lunedì 9 settembre 2013

IX.IX.MMXIII – www.corrieredelgiorno.com: In Ilva sono conosciuti come “i fiduciari”. Arrivano quasi tutti dal nord Italia per controllare il funzionamento dei settori nevralgici dello stabilimento. In tutto sono 19, stando a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 5 di essi.----ROMA (ITALPRESS) – I prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3,3 per cento (-3 per cento a giugno). I prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,1 per cento sui dodici mesi (-1 per cento a giugno); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 4,1 per cento, come a giugno. Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è risultato pari al 22,2 per cento (21,9 per cento nel mese precedente).

Ilva. «I fiduciari? Una Gladio interna»
C'è il Ragusano Dop tra le vittime eccellenti dei tagli alla spesa
Credito: bankitalia, a luglio prestiti -3.3%
Cipe: assegnati 973 mln per il Mose e 172 mln per metro Milano
Bozen, oltrepadania nord. La giunta provinciale: disoccupazione al 4,7%, vale il dato Astat




Ilva. «I fiduciari? Una Gladio interna»
In Ilva sono conosciuti come “i fiduciari”. Arrivano quasi tutti dal nord Italia per controllare il funzionamento dei settori nevralgici dello stabilimento. In tutto sono 19, stando a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 5 di essi. In manette sono finiti coloro che si sono occupati dell’area a caldo, dei parchi minerali e della zona portuale. Per la famiglia Riva sono consulenti che lavorano a contratto o dipendenti della Riva Fire. Qualcuno (nelle intercettazioni) li chiama «i capi… i supremi». Per i magistrati della procura i cinque indagati costituiscono un’ipotetica associazione a delinquere insieme a Emilio, Nicola e Fabio Riva, l’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e l’ex pr Girolamo Archinà. Con l’accusa associazione a delinquere, disastro ambientale doloso e mancata adozione di misure di sicurezza sul lavoro sono stati arrestati l’altro ieri Lanfranco Legnani, 74 anni, originario di Bologna e residente a Bussolengo, (l’unico a beneficiare dei domiciliari per motivi anagrafici), Alfredo Ceriani, 69 anni, di Origgio (Varese) Giovanni Rebaioli, 65 anni di Berzo Inferiore (Brescia), Agostino Pastorino, 60 anni di Masone (Genova), Enrico Bessone, 45 anni, originario di Mondovì (Cuneo) e residente a Martina Franca. Gli altri quattro sono stati prelevati dai militari della Guardia di Finanza e condotti in carcere a Taranto ad eccezione di Ceriani, in carcere di Busto Arsizio dove è stato trasferito dopo il ricovero in ospedale. Le sue condizioni di salute non gli consentivano di affrontare il viaggio.
 La struttura parallela, della quale i cinque facevano parte, di segreto non aveva nulla, infatti i nomi venivano registrati dalla foresteria dell’azienda, dove alloggiavano durante le loro trasferte a Taranto. Secondo il responsabile nazionale della siderurgica della Fiom- Cgil Rosario Rappa era una sorta di Gladio. Rispondendo agli investigatori delle Fiamme Gialle che gli chiedevano se fosse a conoscenza della presenza dei fiduciari, Rappa, a Taranto da maggio 2009 a giugno 2012 per «normalizzare il sindacato», come spiega lui stesso, traccia il suo profilo del governo ombra: «I fiduciari che, pur non essendo inseriti in organigramma aziendale, rispondevano direttamente e ed esclusivamente alla proprietà, era un fatto noto. Per quanto mi riguarda, avendo avuto rapporti unicamente col responsabile delle relazioni sindacali Ilva (De Biase e Biagiotti) non ho mai avuto contatti con tali personaggi. Ritengo, come mia valutazione, che all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto, la proprietà aveva costituito una vera e propria struttura di comando, promanazione diretta della stessa famiglia Riva, parallela a quella ufficiale che nei fatti la sostituiva e ne determinava le decisioni, possiamo definirla come una vera e propria Gladio interna. Nei fatti, a mio parere, le figure dei fiduciari sovrastavano le figure dei preposti non ufficiali». Da quanto riferito dal sindacalista, ci sarebbero stati episodi di vessazione ai danni dei lavoratori: «Un fiduciario ha aggredito verbalmente, nel tentativo di intimorirlo, un delegato sindacale, scagliando anche in aria sedie e suppellettili. Per fronteggiare tale situazione fu indetto uno scopero generale il 3 giugno 2010».
 Gli indagati sottoposti alla misura carceraria saranno interrogati domani alla presenza dei rispettivi legali. Bessone e Rebaioli sono difesi dall’avvocato Egidio Albanese e Pastorino dall’avvocato Franz Pesare. Alle 15 è fissato il primo confronto col gip Patrizia Todisco, il giudice che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dai pm Franco Sebastio, Pietro Argentino, Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani. Ceriani sarà interrogato per rogatoria nel penitenziario di Busto Arsizio. Nei prossimi giorni sarà fissato l’interrogatorio di garanzia di Legnani, il direttore ombra sottoposto ai domiciliari.

C'è il Ragusano Dop tra le vittime eccellenti dei tagli alla spesa
Nelle recenti vicende che hanno investito il CoRFiLaC (Consorzio Ricerca Filiera Lattiero Casearia) di Ragusa, a seguito dei tagli alla spesa della Regione Sicilia, il ruolo di principale vittima (assieme ai sessantadue dipendenti dell'ente, prossimi al licenziamento) tocca al più prestigioso formaggio Dop siciliano e ai suoi protagonisti: cinquanta aziende tra quelle che producono latte ad esso destinato (venti allevamenti), quelle che lo trasformano (venticinque caseifici) e quelle infine che lo portano a maturazione (cinque stagionatori) secondo i dettami di un rigoroso disciplinare.
 La crisi che li investe è dovuta proprio alla prospettiva di messa in liquidazione di tale consorzio, a quanto pare ormai inevitabile, visto che proprio a quell'ente viene demandata la certificazione di ogni passaggio della filiera di produzione, dalla qualità del latte alla marchiatura a fuoco di ciascuna forma. E proprio nelle settimane a venire, con la chiusura ufficiale della campagna produttiva 2012-13 e con l'avvio di quella 2013-14, il "sistema Ragusano Dop" andrà in blocco, se dovesse venire a mancare chi controlla ogni passaggio, dalla qualità della materia prima (certificandone la rispondenza ai severi parametri stabiliti) all'apposizione dell'indispensabile sigillo, senza il quale nessuna forma può essere introdotta sul mercato per quel che è.
Il conseguimento della denominazione di origine
 Riconosciuto Dop nel 1995, a seguito degli studi compiuti dal Progetto Ibleo (progenitore del CoRFiLaC di Ragusa), il Ragusano Dop è un formaggio storico siciliano certificato a partire dal 2001 e affidato proprio al CoRFiLaC per i severi controlli di legge e per la certificazione. Proprio al CoRFiLaC va ascritto il merito di aver attuato nel concreto una reale tutela delle produzioni tipiche e storiche (non solo del Ragusano, ma anche del Pecorino Siciliano e dei Formaggi Storici Siciliani, ndr), introducendo una tale caratterizzazione del prodotto da escludere, di fatto, le industrie dalla produzione dello stesso. Premessa di non poco conto, visto che una tale "blindatura" del Ragusano non è mai stata digerita dagli industriali dell'isola e dalla lobby dei allevatori intensivi dell'isola (i dietrologi e i "malpensanti" - ma anche molti altri - legano a questo aspetto molte scelte compiute dalla politica in questi ultimi tempi, ndr).
 Dopo un periodo assai critico (durato circa dieci anni, in cui il Ragusano Dop non ha avuto alcun ente a sostegno e in difesa della produzione, ndr) si è passati ad una più recente situazione in cui operavano addirittura due consorzi volontari di tutela. Una situazione che fu superata grazie alla decisione del MiPAAF di mettere il consorzio stesso con le spalle al muro, in merito ad alcune modifiche al disciplinare, tra cui l'estromissione dal consorzio stesso di sindacati e associazioni di categoria, che vi si erano inopinatamente fatti inserire (caso forse più unico che raro).
 Trattandosi di un consorzio di tutela volontario, non tutti i produttori di Ragusano Dop sono tenuti ad esservi iscritti, tuttavia la quasi totalità dei caseificatori, degli stagionatori e dei produttori di latte che viene conferito ai centri di caseificazione autorizzati sono iscritti al consorzio di tutela, il che la dice lunga sulla concreta opera di valorizzazione svolta dall'ente.
 La produzione di latte per il formaggio Ragusano Dop deriva da un migliaio circa di capi delle varie razze presenti negli altopiani iblei. La produzione di latte da destinare a formaggio Ragusano è quella ottenuta nel periodo autunno-vernino-primaverile, quando il bestiame viene condotto al pascolo per il necessario foraggiamento di essenze naturali e spontanee, tipiche del territorio. Tra tutte le razze presenti che costituiscono il patrimonio bovino dal quale proviene il latte da destinare a formaggio ragusano, circa il 10-15% è rappresentato da bovine di razza Modicana.
Le dimensioni di un successo (che rischia di svanire)
 Nel 2012 sono stati prodotti, nel periodo di riferimento per la stagione casearia locale, circa 2,4 milioni di litri di latte destinati a produrre formaggio Ragusano Dop, pari al 70% della produzione complessiva delle aziende. La restante parte di latte non destinata a Ragusano Dop è servita per produrre Provola Iblea, "cacetti" (da commercializzare freschi, per ovvi motivi di "cassa") e ricotta vaccina iblea.
 Tradotta in cifre, la realtà del Ragusano Dop, ha visto nel 2012 la produzione di circa 11mila forme, per un totale di circa 160 tonnellate prodotte, con un valore commerciale attorno ai 2milioni di euro ed un trend crescente del 10-15% rispetto all'anno precedente. Una produzione che, nonostante la crescita, non è in grado di far fronte alle richieste sempre più crescenti del mercato, tanto da ipotizzare un ulteriore aumento del 15-20% nella produzione del 2013-14 rispetto all'anno precedente. Ad aggiungere altri e positivi elementi alle ridenti prospettive di questa bella realtà, va considerato che meno di un quinto del prodotto viene commercializzato al di fuori del territorio regionale, con le prime tendenze alla crescita che si stanno manifestando, attraverso un trend crescente di richieste sia dai mercati del centro-nord Italia che da quelli esteri.
 Adesso, la crisi del CoRFiLaC rischia di arrestare un processo in piena evoluzione, comportando un danno economico non indifferente ai soggetti produttori di formaggio Ragusano, sia per la mancata marchiatura delle forme prodotte nella campagna casearia scorsa, sia per l'impossibilità di avviare la prossima campagna casearia.
 Il consorzio di tutela si è fatto portavoce di questi timori scrivendo e chiedendo un appuntamento all'assessore regionale alle risorse agricole e alimentari, Dario Cartabellotta, appuntamento concesso per domani, martedì 10 settembre. Inoltre, pare che l'assessore abbia rassicurato i consorzi (nella medesima situazione si trovano i produttori del Pecorino Siciliano Dop) in quanto al CoRFiLaC non verrà impedito di garantire l'indispensabile servizio per la valorizzazione e la tutela di prodotti di pregio, fiore all'occhiello della produzione siciliana. La politica è invero spesso fatta di circonvoluzioni assai improbabili e difficili da comprendere per chi viva di cose normali: staremo a vedere nei prossimi giorni quali siano le prospettive colte dall'assessore che nessun comune mortale riuscirebbe oggi ad afferrare.
9 settembre 2013

Credito: bankitalia, a luglio prestiti -3.3%
 9 settembre 2013
ROMA (ITALPRESS) – A luglio il tasso di crescita dei depositi del settore privato è stato pari al 5,9 per cento (6 per cento a giugno). La raccolta obbligazionaria è diminuita del 6,3 per cento sui dodici mesi (-4,2 per cento nel mese precedente). Lo rende noto la Banca d’Italia, nel rapporto “Principali voci dei bilanci bancari”.
 I prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3,3 per cento (-3 per cento a giugno). I prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,1 per cento sui dodici mesi (-1 per cento a giugno); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 4,1 per cento, come a giugno.
 Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è risultato pari al 22,2 per cento (21,9 per cento nel mese precedente).
 I tassi d’interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,96 per cento (3,90 per cento a giugno); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono stati pari al 9,52 per cento (9,55 a giugno). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,41 per cento (4,30 nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia sono aumentati al 2,96 per cento (2,77 per cento a giugno). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,05 per cento (1,08 per cento a giugno).
 (ITALPRESS).

Cipe: assegnati 973 mln per il Mose e 172 mln per metro Milano
09 Settembre 2013 - 15:05
 (ASCA) - Roma, 9 set - Il Cipe ha approvato il progetto definitivo della Linea M4 della Metropolitana di Milano-prima tratta funzionale Lorenteggio-Sforza Policlinico e le varianti al progetto definitivo della seconda tratta funzionale Sforza Policlinico-Linate della stessa linea. Nella seduta odierna, informa una nota, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ha assegnato in via definitiva alla linea metropolitana M4 di Milano 172,2 milioni di euro e circa 973 milioni di euro derivanti dalla legge di stabilita' per il 2013 per la prosecuzione del 'Sistema Mose' per la salvaguardia della laguna e della citta' di Venezia, e ha preso atto della stipula del 43* Atto Attuativo della Convenzione Generale del 1991 tra il Magistrato alle Acque di Venezia ed il Consorzio Venezia Nuova. red-drc/sam/

Bozen, oltrepadania nord. La giunta provinciale: disoccupazione al 4,7%, vale il dato Astat
Durnwalder: per il futuro dare priorità al lavoro femminile, sostenendo l’insediamento di nuove aziende
«Il dato reale sulla disoccupazione in Alto Adige è del 4,7%". Lo ha ribadito il presidente Luis Durnwalder al termine della seduta ridotta della giunta per lasciare spazio al consiglio provinciale. "Per il futuro - ha spiegato Durnwalder - bisognerà dare priorità al lavoro femminile, sostenendo anche l'economia e l'insediamento di nuove aziende"
Nelle ultime settimane aveva fatto molto discutere il dato diffuso dall'Istat (Istituto nazionale di statistica) che parlava di una percentuale di disoccupati, in Provincia di Bolzano, pari al 5,4%. Numeri in contrasto con quelli diffusi dall'Istituto provinciale Astat, che invece si attestavano al 4,7%. Sul punto hanno fatto chiarezza durante la seduta di giunta i vertici della Ripartizione lavoro.
"L'Istat - ha spiegato il presidente Durnwalder - ha pubblicato dei dati elaborati su un test a campione effettuato in soli 31 comuni dell'Alto Adige. Inoltre, le statistiche sono relative esclusivamente al secondo trimestre dell'anno, mentre i dati reali sono quelli dell'Astat: non solo perchè riguardano tutto il territorio, ma anche perchè si riferiscono agli ultimi 4 trimestri, dando così una tendenza più veritiera non influenzata dagli sbalzi dovuti ai lavoratori stagionali".

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