Nel primo semestre entrate fiscali +3.1% a 197
miliardi
Confesercenti: 500mila negozi sfitti
Istat. Stima preliminare del Pil
Il Pil sprofonda da due anni. Ottavo trimestre
in calo
Istat. Produzione industriale
Cig, -30% luglio ma più disoccupazione
Ue-17: calo commercio al dettaglio a giugno,
-0,5%
Germania: ordini industria giugno +3,8%
Crisi: Fmi, incertezza Ue pesa su export
Germania
Puglia e Basilicata dicono no alle trivelle
BARI - Mobilitazione
dei sindaci della costa jonica. Dalle Regioni parte la petizione per i
ministeri e l’Ue
«No al petrolio nello Jonio»: tra le firme
contro le trivellazioni in mare c’è anche quella del consiglio regionale
pugliese, che per bocca del presidente Onofrio Introna aderisce al «No triv
tour» lanciato dal sindaco di Amendolara, Ciminelli. «Tengo a ribadito
pubblicamente: tutti i consiglieri regionali della Puglia, uniti fin dal primo
momento contro ogni attentato alla salute ambientale dei nostri mari,
aderiscono alla sottoscrizione a difesa dell’ecosistema marino dalla ricerca ed
estrazione di idrocarburi».
Dalla cittadina ionica è partita, infatti, una
campagna di sensibilizzazione contro i progetti di trivellazioni delle
compagnie petrolifere, lungo la costa ionica di Basilicata e Calabria. Le firme
raccolte saranno sottoposte ai Ministeri interessati e all’Ue. Una
manifestazione itinerante, avviata a fine luglio nella cittadina in provincia
di Cosenza, toccherà altri centri marinari ionici in Lucania e Puglia, all’insegna
del no alle trivellazioni.
Solo nel Golfo di Taranto, sono 11 le
richieste di autorizzazioni avanzate ai Ministeri da 7 multinazionali
petrolifere e 4 le concessioni attive, al largo del Catanzarese, con svariate
piattaforme e decine di pozzi. «Per salvare il nostro oro blu, stop all’oro
nero: la Regione - dice Introna - è fin dall’inizio tra i protagonisti della
battaglia per il mare». Infine, l’appello al ministro dell’Ambiente, Orlando, a
fissare l’incontro richiesto dall’Assemblea pugliese per illustrare le ragioni
della mobilitazione a tutela dei mari. «Non gli sfuggirà certamente l’appello delle
istituzioni, delle forze sociali, delle Associazioni e dei cittadini di
Basilicata, Calabria e Puglia. Non è un caso che i sindaci dell’arco ionico
stiano facendo causa comune – fa notare ancora Introna – come del resto un
fronte unitario è quello delle regioni adriatiche, che respingono ogni ipotesi
di sfruttamento delle irrisorie fonti energetiche dal proprio mare e hanno
adottato un documento unitario a tutela di tutte le acque del Mediterraneo
europeo e a sostegno di uno sviluppo sostenibile dei nostri territori».
06 Agosto 2013
Nel primo semestre entrate fiscali +3.1% a 197
miliardi
5
agosto 2013
ROMA (ITALPRESS) – Le entrate tributarie
erariali registrate nel periodo gennaio-giugno 2013, accertate in base al
criterio della competenza giuridica, ammontano a 197.029 milioni di euro,
registrando una crescita del 3,1% (+5.898 milioni di euro) rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dal Rapporto sull’andamento delle
entrate tributarie e contributive del periodo gennaio-giugno 2013, messo a
punto dal Dipartimento delle Finanze e dal Dipartimento della Ragioneria
Generale dello Stato.
Le
imposte dirette registrano un aumento complessivo dell’8,7% (+8.804 milioni di
euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le imposte indirette
registrano una diminuzione del 3,2% (-2.906 milioni di euro). In particolare,
il gettito IVA risulta in flessione del 5,7% (-2.866 milioni di euro) che
riflette la riduzione del gettito derivante dalla componente relativa agli
scambi interni (-2,3%) e del prelievo sulle importazioni(-22,3%).
Le
entrate relative ai giochi presentano, nel complesso, una contrazione dell’1,9%
(-126 milioni di euro). Le entrate tributarie derivanti dall’attività di
accertamento e controllo risultano pari a 3.655 milioni di euro (+329 milioni
di euro pari a+9,9%), “a conferma dell’efficacia dell’azione di contrasto
all’evasione”, spiega il ministero dell’Economia.
(ITALPRESS).
Confesercenti: 500mila negozi sfitti
Liberalizzazione orari non spinge consumi,
favorisce solo Gdo
05 agosto, 18:10
(ANSA) - ROMA, 5 AGO - La liberalizzazione
degli orari di apertura dei negozi non incrementa i consumi e anzi contribuisce
alla desertificazione urbana. Lo sostiene la Confesercenti sul provvedimento
che da gennaio 2012 ha reso possibile l'apertura dei negozi 24 ore al giorno
tutti i giorni dell'anno. Secondo una ricerca, in Italia i negozi sfitti per assenza
di imprese sono ormai 500mila per una perdita annua di 25 mld di euro in canoni
non percepiti. In termini di gettito fiscale sfumano circa 6,2 mld l'anno
Istat. Stima preliminare del Pil
Nel secondo
trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori
concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di
calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre
precedente e del 2,0% nei confronti del secondo trimestre del 2012.
Il calo
congiunturale è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i
grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Il
secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del
trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al
secondo trimestre del 2012.
La variazione
acquisita per il 2013 è pari a -1,7%.
Nello stesso periodo
il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e
dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento
dell'1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito.
Il Pil sprofonda da due anni. Ottavo trimestre
in calo
Milano - Nel secondo trimestre del 2013 il pil,
espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli
effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al
trimestre precedente e del 2,0% nei confronti del secondo trimestre del 2012.
Lo rende noto l'Istat in un comunicato che oggi ha diffuso una stima
preliminare.
Il secondo trimestre
del 2013 è l'ottavo trimestre consecutivo in cui si registra un calo del pil in
Italia: si tratta di un record. Nel terzo trimestre del 2011, infatti, si era
registrato un pil in calo dello 0,1%. Nel quarto del 2011 il pil aveva registrato
una diminuzione dello 0,7%, dell'1% nel primo trimestre del 2012, dello 0,6%
nel secondo, dello 0,3% nel terzo e dello 0,9% nel quarto. Nel primo trimestre
di quest'anno si e' registrato un calo del pil dello 0,6%.
Il calo
congiunturale e' la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i
grandi comparti di attivita' economica: agricoltura, industria e servizi. Il
secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del
trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al
secondo trimestre del 2012. La variazione acquisita per il 2013 e' pari a
-1,7%. Nello stesso periodo il Pil e' aumentato in termini congiunturali dello
0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si
e' registrato un aumento dell'1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito.
6/8/2013
Istat. Produzione industriale
A giugno 2013
l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,3%
rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno l'indice ha
registrato una flessione dello 0,9 rispetto al trimestre precedente.
Corretto per gli
effetti di calendario, a giugno 2013 l'indice è diminuito del 2,1% in termini
tendenziali (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di giugno 2012).
Nella media del primo semestre dell'anno la produzione è diminuita del 4,0%
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
A giugno la lieve
crescita congiunturale della produzione industriale è trainata dai comparti
produttori di beni intermedi (+1,6%) e di beni strumentali (+1,0%), mentre
diminuzioni si rilevano per i beni di consumo (-1,2%) e per l'energia (-0,1%).
Nell'ambito della
manifattura, i maggiori incrementi congiunturali si sono registrati per i
settori degli articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della
lavorazione di minerali non metalliferi (+4,0%) e della fabbricazione di coke e
prodotti petroliferi raffinati (+2,3%).
Gli indici corretti
per gli effetti di calendario registrano, a giugno 2013, diminuzioni
tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo l'energia (-7,1%)
e, in misura minore, i beni di consumo (-3,3%), mentre registrano una flessione
più contenuta i beni intermedi (-0,5%) e i beni strumentali (-0,2%).
Nel confronto
tendenziale, a giugno 2013, i settori in maggiore crescita sono quelli della
produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,8%) e
della fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,2%); quello in maggiore
diminuzione è la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati
(-7,2%).
Cig, -30% luglio ma più disoccupazione
Inps, autorizzate
scendono a 80,6 mln ore
06 agosto, 12:56
(ANSA) - ROMA, 6 AGO
- Nel mese di luglio il numero di ore di cassa integrazione complessivamente
autorizzate è stato pari a 80,6 milioni, in diminuzione del 30,3% rispetto allo
stesso mese del 2012 (115,7 milioni) e dell'11% rispetto a giugno (90,7). E'
quanto informa l'Inps secondo cui tuttavia a giugno le domande per
disoccupazione e mobilità sono aumentate del 14,75% a 130.758.
Ue-17: calo commercio al dettaglio a giugno,
-0,5%
05 agosto, 19:00
(ANSA) - BRUXELLES, 5 AGO - Calo del
commercio al dettaglio a giugno nell'eurozona, dove è sceso dello 0,5% rispetto
a maggio quando invece aveva registrato +1,1%. Sono i dati diffusi da Eurostat.
L'indice è stato negativo anche nell'Ue a 27, con -0,3% contro il +1,3% del
mese precedente. Rispetto a un anno fa, il volume del commercio al dettaglio è
sceso dello 0,9% nei 17 mentre è cresciuto dello 0,1% nei 27.(ANSA).
Germania: ordini industria giugno +3,8%
Aumento più forte da
8 mesi
06 agosto, 13:50
(ANSA) - ROMA, 6 AGO
- In Germania gli ordini industriali hanno segnato a giugno un balzo del 3,8%,
al netto degli effetti stagionali e dell'inflazione. E' il maggior incremento
da otto mesi a questa e si raffronta -0,5% di maggio (dato rivisto). Lo
comunica il ministero dell'Economia tedesco. Gli economisti avevano previsto un
rialzo dell'1%.
Crisi: Fmi, incertezza Ue pesa su export
Germania
06 Agosto 2013 -
16:00
(ASCA) - Roma, 6 ago - L'incertezza che
circonda la zona euro ''continuera' ad avere un impatto negativo'' sull'export
dell'economia tedesca nell'Unione, processo che riprendera' solo
''gradualmente'', a differenza dell'interscambio commerciale con i Paesi
extra-europei, che gia' da ''meta' del 2012'' ha cominciato il suo processo di
''recupero''. Lo scrive il Fondo monetario internazionale in un rapporto
diffuso oggi sullo stato dell'economia tedesca. rba/lus/rl
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