lunedì 1 luglio 2013

I.VII.MMXIII — Bepi Anziani: Non fidatevi dei numeri. Ma non fidatevi nemmeno di quello che vedete. La cruda realtà matematica e la percezione delle cose che ognuno di noi ha, fanno spesso a pugni fra loro e non ci aiutano a capire. Ve lo dico, ma in fondo lo dico soprattutto a me stesso, dopo avere letto l'ennesimo sondaggio che indica la Sardegna come meta preferita degli italiani.===Istat. Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a aprile e di 1,8 punti nei dodici mesi.===(ANSA) - BRUSSELS, JULY 01 - Oggi la Croazia entra nell'Unione europea e diventa anche azionista della Banca europea d'investimenti, che ha fornito prestiti a Zagabria per oltre dodici anni.

L'UNIONE SARDA - Economia: Oggetto del desiderio e paradiso perduto
Teatri palermitani sommersi dai debiti. Biondo e Politeama a rischio chiusura
Istat. Occupati e disoccupati (dati provvisori)
Bozen, oltrepadania. I separatisti: solo il 26% dei sudtirolesi vuole restare in Italia
Ue: Croazia diventa azionista Bei con adesione a Unione
Lavoro: a Madrid 1, 9 mld da Ue per occupazione giovani

L'UNIONE SARDA - Economia: Oggetto del desiderio e paradiso perduto
01.07.2013
Non fidatevi dei numeri. Ma non fidatevi nemmeno di quello che vedete. La cruda realtà matematica e la percezione delle cose che ognuno di noi ha, fanno spesso a pugni fra loro e non ci aiutano a capire. Ve lo dico, ma in fondo lo dico soprattutto a me stesso, dopo avere letto l'ennesimo sondaggio che indica la Sardegna come meta preferita degli italiani. Secondo un sondaggio promosso da “Hilton HHonors” sulle abitudini di viaggio e vacanze degli italiani l'isola sarebbe l'oggetto del desiderio del 16,1 per cento di nostri connazionali, e stacca la capitale Roma, classificata al secondo posto di quasi 3 punti percentuali. Questo significa che la Sardegna è vista come un paradiso, almeno delle vacanze. Ma una cosa è il percepito, in questo caso il desiderio, un'altra la possibilità che questo desiderio si realizzi. Oggi è il primo giorno di luglio. Una volta, non tanto tempo fa, i traghetti sbarcavano ogni giorno nei porti sardi migliaia di turisti e centinaia di auto, moto, camper, gommoni. Era quasi impossibile, se non prenotando mesi e mesi prima, trovare un posto decente nel quale passare la notte a bordo. Molti bivaccavano nei sacchi a pelo o dormivano nelle poltrone dei bar. Un po' perché non c'era alternativa a quella sistemazione, un po' per risparmiare. Immagini che sembrano già in bianco e nero. La Sardegna ha perso in un paio d'anni un paio di milioni di turisti. Gente costretta, pur amando il nostro mare, a rinunciare al paradiso per magari gettarsi nell'inferno (seppure ben organizzato) di una spiaggia superaffollata in Riviera o restare a casa. Nelle banchine di Olbia, porta della Sardegna più richiesta, oggi cominciano a fare i conti con il lavoro che non c'è più, consapevoli che presto, senza un cambio di rotta, questo diventerà un problema molto serio, il problema dei problemi. Ma un cambio di rotta, nel breve periodo, appare impossibile. Lo dicono le statistiche e lo dice la nostra percezione, che stavolta coincidono nel pessimismo. E ci tocca fare il solito discorso della mancanza di un progetto politico, di un obiettivo programmato per il settore. Non basta la flotta sarda, non basta la nave degli imprenditori. Tentativi se vogliamo anche encomiabili ma inutili. Quel che serve non sono altri posti in nave. Di quelli ce ne sono oggi fin troppi. Quel che serve è costringere le compagnie ad operare, magari con un contributo dello Stato più cospicuo, con tariffe più giuste non solo per i sardi ma per chiunque voglia venire nell'Isola. Quel che serve è che la Regione programmi un futuro turistico che miri a fare della Sardegna il vero paradiso delle vacanze, un paradiso dove possano convivere tutte le tipologie di turisti abbandonando il concetto che da noi siano bene accetti solo i vip. Perché in questo caso i numeri fanno la differenza. E solo con i numeri che crescono, nella realtà e nel percepito, potremmo fare della Sardegna un paradiso anche per noi che ci viviamo e che vorremmo continuare a viverci. Ma senza la sensazione che, in fondo, la maggior parte di noi viva in un inferno dove per tutta la vita deve lavorare per regalare il paradiso a pochi eletti. Quei ricconi che, quando escono dalle loro residenze dorate, a noi ci guardano dall'alto in basso e al più ci lasciano la mancia. Bepi Anziani.

Teatri palermitani sommersi dai debiti. Biondo e Politeama a rischio chiusura
di Loredana Ales
Commissariamento, bilanci non approvati e milioni di euro di debiti nei confronti della banche. E’ drammatica la situazione dei teatri di Palermo che rischiano la chiusura. Dopo mesi di proteste sabato l’ennesima doccia fredda per i lavoratori del Biondo Stabile per il quale è stato disposto il commissariamento.
Sono 202 i dipendenti coinvolti, 46 i lavoratori del teatro Biondo  e 156 i componenti dell’orchestra sinfonica del teatro Politeama. Regione, Comune e Provincia hanno le casse vuote e i finanziamenti previsti da Palazzo d’Orleans per le attività teatrali non riescono a garantirne la sopravvivenza.
“Per quanto riguarda il Politeama – dichiara a BlogSicilia Francesco Assisi, segretario regionale Fistel Cisl – sono circa 10 i milioni di debiti contratti dal teatro nei confronti della Serit. A questi si devono aggiungere altri 2 milioni accumulati nel 2012. Per il 2013, la Regione ha stanziato a favore del Politeama circa 8,7 milioni, ma per le varie attività teatrali ne servono almeno 12”.
Il 5 giugno scorso era stato presentato  ai sindacati il piano anti-crisi per la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana. Il piano dei tagli presentati dall’assessore al Turismo Michela Stancheris e dal sovrintendente Ester Bonafede (contestata per il doppio incarico all’assessorato al lavoro e alla guida dell’Orchestra sinfonica) prevede una riduzione dei finanziamenti pari a 2 milioni e 106 mila euro. Un taglio che si aggiunge alla riduzione del contributo della Regione che aveva già pesato sulle casse della Fondazione per un milione e mezzo di euro.
“Drammatica anche la situazione del Biondo – continua Assisi – dove i debiti nei confronti delle banche ammontano a circa 3,5 milioni di euro. In questa situazione il bilancio non può essere approvato e il teatro, se non si agisce subito, è destinato alla soppressione”.
In pratica i teatri palermitani già lo scorso anno, secondo accordi presi con il Comune hanno preso impegni con le compagnie di prosa, anticipando somme che sarebbero dovute arrivare da Regione, Comune  e Provincia. Così non è stato. Le compagnie adesso esigono quanto dovuto, ma i teatri  non possono pagare.
“L’attività dei teatri deve essere propedeutica  alla città – continua Assisi – . Adesso Palermo è candidata a capitale della cultura Europea, ma come è possibile, visto che i luoghi della cultura stanno morendo?”.
“Facciamo appello al sindaco Leoluca Orlando e al presidente Crocetta – dichiara Emilio Gelsomino, amministratore di compagnia del teatro Biondo -. I teatri di Palermo non possono chiudere”.
Difficile anche la situazione del teatro Massimo, commissariato ormai da mesi. I lavoratori  chiedono un incontro urgente all’assessore Stancheris e al commissario straordinario Carapezza per discutere del futuro della Fondazione. La richiesta viene motivata per i “pesantissimi tagli previsti dalla finanziaria regionale che ha dimezzato rispetto all’anno scorso i fondi destinati al sistema culturale siciliano e specialmente al settore Spettacolo dal Vivo e visto l’incombere dei regolamenti attuativi della legge Bondi sulle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Intanto è stata programmata per la giornata di domani una mobilitazione congiunta dei dipendenti del teatro Biondo e del Politeama. Alle 10 si svolgerà un sit-in davanti il teatro Biondo in via Roma. Alle 16 poi la protesta si sposterà a piazza Politeama dove l’orchestra sinfonica siciliana terrà un concerto.

Istat. Occupati e disoccupati (dati provvisori)
A maggio 2013 gli occupati sono 22 milioni 576 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto ad aprile (-27 mila) e dell'1,7% (-387 mila) su base annua.
Il tasso di occupazione, pari al 56,0%, diminuisce di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima.
Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 140 mila, aumenta dell'1,8% rispetto ad aprile (+56 mila) e del 18,1% su base annua (+480 mila). L'aumento interessa sia la componente maschile sia quella femminile.
Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a aprile e di 1,8 punti nei dodici mesi.
Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 647 mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia d'età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,5%, in diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 2,9 punti nel confronto tendenziale.
Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente (-35 mila unità) e dello 0,9 % rispetto a 12 mesi prima (-127 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,1%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 punti su base annua.

Bozen, oltrepadania. I separatisti: solo il 26% dei sudtirolesi vuole restare in Italia
Il sondaggio realizzato da un istituto di ricerca austriaco presentato da Knoll, Leitner e Lang
separatisti
«Solo il 26% dei sudtirolesi di lingua tedesca e ladina vuole restare con l’Italia». Lo sostiene il ’Gruppo di lavoro per l’autodeterminazione” sulla base dei risultati di un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca austriaco Karmasin che ha intervistato 700 altoatesini di lingua tedesca e ladina. Il gruppo di lavoro riunisce rappresentanti di vari partiti di lingua tedesca, degli Schuetzen e dell’Heimatbund, la lega patriotica che raggruppa esponenti pantirolesi ed ex terroristi degli anni ’60. Alla domanda su come avrebbero votato nel caso di un referendum sull’autodeterminazione, il 54% del campione si è espresso, riferisce una nota, per l’indipendenza dall’Italia, il 26% è favorevole alla permanenza della provincia di Bolzano nello stato italiano, mentre il 20% non ha espresso un’opinione. Agli intervistati è stato poi chiesto se si sentano sudtirolesi o italiani: l’86% si è dichiarato sudtirolese, il 6% italiano, il 6% nè l’uno ne l’altro ed il 2% non ha espresso un’opinione.

Ue: Croazia diventa azionista Bei con adesione a Unione
E' primo Paese assistito da JASPERS per avere fondi europei
01 luglio, 16:12
(ANSA) - BRUSSELS, JULY 01 - Oggi la Croazia entra nell'Unione europea e diventa anche azionista della Banca europea d'investimenti, che ha fornito prestiti a Zagabria per oltre dodici anni. La Croazia inoltre e' il primo Paese ad avere beneficiato dell'iniziativa tecnica di JASPERS prima della sua adesione all'Ue, che aiuta i Paesi a preparare i progetti da finanziare tramite fondi europei.
 ''Il successo della Croazia e' un buon esempio per altri Paesi dei Balcani occidentali - spiega Werner Hoyer, presidente della Bei - che stanno lavorando per la stabilita' e la prosperita'. La Bei, la banca dell'Unione europea, continuera' a finanziare i progetti prioritari in Croazia e a mettere il Paese in una posizione migliore per affrontare le sfide economiche attuali e future''. La Bei opera in Croazia dal 2011 e da allora ha fornito 3,25 miliardi di euro di prestiti, spronando il processo di integrazione nell'Ue. Circa meta' dei prestiti (48%) sono stati a sostegno delle Pmi. Oltre a richidere i prestiti della Bei, Zagabria ora puo' fare anche domanda di fondi europei. Il 'Joint Assistance to Support Projects in European Regions' (JASPERS), l'assistenza tecnica fornita da Commissione Ue, Bers e Kfw che aiuta nella selezione e preparazione dei progetti finanziati dall'Ue, ha cominciato a lavorare a questo scopo in Croazia all'inizio del 2012. Altro strumento lo European Investment Fund (EIF), sussidiario della Bei, fornisce soluzioni di prestito a intermediari finanziari, per sostenere le Pmi e incrementare l'innovazione in Europa.
(ANSA)

Lavoro: a Madrid 1, 9 mld da Ue per occupazione giovani
17:22 29 GIU 2013
(AGI) - Madrid, 29 giu. - La Spagna ricevera' dall'Unione europea 1,9 miliardi per rilanciare l'occupazione giovanile; e i fondi, ha assicurato il ministro spagnolo per il Lavoro e la Sicurezza Sociale, Fatima Banez, arriveranno "quanto prima", tra il 2014 e il 2015. All'indomani della decisione del Consiglio Ue, che ha approvato una serie di misure contro la disoccupazione giovanile e un fondo europeo da 6 miliardi, il ministro spagnolo ha commentato la decisione: il pacchetto di aiuti servira', ha spiegato, a "valorizzare" la strategia di formazione e impiego giovanile gia' avviata dal suo dicastero .



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