mercoledì 31 luglio 2013

XXXI.VII.MMXIII – Elk River, lettino ellenico e moda del pic-nic: tra i cibi più gettonati frutta, panini e verdure. Perche’ l'inflazione acquisita per il 2013 è pari all'1,1%, il tasso di disoccupazione e’ in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi ed il tasso d’inattività si attesta al 36,4%. Per non tornare mai più? Ma chi se ne frega, lucani si nasce non si diventa.

Addio alle barre d'uranio dell'Itrec 
Gas: Bp, Socar e Total si uniscono a consorzio Tap
L'UNIONE SARDA - Economia: La tv cinese a Cagliari intervista gli artigiani
L'UNIONE SARDA - Economia: L'estate fa tornare i turisti
L’Eni si rinnamora di Gela. Nasce “polo di eccellenza”
Istat. I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti
Istat. Occupati e disoccupati (dati provvisori)
Istat. Prezzi al consumo: dati provvisori
Coldiretti: Cucina “fai da te” per un italiano su tre
Germania: disoccupati in calo a 2,93 mln
Letta in Grecia, 2014 anno di svolta per Unione Europea
Fitch conferma rating BB- con outlook negativo alla Serbia




Addio alle barre d'uranio dell'Itrec
Le scorie tornano in Usa per sempre
Tornano in America le barre della centrale di Elk River che da 40 anni erano custodite nel centro Enea-Itrec di Rotondella. Lunedì sera si è conclusa la prima fase dell’operazione top secret gestita dalla Sogin con la collaborazione dei ministeri di Interno e Difesa, ma restano dubbi.
di LEO AMATO e VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Tornano a casa negli Stati Uniti le barre di combustibile nucleare custodite all’Itrec di Rotondella. Per non tornare mai più. E al trasporto avvenuto lunedì sera ne seguirà almeno un altro prima che l’operazione top secret gestita dalla Sogin con la collaborazione dei ministeri di Interno e Difesa potrà dirsi davvero conclusa.
E’ arrivata al Quotidiano ieri pomeriggio la conferma di una delle ipotesi della prima ora sul misterioso trasferimento di materiale radioattivo dal centro ex Enea all’areoporto militare di Gioia del Colle. A distanza di qualche ora un comunicato striminzito della Sogin ha fugato i dubbi residui, che pure non sono mancati. «In ossequio agli impegni presi dall’Italia in occasione del Vertice sulla Sicurezza Nucleare svoltosi a Seoul nel marzo del 2012 - ha spiegato la società che gestisce il lascito dell’epopea dell’atomo tricolore - si è concluso oggi il rimpatrio negli Stati Uniti di materiali nucleari sensibili di origine americana che erano custoditi in appositi siti sul territorio nazionale per attività di ricerca e di sperimentazione. Il rimpatrio di tale materiale negli Usa si inquadra nell’ambito dell’Accordo internazionale tra Stati Uniti e Comunità europea dell’Energia Atomica (Euratom) concernente l’utilizzo dell’energia nucleare a scopi pacifici». Poche parole e a dir poco scarne, per annunciare l’inizio della fine di un vero e proprio incubo per Rotondella e dintorni.
I contorni dell’operazione verranno forniti con ogni probabilità domani dal ministro Andrea Orlando alla commissione Ambiente della Camera dei deputati. Finora si è saputo soltanto che era programmata da tempo e i suoi preparativi non sono passati inosservati dato anche il dispiegamento massiccio di esercito e forze dell’ordine sul territorio. Tutto sarebbe andato per il meglio, per questo si è deciso di tranquillizzare la popolazione che da due giorni può ben dire di avere qualcosa in meno di cui preoccuparsi.
Quindi addio alle barre e non soltanto a loro, perché dieci anni dopo la vittoria di Scanzano contro il progetto di un sito lucano per lo stoccaggio definitivo di tutte le scorie dell’atomo italiano, con la bonifica dell’ex Itrec che va avanti, sembra allontanarsi anche lo spettro di un nuovo colpo di mano del Governo. Un’evenienza da sempre temuta da chi ricorda come andarono le cose nel 2003, e guarda con diffidenza anche ai progetti per quando sarà ultimata la bonifica dell’impianto di Rotondella.
Le 84 barre di uranio e torio provenienti dalla centrale di Elk River in Minnesota erano arrivate in Basilicata negli anni ‘70 per essere riprocessate con una tecnologia sviluppata dall’Enea per il recupero del combustibile nucleare. A che fini? Senz’altro militare, se ancora di recente in alcuni documenti viene definito materiale «weapons grade», idoneo per fornire il la materia prima necessaria a un’arma atomica. Cosa che è a un certo punto sembra aver attirato giovani scienziati da diversi paesi medio-orientali interessati al ciclo uranio-torio come al suo possibile secondo uso.
Rimaste in 64, dopo che 20 sono state trasformate in maniera irreversibile, per quasi quarant’anni le barre di Elk River erano rimaste immerse in una piscina a temperatura costante. Poi è arrivato il progetto di messa in sicurezza della Sogin che prevedeva la realizzazione di due contenitori da 32 barre cadauno di cemento e piombo, dove inserirle per lo stoccaggio temporaneo e il trasporto in sicurezza fino alla loro destinazione “finale”. Dove fosse è rimasto riservato fino a ieri, tant’è che i più pensavano che sarebbero rimaste in Italia.
Quello di lunedì notte sarebbe quindi il primo di due “viaggi” programmati per riportare a casa l’eredità atomica a stelle e strisce del centro Enea-Itrec della Trisaia. Ma non solo. Infatti l’operazione ha coinvolto anche altri due siti nucleari italiani, tra i quali ci sarebbe la Casaccia vicino Roma, dove risultavano depositate altre 2 barre come quelle di Rotondella. I convogli scortati da militari con i mitra spianati si sarebbero mossi in contemporanea verso un unico punto di concentramento, e di qui sarebbero partiti alla volta dell’America. Si è parlato anche di un aereo cargo tipo “Jumbo” 747 partito dall’aeroporto di Gioia del Colle con una scorta di jet militari, ma conferme in questo senso non ne sono arrivate. Infatti, nelle vicinanze dell’aereoporto militare c’è anche una stazione delle ferrovie dove il “cask” proveniente da Rotondella potrebbe essere stato caricato dietro un locomotore e diretto verso un porto. Quindi imbarcato su una nave e avviato a una tranquilla traversata dell’Atlantico, proprio come 40 anni fa.
martedì 30 luglio 2013 15:15

Gas: Bp, Socar e Total si uniscono a consorzio Tap
Operatore transito gas Fluxys prende 16% quote del progetto
30 luglio, 14:20
(ANSA) - BRUXELLES - BP, SOCAR e Total, già membri del consorzio del fornitore di gas Shah Deniz in Azerbaijan, hanno deciso di unirsi al gruppo alla guida del progetto del gasdotto transadriatico (Tap). Tap aprirà la via del cosiddetto Corridoio Sud del gas: collegherà il gasdotto che attraversa l'Anatolia (Tanap) al confine greco-turco a Kipoi, per poi attraversare la Grecia e l'Albania e il Mare Adriatico, per finire in Puglia, nel Sud dell'Italia. Secondo quanto riferisce una nota, BP e SOCAR hanno preso una quota del 20% ciascuna, mentre Total ha comprato il 10% del consorzio. Fluxys invece, uno dei principali operatori per il transito del gas in Europa, ha deciso di unirsi a Tap acquistando il 16% di quote. Gli altri azionisti di Tap, cioè la svizzera Axpo, la norvegese Statoil e la tedesca E.ON, continueranno a sostenere il progetto, quindi le quote di Tap attualmente risultano distribuite fra BP (20%), SOCAR (20%), Statoil (20%), Fluxys (16%), Total (10%), E.ON (9%) e Axpo (5%).
 ''I nostri nuovi azionisti aumenteranno in maniera significativa la posizione strategica di Tap nel diventare una via di collegamento per le loro attività di upstream e downstream'' del gas, ha detto Kjetil Tungland, Managing Director di Tap. ''Questo rafforzerà ulteriormente l'integrazione del Corridoio Sud e faciliterà la consegna del progetto Tap secondo i tempi e con il bilancio previsti'' ha aggiunto Tungland. Gli azionisti di Tap, riferisce la nota, rimangono aperti a nuovi ulteriori partner strategici intenzionati ad aderire al progetto in futuro. (ANSA)

L'UNIONE SARDA - Economia: La tv cinese a Cagliari intervista gli artigiani
30.07.2013
Curiosità La Cina si candida a diventare uno dei mercati di riferimento per le aziende sarde che intendono promuovere e commercializzare i loro prodotti. L'incontro tra la Sardegna e il colosso economico cinese è stato possibile grazie all'iniziativa di Confartigianato Sardegna che ha attivato un contatto con la Tv di Stato cinese, ieri a Cagliari con un suo inviato che ha intervistato il presidente (Luca Murgianu ) e il segretario (Filippo Spanu) e visitato le aziende artigiane sarde. Sviluppo, uscita dalla crisi, lavoro e prospettive gli argomenti trattati. Il corrispondente dall'Italia della China Central Television-CCTV, Feng Zhu, dopo la visita ai produttori del tipico-tradizionale e ad alcune imprese più tecnologicamente avanzate, ha voluto conoscere la situazione del comparto artigiano, analizzando le possibili vie d'uscita dalla crisi, anche alla luce dei recenti dati negativi riguardanti la preoccupante mortalità delle imprese. Notizie che raggiungeranno la Cina, tramite il servizio televisivo seguito da quasi un miliardo di telespettatori. «È un segnale di forte attenzione - evidenzia Murgianu - verso l'artigiano sardo, che nonostante la crisi offre servizi ad alto valore aggiunto. Vuol dire che anche da parte di colossi economici c'è un'attenzione particolare nei confronti di potenziali mercati da sviluppare».

L'UNIONE SARDA - Economia: L'estate fa tornare i turisti
31.07.2013
I dati dell'Infopoint dell'aeroporto: tra gli stranieri tedeschi e inglesi i più presenti Elmas, dopo mesi di calo è boom di arrivi a giugno La crisi c'è ma non ferma gli arrivi, soprattutto in questa prima fetta d'estate. L'aeroporto di Elmas lavora senza sosta, e giugno a sorpresa interrompe il trend in calo. Tengono gli alberghi, precipitano bed & breakfast, agriturismo e seconde case. E se gli italiani che scelgono Cagliari come meta delle loro vacanze sono in diminuzione, gli stranieri aumentano, soprattutto francesi e russi. A stagione appena iniziata dati certi ancora non ce ne sono, ma il bilancio provvisorio sembra far tornare a sorridere il capoluogo. NUMERI CONFORTANTI Gli arrivi a Elmas crescono: 205.176 a giugno di quest'anno contro i 199.731 dell'anno scorso. Mentre maggio 2013 si è chiuso con poco più di mille visitatori in meno rispetto al 2012. «I voli internazionali ci stanno dando una grossa mano», spiega Vincenzo Mareddu, presidente della Sogaer. «Sono aumentati del 10,66 per cento, i nazionali sono in calo dell'4,41, con una flessione costante nei primi sei mesi dell'anno». TURISMO E INFORMAZIONI L'infopoint dell'aeroporto cittadino è preso d'assalto, e traccia l'identikit dei turisti in arrivo. Diminuiscono gli italiani, aumentano gli stranieri. Sono soprattutto tedeschi (2016), seguiti da inglesi (1041) e a stretto giro ci sono spagnoli (975), francesi (912). Si fanno notare anche i russi (479) e quasi a pari merito ci sono svizzeri (278) e lituani (244). Cagliari città recita bene la sua parte tra le possibili destinazioni dell'Isola, con le sue 2786 presenze a giugno (tra chi ha chiesto informazioni). Sul secondo gradino del podio Villasimius (1397), terzo posto per Costa Rei (863), il quarto è sull'altra costa: Pula e Santa Margherita si attestano su 775 preferenze, distanziando tantissimo Chia-Teulada (188). Tra le altre province sarde (per chi atterra a Elmas) Carbonia-Iglesias 861 sembra essere la più scelta, a poco distanza Olbia-Tempio con 715 visitatori. Pochi arrivano sino a Sassari (208), ma soprattutto è il vicino Medio Campidano (123) ad attirare poco gli ospiti in arrivo da lontano. Nuoro non riserva sorprese: 198; l'Ogliastra raggiunge 306. TUTTI IN ALBERGO E per quanto riguarda il tipo di alloggio scelto, gli hotel trionfano. Sotto la lente sempre giugno, su un totale di 10.204 turisti registrati nei punti informazione dell'aeroporto, 4904 turisti hanno dichiarato di essere diretti negli hotel, 1425 hanno preferito i più economici bed & breakfast, 945 l'appartamento in affitto, 517 il camping e 312 l'ostello. È presto per tirar somme certe, ma il quadro è incoraggiante. «L'emorragia sembra essersi arrestata», commenta Mauro Murgia, presidente di Federalberghi sud Sardegna. «Non ci sono ancora dati certi, ma dalle indicazioni dei nostri associati siamo in linea con l'anno scorso». Ed è già positivo, visto che il 2012 si è chiuso con un terrificante meno 17 per cento rispetto al 2011. «Gli alberghi stanno tenendo, il settore extra-alberghiero è in calo», sottolinea. In picchiata bed & breakfast e agriturismi, ma sono le seconde a passarsela peggio. «Sono in grandi difficoltà, già dall'anno scorso».

L’Eni si rinnamora di Gela. Nasce “polo di eccellenza”
30 luglio 2013 - 10:14 - Cronaca,Economia
Il gigante sembra essersi svegliato dal lungo letargo. Dopo anni di dubbi, enigmatici annunci, decisioni criptate e ritardi insopportabili, segnali di abbandono e di disamore, l’Ente nazionale Idrocarburi ha deciso di non tradire la madre di tutte le sue avventure meridionali, Gela con la sua petrolchimica, i suoi operai, fiore all’occhiello del gruppo, una storia intensa e, sotto molti aspetti, dal sapore pionieristico.
L’Eni investe, si rifà ill look, restyling con bonifica, migliora la qualità della produzione, sbarca in un mercato più vantaggioso e regala, soprattutto alla comunità industriale, fatta di uomini e donne, un polo di eccellenza nel settore della formazione.
Nel petrolchimico di Gela si formeranno operai altamente specializzati nel delicatissimo settore della sicurezza, soprattutto antincendio: comportamenti e stato degli impianti, manutenzione e prevenzione, sono il rosario della sicurezza, ma sono gli uomini, e solo loro, con le loro competenze, intelligenze, esperienza, che fanno alla fine la differenza.
Il polo di eccellenza di Gela, in materia di sicurezza, dovrà insegnare a tutti coloro che si occuperanno di questo setore nell’Ente Nazionali di Idrocarbiuri, comportamenti e interventi idonei alla prevenzione di incidenti.
L’ingegnere Domenico Elefante, il capo della raffinazione dell’Eni, ha detto che questa scelta è stata suggerita dalla qualità del personale Eni di Gela: si è sparsa la voce che sono bravi in questo campo e non solo, anche per i risultati ottenuti (“nessun incidente nell’ultimo anno”). Il polo di eccellenza permetterà di all’Eni di fare decollare il piano con il consenso delle rappresentanze sindacali, sicché il dimagrimento – da circa mille a meno di settecento – della forza lavoro direttamente impiegata nello stabilimento, non inciderà sulla base occupazionale. Né cassa integrazione, né licenziamento, ma la possibilità di una uscita volontaria.
Il piano di riconversione illustrato dall’Eni a Palazzo d’Orleans dal padrone di casa Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, ex dipendente del petrolchimico, ed ora il governatore che “battezza” il progetto Gela con comprensibile soddisfazione.
Il core business della riconversione è il diesel. Lo stabilimento di Gela non produrrà più benzine, ma diesel, entrando in un mercato ormai in rapida ascesa. In più, attraverso interventi mirati e innovativi, recupererà le acque di risulta industriale, rinhunciando all’uso di acqua potabile per il raffreddamento degli impianti.
Gela, dunque, potrà avere più acqua, l’Eni immetterà meno acqua toorbida in mare. Insieme all’abbattimento di emissioni inquinanti nell’aria, potrà vantare parametri molto inferiori a quelli autorittati dall’Aia.
Sembra una svolta piuttosto importante nella storia della politica industriale dei grandi gruppi in Sicilia. C’è chi arriccia il naso, naturalmente, per il calo della manodopera impiegata nel petrolchimico, e c’è chi invece è scettico sui buoni risultati in materia ambientale. Il passato non incoraggia la fiducia. Saranno i giorni a venire a dirci come stanno le cose. Per il momento, dobbiamo prendere atto che i vertici aziendali hanno capito che non è più aria. Letteralmente, e si sono attrezzati. Ora devono farsi credere e comunicare in modo trasparente, ogni passo avanti alle popolazioni interessate, perché il pregiudizio di uno stabilimento “nemico” della salute venga sfatato.

Istat. I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti
Al 1° gennaio 2013, in base ai dati forniti dal Ministero dell'Interno, sono regolarmente presenti in Italia 3.764.236 cittadini non comunitari.
Tra il 2012 e il 2013 il numero di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti è aumentato di circa 127 mila unità.
I paesi di cittadinanza più rappresentati sono Marocco (513.374), Albania (497.761), Cina (304.768), Ucraina (224.588) e Filippine (158.308).
I minori presenti in Italia rappresentano il 24,1% degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti, mentre nel 2012 essi costituivano il 23,9%.
Continua a crescere la quota di soggiornanti di lungo periodo (passano da 1.896.223 nel 2012 a 2.045.662 nel 2013) che costituiscono la maggior parte dei cittadini non comunitari regolarmente presenti (54,3%). La quota di soggiornanti di lungo periodo sul totale è particolarmente elevata nelle regioni del Centro-Nord.
Netta è stata la diminuzione di nuovi ingressi di cittadini stranieri non comunitari: durante il 2012 sono stati rilasciati 263.968 nuovi permessi, quasi il 27% in meno rispetto all'anno precedente.
La diminuzione dei nuovi arrivi ha interessato gli uomini (-33%) più delle donne (-19,5%).
Si riducono notevolmente i nuovi permessi rilasciati per lavoro (-43,1%); si contraggono, anche se in misura minore (-17%), le nuove concessioni per famiglia.
I permessi rilasciati per asilo e motivi umanitari, passano da 42.672 nel 2011 a 22.916 nel 2012. Nel 2012 hanno rappresentato l'8,7% dei nuovi flussi, mentre l'anno precedente erano il 16,2% del totale.

Istat. Occupati e disoccupati (dati provvisori)
A giugno 2013 gli occupati sono 22 milioni 510 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente (-21 mila) e dell'1,8% su base annua (-414 mila).
Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 1,0 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima.
Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 89 mila, diminuisce dell'1,0% rispetto al mese precedente (-31 mila) ma aumenta dell'11,0% su base annua (+307 mila).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi.
Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 642 mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia d'età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 39,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,6 punti nel confronto tendenziale.
Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente (+39 mila unità) e dello 0,4% rispetto a dodici mesi prima (+51 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,2 punti su base annua.

Istat. Prezzi al consumo: dati provvisori
Nel mese di luglio 2013, secondo le stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, risulta stabile rispetto al mese precedente e aumenta dell'1,1% nei confronti di luglio 2012, mostrando un lieve rallentamento rispetto alla dinamica rilevata a giugno (+1,2%).
Il rallentamento dell'inflazione a luglio è imputabile alla dinamica su base annua dei prezzi di tutte le tipologie di servizi, soltanto in parte controbilanciata dall'accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi di gran parte delle tipologie di beni e in particolare dei Beni energetici non regolamentati.
Su base mensile, a determinare la stabilità dell'indice generale è l'opposta dinamica dei prezzi dei prodotti che presentano una forte componente stagionale. Da un lato, infatti, si registra l'aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2%), dall'altro la diminuzione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-2,3%), in larga parte attribuibile ai Vegetali freschi (-7,3%) e alla Frutta fresca (-6,8%).
L'inflazione acquisita per il 2013 è pari all'1,1%.
A luglio l'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, rallenta all'1,1% (era +1,2% a giugno).
Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo decelera, portandosi all'1,2% (dall'1,3% del mese precedente).
Rispetto a luglio 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni sale all'1,1%, dallo 0,9% di giugno, mentre quello dei prezzi dei servizi scende all'1,3% (era +1,6% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di cinque decimi di punto percentuale rispetto a giugno 2013.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori diminuiscono dello 0,2% su base mensile e crescono del 2,0% su base annua (dall'1,7% di giugno).
Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell'1,8% su base mensile e aumenta dell'1,2% su base annua, in rallentamento di due decimi di punto percentuale rispetto a giugno (+1,4%). La flessione congiunturale è principalmente attribuibile ai saldi stagionali di abbigliamento e calzature di cui, come noto, l'indice NIC non tiene conto.

Coldiretti: Cucina “fai da te” per un italiano su tre
Torna di moda il pic-nic: tra i cibi più gettonati frutta, panini e verdure
di red - 31 luglio 2013 10:01
fonte ilVelino/AGV NEWS
Roma
Quest’anno quasi un italiano su tre (32 per cento) rinuncia al ristorante e si mette ai fornelli per cucinare i cibi da portare in tavola ma anche in viaggio, in spiaggia, in montagna o durante le visite nelle città d’arte. È quanto afferma la Coldiretti sulla base sui dati Ipr marketing nel sottolineare nell’estate 2013 la ricerca del risparmio spinge ad individuare soluzioni alternative con gli italiani che scelgono come alloggio una casa in affitto, di proprietà o di parenti e amici che hanno superato quelli che si recano in un albergo o in pensione. “C’è comunque un 28 per cento dei turisti italiani che, all’opposto, complice anche un po’ di pigrizia vacanziera, preferisce - sottolinea la Coldiretti - mangiare nel ristorante del posto dove alloggia, mentre il 23 per cento sceglie di andare in trattoria o pizzeria.
Una minoranza del 7 per cento si rifugia in bar e fast food per un pasto mordi e fuggi mentre appena il 3 per cento può contare sull’ospitalità di parenti e amici. Il pranzo al sacco in vacanza è l’unica forma di ristorazione che cresce con la crisi anche se si cerca di caratterizzarlo con i sapori tipici del luogo di vacanza con salumi, formaggi e frutti tipici del luogo di vacanza, magari acquistati nelle sagre o nei mercati degli agricoltori di campagna amica che si moltiplicano durante l’estate. I risultati dell’indagine evidenziano il ritorno del pic nic, perché rispetta quei canoni di sobrietà, libertà, risparmio, ma anche di desiderio di esprimere creatività in cucina che sono propri degli anni della crisi. Una opportunità che cresce nel consenso tra gli italiani che possono risparmiare senza privarsi di prodotti sani, tipici e genuini facili da trovare in tutte le località turistiche. Una alternativa valida in un paese come l’Italia che può contare su 871 parchi e aree protette oltre a chilometri e chilometri di spiagge”, afferma la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di ben il 10 per cento del territorio nazionale. Secondo l’indagine tra i cibi piu’ gettonati per un pic nic al mare figurano - precisa la Coldiretti - la frutta (77 per cento), i panini (61 per cento), le verdure (19 per cento), i piatti pronti (17 per cento) come pasta e riso freddo, pasticcio e lasagne, ma non manca chi sceglie altro come salumi, formaggi o la carne in scatola, il prodotto simbolo delle gite degli anni 60.

Germania: disoccupati in calo a 2,93 mln
A luglio tasso disoccupazione stabile al 6,8%
31 luglio, 10:37
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - Continua a calare il numero dei disoccupati in Germania: a luglio, il totale dei senza lavoro è diminuito di 7.000 unità a 2,93 milioni, contro attese per un dato invariato. Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 6,8%, a ridosso dei valori minimi da due anni a questa parte.

Letta in Grecia, 2014 anno di svolta per Unione Europea
Premier, da Ue errori su crisi ellenica, noi al fianco di Atene
29 luglio, 15:41
(ANSA) - ATENE - Il 2014 potra' esser l'anno di svolta per l'Unione europea, perche' la Ue ha bisogno di questa svolta'': e' quanto assicurato dal premier Enrico Letta in un incontro stampa con il primo ministro greco Antonis Samaras, nel corso della sua visita ad Atene. ''Sono qui per dare un forte incoraggiamento alla Grecia''. ha aggiunto Letta, parlando di ''segnali'' che permettono di sperare che l'uscita della Grecia dalla crisi ''stia accadendo o possa accadere''. Ora ''e' importante che torni la fiducia, tornino gli investimenti'', ha aggiunto, assicurando che ''l'Italia e' al fianco della Grecia'' per ''evitare altre crisi'' e per garantire ''il rispetto degli impegni'' concordati con le istituzioni internazionali. ''Deve essere chiaro che i sacrifici non sono sacrifici fini a se stessi, non sono l'obiettivo, ma lo strumento per arrivare alla terra promessa'', ha proseguito Letta, lodando i sacrifici fatti dal governo greco. La "terra promessa" verso cui tendere e' fatta di ''stabilita', crescita e occupazione'', ha detto Letta.
La presidenza italiana della Ue del prossimo anno ''lavorera' molto su questo tema''. ''Non ho dubbi: sulla Grecia ci sono stati forti errori della Ue, con strumenti e tecniche sbagliate.
Senza modi e tempi giusti che hanno contribuito ad un avvitamento della crisi'', ha commentato il premier. Senza questi errori, ''sarebbe stato diverso, avremmo evitato un disastro finanziario e perdita di lavoro'', ha sottolineato.
Enrico Letta e' ''una grande personalita' nel panorama europeo ed ha migliorato il ruolo dell'Italia nelle decisioni europee'': cosi' il premier greco Antonis Samaras si e' rivolto al primo ministro italiano. Samaras ha ricordato che il prossimo anno Grecia e Italia guideranno il primo e il secondo semestre europeo di presidenza della Ue e si propongono ''un anno di priorita' comuni congiunte''.(ANSA).

Fitch conferma rating BB- con outlook negativo alla Serbia
Pesano crescita del debito pubblico e fragilità ripresa economia
30 luglio, 10:31
(ANSA) - BELGRADO - L'agenzia di rating Fitch ha confermato il rating della Serbia a ''BB- con outlook negativo''. Secondo quanto riportato dal sito www.fitchratings.com, il rating invariato è un riflesso dello stato di incertezza della finanza pubblica, della rapida crescita del debito pubblico, della fragilità della ripresa economica e dell'incertezza che pesa su un accordo con il Fondo monetario internazionale (Fmi). Fitch ha riferito che ci si aspettava che il deficit di bilancio della Serbia si avvicinasse quest'anno al 6% del Pil e a circa il 5% nel 2014. nel rapporto dell'agenzia di rating viene anche previsto che il debito pubblico della Serbia raggiungerà il 65% del Pil entro il 2014, precisando che le dinamiche del debito pubblico serbo risentono fortemente dell'andamento dei cambi poiché l'81,5% del debito è in valuta estera. (ANSA)

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