martedì 11 giugno 2013

XI.VI.MMXIII (2)–Viva oggi e sempre Mr. Franklin Delano Roosevelt: i padani ed i loro fratelli slavi finalmente aspirano dalla canna del gas, nella ricerca del gustoso sapore del Mitico Tempo Andato, quello del magnar e viver a sbafo, pagato dai popoli sottomessi dalle invasioni armate. Tempo che non tornera’ mai piu’. E’ finita, prego: c’e’ il conto da pagare.

Bankitalia. n. 8 - L'economia della Liguria
Bankitalia: brusca frenata mutui alla famiglie, crollo al nord
Bce: Praet, inflazione Eurozona merita grande attenzione
Ambasciatore Serbia a imprese italiane, investite da noi
Presidente Slovenia, serve una nuova Costituzione europea
Nikolic a Zagabria il 30 giugno per ingresso Croazia in Ue


Bankitalia. n. 8 - L'economia della Liguria
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
A seguito del progressivo deterioramento del contesto economico e finanziario che ha preso avvio dall'estate del 2011, il settore produttivo regionale ha attraversato una prolungata fase sfavorevole, che nello scorso anno è risultata particolarmente incisiva, interessando larga parte dei comparti economici.
I giudizi delle imprese industriali su produzione e ordini hanno raggiunto livelli molto bassi nel confronto storico. A fronte di una domanda interna in diminuzione, gli ordinativi dall'estero hanno concorso al sostegno dei livelli produttivi, specie per le aziende maggiori, determinando una lieve crescita dell'export. Per le piccole imprese al calo della domanda si sono associati problemi di liquidità derivanti dalle crescenti difficoltà di riscossione dei crediti commerciali, oltre alla presenza di tensioni nelle condizioni di finanziamento bancario. Queste ultime, unitamente alle incerte prospettive di domanda, hanno frenato la spesa per investimenti.
Gli investimenti nell'edilizia residenziale hanno continuato a diminuire, anche a seguito della sensibile contrazione del mercato immobiliare, in termini sia di compravendite, sia di quotazioni. Per i principali lavori pubblici, anche a causa di difficoltà di finanziamento, gli avanzamenti realizzativi sono stati limitati ad alcuni interventi sulla rete ferroviaria e nelle aree portuali.
La progressiva diminuzione del reddito disponibile ha condizionato le decisioni di consumo delle famiglie; ne è conseguita una forte contrazione degli acquisti di beni durevoli, che ha penalizzato gli esercizi commerciali. Anche i flussi turistici presso le strutture ricettive sono diminuiti, in particolare nella componente di provenienza nazionale.
Riflettendo la crisi economica, il movimento di merci presso i porti liguri si è ridotto. È però cresciuto il traffico di container, a fronte delle lievi diminuzioni registrate dai porti spagnoli e francesi del Mediterraneo e da quelli del Nord Europa. Il livello dei noli ha continuato a calare, a seguito del perdurante eccesso di offerta che contraddistingue il settore del trasporto marittimo.
Il mercato del lavoro ligure, che tra il 2009 e il 2011 aveva accusato meno di altre realtà territoriali le ripercussioni della crisi, nello scorso anno ne è stato investito in misura più marcata, con una riduzione degli occupati superiore a quelle registrate in media in Italia e nell'area nordoccidentale del paese. La flessione, concentrata nei lavoratori autonomi e nei dipendenti con contratto a tempo determinato, ha interessato la componente giovanile dell'occupazione; ha invece continuato a crescere il numero degli occupati di età superiore ai 55 anni, in parte a causa del progressivo innalzamento dell'età pensionabile. Sono aumentati in misura consistente le persone in cerca di occupazione e il tasso di disoccupazione, specie fra i giovani. Anche le ore di Cassa integrazione guadagni (CIG) autorizzate in Liguria sono ulteriormente aumentate, nella componente ordinaria e in particolare in quella in deroga.
Nel corso del 2012 il credito al settore privato non finanziario in Liguria ha iniziato a ridursi. A fronte di una sostanziale invarianza dei prestiti alle famiglie consumatrici, la contrazione è stata determinata dai finanziamenti alle imprese, con un calo più accentuato per quelle di piccole dimensioni. In presenza di una scarsa spesa per investimenti fissi, la domanda di credito delle imprese è stata maggiormente diretta al finanziamento del capitale circolante, appesantito dai tempi di riscossione del porta-foglio commerciale.
Dal lato dell'offerta di credito, gli intermediari hanno mantenuto un approccio cauto nel determinare le condizioni di accesso delle imprese ai finanziamenti, proseguendo a discriminare la clientela per profilo di rischio. I tassi di interesse bancari sono aumentati, in misura più marcata per le operazioni a medio e a lungo termine e per le imprese, specie per quelle di minori dimensioni.
Il perdurare della fase congiunturale sfavorevole si è riflesso sulla qualità del credito: sono sensibilmente cresciuti sia il flusso di nuove sofferenze, specie nei confronti del sistema produttivo, sia la quota di prestiti alle aziende che presentano difficoltà di rimborso più lievi, quali partite incagliate, scadute o ristrutturate.
La raccolta bancaria ha proseguito la sua crescita. Nella componente riferita alle fa-miglie consumatrici sono aumentati in particolare i depositi vincolati, sospinti anche dalle politiche commerciali attuate dagli intermediari, e in minore misura le obbligazioni bancarie. I titoli delle famiglie consumatrici liguri in custodia presso il sistema bancario, valutati a prezzi correnti, sono lievemente aumentati, grazie ai fondi comuni di investimento e ai titoli di Stato.

Bankitalia: brusca frenata mutui alla famiglie, crollo al nord
16:06 11 GIU 2013
(AGI) - Roma, 11 giu. - L'insorgere della crisi finanziaria ha "bruscamente interrotto una lunga fase di espansione dei mutui alle famiglie". Lo rileva uno studio pubblicato tra le "Questioni economico-finanziarie" della Banca d'Italia, da cui emerge che la flessione delle nuove erogazioni dopo il picco del 2006-07 e' stata piu' marcata nelle regioni settentrionali: l'importo dei nuovi mutui nel 2011 e' stato inferiore del 23,6 per cento a quello del 2007 nel Nord Ovest, del 25,2 nel Nord Est, del 17,3 nel Centro e del 18,5 nel Mezzogiorno. Alla riduzione delle erogazioni, spiega ancora la ricercam, si e' affiancata anche una ricomposizione in termini di caratteristiche socio-demografiche dei mutuatari: e' diminuita la quota dei mutui erogati ai giovani e agli stranieri mentre e' aumentata quella dei mutui di importo elevato. Le differenze riflettono sia gli effetti della crisi piu' marcati per alcuni segmenti della popolazione, sia un atteggiamento piu' selettivo nei confronti della clientela piu' rischiosa da parte del sistema bancario. La rischiosita' del credito alle famiglie e' aumentata nel 2008 e nel 2009, e si e' poi sostanzialmente stabilizzata negli anni successivi, beneficiando della ricomposizione dei nuovi mutuatari a favore di segmenti di clientela caratterizzati da una migliore qualita' creditizia. Il Mezzogiorno continua ad avere una qualita' del credito alle famiglie piu' bassa rispetto al resto del paese. (AGI).

Bce: Praet, inflazione Eurozona merita grande attenzione
19:58 11 GIU 2013
(AGI) - Francoforte, 11 giu. - La Bce guarda con grande attenzione all'inflazione nell'Eurozona. Lo ha dichiarato Peter Praet, componente del board dell'Eurotower, il quale ha parlato alla Frankfurt School of Finance. Secondo Praet l'inflazione e' oggetto di "attenzione, di grande attenzione".

Ambasciatore Serbia a imprese italiane, investite da noi
Relazioni bilaterali ottime, lavoriamo su vertice autunno
(di Cristiana Missori)
   (ANSA) - ROMA - Una manodopera a costi ridotti e in alcuni settori altamente specializzata, un programma di sviluppo che a medio e lungo termine prevede la realizzazione di nuove infrastrutture, una serie di zone industriali franche tra cui spicca la Vojvodina. La Serbia torna a presentarsi al mondo dell'imprenditoria italiano, con l'obiettivo di potenziare l'export e gli investimenti nel Paese che rappresenta un ''hub logistico strategico verso i mercati terzi''.
   Italia e Serbia godono di ottime relazioni politiche ed e' su questo solco che le relazioni economiche possono ancora crescere, come ha ricordato aprendo l'incontro 'One day in Serbia', organizzato stamani a Roma da Network Globale, Ispi e Unicredit, l'ambasciatore di Serbia in Italia, Ana Hrustanovic.
   Negli ultimi dieci anni, ha ribadito, ''il trend dell'interscambio tra i due Paesi ha registrato un aumento costante. Ma l'Italia puo' fare di piu'. Sul piatto, afferma, ''ci sono 800 milioni di potenziali consumatori'', un programma di governo che sul medio e lungo termine punta a sviluppare infrastrutture, zone industriali e grandi opere finanziate da Bers, Bei, Banca Mondiale e Ue e gestiti dall'Agenzia europea per la Ricostruzione.
   Tra le regioni piu' interessanti, quella di Novi Sad, con il porto e la sua zona franca. La terza citta' della Serbia, ''rappresenta una porta verso i mercati del Sud Est Europa, ma anche verso la Federazione russa, l'Ucraina, Kazakhstan e Bielorussia. Paesi che hanno siglato accordi di libero scambio con la Serbia'', ha ricordato Olivera Kovacevic, della Vojvodina Investment Promotion. La Vojvodina, dice, ''concentra il 40% degli investimenti diretti stranieri, con 203 imprese presenti e 230 progetti in atto. L'Italia e' presente con 40 aziende, per un investimento complessivo che ammonta a 600 milioni di euro''. Si tratta di una regione in cui si intersecano diverse reti transeuropee con corridoi multimodali europei (il VII e il X) e l'XI (corridoio quest'ultimo, che dovrebbe collegare Timisoara, in Romania, con Bari e Var, in Montenegro, riconosciuto da Italia e Serbia ma che non trova ancora riscontro in Ue).
A attrarre le imprese italiane in Serbia, sono soprattutto i bassi costi di manodopera e di produzione. In particolare nei settori automobilistico e meccanico che consentiranno alla Serbia secondo gli osservatori, di ositare non soltanto grandi aziende, Fiat in testa, ma anche una serie di cluster e una miriade di piccole e medie imprese attratte proprio dal gigante dell'automobile.

Presidente Slovenia, serve una nuova Costituzione europea
Pahor all'Europarlamento, creare Stati Uniti d'Europa
11 giugno, 17:38
(ANSA) - STRASBURGO - Per uscire dalla crisi economica e mantenere un ruolo globale l'Unione europea deve ''rafforzare le sue istituzioni'' tramite una ''nuova Costituzione'', che vada nella direzione ''degli Stati Uniti d'Europa''. Questo l'appello del presidente della Slovenia, Borut Pahor, all'Europarlamento, riunito in seduta solenne a Strasburgo.
 Secondo Pahor nell'Unione europea c'e' bisogno di ''colmare un deficit democratico''. Per il presidente sloveno parlare di Stati Uniti d'Europa non significa parlare per forza di modello Usa, ma per rimanere competitivi a livello internazionale ''abbiamo bisogno di un Parlamento e di un Governo europeo al pari di parlamenti e governi nazionali, e di una Banca centrale europea con pieni poteri''.
 ''Noi miriamo a essere nel 2020 l'economia piu' competitiva del mondo: siamo lontanissimi dall'obiettivo, stiamo brancolando nel buio. Servono strumenti in termini di politica economica e fiscale'', ha spiegato Pahor. ''Se non raccogliamo oggi la sfida, la nostra incapacita' ci costera' cara'' ha sottolineato il presidente della Slovenia, che vuole lanciare adesso la creazione di una nuova ''convenzione sul futuro dell'Europa'', da sottoporre poi a referendum nei Paesi Ue. Gli euroscettici ''si stanno rafforzando per la prima volta anche in Slovenia, ma nessuno da solo puo' uscire dalla crisi, bisogna fare quadrato e unire le forze'' ha concluso Pahor. (ANSA).

Nikolic a Zagabria il 30 giugno per ingresso Croazia in Ue
Josipovic, graduale miglioramento rapporti con Serbia
11 giugno, 10:36
(ANSA) - ZAGABRIA - Il presidente serbo, Tomislav Nikolic, sara' a Zagabria il 30 giugno per le celebrazioni legate all'ingresso della Croazia nella Ue il primo luglio prossimo. Lo ha confermato il presidente Ivo Josipovic, come riferito dai media locali.
 Josipovic ha constatato un miglioramento nei rapporti tra Croazia e Serbia, in particolare per cio' che concerne la cooperazione sul problema delle persone disperse nella guerra degli anni novanta. Cosa questa, ha notato, che rende piu' probabile una prossima visita ufficiale di Nikolic a Zagabria.
Incontri informali fra i due presidenti vi erano stati in occasione delle Olimpiadi di Londra la scorsa estate e in Vaticano per l'insediamento di Papa Francesco.
 I rapporti tra i due Paesi ex jugoslavi si sono notevolmente raffreddati negli ultimi tempi a causa di dichiarazioni controverse fatte dal conservatore Nikolic su Croazia e Bosnia, che avevano suscitato reazioni molto negative a Zagabria e Sarajevo. (ANSA).


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