martedì 10 settembre 2013

X.IX.MMXIII – Logica italiana, logiche italiane.===Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera: "I veri avversari per noi non sono gli evasori, che anche se ci contrastano danno senso al nostro lavoro, ma sono quelli che sprecano il denaro pubblico. Loro rendono vano il nostro lavoro".---In tempi di tagli alle spese sono in molti a risparmiare anche sul cibo. Ma a un hot dog, specie se a Central Park, difficilmente si resiste, soprattutto se si è turisti di passaggio nella Grande Mela.---L'inchiesta dei senatori prevede anche dei sopralluoghi nelle zone ritenute maggiormente a rischio, al fine di acquisire quanti più dati è possibile sulla presunta correlazione tra quelle terre, - nelle cui viscere sono state sotterrate tonnellate e tonnellate di tra scarti speciali altamente tossici - e l'aumento delle patologie tumorali.

Al via inchiesta Senato su 'Terra dei Fuochi'
Economia - L'UNIONE SARDA: Prodotti agricoli, vendita diretta
Uno studente lucano su tre va all’Università fuori regione
Istat. Conti economici trimestrali
Istat, spesa famiglie II trimestre -3,3%
Fisco:Befera,nemico è chi spreca denaro
Vuoi far soldi a New York? Vendi hot dog




Al via inchiesta Senato su 'Terra dei Fuochi'
Per fare luce su nesso tra rifiuti, roghi e aumento neoplasie
09 settembre, 21:52
NAPOLI - Prendono il via le audizioni e i sopralluoghi della commissione Sanità del Senato sulla cosiddetta "terra dei fuochi", l'ampia fetta del territorio campano che si estende dai versanti vesuviani al Casertano, usata dalla criminalità organizzata per lo smaltimento illegale dei rifiuti.
 Un' indagine che chiamerà a rapporto medici per l'ambiente di vari e autorevoli istituti oncologici, della Regione Campania e ambientalisti appartenenti a varie sigle.
 L'inchiesta dei senatori prevede anche dei sopralluoghi nelle zone ritenute maggiormente a rischio, al fine di acquisire quanti più dati è possibile sulla presunta correlazione tra quelle terre, - nelle cui viscere sono state sotterrate tonnellate e tonnellate di tra scarti speciali altamente tossici - e l'aumento delle patologie tumorali.
 Nel luglio del 2012, l'istituto Pascale di Napoli ha pubblicato un rapporto sui casi di morte verificatisi dal 1998 a causa delle neoplasie: un quadro a tinte fosche che evidenzia un aumento dei tumori stimato fino al 47%. Il dossier evidenzia anche la correlazione tra inquinamento ambientale e patologie, mettendo in risalto che la crescita dei malati oncologici in quelle zone, và di pari passo con i roghi di immondizia e i fumi tossici che le fiamme liberano nell'aria. Tra la provincia di Napoli e il Casertano, viene sottolineato nel rapporto, l'aumento delle neoplasie è stimato in 28,4% negli uomini e del 32,7% tra le donne.

Economia - L'UNIONE SARDA: Prodotti agricoli, vendita diretta
10.09.2013
La filiera agricola si accorcia e da domani sarà molto più semplice vendere e consumare i prodotti agricoli direttamente in azienda. Tutto questo è possibile grazie alle semplificazioni del decreto legge cosiddetto del “Fare”. LA SEMPLIFICAZIONE «Non sarà più necessaria la comunicazione di inizio attività, cosiddetta Scia, per le vendite all'aperto al dettaglio in azienda agricola e in occasione di fiere e sagre», spiega il senatore Dario Stefàno, componente della Commissione Agricoltura del Senato, «come pure sarà possibile il consumo immediato nei locali aziendali - che non avranno neanche necessità di cambiare destinazione d'uso - dei prodotti agricoli, ovviamente nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e senza servizio ai tavoli». Insomma, si tratta di «un intervento semplice», continua Stefàno, «che concretizza l'idea che abbiamo della semplificazione burocratica, che serve alle nostre aziende per essere più competitive. Un intervento che, senza costi per le casse pubbliche, darà modo agli imprenditori di aumentare il reddito e l'occupazione e ai consumatori di avvicinarsi alla realtà produttiva locale, con importanti risvolti ambientali grazie all'acquisto di prodotti a km zero». IN SARDEGNA «Il decreto del Fare ha introdotto una serie di misure favorevoli alla semplificazione del settore agricolo anche se non determinanti e strategiche. Interpretiamo positivamente», dichiara il presidente di Confagricoltura Sardegna Elisabetta Falchi, «anche la riduzione delle accise sul gasolio da serra e alcune agevolazioni in materia di emissioni per le tipologie di impianti come gli essicatoi e le cantine, che potranno tirare un sospiro di sollievo. L'eliminazione di norme eccessivamente restrittive per le emissioni di inquinanti, se non modificate, avrebbero infatti comportato per le aziende agricole una serie di gravosi oneri di adeguamento degli impianti», osserva il presidente regionale di Confagricoltura. LA BUROCRAZIA Questi interventi, «compreso quello sulla vendita diretta», incalza Falchi, «vanno nella direzione di uno snellimento della burocrazia e rappresentano un segnale di attenzione del Governo per il settore, uno dei comparti economici più vessati». La burocrazia, prosegue Falchi, «comporta consistenti perdite in termini di tempo e risorse, quantificate in oltre 5 miliardi di euro all'anno, che corrispondono a una media di cento giornate dedicate agli oneri derivanti dai mille adempimenti richiesti». LA POLEMICA Sono contro la burocrazia anche i commercianti, ma l'aiuto alla vendita diretta non è gradito. «Il decreto Fare concede agli imprenditori agricoli un ingiustificato vantaggio», lamenta Agostino Cicalò, presidente regionale di Confcommercio. «Gli agricoltori potranno vendere e somministrare prodotti, anche non di propria produzione, senza essere soggetti alle regole e agli obblighi degli altri operatori economici. Siamo di fronte a un'inaccettabile disparità che penalizza le imprese della distribuzione commerciale». Lanfranco Olivieri

Uno studente lucano su tre va all’Università fuori regione
di Massimo Brancati
 POTENZA - Nel 2012 sono stati circa 400 i giovani potentini, tra i 19 e i 25 anni, che hanno lasciato la città. Il trend è in crescita rispetto agli anni scorsi (siamo nell’ordine del +25% se confrontiamo il dato al 2000). Perché questa impennata di nuovi emigranti? L’80% dei ragazzi con la valigia ha scelto di partire per motivi di studio, per iscriversi ad una facoltà universitaria di fuori regione (Roma e Milano le «mete» preferite). È un particolare su cui riflettere, anche perché rispecchia un andamento su scala regionale: trentamila lucani frequentano l’Università. E di questi ben 23mila sono iscritti altrove, mentre circa 7mila giovani della Basilicata hanno scelto l’ateneo lucano.
 Secondo una recente ricerca dell’Istat, inoltre, il 70 per cento di chi ha frequentato «fuori sede», al termine del ciclo di studi, preferisce non ritornare in Basilicata. Una fuga dettata dalla necessità di trovare sbocchi professionali, dalla carenza di opportunità in regione e, in parte, dall’offerta formativa che evidentemente, dal punto di vista quantitativo, non soddisfa in pieno le richieste degli studenti. L’Università di Basilicata, nonostante la qualità della sua offerta formativa, dunque, ha una scarsa capacità attrattiva nei confronti dei giovani lucani.
 Lo conferma anche il Cnvsu, il comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (organismo del Miur). Su 4.254 diciannovenni iscritti all’Università soltanto 1.305 scelgono le sedi di Potenza e Matera, mentre circa 2.949 si iscrivono in sedi extra regionali. L'obiettivo non è bloccare il flusso di talenti meritevoli verso Università di eccellenza (Luiss, Lumsa e Bocconi), ma è necessario favorire un’inversione di rotta per frenare un fenomeno che impoverisce tutti.
 La prima ad interrogarsi su questa problematica deve essere la Regione che non può limitarsi ad erogare fondi (anche quelli servono, per carità), ma avviare una seria riflessione sul rapporto tra Università e territorio e sulle ragioni che alimentano i dati dell’emigrazione. Il problema è socio-economico: i ragazzi decidono a priori di restare dove vanno a studiare. La Basilicata, d’altra parte, non è in grado di offrire opportunità di lavoro e occasioni di crescita professionale. È necessario trovare le contromisure per evitare che tutta questa situazione alimenti il rischio spopolamento.

Istat. Conti economici trimestrali
Nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre del 2012.
La stima preliminare diffusa il 6 agosto 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,2% e una diminuzione tendenziale del 2,0%.
Il secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al secondo trimestre del 2012.
La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,8%.
Rispetto al trimestre precendente, i principali aggregati della domanda interna (consumi finali nazionali e investimenti fissi lordi) sono diminuiti entrambi dello 0,3%, mentre le esportazioni sono aumentate dell'1,2%. Le importazioni hanno registrato una flessione dello 0,3%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del PIL. Il contributo dei consumi delle famiglie è stato di -0,3 punti percentuali, mentre quello degli investimenti fissi lordi e della spesa della Pubblica Amministrazione è stato nullo. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,4 punti percentuali alla variazione del PIL, mentre l'apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,4 punti percentuali.
Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturali negative del 2,2% nell'agricoltura, dello 0,9% nelle costruzioni, dello 0,3% nei servizi e dello 0,1% nell'industria in senso stretto. In termini tendenziali, è diminuito del 6,9% nelle costruzioni, del 2,6% nell'agricoltura, del 2,5% nell'industria in senso stretto e dell'1,2% nei servizi.

Istat, spesa famiglie II trimestre -3,3%
Acquisti beni durevoli -7,1%
10 settembre, 11:10
(ANSA) - ROMA, 10 SET - La spesa delle famiglie sul territorio nazionale nel secondo trimestre 2013 ha registrato un calo in termini tendenziali del 3,3%. Lo comunica l'Istat con i dati sul Pil e specificando che gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 7,1%, gli acquisti di beni non durevoli del 3,3% e gli acquisiti di servizi dell'1,8%.

Fisco:Befera,nemico è chi spreca denaro
Risultati lotta evasione 2013 in linea con scorso anno
09 settembre, 19:40
(ANSA) - FRASCATI, 9 SET - "I veri avversari per noi non sono gli evasori, che anche se ci contrastano danno senso al nostro lavoro, ma sono quelli che sprecano il denaro pubblico. Loro rendono vano il nostro lavoro". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, parlando alla Summer School della Fondazione Magna Charta. 'I risultati della lotta all'evasione sono in linea con l'anno scorso'' ha aggiunto.

Vuoi far soldi a New York? Vendi hot dog
Si possono guadagnare fino a 2.000 dollari al giorno, ma la licenza da venditore ambulante ha prezzi piuttosto impegnativi
09-09-201317:16
In tempi di tagli alle spese sono in molti a risparmiare anche sul cibo. Ma a un hot dog, specie se a Central Park, difficilmente si resiste, soprattutto se si è turisti di passaggio nella Grande Mela. Sarà per questo che i "carretti" che vendono bibite e panini con salsicce non conoscono la crisi. In giornate di sole, specie in estate, i venditori di hot dog nel centro di New York arrivano infatti a guadagnare anche 2.000 dollari. Certo, gli affari non vanno sempre così bene: in inverno gli incassi sono più contenuti e soprattutto in giornate di pioggia possono contrarsi fino a un decimo. Ma nel complesso - e a dispetto della disoccupazione dilagante anche negli Stati Uniti - il lavoro non manca.Sarà per questo che anche il prezzo da pagare per una licenza da venditore ambulante è molto alto, persino proibitivo, se si cerca di accaparrarsi la possibilità di sostare col proprio "carretto" nei pressi proprio di Central Park: qui, dove un hot dog costa mediamente 2 dollari, un venditore deve sborsare qualcosa come poco meno di 300.000 dollari per un permesso. Uno sproposito Apparentemente sì, ma forse giustificato proprio dagli incassi a fine mese, dal momento che i 298.500 dollari pagati per la licenza da uno di questi venditori ambulanti di cibo non è un caso isolato. Come racconta il New York Times , infatti, i prezzi in zona hanno una media di 200.000 dollari e in molti, interrogati in proposito, hanno affermato di essere comunque disposti a spendere oltre 100 mila dollari, pur di restare nella stessa zona. Prezzi più che raddoppiati rispetto solo a 10 anni fa.Quella di Central Park resta infatti l'area più ambita: ogni anno si calcola che ci siano 40 milioni tra turisti e passanti. E se a non tutti piacciono i celebri panini imbottiti con wurstel, tipicamente americani, certamente d'estate capita a tantissimi di acquistare anche solo una bibita, venduta a caro prezzo, visto che una bottiglietta d'acqua ha un costo medio di 3 dollari. La spesa per comprarsi una licenza per un "carretto", dunque, viene ben ripagata, anche se ultimamente, secondo il quotidiano della Grande Mela, la concorrenza da parte dei veterani di guerra si fa sentire maggiormente: gli ex militari, grazie ad una legge del XIX secolo, possono usufruire di prezzi ribassati per accaparrarsi uno dei 150 pemessi di vendita di cibo da strada, assegnati tramite una lotteria.In ogni caso, quello dello street food sembra essere un mercato in positivo e non solo per i venditori ambulanti: l'amministrazione comunale di New York incassa ogni anno, dalla vendita delle licenze, qualcosa come 4,5 milioni di dollari. D'altro canto, anche in Italia il settore sta vivendo un momento positivo: secondo la Coldiretti il cibo da strada ha fatto registrare un vero e proprio boom con il 73% di turisti che, secondo un sondaggio, ha preferito acquistare alimenti da asporto nei chioschetti, piuttosto che mangiare al ristorante o in trattoria. Per gli appassionati del genre, poi, sono nate anche apposite App che aiutano nell'individuazione dei punti di ristoro.


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