giovedì 11 luglio 2013

XI.VII.MMXIII — Glorie simboliche e l’effimero che fa spettacolo. Un paese in profonda trasformazione, una valle di lacrime.===(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Dal 2000 al 2012 grazie alla lotta all'evasione sono stati emessi ruoli per 807,7 miliardi di euro. La somma effettivamente riscossa in questi 13 anni è di 69,1 miliardi di euro.----''Siamo consapevoli - replica Dombrovskis - che si tratti di un pacchetto ''all inclusive'' e che dovremo contribuire al meccanismo di stabilità europea''. Contribuzione, fa sapere, che nei prossimi 12 anni porterà la Lettonia ''a pagare oltre 300 milioni di euro''. Eppure i benefici per l'economia del piccolo Stato baltico, e' convinto, saranno maggiori dei costi da affrontare per l'accesso.

Imprese in Sicilia, una valle di lacrime. “Entro sei mesi 14mila chiusure”
L'UNIONE SARDA - Economia: «Stabilimenti balneari, a rischio 6.500 posti»
Istat. 9° Censimento industria e servizi, istituzioni e non profit: un Paese in profonda trasformazione
Casa: -74 mld euro di acquisti in 6 anni
Fisco: da 2000 ruoli per 807,7 mld
Evasione fiscale, 545 miliardi da riscuotere: ma 107 riguardano falliti
Premier Lettonia, da ingresso in Eurozona onori e oneri

Imprese in Sicilia, una valle di lacrime. “Entro sei mesi 14mila chiusure”
11 luglio 2013 - 15:29 - Cronaca,Cronaca Regionale,Economia,Politica
di ebon -
Una valle di lacrime, fra crisi annunciate e cartelli di chiusura. Se le banche non tendono la mano – oltre ai contanti – e la burocrazia affonda progetti uno dopo l’altro, la vera “mazzata” per le piccole imprese siciliane non può che esser dietro l’angolo. È giusto una questione di attese: per la chiusura di un gran numero di attività, il countdown potrebbe concludersi, secondo molti, nel caso dell’aumento dell’Iva.
Il grido d’allarme arriva forte e chiaro dalla Comitas, l’associazione delle microimprese italiane, che ha  elaborato un apposito studio sulla crisi delle piccole attività nelle regioni d’Italia. In Sicilia, come prevedibile, la situazione è pressoché drammatica. Perché, senza interventi mirati, le piccole aziende destinate a chiudere, per di più entro sei mesi, secondo le previsioni dell’associazione sono oltre 14mila. 
I neri orizzonti emergono a seguito dello studio che ha incrociato i dati sul calo dei consumi delle famiglie (-4,3% nel 2012), aumento della pressione fiscale e il blocco dei prestiti delle banche (che in un anno sono stati del 10%). Risultato? Nei primi tre mesi del 2013, hanno già chiuso più di 11mila imprese: cifra già superiore allo stesso periodo del 2012.
Le ripercussioni sul fronte occupazionale, di conseguenza, sono scontate. Ancor di più, con lo spettro dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%: “I consumi in regione – è l’allarme della Comitas – caleranno di un ulteriore 3% per effetto del rincaro dei prezzi, e più di 14mila microimprese della Sicilia chiuderanno i battenti entro il primo trimestre 2014. Le ripercussioni sul fronte occupazionale – altro dato rilevante – saranno enormi, con oltre 42 mila cittadini che perderanno il lavoro”.
Le soluzioni non mancano, ma servirebbe la  bacchetta magica per un effetto immediato. Il blocco dell’Iva è fra le tante. All’appello, inevitabilmente, vengono chiamate le banche, cui è chiesto di concedere credito attraverso il potenziamento dei Confidi. Condizione fondamentale, tuttavia, quella di sostenere le imprese con sgravi fiscali e semplificazioni burocratiche. Fra il dire e il fare, poi, si sa, c’è il mare. O l’Oceano.

L'UNIONE SARDA - Economia: «Stabilimenti balneari, a rischio 6.500 posti»
11.07.2013
«Le strutture balneari della Sardegna devono ottenere la proroga sino al 2020 come prevede la legge per tutto il territorio nazionale. A rischio ci sono 1.500 lavoratori diretti e 5.000 stagionali». Lo ha chiesto il deputato sardo del Pdl, Mauro Pili, presentando ieri un'interrogazione appello al Governo con la quale chiede un intervento diretto sulla Regione per uniformare le condizioni di proroga su tutto il territorio nazionale, garantendo la salvaguardia delle imprese del settore. «Se non dovesse essere attuata la norma», spiega Pili, «le spiagge sarde finirebbero nelle mani delle grandi multinazionali straniere che si stanno attrezzando per partecipare a eventuali gare internazionali dove gli operatori sardi rischiano di essere cancellati. È impensabile», aggiunge il deputato, «che la Sardegna resti esclusa da quella norma che il Parlamento ha varato nei mesi scorsi consentendo a tutte le concessioni di essere prorogate sino al 2020». In Sardegna, le strutture balneari sono circa 900 con occupazione diretta stimata in circa 1.500 unità, a cui si aggiungono 4-5.000 unità stagionali. «Si tratta di una realtà economica di rilievo che non può essere cancellata con un colpo di spugna», conclude Pili. In tarda serata è arrivata la replica della Regione: «Le concessioni balneari di competenza regionale sono tutte già prorogate al 31 dicembre 2020», ha precisato l'assessore regionale degli Enti locali, Nicola Rassu.

Istat. 9° Censimento industria e servizi, istituzioni e non profit: un Paese in profonda trasformazione
Il mondo del non profit cresce e si diversifica, la Pubblica Amministrazione si snellisce, il settore delle imprese subisce trasformazioni nel contesto della crisi e della globalizzazione. A confermarlo sono i risultati del 9° Censimento Istat su Industria e servizi, Istituzioni pubbliche e Non Profit. Alla rilevazione hanno partecipato oltre 300 mila organizzazioni non profit, 13 mila istituzioni pubbliche e un campione di 260 mila imprese (tutte quelle con 20 e più addetti e circa 190 mila unità produttive di piccole e piccolissime dimensioni).
Innovativa nel metodo e nelle tecniche di rilevazione, l'operazione censuaria si è caratterizzata per un uso quasi capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei questionari. Proprio questo ha consentito la pubblicazione dei dati definitivi a distanza di soli quattro mesi dalla chiusura delle rilevazioni sul campo.
Accanto ai dati tradizionali, alcuni approfondimenti inediti su occupazione, governance, internazionalizzazione e strategie finanziarie costituiscono una solida base informativa per un monitoraggio continuo delle trasformazioni della realtà produttiva italiana.

Casa: -74 mld euro di acquisti in 6 anni
Ance, 690mila posti persi nelle costruzioni da inizio crisi
(ANSA) - ROMA, 11 LUG - "Il mercato della casa è praticamente fermo: l'acquisto di nuove abitazioni da parte delle famiglie ha subito un crollo di 74 mld di euro rispetto a 6 anni fa". Lo ha detto il presidente Ance Buzzetti all'assemblea dei costruttori sottolineando che "l'Imu ha contribuito in modo determinante a questa caduta". Dall'inizio della crisi, ha aggiunto, sono 690mila i posti di lavoro persi nella filiera delle costruzioni e "si stima che 50-80mila persone, oggi in Cig, potrebbero non essere reintegrate".

Fisco: da 2000 ruoli per 807,7 mld
Riscossi 69,1 mld, 545,5 da riscuotere ma 107 riguardano falliti
11 luglio, 10:53
(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Dal 2000 al 2012 grazie alla lotta all'evasione sono stati emessi ruoli per 807,7 miliardi di euro.
La somma effettivamente riscossa in questi 13 anni è di 69,1 miliardi di euro. E' quanto risulta da alcune tabelle consegnate dal ministero dell'Economia alla Commissione Finanze della Camera. Il carico dei ruoli da riscuotere ammonta teoricamente a 545,5 miliardi di euro ma di questa somma 107,2 miliardi riguardano soggetti in fallimento.

Evasione fiscale, 545 miliardi da riscuotere: ma 107 riguardano falliti
ROMA - I redditi evasi al fisco e non ancora incassati dallo Stato ammontano sono superiori a 500 miliardi. Il carico dei ruoli da riscuotere ammonta infatti a teoricamente a 545,5 miliardi di euro ma di questa somma 107,2 miliardi riguardano soggetti in fallimento. È quanto risulta da tabelle del ministero dell'Economia depositate alla Commissione Finanze della Camera.
In particolare, dal 2000 al 2012 grazie alla lotta all'evasione sono stati emessi ruoli per 807,7 miliardi di euro. La somma effettivamente riscossa in questi 13 anni è di 69,1 miliardi di euro. Nel tempo le somme della lotta all'evasione che vengono effettivamente riscosse dalla società di riscossione (Equitalia) ammontano al 20%.
«A seguito del decorso di un decennio dall'affidamento del carico all'agente di riscossione, il dato del riscosso tende strutturalmente ad attestarsi intorno al 20%», ha detto il vice ministro all'Economia Luigi Casero rispondendo ad una interrogazione parlamentare del presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone Pdl e di Enrico Zanetti (Sc). «Ne consegue - ha aggiunto Casero - che anche l'andamento delle riscossioni relative agli anni di più recente affidamento, ancorché sicuramente influenzato dal peggioramento del quadro economico di riferimento, potrà essere valutato nella sua effettività solo allorquando, nei prossimi anni, si sarà ormai consolidato».
Non tutto il carico dei ruoli, le somme ricavate dalla lotta all'evasione, può essere effettivamente riscosso. L'Agenzia delle Entrate «con riferimento ai residui attivi al 31 dicembre 2012 inoltrati dalla Ragioneria Generale, ha comunicato una percentuale di abbattimento pari all'82%», ha detto ancora Casero.
Ammontano invece a 18,6 miliardi di euro i ruoli che Equitalia deve riscuotere ma che sono oggetto delle rateazioni accordate ai contribuenti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà.
Il carico residuo dei ruoli fiscali da riscuotere riguarda in gran parte debitori per oltre mezzo milione di euro. «Al 31 dicembre 2012, oltre l'80% del carico residuo era riferibile a debitori iscritti a ruolo per importi complessivamente pari osuperiori a 500.000 euro (121.409 soggetti per un carico netto residuo da riscuotere pari a 452 miliardi di euro)», ha precisato ancora Casero.
«La percentuale di abbattimento - ha spiegato il vice ministro Casero alla Commissione Finanze di Montecitorio riferendosi ai ruoli da riscuotere - è individuata valutando il grado di riscossione delle
 partite tenendo conto del grado di esigibilità dei residui in funzione delle caratteristiche degli stessi, e cioè se sono riferiti a soggetti falliti o a ruoli per i quali è stata richiesta l'inesigibilità e della vetustà del ruolo».
Per quanto riguarda i carichi previdenziali, «l'Inps ha comunicato per le vie brevi - riferisce ancora Casero - di considerare quale quota di presunti crediti inesigibili, rispetto al totale dei crediti da riscuotere, una percentuale pari al 44%».
Squinzi. «Qualcosa si muove, ma siamo lontani dal considerare chiusa la stagione nera dell'economia». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, parlando all'assemblea dei costruttori dell'Ance. «A un anno di distanza i nostri auspici per un'inversione di tendenza che mettesse fine allarecessione faticano a realizzarsi» ha aggiunto Squinzi. «A fine anno la caduta dovrebbe rallentare, tanto che nel 2014 dovremo vedere un Pil con segno positivo, un segno debole soprattutto se non faremo gli interventi necessari. Un dato che non ci rende soddisfatti - ha detto ancora Squinzi - il nostro obiettivo è una crescita stabile al 2%, obiettivo ambizioso ma necessario per la ripresa».
«Sulla base dei dati forniti da Agenzia delle Entrate ed Equitalia nella risposta del viceministro dell'Economia Luigi Casero, posso stimare che i 545 miliardi di euro di ruoli non ancora riscossi dal 2000 al 2012 produrranno in concreto incassi per complessivi 55 miliardi di qui al 2024», ha replicato Zanetti. «Nessun tesoretto, dunque, e ancora tanto lavoro da fare, su una riscossione - continua - che riesce nell'impresa di essere di essere percepita al contempo feroce e poco efficiente, nonostante i molti interventi di questi anni. Trovo molto significativo il fatto che, sui 545 miliardi di ruoli non ancora riscossi, ben 452 miliardi (l'80%) sono riferibili ad appena 121.409 'grandi debitorì iscritti a ruolo per importi complessivamente superiori a 500mila euro», conclude.
Giovedì 11 Luglio 2013 - 14:45
Ultimo aggiornamento: 15:04

Premier Lettonia, da ingresso in Eurozona onori e oneri
Dombrovskis da Letta, nuovo passo importante per Paese
11 luglio, 15:16
(di Cristiana Missori)
(ANSA) - ROMA - ''Siamo convinti che l'ingresso nell'Eurozona avrà ripercussioni positive sulla nostra economia e non ci aspettiamo un grosso impatto sui prezzi. Dopo l'adesione alla Nato e all'Ue, si tratta di un nuovo importante passo avanti simbolico per la Lettonia''. Lo ha detto ad ANSA Nuova Europa il primo ministro lettone, Valdis Dombrovskis, commentando il via libera definitivo con cui l'Ecofin di martedì scorso ha sancito ufficialmente l'ingresso della piccola Repubblica baltica nell'Euro a partire dal 1 gennaio 2014.
 A Roma dove incontra per una colazione di lavoro il presidente del Consiglio, Enrico Letta, Dombrovskis esprime molta soddisfazione per la decisione adottata dai 28 ministri dell'Economia e delle Finanze europei, ma si appresta a rassicurare quella parte dell'opinione pubblica interna contraria al passaggio alla moneta unica, perché, dice, ''non ci aspettiamo un grosso impatto sui prezzi''. Già da tempo, spiega, ''abbiamo iniziato un monitoraggio dei prezzi e con gli operatori economici stiamo per firmare un accordo che potremmo chiamare ''contro la paura dell'introduzione dell'euro''.
 Attraverso questa intesa, questi ultimi si impegnano a convertire i prezzi esattamente al cambio già fissato tra Lat e euro''.
 Dal 2014, dunque, la Lettonia sarà in grado ''di ridurre i tassi di interesse e eliminare i costi di conversione della nostra valuta'', spiega il premier. ''Siamo una piccola economia e circa il 70% dei nostri scambi li realizziamo in euro, questo significa che fino a ora abbiamo speso molti soldi per convertire il Lat nella moneta europea''. Entrare nella zona euro significa anche aderire in toto a un sistema di solidarietà tra Stati. ''Siamo consapevoli - replica Dombrovskis - che si tratti di un pacchetto ''all inclusive'' e che dovremo contribuire al meccanismo di stabilità europea''. Contribuzione, fa sapere, che nei prossimi 12 anni porterà la Lettonia ''a pagare oltre 300 milioni di euro''. Eppure i benefici per l'economia del piccolo Stato baltico, e' convinto, saranno maggiori dei costi da affrontare per l'accesso. E sempre di economia parlerà con il presidente del Consiglio Letta. ''Sul tavolo - anticipa - ci sono il rilancio economico europeo e il rafforzamento dell'interscambio tra Roma e Riga su cui possiamo fare di più''. L'Italia, ricorda, ''e' il nostro tredicesimo partner commerciale e ci sono i margini affinché i nostri scambi crescano''. Dopo il sì definitivo dell'Ecofin, sostiene, dal 2014 sarà più facile attrarre investimenti.
 Nel 2012 l'interscambio tra Italia e Lettonia ha registrato un incremento del 12%. A crescere sono soprattutto le esportazioni italiane verso la repubblica baltica (+25%). A oggi sono 500 le aziende a capitale italiano che operano sul territorio della piccola repubblica baltica, per lo più piccole e medie imprese, mentre gli investimenti diretti ammontano a 50 milioni di euro. La Lettonia, ricorda Dombrovskis, rappresenta anche un hub verso altri mercati quali Russia, Comunità degli Stati Indipendenti e l'estremo Oriente, ma anche un ponte verso l'Est europeo. Le nostre economie non sono concorrenti, ma complementari. Possiamo quindi lavorare bene insieme''. (ANSA).


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