lunedì 25 novembre 2013

33 anni dopo il terremoto in Basilicata si vive ancora nei prefabbricati


POTENZA – Nel 33/o anniversario del terremoto del 23 novembre 1980 che colpì la Basilicata e l'Irpinia, oggi, da Potenza, arriva il grido di disperazione di chi ancora vive nei prefabbricati di legno realizzati a Bucaletto, quartiere alla periferia del capoluogo lucano, nato per ospitare le famiglie che erano rimaste senza casa e dove oggi sono ancora residenti circa duemila persone.
 Il presidente dell’associazione «La Nuova Cittadella» (la Cittadellà di Bucaletto fu il nome dato al quartiere dei prefabbricati), Silvia Lettieri, si fa portavoce di una «situazione difficile: di degrado igienico-sanitario, che va sempre più peggiorando. È vero – spiega – che è stata fatta la bonifica dell’amianto dai tetti, ma qui di amianto ce n'è ancora tanto. E poi ci sentiamo isolati dal resto della città, viviamo un profondo disagio: qui ci sono quelli 'del terremoto' ma anche tanti altri in crisi con una forte presenza di extracomunitari».
 Dall’amministrazione comunale risponde il sindaco Vito Santarsiero (Pd), che, dopo la recente elezione nel Consiglio regionale della Basilicata, nelle prossime settimane lascerà l'incarico che ricopre dal 2004. «In questi anni è stato fatto tanto, subito dopo il mio insediamento – racconta – abbiamo abbattuto il primo prefabbricato, ora siamo arrivati a oltre 150, ma soprattutto i dati positivi riguardano il futuro».
 Dal Piano nazionale città, per Potenza (prima in Italia) arriveranno 70 milioni «per rigenerare il quartiere di Bucaletto, con case popolari, una nuova viabilità di accesso e interna, un parco e strutture sociali e sportive». Inoltre il piano complessivo per l'edilizia sociale e convenzionata dell’amministrazione comunale «prevede un totale (tra quelli già abitati, in costruzione, assegnati e in appalto) di circa mille alloggi che chiudono definitivamente la vicenda Bucaletto».
 Ma quando spariranno definitivamente i prefabbricati? «Quattro anni fa – ribatte Santarsiero – durante la campagna elettorale dissi che sarebbero serviti circa dieci anni, oggi posso dire che gli impegni sono stati rispettati e che quindi - conclude – l'ultimo prefabbricato sarà abbattuto tra sei anni».
23 Novembre 2013


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