Una decisione simbolicamente molto forte per
protestare contro quella che agli occhi della Regione è una ingiustizia che
spazzerà via quel vento ottimista che aveva cominciato a soffiare anche
nell'Isola. Niente fiscalità di vantaggio, quindi. E niente taglio dell'Irap
del 70% per tutte le imprese. E dalla Regione parte la rivolta. Domani la Giunta
Cappellacci sarà a Roma per una seduta straordinaria.
LA SVOLTA, POI IL DIETROFRONT - La modifica
dell'art. 10 dello Statuto attraverso cui la Regione avrebbe potuto usare la
"leva" della fiscalità di vantaggio, era stata infatti inserita nella
Legge di stabilità. La norma consentiva vantaggi alle aziende isolane
attraverso il taglio del 70% dell'Irap. Il governo aveva inzialmente impugnato
la misura perché in contrasto con l'art. 10 dello Statuto che prevedeva
esenzioni solo per le nuove imprese. Tre giorni fa la svolta: grazie
all'introduzione della modifica inserita nella legge di stabilità, il beneficio
verrà esteso a tutte le aziende. Oggi la retromarcia. E nell'Isola è già
rivolta.
LE PAROLE DEL GOVERNATORE - "Domani andiamo ad
occupare Roma e valuteremo con la Giunta il da farsi - ha detto Cappellacci -
perché questo atto è di una gravità inaudita e richiede reazioni di altrettanta
consistenza. L'articolo 15 bis secondo comma che modificava l'articolo 10 dello
Statuto è stato eliminato prima che arrivasse alla Ragioneria dello Stato per
la bollinatura. Il Governo ha fatto il gioco delle tre carte: è un grave atto
di scorrettezza istituzionale senza precedenti e capiamo che c'è un'ostilità di
base". Ancora: "Non ci sono problemi di copertura finanziaria, né di
tipo tecnico e la fattibilità è stata condivisa con la direzione generale delle
politiche fiscali di Palazzo Chigi. Ha, quindi, tutti i crismi per poter essere
varata".
LA MISURA - Per la Sardegna, come ha ricordato il
Governatore, si tratta di un antipasto di fiscalità di vantaggio che consolida
l'abbattimento del 70% dell'Irap per le imprese sarde che risparmierebbero 280
milioni per tre anni, "soldi che la Sardegna non chiede allo Stato - ha
detto Cappellacci - ma che la Regione avrebbe messo di tasca propria, per di
più mettendo in moto un meccanismo che avrebbe consentito allo Stato di
incassare di più".
L'inserimento nella legge di stabilità consentiva
inoltre di superare i rilievi del ricorso dello stesso Governo sulla legge
Finanziaria 2013 che prevedeva questa agevolazione.
Intanto, per la manovra nel suo complesso comincia
l'iter parlamentare, con un percorso che inizia dal Senato dove domani parte la
sessione di bilancio. Una navigazione che si preannuncia tutt'altro che
tranquilla, perché stretta fra troppe esigenze: il Governo deve tenere la
briglia dei conti pubblici ma per la Regione l'Esecutivo non potrà venire meno
alla necessità di andare incontro alla situazione di crisi che ormai da troppo
tempo sta vivendo la Sardegna.
Lunedì 21 ottobre
2013 17:18
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