martedì 27 agosto 2013

XXVII.VIII.MMXIII – Autunno padano, marciano i balcanici

Latte, produzione a livelli 2011
Stangata sulle imprese 9,2 mld nel 2012
Ue: Italia tagliata fuori da Regioni più competitive
Grecia:ministro,rinegoziare salvataggio
Balcani, euroscettico Klaus consiglia prudenza adesione Ue
Trst, oltrepadania est. Festa della Lega: offerto asilo politico a Trieste Libera




Latte, produzione a livelli 2011
Secondo Coldiretti si registrano cali dal 2 al 10%
di red - 27 agosto 2013 10:17
fonte ilVelino/AGV NEWS
Complice la crisi, l’Italia taglia la produzione di latte di oltre il 3 per cento rispetto ai primi sei mesi del 2012. Dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia, dal Friuli al Lazio alle Marche – spiega la Coldiretti Lombardia su dati Agea – si registrano cali che vanno dal 2 al 10 per cento. “Si tratta di una situazione significativa – dice Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti lombarda – anche perché si è verificata prima dell’estate, stagione durante la quale c’è un ulteriore calo produttivo legato all’influenza delle alte temperature sulle condizioni fisiologiche degli animali”. La disponibilità di latte italiano è tornata ai livelli del 2011 – spiega la Coldiretti Lombardia -: si munge di meno a causa dell’aumento dei costi e della chiusura di diverse stalle, mentre i prezzi delle industrie non sempre riconoscono il valore reale del prodotto: l’ultimo accordo siglato da altre associazioni agricole con Italatte fissa una media di 41,3 centesimi al litro (42 centesimi da agosto 2012 a gennaio 2013) contro una quotazione del latte spot che sfiora i 50 centesimi.
 In Lombardia, da gennaio a giugno, la produzione di latte si è attestata a 2 milioni e 351mila tonnellate con un calo del 2,45% rispetto al 2012, più contenuto rispetto a quello nazionale di oltre il 3% con 5 milioni e 619 mila tonnellate munte. Mentre si è avuto un -2,15% in Emilia Romagna, -2,73% in Piemonte, -5,86% in Friuli, -4,70 in Veneto, -7,86% nel Lazio, -5,40% in Puglia, - 4,89% in Campania e -4,76% in Sardegna. Con il record negativo di una piccola realtà “lattifera” come le Marche che ha segnato un -10,32% rispetto al 2012. Sempre in Lombardia – spiega ancora la Coldiretti regionale – non c’è una provincia con il segno più. Mettendo a confronto il primo quadrimestre 2013 con quello del 2012: Bergamo segna - 3,8%, Brescia – 2,79%, Como -013%, Cremona – 2,12%, Lecco -6,51%, Lodi -3,35%, Mantova -0,86%, Milano -1,25%, Monza e Brianza -5,10%, Pavia -5,42%, Sondrio -4,21%, Varese -6,80%. Le produzioni provinciali da gennaio ad aprile 2013 si sono quindi così attestate: Bergamo 122.633 tonnellate, Brescia 418.845, Como 12.519, Cremona 396.707, Lecco 7.214, Lodi 147.059, Mantova 300.167, Milano 95.898, Monza e Brianza 4.577, Pavia 36.231, Sondrio 16.532, Varese 13.219.

Stangata sulle imprese 9,2 mld nel 2012
27/08/2013
 Stangata Imu per le imprese: nel 2012 gli imprenditori per l'Imu sugli immobili produttivi hanno pagato - spiega Confartigianato - 9,3 miliardi, cioè il 39,1% dei 23,7 miliardi di gettito.
 Stangata Imu per le imprese: nel 2012 gli imprenditori per l'Imu sugli immobili produttivi hanno pagato - spiega Confartigianato - 9,3 miliardi, cioè il 39,1% dei 23,7 miliardi di gettito. Ma da gennaio 2013 l'imposta è anche più costosa: l'aumento automatico del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi, ha fatto lievitare il prelievo dell'8,3%, cioè +491,2 milioni per le aziende. Non solo: con la Tares le tasse su imprese e famiglie cresceranno del 17,6%.

Ue: Italia tagliata fuori da Regioni più competitive
Lombardia arretra con tutto il centro-nord.Sicilia fanalino coda
26 agosto, 18:00
BRUXELLES - L'Italia resta tagliata fuori dalla mappa delle Regioni più competitive d'Europa. Lo rivela l'Indice 2013, pubblicato dalla Commissione Ue. Alla sua seconda edizione, la ricognizione triennale dedica una parte delle conclusioni a segnalare come la cosiddetta "blue banana", dorsale economica che collegava idealmente la grande Londra alla Lombardia (unica regione italiana a rientrarvi), via Benelux e Baviera, "abbia cambiato forma", assumendone una più policentrica con regioni forti soprattutto laddove si trovano capitali o aree metropolitane.
 Così, se a capitanare la classifica dei 262 territori dell'Unione (nello studio è compresa anche la Croazia) sono Utrecht, seguita tra gli altri dall'area di Londra; e dalla regione di Stoccolma (Svezia), la Lombardia non compare nella lista delle prime 100, attestandosi al posto numero 128. La seguono una decina di regioni italiane che si concentrano nella fascia intermedia, e sette oltre quota 200, con la Calabria e la Sicilia fanalino di coda nazionale, rispettivamente 233ma e 235ma su 262. Ultime in assoluto della classifica generale sono la bulgara Severozapaden, ed alcune regioni greche e romene.
 "Si tratta di una fotografia impietosa dello stato delle regioni italiane. Di come il centro-nord abbia perso competitività e si trovi in difficoltà - fanno rilevare fonti europee -. E l'indicatore, seppure non sia basato su dati freschissimi (2010-2011-2012) è uno strumento utile per preparare la nuova programmazione". Non a caso, nonostante una sostanziale riduzione del budget Ue 2014-2020 rispetto al precedente, l'Italia è riuscita comunque a strappare 29,238 miliardi, più o meno una cifra analoga al passato, proprio perché le sue regioni, anche le più sviluppate, hanno problemi.
 Seppure lo stesso studio sconsigli di fare confronti con la precedente edizione del 2010, perché alcuni indicatori sono stati aggiornati e sono considerate le regioni della Croazia, appare abbastanza indicativo il fatto che la Lombardia nel vecchio indice si trovasse a quota 95 (ora a 128), l'Emilia R. a 121 (contro 141), il Lazio a 133 (143), il Veneto a 146 (158).
Il lavoro si basa su tre principali gruppi di indagine, che vanno da ciò che viene considerato "basilare" per il funzionamento di un'economia (qualità delle istituzioni; stabilità macroeconomica; infrastrutture; sistema sanitario; qualità dell'istruzione) all'"efficienza" (qualità delle università e dell'apprendimento permanente; efficienza del mercato del lavoro; dimensioni di mercato), all'"innovazione" (livello tecnologico; innovazione).(ANSA)

Grecia:ministro,rinegoziare salvataggio
Piuttosto che terzo prestito da partner europei e Fmi
26 agosto, 17:43
(ANSA) - ROMA, 26 AGO - La Grecia potrebbe alleggerire il suo fardello finanziario rinegoziando l'attuale salvataggio, piuttosto che chiedere un terzo prestito. Lo dice il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, in un'intervista al giornale tedesco Handelsblatt. La rinegoziazione, dice il ministro che ieri ha riconosciuto un buco da 10 miliardi nelle finanze greche, punterebbe ad abbassare il pagamento degli interessi e alla concessione di più tempo per ripagare i 240 miliardi di euro finora concessi da Ue e Fmi

Balcani, euroscettico Klaus consiglia prudenza adesione Ue
Vanno prima risolti problemi di sviluppo interno
26 agosto, 19:45
(ANSA) - SKOPJE - L'ex presidente ed ex premier ceco Vaclav Klaus consiglia ai Paesi dei Balcani occidentali di non affrettarsi a entrare nell'Unione europea ma di concentrarsi prima sul proprio sviluppo politico, economico e sociale. In dichiarazioni riportate dai media macedoni, Klaus - noto per le sue posizioni euroscettiche - ha detto che i leader balcanici farebbero un grosso errore nel cercare di aderire alla Ue il piu' presto possibile. Sarebbe invece nel loro interesse badare prima a progredire e svilupparsi politicamente, economicamente e socialmente, in modo da essere pronti ad aderire all'Unione al momento giusto. ''Un'adesione affrettata è una cattiva idea che io non consiglio affatto'', ha detto Klaus in visita in questi giorni in Macedonia. Alla domanda su come veda il futuro dei Balcani, l'ex leader ceco ha detto di ritenere che la Ue non sia attualmente interessata o non sia in grado di accogliere nuovi Paesi membri. E ha aggiunto di non essere cosi' certo che l'Unione continuerà a esistere in futuro nella sua forma attuale, dal momento che l'Europa sta cambiando drammaticamente in peggio. La Ue, ha osservato Vaclav Klaus, soffre di scarsa democrazia, con i cittadini che non hanno possibilità di influire sulle decisioni prese a Bruxelles. Dicendosi scettico anche sulle sopravvivenza dell'euro, Klaus ha quindi definito il presidente della commissione Jose Manuel Barroso e il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton 'burocrati europei con scarso senso della democrazia'. (ANSA)

Trst, oltrepadania est. Festa della Lega: offerto asilo politico a Trieste Libera
Il segretario Roberti: «È una battaglia che condividiamo». Il deputato Fedriga frena: «C’è il rischio di una nuova Lpt»
 di Fabio Dorigo
«Sarebbe bellissimo. Un sogno fantastico». L’utopia del Tlt (Territorio libero di Trieste) strega anche la Lega Nord di Trieste. E quasi spiace al Carroccio locale, in profonda crisi di identità, che il copyright sia nella mani del Movimento Trieste Libera che, come dice il giovane segretario provinciale Pierpaolo Roberti, «sta spopolando trasversalmente». Tutta invidia. Il problema è che per realizzare il Tlt serva «una certa massa critica da creare con il resto del Nord, all’interno del quale ritagliare per Trieste un’autonomia particolare visto il suo stato». In realtà Trieste Libera non vuole fare massa critica con nessuno e piuttosto spinge per una secessione dal Nord per un postino sotto l’ombrello dell’Onu. Di questo, comunque, si parlerà liberamente (in omaggio allo status del Territorio) sabato prossimo, alle 18, alla festa provinciale del Carroccio che si terrà per il terzo anno consecutivo sulle Rive di Trieste, all’interno del piazzale Straulino.
La Lega Nord, insomma, offre asilo politico al movimento Trieste Libera aprendo quel dibattito sul Territorio Libero di Trieste che il Consiglio comunale ha rigettato come non pertinente. «Noi siamo un partito autonomista e quindi simpatizziamo per ogni movimento di questo tipo. Per questo per questa festa provinciale abbiamo pensato di chiamare anche loro» spiega Roberti che già a fine luglio aveva saluto con entusiamo la novità politica: «Ben venga il Movimento Trieste Libera e qualunque altra realtà che si impegni a favore di una sensibilizzazione sul tema dell’assegnazione di più poteri al nostro territorio». E loro, ricambiando la cortesia, manderanno un semplice “osservatore” delegato dal movimento. «Non si sarà nessuno del direttivo di Trieste Libera - ammette Roberti -. Non vogliono esporsi con la stampa». Al dibattito sul Territorio libero sono state invitate tutte le forze politiche. Ci sarà l’esponente del Pdl Paolo Rovis che aveva chiesto il dibattito in Consiglio comunale e qualcuno del Pd che, avendo in corso la festa provinciale Opicina, non ha ancora deciso chi mandare. Il senatore Francesco Russo, inviato volontario all’assemblea di Trieste Libera a Muggia, potrebbe rappresentare la scelta giusta.
La Lega Nord non ha dubbi nel riconoscere nel Movimento Trieste le battaglie giuste ed è pronta a lavorare assieme a loro (loro forse un po’ meno). Quello che non condivide solo i metodi. «L’autonomia non si ottiene solo con le carte bollate in tribunale - dice Roberti -. Bisogna pensare al consenso popolare, a misurarsi con esso e a presentarsi alle elezioni». Il Tlt resta il sogno comune. «Se l’indipendenza totale è cento, noi lottiamo per arrivare comunque a un risultato. Magari alla fine sarà cinquanta. Non diciamo o tutto o niente. Puntiamo all’indipendenza, se poi non ci riusciamo puntiamo al massimo di autonomia per il Nord, il Fvg e Trieste». Non è proprio un punto di incontro, ma questo è il terreno della politica. Il Tlt, si sa, non riconosce la sovranità italiana, quindi non accetta nessuna soluzione intermedia. «Non siamo contrari a Trieste staccata dall’italia. Solo lo riteniamo un obiettivo difficilmente raggiungibile. E quindi lottiamo anche per altro» spiega il segretario della Lega, Trieste amministrata da un governatore nominato dall’Onu? «Se mi dicessero domani che è possibile, sarei felicissimo».
Il realismo ormai abita la Lega Nord ridotta ai minimi termini. «Sono bravi ad organizzare eventi e manifestazioni. Ed anche a comunicare. La mia preoccupazione è che sia una nuova Lista per Trieste, Il rischio è chi si torni a parlare per altri trent’anni di illusioni da dare ai triestini» dice il deputato in carriera Massimiliano Fedriga. «Sono battaglie che adoriamo come Lega, ma dobbiamo portare avanti qualcosa che sia fattibile». E il Territorio libero di Trieste? «A me piace moltissimo come proposta, conclude Fedriga -, ma c’è il rischio che non si ottenga niente». Anche sognare non costa niente.


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