venerdì 15 novembre 2013

Che bella l'ospitalità italiana! La branding unitaria, la blueconomy, l'eccellenza turistica, e tua sorella: quella giovane

Turismo: una “Blue strategy” per il rilancio dell’area Adriatico-Ionica
A Metaponto il corteo degli alluvionati. Ripercorsi i luoghi di morte, aspettando risposte







Da Ginosa ai paesi lucani messi in ginocchio dall'alluvione, un viaggio dimostrativo e di riflessione sui luoghi più colpiti dalle recenti precipitazioni piovose
di Pierantonio Lutrelli
METAPONTINO – I manifestanti con a capo il Comitato per la Difesa delle TerreJoniche, coordinato dall’infaticabile portavoce Gianni Fabbris,  si sono riuniti ieri mattina con una folta delegazione di cittadini, proveniente dai comuni colpiti dall'alluvione del 7 ottobre scorso di Marconia, Bernalda, Scanzano Jonico, Nova Siri, Montalbano Jonico e Ginosa.
L’appuntamento era per le 8 in Piazza Elettra in Marconia dove si sono incontrati i mezzi che da Scanzano e Marconia hanno preso parte alla mobilitazione per poi procedere verso Ginosa dove ha preso il via ‘l’alluvione tour’, un viaggio dimostrativo e di riflessione sui luoghi più colpiti dalle recenti precipitazioni piovose.
Il tour è partito alle 9 dalla piazza di fronte il municipio di Ginosa, dove sono stati affrontati i problemi dell’alluvione 2011 e le ferite ancora aperte – come le chiama Fabbris - per il territorio e le attività economiche danneggiate.
Passando poi dal campo sportivo, così come previsto, è stato affrontato il tema delle vittime: quelle dell’alluvione, sotto casa di una ragazza scomparsa. «Questo – ha detto Fabbris - è il rischio più grande per il territorio, solo un caso ha voluto che nel 2011 non ci siano stati morti.
Ci sono state successivamente sette vittime: la donna di Craco e le due di Matera e  Venusio.
La responsabilità è di chi non ha dato risposte in questi anni al territorio in cui le alluvioni sono un’emergenza sempre più grave e che diventerà un problema strutturale  con cui fare i conti».
Poi il corteo si è spostato in località Pantano, in cui è stato sviluppato il tema del dissesto idrogeologico. «Questo – ha aggiunto Fabbris - è un territorio fragilissimo, dal confine con la Calabria a Taranto ci sono sette foci di fiumi, non si fa prevenzione e messa in sicurezza, si tende colpevolmente a non considerare i fiumi perché ci sono le dighe a monte, salvo poi vederli manifestarsi con violenza quando piove».
Dopo il corteo è proseguito sulla 106 Jonica.
Per questioni logistiche è saltata la tappa sui danni che la calamità naturale ha arrecato il 7 ottobre.
Sui luoghi della sciagura il corteo ci si è recato invece all’arrivo a Metaponto dove la pioggia, poi, ironia della sorte, non ha consentito di fare il raduno per le conclusioni così come era previsto alle Tavole palatine.
Il corteo e i manifestanti si sono pertanto spostati non lontano dall’Hotel Palatinum dove ad accoglierli c’era la tettoia del ristorante “Punto bianco” luogo in cui sono intervenute persone colpite sia a nome delle famiglie che delle attività economiche.
Sul posto si è recato il leader del M5S Beppe Grillo, ma Fabbris non lo ha fatto intervenire.
«Possono intervenire solo coloro che possono darci delle risposte - ha detto il portavoce di TerreJoniche.
Sono intervenuti invece Pedicini candidato presidente M5S, Iannuzziello di Sel, l’assessore provinciale Rondinone, l’onorevole Cosimo Latronico del Pdl e l’assessore all’Agricoltura Nicola Benedetto.
venerdì 15 novembre 2013 09:14


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