Controstorie, di Gigi Di
Fiore
Tra un
mese saranno 150 anni. L'italia dell'eterna emergenza, l'Italia dei
provvedimenti speciali cominciava proprio da lì, dalla legge Pica. Era il 15
agosto del 1863, quando il neonato Parlamento di Palazzo Carignano a Torino
disse sì a quei nove articoli scritti per reprimere, con le maniere forti, la
rivolta del brigantaggio nelle regioni meridionali. Sì, la prima legge
eccezionale del nostro Paese iniziò da tribunali militari, fucilazioni senza
garanzie, controllo armato di sei regioni. Di proroga in proroga, con quelle
norme si arrivò al 1865. Dopo lo stato d'assedio del 1862, approvato anche per
frenare i colpi di coda dei garibaldini all'Aspromonte, fu di fatto una
separazione giuridica dell'Italia. Il Paese unito due anni prima veniva diviso
sulla Costituzione: nel centro-nord osservanza delle garanzie costituzionali,
al Sud lo Statuto albertino diventava carta straccia. A vantaggio del potere
militare, che calpestava il principio del giudice naturale e mortificava il
diritto alla difesa. A proporre la legge fu un deputato abruzzese: Giuseppe
Pica. Fu introdotto, per la prima volta, anche il termine di camorrista in una
norma. Bastava un sospetto, una soffiata e si poteva essere esaminati da una
commissione provinciale che poteva inviare il presunto camorrista al domicilio
coatto. Camorristi in città, briganti nelle campagne. Qualche anno fa, gli
Archivi di Stato pubblicarono dei preziosi volumi con l'elenco di tutti i
documenti conservati in Italia sul brigantaggio post-unitario. Una mole enorme
di fonti che forniscono un quadro drammatico delle lacrime e sangue di quegli
anni nel Mezzogiorno d'Italia. Commissioni provinciali, tribunali speciali,
udienze rapide. Solo fino al 1864, i tribunali militari affrontarono 3616
processi con 9290 imputati. E il generale Alfonso La Marmora, prefetto e
comandante militare a Napoli, sul periodo che aveva preceduto la legge
dichiarò: "Da maggio 1861 a febbraio 1863 abbiamo ucciso o fucilato 7151
briganti". Mano pesante. Repressione, nel Far West a Sud dell'Italia. La
legge che violava lo Statuto se la rideva sull'eguaglianza dei cittadini
italiani: quelli del centro-nord erano più uguali degli altri. Dalla legge Pica
si è arrivati alle leggi straordinarie in materia economica, poi a quelle sulla
criminalità organizzata. Scrisse Aurelio Saffi, garibaldino e componente della
commissione d'inchiesta sul brigantaggio, alla moglie: "La natura del
brigantaggio è essenzialmente sociale e, per accidente, politica. La causa
radicale e permanente è la misera condizione de' braccianti lavoratori delle campagne
e de' pastori".
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