà di reperimento dei fondi, e le aspettative per i prossimi mesi sono di una stabilizzazione.
Il credito alle famiglie - per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008-09 - si è ridotto nei primi mesi del 2013. Le nuove erogazioni di mutui ipotecari si sono pressoché dimezzate nel corso del 2012, riflettendo la riduzione delle compravendite e la cautela delle banche nella concessione dei prestiti. Per le imprese, il calo dei finanziamenti è stato marcato e diffuso a tutti i settori produttivi; sono diminuite le forme tecniche più legate alle vendite e quelle a medio e lungo termine orientate agli investimenti. La selettività nelle politiche di offerta ha determinato differenze sistematiche nella dinamica del credito alle imprese in base al loro grado di rischiosità, ma una riduzione, seppure più contenuta, ha accomunato anche quelle finanziariamente solide. Le aziende più fragili hanno tuttavia riscontrato con maggior frequenza un peggioramento delle condizioni di accesso al credito.
Sulle politiche di offerta ha gravato l'ulteriore deterioramento del merito di credito delle imprese, per le quali le nuove situazioni d'insolvenza hanno raggiunto livelli particolarmente elevati anche nel confronto storico, specie nel comparto delle costruzioni. La qualità del credito alle famiglie è rimasta invece sostanzialmente stabile.
Si sono attenuate le difficoltà di raccolta da parte degli intermediari: la provvista al dettaglio presso la clientela residente nella regione ha mostrato un progressivo recupero nel corso del 2012, confermato negli andamenti più recenti. Anche gli altri investimenti finanziari delle famiglie sono cresciuti, seppure di poco.

Istat. Produzione industriale
In aprile 2013 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,3% rispetto a marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile l'indice ha registrato una flessione dell'1,0% rispetto al trimestre precedente.
Corretto per gli effetti di calendario, in aprile 2013 l'indice è diminuito in termini tendenziali del 4,6% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di aprile 2012). Nella media del periodo la produzione è scesa del 4,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad aprile 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo i beni di consumo (-5,8%) e, in misura minore, i beni strumentali e i beni intermedi (-4,5% per entrambi).
 Segna un calo più contenuto l'energia (-2,3%).
Nel confronto tendenziale, ad aprile 2013 i settori in crescita sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+10,0%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,6%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,4%).
Il settore che, in termini tendenziali, registra in aprile la più ampia variazione negativa è quello dell'attività estrattiva (-14,8%).

Ocse:record disoccupazione Italia, a 12%
Dati di aprile. In Eurozona tasso sale al 12,2%
11 giugno, 13:49
(ANSA) - ROMA, 11 GIU - In Italia la disoccupazione raggiunge un nuovo picco ad aprile salendo al 12%. Lo scrive l'Ocse in un rapporto in cui evidenzia che nell'Eurozona il tasso di disoccupazione ha toccato un nuovo massimo al 12,2%.Per l'intera area Ocse il tasso di disoccupazione rimane stabile ad aprile all'8%, ma ci sono forti divergenze tra i vari Paesi. In Germania la disoccupazione e' ferma al 5,4% mentre si registra ''un nuovo picco in Francia (11,0%), Italia (12,0%), Portogallo (17,8%),Spagna (26,8%)''.

Governo Serbia mette a punto misure di austerita'
Per contenere deficit bilancio. Esclusi tagli salari e pensioni
10 giugno, 17:07
(ANSA) - BELGRADO - Il governo serbo e' impegnato nella messa a punto di un pacchetto di misure di tagli e risparmi per contenere l'eccessivo deficit di bilancio e evitare scenari da possibile bancarotta per le finanze pubbliche del Paese balcanico.
 Il premier Ivica Dacic e il ministro dell'economia e finanze Mladjan Dinkic hanno a piu' riprese assicurato negli ultimi giorni che la situazione finanziaria della Serbia, pur seria e pesante, accompagnata da un forte aumento della disoccupazione, non e' paragonabile a quella della Grecia, e che con una serie di provvedimenti adeguati si riuscira' a riaddrizzare la situazione. Le misure tuttavia non dovranno colpire i ceti piu' deboli della popolazione, e fra esse non ci saranno tagli in salari e pensioni.
 Piu' preoccupati appaiono tuttavia i rappresentanti delle organizzazioni finanziarie internazionali, a cominciare da Fmi e Banca mondiale (BM). Loup Brefort, responsabile della BM per la Serbia, ha detto oggi in un'intervista che, rappresentando salari e pensioni il 52% delle spese di bilancio, e' difficile immaginare come si possa ridurre il deficit senza intervenire su quelle due voci.
 Il ministro Dinkic ha detto da parte sua che il pacchetto di misure previste dal governo mira a interventi in tre direzioni: riduzione delle spese di bilancio per almeno 40 miliardi di dinari (circa 350 milioni di euro), per evitare riduzioni o congelamenti di stipendi e pensioni; riforme strutturali nelle aziende pubbliche; miglioramento del generale clima economico, con l'attrazione di maggiori investimenti. Non sono previste nuove tasse. L'obiettivo, ha osservato Dinkic, e' di fare in modo che il deficit di bilancio non superi il 4,7% del Pil.
 (ANSA).


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