venerdì 21 giugno 2013

XXI.VI.MMXIII — Catanzaro. “La verità è che la strategia energetica nazionale (Sen) - prosegue la nota - lungi dall'essere un vero piano energetico nazionale, individua in molte aree del Mezzogiorno e della Calabria i luoghi per uno sfruttamento inaccettabile, affastellando diverse cose e rinunciando a quella pianificazione richiesta e necessaria sulla impiantistica e le reti, veri nodi irrisolti, nonché trascurando di sostenere la ricerca e l'innovazione tecnologica indispensabile per uscire dalla dipendenza dalle fonti fossili. Tale ipotesi è ancora di più anomala ed inaccettabile dal punto di vista delle popolazioni meridionali e calabresi che, in materia di produzione energetica, non solo da fonti rinnovabili, hanno offerto ed offrono le migliori performance produttive dell'intero Paese, in molti casi senza un reale beneficio né economico né sociale per il territorio, le imprese, i lavoratori ed i cittadini residenti.”

La Cgil: 'Non consentire trivellazioni nello Ionio calabrese'        
I prodotti di qualità di Cilento e Irpinia approdano in Svizzera per farsi amare
Ue: Commissione rivede norme aiuti stato regionali
Gas, UE bacchetta Polonia, non rispetta regole su prezzi
Ocse, Italia maglia nera per la durata dei processi
Quote Latte/ Il Ministro De Girolamo: risponderemo puntualmente alla Commissione Ue

La Cgil: 'Non consentire trivellazioni nello Ionio calabrese'          20 giugno 2013 
CATANZARO. "Mentre l'Ue dà indicazioni nette e perentorie nella strategia conosciuta come 'Europa 2020', affermando di voler sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori ed a ciò vincola anche gli obiettivi per la programmazione dei fondi 2014-2020, il nostro Paese declina in maniera assurda ed anomala questa strategia consentendo o apprestandosi a consentire trivellazioni alla ricerca di petrolio, di gas in aree come il golfo di Taranto e lo Ionio calabrese, già fortemente segnate da gravi problemi ambientali, in assenza di alcun interesse pubblico e di rispetto del bene comune, a solo vantaggio delle multinazionali candidate". E' quanto si afferma in un comunicato della segreteria regionale della Cgil. "La verità è che la strategia energetica nazionale (Sen) - prosegue la nota - lungi dall'essere un vero piano energetico nazionale, individua in molte aree del Mezzogiorno e della Calabria i luoghi per uno sfruttamento inaccettabile, affastellando diverse cose e rinunciando a quella pianificazione richiesta e necessaria sulla impiantistica e le reti, veri nodi irrisolti, nonché trascurando di sostenere la ricerca e l'innovazione tecnologica indispensabile per uscire dalla dipendenza dalle fonti fossili. Tale ipotesi è ancora di più anomala ed inaccettabile dal punto di vista delle popolazioni meridionali e calabresi che, in materia di produzione energetica, non solo da fonti rinnovabili, hanno offerto ed offrono le migliori performance produttive dell'intero Paese, in molti casi senza un reale beneficio né economico né sociale per il territorio, le imprese, i lavoratori ed i cittadini residenti. A tal proposito basta leggere i dati sulla produzione energetica per constatare che la Calabria, ad esempio con le fonti rinnovabili, pagando costi altissimi in materia d’impatto ambientale, è in netto vantaggio, quasi il doppio, nel 2010 il 29% a fronte del 16,7%, rispetto alla media nazionale". "Dovessero essere autorizzate le trivellazioni - prosegue la nota - sarebbe oltremodo negativo l'impatto su settori strategici e fondamentali come il turismo, la pesca, l'itticoltura, meritevoli questi sì di incentivi e sostegno anche per il loro forte impatto occupazionale, nonché di imprevedibile misurazione sui fenomeni di erosione costiera, squilibrio dell'ecosistema marino e quant'altro. Per queste ragioni la Cgil calabrese chiede al Governo nazionale di sospendere ogni autorizzazione in ipotesi e di convocare immediatamente un tavolo nazionale di confronto istituzionale, sociale ed economico tenendo conto delle forti e condivise contrarietà già manifestate dal sistema Istituzionale locale e dalle forze sociali. Al Presidente Scopelliti chiediamo la convocazione urgente di una riunione di Giunta aperta alle parti economico, sociali, istituzionali interessate, nella quale, partendo dal valore dell'odg n.97 votato all'unanimità dal Consiglio regionale, affronti il tema della strategia energetica regionale dentro un quadro di nuova pianificazione energetica, ambientale ed industriale, da troppo tempo rivendicata e disattesa, per raccordarla al servizio di una prospettiva di crescita dell'economia regionale nel rispetto e nella salvaguardia delle sue risorse naturali e paesaggistiche, coerente con un modello di sviluppo sostenibile e durevole".

I prodotti di qualità di Cilento e Irpinia approdano in Svizzera per farsi amare
«Eccellenze del Sud Italia» porta a Ginevra il meglio
delle prelibatezze delle province di Salerno e Avellino
SALERNO - Esordio a Ginevra per «Eccellenze del Sud Italia», una squadra ben assortita di rinomate aziende della Campania che approda in una delle città più facoltose e affascinanti della Svizzera, ed anche dal palato esigente con negozi di food e ristoranti molto esclusivi. L’appuntamento è per l’ultimo week-end di giugno - 29 e 30 - al ristorante Casa Italia, storica meta fissa di un folta clientela italo-svizzera che predilige i menu del meridione d’Italia. E saranno soprattutto i prodotti cilentani ed irpini a farla da padrone. Olio, vino, formaggi, pasta, miele, castagne e altre tipicità che costituiscono punti fermi della nostra enogastronomia saranno protagonisti per due giorni. Sono previste anche alcune performance davvero speciali, come quella dei casari del Laceno, per un pubblico amante del made in Italy ma di sicuro poco abituato a tali esibizioni. L’evento sarà ripreso dalla web tv svizzera Bestvision.tv.

Ue: Commissione rivede norme aiuti stato regionali
Leggero aumento beneficiari, no cambiamenti per Italia
20 giugno, 20:35
(ANSA) - BRUXELLES, 20 GIU - La Commissione Ue ha presentato le nuove linee guida per gli aiuti di stato regionali, con cui gli stati membri potranno accordare finanziamenti alle imprese nelle regioni piu' povere dei 27 tra il 2014 e il 2020. Con questa revisione, che entrera' in vigore il primo luglio 2014, ci sara' un leggero aumento della porzione di regioni che potranno beneficiare degli aiuti, coprendo per i prossimi sette anni il 47,2% della popolazione contro l'attuale 46,1%. ''In un contesto segnato dalle ristrettezze di bilancio - ha sottolineato il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia - le linee guida riviste stimoleranno la crescita economica incoraggiando gli investimenti in progetti che portano un reale valore aggiunto in materia di sviluppo regionale, in particolare in quelle piu' sfavorite''. Per l'Italia non ci sara' nessun cambiamento rispetto ad ora, con una popolazione coperta stabile pari al 34,5%. Tra le altre novita' introdotte, l'aumento delle categorie di aiuti a essere esentate dalla notifica preventiva a Bruxelles, un abbassamento dei massimali di aiuti per le regioni piu' sviluppate mentre restano immutati quelli per le piu' svantaggiate, una stretta sugli aiuti alle grandi imprese nelle aree piu' sviluppate, un rafforzamento delle misure contro la delocalizzazione, e ancora l'obbligo per gli stati membri di pubblicare su internet gli aiuti concessi.
Il Comitato delle Regioni Ue, pero', ha accolto le nuove misure ''con riserve'', in quanto ci sono luci e ombre. In particolare, c'e' una ''incoerenza tra la politica di coesione e la politica della concorrenza'' che stabilisce una ''diseguaglianza di trattamento'' tra le regioni in transizione storiche e quelle non storiche. (ANSA).

Gas, UE bacchetta Polonia, non rispetta regole su prezzi
Tariffe non stabilite da domanda e offerta come in resto unione
20 giugno, 19:32
(ANSA) - BRUXELLES - La Polonia non rispetta le norme Ue sul mercato interno dell'energia e finisce davanti alla Corte europea di giustizia. La decisione arriva dalla Commissione Ue, considerando che secondo la 'direttiva gas' i prezzi dovrebbero essere determinati principalmente da domanda e offerta. Tariffe definite dalla Stato per utilizzatori finali non domestici impedisce invece a nuovi fornitori del gas di entrare sul mercato polacco e non consente ai consumatori di godere dei benefici che il mercato interno dell'Ue puo' offrire.
 ''Un mercato dell'energia trasparente e interconnesso - spiega Gunther Oettinger, commissario Ue all'energia - gioca un ruolo centrale per raggiungere i nostri obiettivi su clima ed energia. In effetti, mercati dell'energia competitivi offriranno ai cittadini e alle imprese forniture di energia sicure e sostenibili al minor costo possibile''.
 Secondo la normativa Ue, prezzi regolati per legge non si possono applicare che in circostanze eccezionali e non come regola principale: bisogna rispettare una serie di condizioni rigorose. La Commissione Ue ritiene quindi che la legislazione polacca non rispetti i requisiti delle norme Ue in aspetti importanti, in particolare non definisce un tempo limite per l'applicazione di prezzi regolati e il sistema polacco si applica a tutti gli utenti non domestici, indipendentemente dalla loro situazione e dalle loro dimensioni.
 La Commissione Ue ha aperto una procedura d'infrazione su questo dossier a giugno del 2009, ma dopo numerosi scambi con le autorita' polacche, nulla e' cambiato. Di qui la decisione dell'esecutivo Ue di deferire la Polonia alla Corte Ue. (ANSA).

Ocse, Italia maglia nera per la durata dei processi
 21 giugno 2013
Roma - L’Italia è maglia nera tra i Paesi dell’Ocse per la durata del processo civile: nel 2010 si sono impiegati 564 giorni per il primo grado, contro una media di 240 giorni e i 107 giorni del Giappone, che ha invece la giustizia civile più veloce del mondo. Lo indica il rapporto Ocse «Giustizia civile: come promuovere l’efficienza», presentato stamattina in Senato. Il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento nei tre gradi di giudizio è di 788 giorni.
Con un minimo di 368 in Svizzera e un massimo di quasi 8 anni in Italia. Questo nonostante si tratti di due Paesi, evidenzia l’Ocse, che destinano al sistema giudiziario la stessa quota di Pil, lo 0,2%. «Pur con le cautele dovute a differenze nei sistemi legali e nell’organizzazione delle statistiche giudiziarie nei diversi paesi - si legge nello studio, che è basato su numeri della banca dati Ocse e della Commissione Europea per l’efficienza della giustizia - i confronti internazionali evidenziano un’ampia variabilità nella durata dei procedimenti».
Lo studio sottolinea anche che la durata dei procedimenti incide sul grado di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giustizia: «Un aumento della durata dei procedimenti del 10 per cento è associato a una riduzione di circa 2 punti percentuali della probabilità che un soggetto dichiari di avere fiducia nel sistema giudiziario».
Una riduzione della litigiosità del 35% porterebbe l’Italia ai livelli dei Paesi dell’Ocse in quanto a contenzioso, e farebbe ridurre la durata dei processi civili del 10%.
Una buona qualità delle leggi e una tempestiva attuazione delle politiche pubbliche sono fattori che incidono positivamente sul grado di conflittualità tra i privati e tra cittadini e imprese e lo Stato. Al contrario - evidenziano gli studiosi - l’opacità e l’incertezza istituzionale, e la diffusione dei fenomeni corruttivi aumentano la probabilità di controversie.
Un altro dei fattori, segnalati nello studio, che incidono sulla mole di cause è “ il mercato dei servizi legali”: «Nei Paesi in cui le tariffe dei professionisti sono liberalizzate si osserva una più bassa litigiosità». E «il passaggio da un regime regolato a uno non regolato è associato a una riduzione media della litigiosità da 2,9 a 0,9 casi ogni 100 abitanti». Questo perché «una maggiore concorrenza si associa a una minore convenienza a ricorrere al tribunale per la soluzione delle controversie».

Quote Latte/ Il Ministro De Girolamo: risponderemo puntualmente alla Commissione Ue
 Venerdì 21 Giugno 2013 14:33
ROMA\ aise\ - "La contestazione della Commissione europea, relativa al problema dei mancati recuperi dei crediti per le quote latte si riferisce al periodo tra il 1995 e il 2009. In questa fase il problema rilevato dalla Commissione è riconducibile a una procedura di recupero delle somme contestate non particolarmente efficace, che ha prodotto un grande contenzioso con i soggetti interessati al recupero. Il problema sarà presto superato grazie alla recente modifica normativa introdotta nel 2012 che prevede il superamento di queste difficoltà, avendo disposto il coinvolgimento, oltre che di Agea, anche di Equitalia e della Guardia di Finanza. In ogni caso, risponderemo nei termini e attraverso i canali previsti dalla legge". Così il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo ha commentato in merito al richiamo della Commissione europea all'Italia circa la riscossione delle multe relative alle quote latte.
"L'attuale Commissario per le quote latte – ha concluso il ministro – è il Vicecomandante del Corpo forestale dello Stato, Fausto Martinelli, l'Amministrazione sta procedendo ai recuperi nei termini previsti dalla legge". (aise)


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