domenica 25 agosto 2013

XXV.VIII.MMXIII – Da oggi la storia del belpaese galbanino sara’ sempre piu’ contrassegnata dal segno meno, sempre piu’ meno, nel mentre i tedeschi hanno fame di manodopera ausländer.===(ANSA) Sono 'mosche bianche' i manager under 30 nelle 'stanze dei bottoni' delle aziende italiane: nel 2012 i dirigenti con meno di 30 anni d'età sono appena il 2,3% (poco più di 35mila) del totale dei quadri.---“Rispetto agli anni passati, è aumentato di 6 milioni il numero di cittadini costretti a rinunciare alle vacanze – spiega il presidente Carlo Rienzi – 33 milioni di italiani sono rimasti quest’anno a casa, e non hanno potuto trascorrere nemmeno un giorno di vacanza in Italia o all’estero”.

Taranto. Turismo, agosto fa… boom
Niente giovani manager, Italia solo 2,3%
Vacanze, codacons "spesa italiani -7.2% rispetto al 2012"
Famiglie, calo dei consumi del 7,3% in 2 anni: spesi 52 miliardi in meno
Merkel, no altri haircut per la Grecia
Germania: Merkel, in Europa serve mercato interno del lavoro




Taranto. Turismo, agosto fa… boom
L’estate è agli sgoccioli ed è tempo di bilanci.
 «Specialmente nel mese di maggio e giugno si registra una massiccia presenza di stranieri rispetto ai turisti italiani nella nostra provincia. Siamo in attesa dei dati ufficiali ma dalle prime proiezioni sicuramente si registra una tendenza al segno positivo».
 Lo rileva Pino Moro dall’Apt, l’azienda di promozione turistica, che in questi giorni sta elaborando i dati relativi alle presenze di visitatori sul nostro territorio.
 «Il dato positivo è senz’altro incoraggiante ed acclarato, sul quale ha inciso parecchio l’afflusso di turisti provenienti dall’Austria che hanno soggiornato a Castellaneta Marina».
 È stato un anno tortuoso e difficile per la nostra città, conosciuta a livello internazionale, per il disastro ambientale ed occupazionale perpetrato dal più grande stabilimento siderurgico industriale.
 Ma «nonostante la brutta pubblicità del caso Ilva,- commenta Moro- nel mese di giugno, a Taranto, gli operatori ci confermano che la città è riuscita a reggere, senza subire netti cali rispetto al 2012».
 Solo per il mese di luglio, rende noto l’azienda di promozione turistica, si contavano infatti circa 40 mila presenze in tutta la Puglia.
 «In questo contesto, è stato fondamentale l’impegno di Puglia Promozione che in collaborazione con l’assessorato al turismo della regione Puglia, ha svolto una funzione pubblicitaria non indifferente a supporto della provincia di Taranto. – commenta Pino Moro- In qualche maniera hanno contribuito a promuovere e tutelare la nostra città e non far emergere solo il brutto di Taranto».
 A tal proposito, sono state riproposte, su tutto il territorio regionale, le giornate di Puglia Open Days, «grazie alle quali ci sono stati a Taranto contenitori culturali interessanti. Penso al museo MarTa, rimasto aperto alle visite dei turisti e dei non residenti in città, anche il sabato dalle 20 alle 23. Penso alle gravine, ai musei civici e, in collaborazione col comune di Taranto, la riapertura anche delle tombe a camera. Rispetto all’anno scorso sono aumentati i siti del nostro patrimonio archeologico. Un esempio su tutti, l’ipogeo Delli Ponti, consegnato alle visite solo quest’anno».
 Si è riscontrato un enorme interesse anche per le masserie della Puglia, per le riserve naturali e i parchi naturalistici. L’Apt fa sapere inoltre, che in vista dell’estate sono state riattivate anche le attività di pescaturismo. Ed è stato un successo tant’è che si attesta per il mese di luglio (si aspetta di conoscere i dati relativi ad agosto), il tutto esaurito.
 «Sugli Open Days, i risultati sono confortanti. Le attività proposte da Puglia Promozione, si sono dimostrate un vero successo. – commenta ancora Pino Moro- Se i dati ci fanno ben sperare in una ripresa per la nostra città, lo dobbiamo al forte e concreto connubio che si è instaurato tra enti locali ed operatori turistici».
 Il boom di visitatori stranieri che si è registrato a maggio, come ci spiegano da Apt «ci fa ben sperare che possa esser riproposto il progetto di Puglia Promozione, “Discovering”. Nata come un’idea sperimentale tra la fine del 2012 e portato avanti fino alla primavera del 2013, l’iniziativa evidenzia in alcuni periodi dell’anno, soprattutto in quelle giornate legate specialmente alle festività natalizie e pasquali, una buona presenza di turisti interessati ai laboratori didattici e alle visite guidate nella nostra provincia. Alla luce dei risultati conseguiti non è dunque escluso che l’esperienza possa esser bissata», conclude fiducioso.

Niente giovani manager, Italia solo 2,3%
Unioncamere, in calo da 2009. Solo 1% cerca lavoro migliore
25 agosto, 16:23
(ANSA) - ROMA, 25 AGO - Sono 'mosche bianche' i manager under 30 nelle 'stanze dei bottoni' delle aziende italiane: nel 2012 i dirigenti con meno di 30 anni d'età sono appena il 2,3% (poco più di 35mila) del totale dei quadri. Peraltro sono in calo, seppur lieve, rispetto al 2,5% del 2009. Lo segnala uno studio di Unioncamere su dati Istat, evidenziando quanto i giovani italiani siano demotivati: tra gli occupati under 30 solo l'1% è alla ricerca di un lavoro migliore.

Vacanze, codacons "spesa italiani -7.2% rispetto al 2012"
25 agosto 2013
ROMA (ITALPRESS) – Mentre su strade, autostrade ed aeroporti si registrano i rientri dalle ferie, il Codacons rende noti i dati ufficiali sulle spese delle famiglie durante la villeggiatura. Ed emerge subito che le vacanze estive 2013 degli italiani sono state all’insegna del risparmio, tra rinunce, tagli di spesa e riduzione dei giorni di villeggiatura.
 “Rispetto agli anni passati, è aumentato di 6 milioni il numero di cittadini costretti a rinunciare alle vacanze – spiega il presidente Carlo Rienzi – 33 milioni di italiani sono rimasti quest’anno a casa, e non hanno potuto trascorrere nemmeno un giorno di vacanza in Italia o all’estero”.
 La metà delle famiglie che hanno potuto permettersi una vacanza – sottolinea il Codacons – ha trascorso fuori casa un periodo compreso tra i 7 e i 10 giorni, mentre il 35% ha optato per una vacanza di 14/15 giorni. Solo il 15% di chi è partito ha trascorso più di 15 giorni fuori casa. Tuttavia – fa notare l’associazione di categoria – risultano evidenti i tagli al budget di spesa che le famiglie hanno dedicato alle vacanze estive 2013: chi è partito ha speso quest’anno mediamente 97 euro al giorno, contro i 104 euro del 2012, con una riduzione di spesa procapite pari al 7,2%. Tale cifra comprende i costi di trasporto (auto, treno o aereo), i soggiorni presso le strutture turistiche, le spese per l’alimentazione, per i servizi balneari (stabilimenti o altro), per svago e intrattenimento, ecc.
 “Le vacanze sembrano oramai diventate un lusso per ricchi – afferma Rienzi – e chi parte spende sempre meno o riduce i giorni di villeggiatura. Ciò è particolarmente grave, perché le vacanze rappresentano il meritato riposo di chi ha lavorato tutto l’anno, e a causa della crisi economica deve rinunciare anche al proprio diritto allo svago e al relax”.
 (ITALPRESS).

Famiglie, calo dei consumi del 7,3% in 2 anni: spesi 52 miliardi in meno
ROMA - È una crisi «profonda e prolungata» quella dei consumi delle famiglie italiane. Fra il 2012 e il 2013, per Adusbef e Federconsumatori, il calo è stato del 7,3%, con una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di 52 miliardi. Per evitare un ulteriore calo, «disastroso» per l'economia, le associazioni ritengono quindi indispensabile eliminare definitivamente sia l'Imu sulla prima casa (tranne che per le dimore di lusso) che l'aumento dell'Iva.
Adusbef e Federconsumatori, nonostante il calo delle bollette di luce e gas, calcolano per quest'anno una «stangata» da 1.492 euro a famiglia determinata soprattutto dalle ricadute dell'Imu.
Cresce la cassa integrazione di circa il 3% (l'ordinaria del 12%, la straordinaria del 39%, diminuisce, solo formalmente, la deroga del 54%); crescono i licenziamenti (L.223) del 44%, cresce la disoccupazione e aumentano le richieste di indennità di disoccupazione. Emerge dai dati Inps elaborati per il mese di luglio dalla Cgil Lombardia. «Il 2013 - dichiara Giacinto Botti della Segreteria della Cgil Lombardia - , lo confermano i dati Inps che mensilmente il Dipartimento Politiche Contrattuali della Cgil Lombardia rielabora, vede il consolidarsi della crisi industriale, e di quella dell'Italia e della Lombardia, che da troppo tempo non crescono. Le analisi e gli studi dei vari istituti, compresa la Banca d'Italia, confermano le nostre denunce e le nostre forti preoccupazioni: siamo un paese e una regione in piena depressione, con una situazione economica e industriale gravissima. In cinque anni abbiamo avuto il crollo degli investimenti del 17%, con un tasso di variazione della produzione industriale cumulata italiana pari a -21%. Siamo a un punto di non ritorno, se non si ferma la de-industrializzazione in atto e non si interviene subito mettendo in campo politiche economiche e sociali, risorse pubbliche e private alternative alle attuali e di sostegno al mercato interno e al tessuto produttivo, il Paese rischia il tracollo e rimane incapace di prospettare il suo futuro e quello delle giovani generazioni.
 Le prospettive di crescita del PIL del nostro Paese per il 2013 sono molto più basse della media europea, mentre i sussulti di ripresa che si intravedono, purtroppo, oltre a essere timidi, sono per ora più di ordine congiunturale che strutturale. Inoltre queste prospettive sono contraddittorie perché accompagnate dai dati negativi sull'occupazione, in particolare quella giovanile, e dalle difficoltà del nostro sistema produttivo e industriale e degli stessi imprenditori a reggere dopo anni di crisi, senza una prospettiva e un adeguato sostegno finanziario e creditizio. Dal 2007 il nostro Paese e la nostra regione hanno bruciato rispettivamente 10 e 11 punti di PIL. Il nodo della Lombardia - aggiunge Botti - resta quello di creare lavoro e di ri-progettare una struttura produttiva innovata e di qualità, senza la quale sarà tecnicamente impossibile creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del Paese, insieme all'occupazione. È un allarme che abbiamo lanciato da tempo, rimasto irresponsabilmente inascoltato: in questi cinque anni di crisi, lo ribadiamo, si è perso il 25% del tessuto produttivo, si è avuto il crollo del manifatturiero di oltre il 20%, e si sono registrati l'aumento della disoccupazione e la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali».
Sabato 24 Agosto 2013 - 10:32
Ultimo aggiornamento: Domenica 25 Agosto - 18:54

Merkel, no altri haircut per la Grecia
Rischio effetto domino, insicurezza e stop investimenti eurozona
25 agosto, 16:27
(ANSA) – BERLINO, 25 AGO – La cancelliera Angela Merkel ha ribadito il suo no a un ulteriore ‘haircut’ alla Grecia: “metto in guardia con forza contro un taglio del debito”, ha detto al settimanale Focus: “potrebbe innescare un effetto domino che creerebbe insicurezza”. La conseguenza sarebbe che alla fine “la disponibilita’ a investire degli investitori privati nell’eurozona si azzererebbe”.

Germania: Merkel, in Europa serve mercato interno del lavoro
11:41 25 AGO 2013
(AGI) - Berlino, 25 ago. - Per risolvere il problema della disoccupazione giovanile in Europa e' necessario sviluppare un mercato interno del lavoro: e' l'auspicio espresso da Angela Merkel in un'intervista al settimanale Focus in cui spiega che "i giovani devono poter effettuare una formazione o trovare un lavoro in tutta Europa, muovendosi da un Paese all'altro per cogliere le opportunita' di lavoro, come fanno gia' in Germania spostandosi da un Land all'altro". "Mi sto impegnando nell'Ue per sviluppare passo dopo passo un mercato interno del lavoro", sottolinea il cancelliere tedesco, precisando che il suo governo ha gia' accelerato le procedure per il riconoscimento dei titoli esteri di formazione professionale. Un passo del genere rappresenta "un aiuto concreto a decine di migliaia di migranti qualificati che da anni vivono tra noi". A causa dell'invecchiamento della sua popolazione alla Germania potrebbero mancare nel 2025 oltre 6 milioni di lavoratori.
   (AGI) .


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