Corte diritti umani Ue indagaherà sull'Ilva
Saline Ioniche, via libera dei sindacati nazionali per la
centrale a carbone: «Opera strategica»
Fitch, l'Italia ha fatto progressi ma non cresce:
confermato l'outlook negativo
Cinquecentomila
euro a Metaponto.
Bray stanzia i fondi per l'area archeologica
Un finanziamento straordinario per consentire la riapertura al pubblico
IN ARRIVO 500 mila euro per l’area archeologica di
Metaponto. È’ il ministro dei Beni e delle attività culturali, Massimo
Bray, a disporre “un finanziamento
straordinario di 500 mila euro per l’area archeologica investita lo scorso 8
ottobre dall’esondazione del fiume Bradano, per imboccare - cosi è scritto in
una nota diffusa dal Mibac - la strada della riapertura al pubblico dell’area
archeologica” (nella tragica alluvione di quindici giorni fa l’acqua del
Bradano ha infatti ricoperto con acqua mista a fango e detriti le strutture
antiche del parco per uno spessore di oltre un metro e mezzo). Il Ministero
ricorda che “l'intervento dei Vigili del fuoco e l’efficacia dell’impianto di sollevamento
esistente nel parco hanno permesso di asportare l’acqua - circa 90 mila metri
cubi - in soli sei giorni”. E tuttavia è
rimasto uno strato diffuso e uniforme di melma che impedisce l’accesso ai
visitatori. Le risorse stanziate dovranno servire, nelle intenzioni di Bray, “
a completare il recupero dei canali drenanti, il ripristino della viabilità di
servizio interna al parco, la ricomposizione dell’argine distrutto, la
rimozione della melma e la riapertura dell’area archeologica”.
Ma quella giunta dal ministero della Cultura non è la
sola buona notizia giunta ieri dal Governo. Palazzo Chigi, infatti, è pronto
ad aiuterà la Basilicata (e la Puglia) a
ripristinare i danni provocati dall’alluvione del 7 ottobre scorso nel
Metapontino. L'assicurazione è arrivata, ieri mattina, dal sottosegretario alle
Risorse agricole, Giuseppe Castiglione, nel corso di un vertice alla prefettura
di Matera alla quale ha partecipato anche Gianni Fabbris, portavoce del
comitato Terre Joniche che da settimane si batte perchè siano adottate misure
urgenti a sostegno delle aziende e delle famiglie colpite dall’alluvione.
Davanti al prefetto Luigi Pizzi e al presidente della
Provincia Franco Stella, Castiglione si è impegnato a promuovere presso il
presidente del Consiglio un’ordinanza che contenga “misure snelle e
straordinarie" per aiutare gli enti pubblici a superare le emergenze
infrastrutturali, e andare incontro alle imprese e ai privati
danneggiati”. “Terremo conto - precisa
il sottosegretario - delle richieste avanzate dalle due Regioni circa il
riconoscimento dello stato di calamità, confrontandoci con il Ministero dello
Sviluppo economico e coinvolgendo la Protezione civile”.
Pizzi, dal canto suo,
ha illustrato le azioni messe in campo dalla Prefettura e della Regione,
insieme ad altri soggetti territoriali per far fronte alle stime dei danni alle
aziende agricole e alle infrastrutture che ammontano a decine di milioni di
euro.
Tutto bene? Dipende. Fabbris fa infatti sapere che ha
chiesto al ministro “che si adoperi perché nell'ordinanza ci siano somme certe,
quindi soldi veri, non di quelli spendibili soltanto sulla carta” e soprattutto
“che, non ci si limiti a interrventi
straordinari ma si dia corpo a un intervento strutturale che investa tutta
l’area”. Il portavoce del comitato Terre Ioniche, tra l’altro, mette in guarda
il Governo sul rischio che il provvedimento possa essere bocciato in sede
comunitaria. “Per evitare di entrare in conflitto con le norme Ue - aggiunge
Fabbris - abbiamo indicato al
sottosegretario l’iter burocratico da adottare:
l’unico percorso tecnico che ha consentito due anni fa alla Regione di
accedere ai fondi per il Metapontino”.
In ogni caso il comitato dà 15 giorni di tempo al Governo per emettere
un’ordinanza che indichi con chiarezza
misure e investimenti. “Non c’è alcuna ragione perché si perda più tempo. Sennò
vuol dire che la politica e le istituzioni vogliono la guerra. Noi siamo
pronti”.
sabato 26 ottobre 2013 09:42
Corte diritti umani Ue indagaherà sull' Ilva
STRASBURGO – Dopo Bruxelles anche Strasburgo decide di
investigare sugli effetti che le emissioni dell’Ilva avrebbero sulla salute
degli abitanti di Taranto. La Corte europea dei diritti umani ha infatti reso
noto di aver giudicato, in via preliminare, ricevibile il ricorso presentato
dai familiari di Giuseppina Smaltini, morta di leucemia il 21 dicembre scorso.
Nel ricorso i familiari sostengono che la malattia della donna è stata causata
dalle emissioni prodotte dall’Ilva. Nel comunicare al governo italiano la
ricezione del ricorso, la Corte di Strasburgo chiede a Roma di dimostrare di
aver fatto quanto doveva e poteva per accertare che non ci fosse alcun nesso tra
le emissioni della fabbrica siderurgica e la leucemia che ha ucciso Giuseppina
Smaltini.
La donna, ammalatasi nel 2006, aveva presentato una
denuncia alla procura di Taranto contro l’Ilva che riteneva responsabile della
sua leucemia. Ma per ben due volte la procura ha deciso di rigettare il suo
ricorso ritenendo le prove di un nesso tra emissioni e malattia insufficienti.
Secondo il marito e i due figli della Smaltini le indagini della procura non
sono state condotte adeguatamente. Inoltre nel ricorso viene sostenuto che
essendoci invece un nesso tra le emissioni dell’Ilva e il tasso di malati di
cancro a Taranto, lo Stato ha violato il diritto alla vita di Giuseppina
Smaltini.
I giudici di Strasburgo vogliono quindi ora sapere quali
dati avesse a disposizione la magistratura di Taranto quando esaminò la
denuncia e se le indagini sono state condotte con la dovuta attenzione. Inoltre
la Corte chiede se lo Stato abbia fatto tutto quanto in suo potere per
proteggere la salute e quindi la vita della donna.
Saline Ioniche, via libera dei sindacati nazionali per la
centrale a carbone: «Opera strategica»
Le sigle di settore energetico di Cgil, Cisl e Uil hanno
firmato un'intesa con la società che vuole trasformare l'impianto reggino:
partirà un tavolo con incontri trimestrali per definire i dettagli. E dopo il
nulla osta del ministero e l'accordo con Confindustria la contestata struttura
sembra andare verso la realizzazione
I SINDACATI nazionali di categoria del settore elettrico
– Filctem-CGIL, Flaei-CISL e Uiltec-Uil – hanno firmato con SEI Spa, la società
del gruppo Repower rappresentata dall’amministratore delegato Fabio Bocchiola e
dal Consigliere Delegato Luca Poggiali, un patto per lo sviluppo territoriale
legato al progetto della centrale a carbone di ultima generazione di Saline
Ioniche, in provincia di Reggio Calabria.
Grazie a questo accordo viene istituito un nuovo
coordinamento (che si aggiunge a quello già creato con Confindustria Reggio
Calabria) tra la Società e le sigle sindacali nazionali che prenderà la forma
di un tavolo di confronto tra le parti firmatarie con incontri a cadenza
indicativamente trimestrale. Le ragioni di tale accordo si ritrovano, come
recita il testo “nella valenza strategica riconosciuta al Progetto e la grande
importanza che questo potrebbe avere soprattutto in termini di sviluppo e
quindi di ricadute occupazionali sia nella fase realizzativa che in quella
successiva di esercizio commerciale, nonché di contributo alla riduzione del
costo medio dell’energia elettrica in Italia”.
LA CGIL LOCALE: "RESTIAMO CONTRARI" - Non
sembra pensarla allo stesso modo la Cgil in Calabria che in una nota della
Camera del lavoro di Reggio e Locri sottolinea che "nulla è cambiato"
e che resta "netta contrarietà alla realizzazione dell'opera". Secondo
i sindacalisti locali, la Cgil "a tutti i livelli" si batterà per
ipotesi alternative. E questo nonostante l'accordo firmato dalla Cgil nazionale
parli esplicitamente di "valenza strategica del progetto", di
"importanza" per le ricadute occupazionali e per la riduzione del
costo dell'energia.
LA SOCIETA': PROGETTO DA 1% DEL PIL - Da parte sua la Sei esulta_ «Si tratta di un
altro importante passo avanti per il Progetto – ha dichiarato Fabio Bocchiola.
Dopo aver avuto la certificazione del Ministero dell’Ambiente sulla positiva
compatibilità ambientale del Progetto, con la firma di questo protocollo
portiamo al centro del confronto le tematiche occupazionali connesse alla
Centrale e al suo indotto. Nei giorni scorsi lo Svimez ci ha ricordato che il
Sud è a rischio desertificazione industriale: nel primo trimestre 2013 il
Meridione ha perso 166mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente. Con
questo patto, insieme a quello firmato il mese scorso con Confindustria Reggio
Calabria, la Società si impegna a utilizzare nuovi strumenti per massimizzare
le ricadute del progetto Sei, consci che la ripresa economica passa
necessariamente attraverso grandi iniziative imprenditoriali, come quella della
centrale di Saline che da sola, senza quindi contare l’indotto, è in grado di
creare centinaia di posti di lavoro sia in fase di cantiere sia a regime.
Stiamo parlando di una grande Progetto industriale che, giova ricordarlo, non
costa nulla al contribuente».
Secondo Bocchiola, «In uno scenario economico dove i tassi
di disoccupazione non fanno che crescere, particolarmente quelli giovanili e
soprattutto in una regione come la Calabria, ed a fronte di un investimento che
ha ottenuto il via libera dal Governo, come sindacati abbiamo ritenuto
indispensabile vincolare l'impresa a precisi impegni sul versante occupazionale
e dello sviluppo sostenibile del territorio cointeressato al fine di invertire
questo trend negativo. Quanto congiuntamente sottoscritto testimonia questo
impegno attraverso il sostengo ad un Progetto innovativo che da solo
rappresenta più dell’1% del PIL della Regione. Un investimento con una doppia
valenza: la creazione di un numero significativo di posti di lavoro stabili nel
tempo, la diversificazione del mix energetico e la conseguente riduzione della
bolletta elettrica sia a livello locale che nazionale».
venerdì 25 ottobre 2013 11:47
Fitch, l'Italia ha fatto progressi ma non cresce:
confermato l'outlook negativo
L'agenzia di rating Fitch ha confermato il rating
dell'Italia a BBB+, l' outlook è negativo. È qaunto si legge in una nota. L'Italia ha fatto «progressi sostanziali» sul
fronte del consolidamento fiscale, ma «la crescita potenziale resta debole,
rispetto ai paesi con lo stesso rating e al resto della zona euro». Lo afferma
Fitch in una nota.
Venerdì 25 Ottobre 2013 - 19:15
Ultimo aggiornamento: 19:49
Nessun commento:
Posta un commento