Stangata sulle imprese 9,2 mld nel 2012
Ue: Italia tagliata fuori da Regioni più
competitive
Grecia:ministro,rinegoziare salvataggio
Balcani, euroscettico Klaus consiglia prudenza
adesione Ue
Trst, oltrepadania est. Festa della Lega:
offerto asilo politico a Trieste Libera
Latte, produzione a livelli 2011
Secondo Coldiretti si registrano cali dal 2
al 10%
di red - 27 agosto 2013 10:17
fonte ilVelino/AGV NEWS
Complice la crisi, l’Italia taglia la
produzione di latte di oltre il 3 per cento rispetto ai primi sei mesi del
2012. Dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia, dal Friuli al Lazio
alle Marche – spiega la Coldiretti Lombardia su dati Agea – si registrano cali
che vanno dal 2 al 10 per cento. “Si tratta di una situazione significativa –
dice Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti lombarda – anche perché si è
verificata prima dell’estate, stagione durante la quale c’è un ulteriore calo
produttivo legato all’influenza delle alte temperature sulle condizioni
fisiologiche degli animali”. La disponibilità di latte italiano è tornata ai
livelli del 2011 – spiega la Coldiretti Lombardia -: si munge di meno a causa
dell’aumento dei costi e della chiusura di diverse stalle, mentre i prezzi
delle industrie non sempre riconoscono il valore reale del prodotto: l’ultimo
accordo siglato da altre associazioni agricole con Italatte fissa una media di
41,3 centesimi al litro (42 centesimi da agosto 2012 a gennaio 2013) contro una
quotazione del latte spot che sfiora i 50 centesimi.
In
Lombardia, da gennaio a giugno, la produzione di latte si è attestata a 2
milioni e 351mila tonnellate con un calo del 2,45% rispetto al 2012, più
contenuto rispetto a quello nazionale di oltre il 3% con 5 milioni e 619 mila
tonnellate munte. Mentre si è avuto un -2,15% in Emilia Romagna, -2,73% in
Piemonte, -5,86% in Friuli, -4,70 in Veneto, -7,86% nel Lazio, -5,40% in
Puglia, - 4,89% in Campania e -4,76% in Sardegna. Con il record negativo di una
piccola realtà “lattifera” come le Marche che ha segnato un -10,32% rispetto al
2012. Sempre in Lombardia – spiega ancora la Coldiretti regionale – non c’è una
provincia con il segno più. Mettendo a confronto il primo quadrimestre 2013 con
quello del 2012: Bergamo segna - 3,8%, Brescia – 2,79%, Como -013%, Cremona –
2,12%, Lecco -6,51%, Lodi -3,35%, Mantova -0,86%, Milano -1,25%, Monza e
Brianza -5,10%, Pavia -5,42%, Sondrio -4,21%, Varese -6,80%. Le produzioni
provinciali da gennaio ad aprile 2013 si sono quindi così attestate: Bergamo
122.633 tonnellate, Brescia 418.845, Como 12.519, Cremona 396.707, Lecco 7.214,
Lodi 147.059, Mantova 300.167, Milano 95.898, Monza e Brianza 4.577, Pavia
36.231, Sondrio 16.532, Varese 13.219.
Stangata sulle imprese 9,2 mld nel 2012
27/08/2013
Stangata Imu per le imprese: nel 2012 gli
imprenditori per l'Imu sugli immobili produttivi hanno pagato - spiega
Confartigianato - 9,3 miliardi, cioè il 39,1% dei 23,7 miliardi di gettito.
Stangata Imu per le imprese: nel 2012 gli
imprenditori per l'Imu sugli immobili produttivi hanno pagato - spiega
Confartigianato - 9,3 miliardi, cioè il 39,1% dei 23,7 miliardi di gettito. Ma
da gennaio 2013 l'imposta è anche più costosa: l'aumento automatico del
moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi,
ha fatto lievitare il prelievo dell'8,3%, cioè +491,2 milioni per le aziende.
Non solo: con la Tares le tasse su imprese e famiglie cresceranno del 17,6%.
Ue: Italia tagliata fuori da Regioni più
competitive
Lombardia arretra con tutto il
centro-nord.Sicilia fanalino coda
26 agosto, 18:00
BRUXELLES - L'Italia resta tagliata fuori
dalla mappa delle Regioni più competitive d'Europa. Lo rivela l'Indice 2013,
pubblicato dalla Commissione Ue. Alla sua seconda edizione, la ricognizione
triennale dedica una parte delle conclusioni a segnalare come la cosiddetta
"blue banana", dorsale economica che collegava idealmente la grande
Londra alla Lombardia (unica regione italiana a rientrarvi), via Benelux e
Baviera, "abbia cambiato forma", assumendone una più policentrica con
regioni forti soprattutto laddove si trovano capitali o aree metropolitane.
Così, se a capitanare la classifica dei 262
territori dell'Unione (nello studio è compresa anche la Croazia) sono Utrecht,
seguita tra gli altri dall'area di Londra; e dalla regione di Stoccolma
(Svezia), la Lombardia non compare nella lista delle prime 100, attestandosi al
posto numero 128. La seguono una decina di regioni italiane che si concentrano
nella fascia intermedia, e sette oltre quota 200, con la Calabria e la Sicilia
fanalino di coda nazionale, rispettivamente 233ma e 235ma su 262. Ultime in
assoluto della classifica generale sono la bulgara Severozapaden, ed alcune
regioni greche e romene.
"Si tratta di una fotografia impietosa
dello stato delle regioni italiane. Di come il centro-nord abbia perso
competitività e si trovi in difficoltà - fanno rilevare fonti europee -. E
l'indicatore, seppure non sia basato su dati freschissimi (2010-2011-2012) è
uno strumento utile per preparare la nuova programmazione". Non a caso,
nonostante una sostanziale riduzione del budget Ue 2014-2020 rispetto al
precedente, l'Italia è riuscita comunque a strappare 29,238 miliardi, più o
meno una cifra analoga al passato, proprio perché le sue regioni, anche le più
sviluppate, hanno problemi.
Seppure lo stesso studio sconsigli di fare
confronti con la precedente edizione del 2010, perché alcuni indicatori sono
stati aggiornati e sono considerate le regioni della Croazia, appare abbastanza
indicativo il fatto che la Lombardia nel vecchio indice si trovasse a quota 95
(ora a 128), l'Emilia R. a 121 (contro 141), il Lazio a 133 (143), il Veneto a
146 (158).
Il lavoro si basa su tre principali gruppi
di indagine, che vanno da ciò che viene considerato "basilare" per il
funzionamento di un'economia (qualità delle istituzioni; stabilità
macroeconomica; infrastrutture; sistema sanitario; qualità dell'istruzione)
all'"efficienza" (qualità delle università e dell'apprendimento
permanente; efficienza del mercato del lavoro; dimensioni di mercato),
all'"innovazione" (livello tecnologico; innovazione).(ANSA)
Grecia:ministro,rinegoziare salvataggio
Piuttosto che terzo prestito da partner
europei e Fmi
26 agosto, 17:43
(ANSA) - ROMA, 26 AGO - La Grecia potrebbe
alleggerire il suo fardello finanziario rinegoziando l'attuale salvataggio,
piuttosto che chiedere un terzo prestito. Lo dice il ministro delle Finanze,
Yannis Stournaras, in un'intervista al giornale tedesco Handelsblatt. La
rinegoziazione, dice il ministro che ieri ha riconosciuto un buco da 10
miliardi nelle finanze greche, punterebbe ad abbassare il pagamento degli
interessi e alla concessione di più tempo per ripagare i 240 miliardi di euro
finora concessi da Ue e Fmi
Balcani, euroscettico Klaus consiglia prudenza
adesione Ue
Vanno prima risolti problemi di sviluppo
interno
26 agosto, 19:45
(ANSA) - SKOPJE - L'ex presidente ed ex
premier ceco Vaclav Klaus consiglia ai Paesi dei Balcani occidentali di non
affrettarsi a entrare nell'Unione europea ma di concentrarsi prima sul proprio
sviluppo politico, economico e sociale. In dichiarazioni riportate dai media
macedoni, Klaus - noto per le sue posizioni euroscettiche - ha detto che i
leader balcanici farebbero un grosso errore nel cercare di aderire alla Ue il
piu' presto possibile. Sarebbe invece nel loro interesse badare prima a
progredire e svilupparsi politicamente, economicamente e socialmente, in modo
da essere pronti ad aderire all'Unione al momento giusto. ''Un'adesione
affrettata è una cattiva idea che io non consiglio affatto'', ha detto Klaus in
visita in questi giorni in Macedonia. Alla domanda su come veda il futuro dei
Balcani, l'ex leader ceco ha detto di ritenere che la Ue non sia attualmente
interessata o non sia in grado di accogliere nuovi Paesi membri. E ha aggiunto
di non essere cosi' certo che l'Unione continuerà a esistere in futuro nella
sua forma attuale, dal momento che l'Europa sta cambiando drammaticamente in
peggio. La Ue, ha osservato Vaclav Klaus, soffre di scarsa democrazia, con i
cittadini che non hanno possibilità di influire sulle decisioni prese a
Bruxelles. Dicendosi scettico anche sulle sopravvivenza dell'euro, Klaus ha
quindi definito il presidente della commissione Jose Manuel Barroso e il capo
della diplomazia Ue Catherine Ashton 'burocrati europei con scarso senso della
democrazia'. (ANSA)
Trst, oltrepadania est. Festa della Lega:
offerto asilo politico a Trieste Libera
Il segretario Roberti: «È una battaglia che
condividiamo». Il deputato Fedriga frena: «C’è il rischio di una nuova Lpt»
di
Fabio Dorigo
«Sarebbe bellissimo. Un sogno fantastico».
L’utopia del Tlt (Territorio libero di Trieste) strega anche la Lega Nord di
Trieste. E quasi spiace al Carroccio locale, in profonda crisi di identità, che
il copyright sia nella mani del Movimento Trieste Libera che, come dice il
giovane segretario provinciale Pierpaolo Roberti, «sta spopolando
trasversalmente». Tutta invidia. Il problema è che per realizzare il Tlt serva
«una certa massa critica da creare con il resto del Nord, all’interno del quale
ritagliare per Trieste un’autonomia particolare visto il suo stato». In realtà
Trieste Libera non vuole fare massa critica con nessuno e piuttosto spinge per
una secessione dal Nord per un postino sotto l’ombrello dell’Onu. Di questo,
comunque, si parlerà liberamente (in omaggio allo status del Territorio) sabato
prossimo, alle 18, alla festa provinciale del Carroccio che si terrà per il
terzo anno consecutivo sulle Rive di Trieste, all’interno del piazzale
Straulino.
La Lega Nord, insomma, offre asilo politico
al movimento Trieste Libera aprendo quel dibattito sul Territorio Libero di
Trieste che il Consiglio comunale ha rigettato come non pertinente. «Noi siamo
un partito autonomista e quindi simpatizziamo per ogni movimento di questo
tipo. Per questo per questa festa provinciale abbiamo pensato di chiamare anche
loro» spiega Roberti che già a fine luglio aveva saluto con entusiamo la novità
politica: «Ben venga il Movimento Trieste Libera e qualunque altra realtà che
si impegni a favore di una sensibilizzazione sul tema dell’assegnazione di più
poteri al nostro territorio». E loro, ricambiando la cortesia, manderanno un
semplice “osservatore” delegato dal movimento. «Non si sarà nessuno del
direttivo di Trieste Libera - ammette Roberti -. Non vogliono esporsi con la
stampa». Al dibattito sul Territorio libero sono state invitate tutte le forze
politiche. Ci sarà l’esponente del Pdl Paolo Rovis che aveva chiesto il
dibattito in Consiglio comunale e qualcuno del Pd che, avendo in corso la festa
provinciale Opicina, non ha ancora deciso chi mandare. Il senatore Francesco
Russo, inviato volontario all’assemblea di Trieste Libera a Muggia, potrebbe rappresentare
la scelta giusta.
La Lega Nord non ha dubbi nel riconoscere
nel Movimento Trieste le battaglie giuste ed è pronta a lavorare assieme a loro
(loro forse un po’ meno). Quello che non condivide solo i metodi. «L’autonomia
non si ottiene solo con le carte bollate in tribunale - dice Roberti -. Bisogna
pensare al consenso popolare, a misurarsi con esso e a presentarsi alle
elezioni». Il Tlt resta il sogno comune. «Se l’indipendenza totale è cento, noi
lottiamo per arrivare comunque a un risultato. Magari alla fine sarà cinquanta.
Non diciamo o tutto o niente. Puntiamo all’indipendenza, se poi non ci
riusciamo puntiamo al massimo di autonomia per il Nord, il Fvg e Trieste». Non
è proprio un punto di incontro, ma questo è il terreno della politica. Il Tlt,
si sa, non riconosce la sovranità italiana, quindi non accetta nessuna
soluzione intermedia. «Non siamo contrari a Trieste staccata dall’italia. Solo
lo riteniamo un obiettivo difficilmente raggiungibile. E quindi lottiamo anche
per altro» spiega il segretario della Lega, Trieste amministrata da un
governatore nominato dall’Onu? «Se mi dicessero domani che è possibile, sarei
felicissimo».
Il realismo ormai abita la Lega Nord
ridotta ai minimi termini. «Sono bravi ad organizzare eventi e manifestazioni.
Ed anche a comunicare. La mia preoccupazione è che sia una nuova Lista per
Trieste, Il rischio è chi si torni a parlare per altri trent’anni di illusioni
da dare ai triestini» dice il deputato in carriera Massimiliano Fedriga. «Sono
battaglie che adoriamo come Lega, ma dobbiamo portare avanti qualcosa che sia
fattibile». E il Territorio libero di Trieste? «A me piace moltissimo come
proposta, conclude Fedriga -, ma c’è il rischio che non si ottenga niente».
Anche sognare non costa niente.
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