Ue: Italia fuori mappa aree competitive
Coldiretti, tagli a spesa, in 6 mesi -4%
Consumatori, in 2013 stangata 1.490 euro
Crisi:immigrati spediscono a casa 6,8mld
Croazia: al via grande progetto condono
edilizio
Grecia, un'azienda turistica su due non paga le
tasse
Petrolio, unire le Valli nella battaglia
I sindaci pensano al
ricorso al Tar contro la Regione
Pronto un manifesto
programmatico da sottoscrivere. L’intento è quello di “democraticizzare” la
risorsa petrolio, trasformare la gestione verticistica delle royalties in un
sistema di distribuzione orizzontale del denaro.Se il petrolio è una risorsa
lucana, allora ne devono beneficiare tutti.
di ROSANGELA PEPE
SPINOSO – Si incontreranno l’11 settembre prossimo i
sindaci “ribelli” della Val d’Agri. Lo faranno con un manifesto programmatico,
una sorta di carta di intenti che sarà anche una “chiamata alle armi”.
L’intento è quello
di “democraticizzare” la risorsa petrolio, trasformare la gestione verticistica
delle royalties in un sistema di distribuzione orizzontale del denaro.Se il
petrolio è una risorsa lucana, allora ne devono beneficiare tutti. E per fare
questo c’è bisogno di un fronte compatto, larghissimo e soprattutto cosciente. Ieri
all’incontro di Spinoso, la “fase due” del progetto dei sindaci “ribelli” si è manifestata
quasi al completo.
Non è la battaglia
di una valle, di un gruppo di paesi, è una battaglia lucana, che guarda a tutti
quei Comuni che nel corso degli anni hanno chiesto un’equa distribuzione del
petrolio. Dopo le dichiarazioni del presidente di Nomisma Energia, di togliere
«le royalties agli enti locali che le interpretano come compensazioni per un
danno che in realtà non esiste» e sul
«raddoppio del’’estrazione», sale la preoccupazione tra i sindaci dell’Alta e
Medio Agri e si fa fronte comune anche con il materano.
Infatti «l’unione fa
la forza» è stata in qualche modo la parola chiave circolata nei diversi interventi susseguiti
nell’incontro, convocato d’urgenza dai sindaci Vincenzo Vertunni, Mario Di
Sanzo, Michele Grieco, Cesare Marte, Pasquale De Luise e Ugo Salera,
rispettivamente amministratori di Grumento Nova, Montemurro, Sarconi, Spinoso,
Paterno e Tramutola. Questa volta però a dare man forte alla riunione erano
presenti nella sala conferenze della chiesa madre del centro spinosese, altri
amministratori del Medio Agri, del Melandro e del Materano.E questa presenza non
è solamente “di facciata”.
L’obiettivo finale
dei sindaci è quello di creare un fronte unico che unisca le valli Camastra,
Basento e Agri, aggiungendo anche Tito. A settembre saranno molti di più i
sindaci “ribelli”.
Primi cittadini che
cercheranno di smentire le voci politiche che vedono l’ennesima protesta come
un timido tentativo di rimettere nei ranghi una politica regionale un po’
addormentata.
Nel programma non
c’è soltanto «petrolio» e «distribuzione delle royalties». C’è da guardare
anche «Al sistema di assunzioni interessati dalle attività estrattive e
questione ambientale». per fare questo c’è bisogno di «trovare un percorso
comune con tutti».
Ad aprire il
dibattito – confronto e a dare un quadro
generale della situazione è stato il sindaco di Spinoso, De Luise che fra un
intervento e l’altro ha puntualizzato la preoccupazione e la rabbia verso una
condizione che da anni imperversa nel territorio della Val d’Agri e «stanchi
di affidare le loro istanze a delegati
che in questi anni hanno dimostrato poco
interesse o, nella migliore delle ipotesi, scarsa incisività nel rappresentare,
prima di qualsiasi altra cosa, le esigenze
collettive e prioritarie della popolazione valligiana».
Principio
fondamentale per il sindaco di San Chirico Raparo, Claudio Borneo che le «royalties
debbono rimanere alla Regione Basilicata, è fondamentale» e bisogna – dice
- «fare un fronte compatto per tornare a
fare forme di protesta unitaria». ma per fare questo bisogna avere le idee
chiare. La prima operazione da attuare per Borneo «è fare unione non solo sugli
interessi della Val d’Agri»; seconda azione ipotizzata, «un ricorso al Tar
contro la Regione Basilicata per l’utilizzo delle royalties, destinate alla Val
d’Agri – in riferimento alla legge 40 per compensazione ambientale - per tutto tranne per le finalità stabilita
nella normativa. La Regione - solleva
Borneo - deve fare dei tagli, non deve pensare che con le royalties risolva
tutto. Anche perché sono oltre tre anni che i sindaci del Programma Operativo
non usufruiscono della ripartizione delle risorse proveniente dall’attività
estrattiva». Sulla stessa lunghezza d’onda il Sindaco di Paterno, Grieco che ha
ripreso la legge 40, indicandone la
necessità di «una pianificazione dell’utilizzo delle royalties».
Punto di partenza e
motivo di unione. «Bisogna mettere in piedi una piattaforma di rivendicazione –
ha evidenziato - che guardi sia alla questione ambientale che a quella
occupazionale. Ma abbiamo bisogno anche di una politica che sia capace di dare
risposte su questo». Ambiente, salute e lavoro ma anche un capovolgimento della questione del «decentramento e dello snellimento
burocratico». «Per chiedere un parere alla Regione - ha aggiunto Grieco - devo fare la via
crucis. Molte funzione devo essere decentrate ai comuni. Bisogna capovolgere
questa situazione».Per il primo cittadino di Sarconi, Cesare Marte la richiesta
è «che ci sia un ritorno concreto alle popolazioni. Bisogna cambiare – ha
spiegato - tendenza. Oggi non è la prima
riunione ma l’ultima di tante altre. All’inizio il tema del petrolio era tabù
ora tutti ne parlano volentieri. Il problema lo dobbiamo centrare non solo
nell’erogazione delle royalties, ma nella questione ambientale e della salute».
La conclusione «ci
dobbiamo sacrificare però da questo sacrificio qualcosa ritorni perché le
scelte fatte fino ad oggi non ci hanno soddisfatto». Riprende la faccenda
dell’utilizzo e dello spreco delle royalties il sindaco di Pisticci, Di Trani, facendo riferimento al comune di
Viggiano e al concerto dei Pooh nonostante la smentita del manager sui 200mila
euro. «Tanta gente – solleva - non
riesce a sbarcare il lunario, la contraddizione deve essere superata».
«Estraggono il
petrolio, ci prendono la ricchezza – ha commentato - e le infrastrutture non vengono realizzate.
Sinnica, ospedali – soppressione di pronto soccorso – e tanto altro. Questo è il modo di fare della politica e
delle clientele a discapito della gente». «Siamo disposti ad accettare
l’aumento estrattivo? E’ stato l’interrogativo posto dal primo cittadino di
Sant’Arcangelo, Esposito. «Se dobbiamo fare lotta comune i benefici devono
essere regionali. Discutere come soggetto politico territoriale, attenersi a
temi ambientali e occupazionali. Dobbiamo stare insieme e dire no alle compagne
petrolifere per l’aumento di produzione».
Un no all’aumento
della produzione anche da parte del Sindaco del centro grumentino, Vertunni che
ha sottolineato come «l’argomento petrolio si estende a macchio d’olio. Ed è
l’elemento denaro che crea discordia. Quello che c’è, è sufficiente. Bisogna –
ha chiosato - prendere una posizione
netta e precisa».
sabato 24 agosto
2013 08:03
Ue: Italia fuori mappa aree competitive
Indice 2013,
Lombardia unica regione italiana non compare più
24 agosto, 13:12
(ANSA) - BRUXELLES,
24 AGO - Italia fuori dalla mappa delle Regioni più competitive d'Europa. Lo
rivela l'Indice 2013 della Commissione Ue che segnala come la cosiddetta
"blue banana", dorsale economica che collegava la grande Londra alla
Lombardia (unica regione italiana a rientrarvi), via Benelux e Baviera,
"abbia cambiato forma". In testa, Utrecht (Olanda), seguita da
'greater' London (GB); Berkshire-Buckinghamshire-Oxfordshire (GB) e Stoccolma
(Svezia). La Lombardia non più nelle prime 100, scivola al posto 128.
Coldiretti, tagli a spesa, in 6 mesi -4%
-10% per olio e
pasta, giù anche carne, crolla pesce (-13%)
24 agosto, 11:56
(ANSA) - ROMA, 24
AGO - Crolla la spesa degli italiani a tavola dall'olio di oliva extravergine
(-10%) al pesce (-13%), dalla pasta (-10%) al latte (-7%), dall'ortofrutta
(-3%) alla carne (-2%). E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sugli
effetti più drammatici del calo del potere di acquisto provocato dalla crisi,
sulla base dei dati Ismea-Gfk Eurisko relativi al primo semestre dell'anno che
fanno registrare complessivamente un taglio del 4% nella spesa alimentare delle
famiglie italiane.
Consumatori, in 2013 stangata 1.490 euro
Aumenti
insostenibili per le famiglie, pesano ricadute Imu
24 agosto, 11:40
(ANSA) - ROMA, 24
AGO - Aumenti ''insostenibili'' che stanno determinando pesantissime ricadute
sulle condizioni di vita delle famiglie. Sono quelli denunciati da Adusbef e
Federconsumatori che, nonostante il calo delle bollette di luce e gas,
calcolano per quest'anno una ''stangata'' da 1.492 euro a famiglia determinata
soprattutto dalle ricadute dell'Imu. In questa situazione, sottolineano ancora,
i consumi sono crollati tra 2012 e 2013 del 7,3%.
Crisi:immigrati spediscono a casa 6,8mld
Dati Camera
Commercio Milano,mantengono 700mila famiglie origine
23 agosto, 17:55
(ANSA) - MILANO, 23
AGO - Gli immigrati nel 2012 hanno spedito a casa 6,8 miliardi di euro. La
maggior parte delle rimesse arriva dalla provincia di Roma (28,4%) e da Milano
(14%), seguono Napoli (4,3%) e Prato (3,1%). Sono i dati di Banca d'Italia
elaborati dalla Camera di Commercio di Milano.
Nel capoluogo
lombardo le rimesse sono diminuite di circa il 6,3% da oltre 1 miliardo nel
2011 a 966 milioni di euro nel 2012 riuscendo a mantenere quasi 700 mila
famiglie d'origine.
Croazia: al via grande progetto condono
edilizio
Oltre 800 mila le
richieste. Obiettivo è porre fine abusivismo
23 agosto, 19:15
(ANSA) –
ZAGABRIA – In Croazia il ministero per l'Edilizia ha ricevuto ben 816
mila richieste, su 4,3 milioni di abitanti, per il condono edilizio, ovvero per
una veloce, semplificata e molto economica legalizzazione delle abitazioni,
edifici e varie altre costruzioni erette dopo il 1968. Lo ha annunciato oggi il
ministro Anka Mrak-Taritas. Si tratta di un enorme progetto nazionale che mira
a porre fine all'abusivismo edilizio, ma anche a permettere ai cittadini e alle
aziende che possiedono edifici e altre costruzioni totalmente o parzialmente
illegali, di regolarizzare le loro proprietà immobiliari. La legge sul condono
edilizio prevede una procedura veloce e molto semplificata per la
legalizzazione retroattiva degli immobili costruiti dopo il 1968, specie se
comparata ai costi e ai tempi necessari per avere un permesso nuovo. Tutti
coloro che hanno costruito dopo questa data su terreni edificabili ma senza
permessi o con permessi parziali potranno regolarizzare le loro proprietà, che
di conseguenza avranno un valore più alto sul mercato o potranno essere
riadibite per altri usi, quali quelli commerciali o turistici. Non saranno
condonate le costruzioni su terreni non edificabili o protetti, come le zone
vicino al mare, e questi immobili saranno rimossi, come anche tutti quelli
costruiti abusivamente dopo il 2011, al momento dell'entrata in vigore di questa
legge. Tutti gli immobili risalenti al periodo prima del 1968, quando pattuglie
di aerei militari fotografarono in dettaglio tutto il territorio della ex
Jugoslavia, sono automaticamente regolari, a prescindere dal tipo o luogo di
costruzione. Secondo la stampa, agli archivi militari di Belgrado, ex capitale
della Jugoslavia federale di cui la Croazia fece parte fino al 1991, alcuni
scanner sofisticatissimi noleggiati dalla Germania stanno copiando giorno e
notte le immagini della Croazia nel 1968. In mancanza di altre prove, saranno
queste fotografie a testimoniare se un immobile fosse stato costruito prima o
dopo la data indicata dalla legge. È stato riportato però anche il caso di un
fortunato che è riuscito a dimostrare la regolarità della sua casa grazie a dei
vecchi giornali degli anni Sessanta, usati all'epoca come isolamento del
pavimento. Dell'iniziativa stanno beneficiando anche architetti e geometri che
nei mesi scorsi sono stati assaliti da migliaia di clienti che prima di
inoltrare la richiesta di condono alle autorità edilizie e catastali devono
preparare la documentazione idonea. Seppure i costi del condono siano molto più
bassi dei permessi regolari, ne beneficerà anche l'erario. Si stima che i
croati alla fine pagheranno centinaia di milioni di euro allo Stato e agli enti
locali per avere le carte delle loro case in regola.
Secondo i dati dell'Eurostat, i croati sono
terzi nell'Unione europea, dopo romeni e lituani, per numero di proprietà
immobili per abitante. Nel 2011 erano il 92,1 per cento i cittadini della
Croazia che vivevano in un'abitazione di loro proprietà, mentre la media
europea era del 70,1 per cento. Visto l'altissimo numero delle richieste di
condono, sembra che la maggioranza abiti però in case totalmente o in parte
abusive, circostanza a cui la nuova legge porrà fine. (ANSA).
Grecia, un'azienda turistica su due non paga le
tasse
Evasione fiscale a
livelli record su isole e in altri resort
23 agosto, 19:12
(ANSA) - ATENE -
Nonostante i continui appelli del governo greco alla popolazione a pagare
regolarmente le tasse per contribuire a risanare l'economia, l'evasione fiscale
nelle località turistiche del Paese e soprattutto sulle isole continua a
registrare picchi del 50%. Lo riferisce il quotidiano Kathimerini citando un
rapporto del ministero delle Finanze. Nel corso degli ultimi controlli estivi
effettuati su varie isole e altre località turistiche, la Guardia di Finanza
(Sdoe) ha scoperto che un'attività commerciale su due non paga le tasse che
dovrebbe. In base ai dati diffusi dal ministero, le 1.256 ispezioni condotte
fra il 6 e il 18 agosto in ristoranti, bar, alberghi e locali notturni hanno
consentito di accertare 5.668 violazioni in 586 esercizi commerciali, una
percentuale del 46.6%. Sulle isole di Amorgos, Paxoi and Symi tutti gli
esercizi commerciali controllati (il 100%) hanno commesso violazioni delle
norme fiscali come mancato pagamento dell'Iva, false dichiarazioni,
falsificazione di ricevute o mancata tenuta dei libri contabili. Ma sono stati
accertati anche altri reati come il contrabbando di liquori. In particolare
sull'isola di Santorini la percentuale di reati fiscali e' risultata del 96.4%,
a Evia dell'85%, a Rodi dell'81% e dell'80% per Myconos and Andros. Ad Atene la
percentuale degli esercizi trovati non in regola è stata del 54% mentre in
Calcidica, nella Grecia settentrionale, ''solo'' il 34% dei locali ha violato
le regole del fisco. In seguito alle infrazioni contestate, 13 esercizi
commerciali (tre nightclubs, quattro bar sulla spiaggia e sei ristoranti) sono
stati chiusi per 48 ore. (ANSA).
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