Da Ue 136 mln per Metro Catania e Termini Imerese
Da Ue 108 mln per balneabilità coste Campania
Istat. Stima preliminare del Pil
Legge stabilità: Ue, rischiate sforamento
Nova Gorica, oltrepadania est. Gorizia sempre più
piccola: perde un abitante al giorno
Gli ulivi malati nel Salento in arrivo aiuti per 2
milioni
di Daniela Pastore
LECCE - «Xylella è nel Salento. E l’infezione
è davvero imponente. Non avevo visto nulla di simile». Un pallido sole, dopo
due giorni di diluvio, dà il benvenuto a Rodrigo Almeida, il super esperto di
Berkeley giunto ieri al capezzale degli ulivi malati del Tacco d’Italia.
Accompagnato dal coordinatore dell’Istituto virologico vegetale del Cnr, Donato
Boscia e dal professor Giovanni Martelli, dell’Università di Bari, oltre che da
un nutrito staff di ricercatori e studiosi, il docente californiano ha visitato
il «cimitero degli ulivi», come è stata lugubramente ribattezzata la
«Castellana», una delle aree più colpite dal patogeno, al confine tra Gallipoli
e Alezio.
«Xylella è fastidiosa di nome e di fatto, ed
al momento non sono in grado di dire molto più di quanto già sapete», Almeida
mette le mani avanti per chiarire subito che non ha ricette miracolose da
proporre. «Quello che i ricercatori hanno fatto in poco più di 40 giorni è
stupefacente - osserva - una mole enorme di analisi molecolari, di test, di
verifiche. Non avrebbero potuto fare di più, gli standard sono eccellenti». Il
verdetto del laboratorio appare dunque chiaro: il patogeno presente sugli ulivi
del Salento è «Xylella».
«Ora va studiata l’epidemiologia - incalza il
ricercatore americano - cioè quanto velocemente il batterio si stia
diffondendo, in che direzione, con quali vettori». Certezze, ribadisce il
professor Giovanni Martelli, importanti per capire se le maglie della
quarantena si possono in qualche modo allentare. «Se l’ulivo è un ospite
terminale, ossia se riceve il batterio ma non lo trasmette ad altre piante, si
può tentare di evitare l’eradicazione della pianta imposta dall’Unione europea
in presenza di un patogeno da quarantena. Se invece si verifica la diffusione
secondaria, ossia se il contagio avviene da ulivo ad ulivo, allora
l’eliminazione di tutti gli alberi malati sarà inevitabile».
Un tassello fondamentale per avere un quadro
più chiaro della situazione è nelle mani di Maria Saponari, giovane
ricercatrice del Cnr di Bari che sta cercando di dare un nome e un identikit
completo al ceppo di Xylella presente nel Salento. Una conoscenza che
permetterà di fare previsioni più attendibili sul grado di tossicità del patogeno
e sulla sua pericolosità.
Intanto arrivano due milioni sonanti ai
Consorzi di Bonifica Arneo e Ugento Li Foggi. La Giunta Regionale, pur nei
limiti imposti dal Patto di stabilità, ha rastrellato fondi con cui far fronte
alla lotta a «Xylella Fastidiosa».
La buona notizia è stata comunicata ieri
dall’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni durante
l’incontro, nella sede dell’assessorato, con i rappresentanti delle
associazioni agricole. Summit convocato per raccogliere «dritte» in vista della
predisposizione del piano degli interventi per fermare il patogeno. Sul fronte
parlamentare, invece, il senatore di Sel, Dario Stefano, ha scritto al
commissario europeo per la Salute, Tonio Borg, e al presidente della
Commissione europea, Josè Manuel Barroso, chiedendo un incontro a breve
termine, nel quale consegnare un corposo dossier sulla moria degli ulivi.
15 Novembre 2013
Da Ue 136 mln per Metro Catania e Termini Imerese
Commissario Hahn, contributi per
sviluppo economia regione
14 novembre, 20:37
BRUXELLES - Contribuire
all'estensione della metropolitana di Catania e alla realizzazione
dell'interporto di Termini Imerese: sono questi i due obiettivi dei 136,6
milioni di euro stanziati oggi dalla Commissione Ue a favore della Sicilia nel
quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale.
Il primo investimento di 88,7
milioni di euro è destinato al progetto di prolungamento di cinque chilometri
della metropolitana di Catania, costruendo sei nuove stazioni e collegando il
capoluogo al comune di Misterbianco. Si stima che i lavori, che dovrebbero
essere ultimati entro il 2015, porteranno alla creazione di 180 posti di lavoro
e avranno benefici per circa 350 mila abitanti.
Il secondo investimento di 47,9
milioni di euro mira a contribuire alla costruzione dell'interporto di Termini
Imerese, destinato ad aumentare sensibilmente il volume delle merci trasportate
nella regione. Si prevede la creazione di 224 posti di lavoro per la realizzazione
del progetto, che dovrebbe essere operativo all'inizio del 2017.
''Questi progetti rappresentano
dei buoni esempi di come i fondi regionali dell'Ue possano aiutare a sviluppare
l'economia della Sicilia, attirando nella regione investitori e imprese'', ha
commentato il commissario per la Politica regionale, Johannes Hahn. Secondo
l'eurodeputato Salvatore Iacolino (Ppe), con questo stanziamento l'Europa ha
inviato ''un segnale di attenzione verso due infrastrutture strategiche per il
trasporto di merci e persone''.
Oltre ai benefici per il sistema
siciliano della logistica e dei trasporti, queste due opere ''avranno delle
ricadute positive sul fronte dell'occupazione'', ha osservato Iacolino,
auspicando che la regione ''raccolga i segnali d'incoraggiamento dell'Ue,
sfruttando le risorse assegnate per consolidare l'attrattività dei nostri
territori''.
Da Ue 108 mln per balneabilità coste Campania
Via libera a due interventi Costa
Domiziana e Costa Flegrea
14 novembre, 20:42
BRUXELLES - Luce verde della
Commissione europea a due progetti per oltre 108 milioni di euro per migliorare
la qualità delle acque della Costa Domiziana e della Costa Flegrea in Campania.
L'obiettivo è migliorare le condizioni dell'ambiente e promuovere il turismo,
rendendo balneabili 60 km di costa. Entrambi i progetti dovrebbero essere attuati
entro la fine del 2015.
I due progetti rientrano nella
strategia globale di gestione delle risorse idriche in Campania, per un
investimento complessivo di oltre 500 milioni di euro, che saranno cofinanziati
dall'Unione europea. Il progetto principale per la Costa Domiziana prevede la
costruzione di reti fognarie e impianti di trattamento delle acque reflue per
migliorare la qualità delle acque, rendendo balneabili 45 km di costa. Il
principale progetto nelle zone flegree prevede la costruzione, il completamento
e il miglioramento del sistema fognario che serve il litorale e il risanamento
ambientale dei laghi costieri di Averno, Lucrino, Miseno e Fusaro, in una delle
zone più inquinate della regione, di cui beneficeranno oltre 9.000 abitanti.
Secondo il commissario europeo alle politiche
regionali, Johannes Hahn, "questi progetti sono un buon esempio dei nostri
investimenti regionali che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita
dei cittadini. Allo stesso tempo contribuiscono a tutelare e valorizzare
l'ambiente costiero", un fattore "di vitale importanza per
l'industria turistica e l'economia della Campania".
L'Unione europea, attraverso il
Fondo europeo di sviluppo regionale, erogherà 108,75 milioni di euro
(rispettivamente 60 milioni di euro e 48,75 milioni di euro), su un
investimento totale pari a 145 milioni di euro (80 milioni di euro e 65 milioni
di euro).
Istat. Stima preliminare del Pil
Nel terzo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo
(PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto
per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1%
rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% nei confronti del terzo trimestre
del 2012.
Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del
valore aggiunto nei comparti dell'agricoltura e dei servizi e di un aumento del
valore aggiunto nell'industria. Il terzo trimestre del 2013 ha avuto tre
giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa
in più rispetto al terzo trimestre del 2012.
Nel terzo trimestre del 2013 in termini congiunturali il
PIL è aumentato dello 0,7% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In
termini tendenziali la crescita è stata dell'1,6% negli Stati Uniti e dell'1,5%
nel Regno Unito.
La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%.
Legge stabilità: Ue, rischiate sforamento
Ministero Economia: tutto sotto
controllo, rischi previsti
15 novembre, 12:50
BRUXELLES - La bozza di Legge di
Stabilità analizzata da Bruxelles mette l'Italia a rischio di "non
rispetto delle regole su deficit contenute nel Patto di stabilità": questa
l'opinione della Commissione che mette l'Italia nel gruppo dei Paesi a più alto
rischio di sforamento dei parametri. Niente flessibilità sugli investimenti, il
cosiddetto 'bonus Ue' che aveva chiesto l'Italia, perché il debito italiano è
troppo alto: "L'Italia non ha accesso alla clausola per gli investimenti
perché il debito non si è evoluto in modo favorevole": lo ha deciso la
Commissione Ue dopo aver analizzato la Legge di Stabilità.
La Legge di Stabilità dell'Italia
"evidenzia progressi limitati" sulle raccomandazioni sulle riforme
strutturali fatte dal Consiglio a maggio scorso: così la Commissione Ue nella
sua analisi sulla bozza di legge. La Commissione europea "conta
molto" sugli impegni presi dal Governo italiano in particolare "sulla
spending review portata avanti da Carlo Cottarelli". Lo ha detto il
vicepresidente Olli Rehn parlando della situazione italiana. "E'
importante che la spending review in Italia dia risultati già nel 2014 perché
porterà ad una riduzione del debito e quindi a rispettare le regole Ue che
porteranno a beneficiare della clausola per investimenti": ha detto
sottolineato Rehn. "L'Italia deve fare sufficienti progressi verso
l'obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio, ndr), riducendo il debito
l'anno prossimo assicurando un aggiustamento strutturale di almeno 0,5% del
pil"
''Nessuna bocciatura: i rischi
segnalati dalla Commissione già considerati nell'azione del Governo''.
E' quanto afferma il ministero
dell'Economia e delle Finanze in una nota, dopo le osservazioni Ue sulla Legge
di Stabilità precisando che sono ''già in campo misure per contrastare
eventuali rischi su disavanzo e debito 2014''. La Commissione europea, spiega
il ministero dell'Economia in una nota, nelle sue odierne comunicazioni,
sottolinea che "le leggi di bilancio di tutti i Paesi dell'area Euro non
violano in maniera sostanziale gli obblighi del Patto di Stabilità e Crescita e
che non è necessario richiedere revisioni dei piani di bilancio''. L'opinione
della Commissione sul DDL di stabilità dell'Italia mette in luce "un
rischio che la legge di stabilità per il 2014 non assicuri il rispetto delle
regole del Patto di Stabilità e Crescita. In particolare, le previsioni della
Commissione sottolineano il rischio che la legge di stabilità non consentirà la
riduzione del rapporto debito/PIL in linea con il benchmark di riduzione del
debito''. Tale valutazione discende da una stima di crescita del prodotto che,
come è noto, non coincide con quella del Governo italiano e comporta
implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica. Va poi sottolineato che la
crescita del debito in rapporto al PIL è la risultante della recessione che si
è protratta fino al 2013 e del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche
amministrazioni (quasi 50 miliardi di euro in 12 mesi tra il 2013 e il 2014),
operazione concordata con la Commissione europea.
Anche il sostegno finanziario ai
Paesi dell'area dell'Euro in difficoltà ha contribuito alla dinamica del
debito. Inoltre, nel formulare il suo giudizio la Commissione non tiene conto
di importanti provvedimenti annunciati dal Governo, anche se non formalmente
inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione. Provvedimenti
che da un lato rappresentano uno stimolo all'economia, dall'altro saranno in
grado di produrre gettito e risparmi di spesa aggiuntivi che il governo intende
utilizzare per ridurre ulteriormente il disavanzo e il debito del 2014, oltre
che per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Al
riguardo possono essere ricordati interventi come la spending review
(ricordiamo che il programma di lavoro del Commissario straordinario è già
stato trasmesso al Comitato interministeriale, che lo discuterà nei prossimi
giorni), la riforma del sistema fiscale attraverso la delega che il Parlamento
sta ormai per varare, il programma di privatizzazioni, il rientro dei capitali
illecitamente detenuti all'estero, la rivalutazione delle quote del capitale
della Banca d'Italia (sulla scorta di un'analisi già effettuata e resa pubblica
la scorsa settimana).
Queste misure rafforzano il
carattere innovativo della Legge di stabilità 2014 che, per la prima volta dopo
diversi anni, avvia un percorso di riduzione della tassazione e di
riqualificazione della spesa pubblica tagliando quella corrente ed aumentando
la quota destinata agli investimenti, su un arco di tempo triennale, un periodo
adeguato affinché gli interventi in essa contenuti possano estrinsecare
pienamente i loro effetti. Il Governo condivide il giudizio della Commissione
sull'esigenza di continuare a perseguire una strategia di consolidamento delle
finanze pubbliche e di riduzione del debito e ritiene che le misure sopra
indicate avranno effetti positivi sui conti pubblici, in linea con quanto
richiesto dal Patto di Stabilità e Crescita, senza bisogno di ulteriori
interventi. Dopo il giudizio della Commissione, la Legge di stabilità sarà
discussa dall'Eurogruppo il 22 novembre prossimo.
Nova Gorica, oltrepadania est. Gorizia sempre più
piccola: perde un abitante al giorno
Nei primi sei mesi dell’anno 158 abitanti in meno
rispetto al 31 dicembre 2012. Fra i motivi le poche occasioni di lavoro per i
giovani e la scomparsa della Zona Franca
di Francesco Fain
Oggi possiamo
dirlo: l’aumento degli abitanti verificatosi nel 2011 era stato un lampo
illusorio, nulla di più di una parentesi. Siamo tornati al vecchio e
preoccupante trend al ribasso.
Era infatti molto atteso il dato del 30 giugno 2013 per
capire se il segno “più” tornava a fare capolino. E il risultato è stato ancora
una volta deludente. Il capoluogo di provincia continua a registrare
un’emorragia di abitanti. Al 31 dicembre 2012 risultavano essere iscritte
all’Anagrafe 35.575 persone. Nei primi sei mesi del 2013 i residenti sono
calati di 158 unità. Prendendo la calcolatrice e facendo una banale divisione
si scopre che ogni mese se ne vanno da Gorizia 26 persone, quasi una al giorno.
Non c’è niente da fare: la città si sta rimpicciolendo sempre più. E secondo il
principio dei vasi comunicanti a beneficiarne sono i paesi limitrofi che, in
diversi casi, hanno registrato una crescita.
Le motivazioni dell’emorragia
La città ha ricominciato a svuotarsi, vuoi perché le
nascite (che avvengono con frequenza sempre minore come testimonia la vicenda
del reparto materno-infantile) non riescono minimamente a compensare i decessi,
vuoi perché i giovani sono costretti a fare armi e bagagli perché le possibilità
di lavoro non ci sono o sono ridotte al lumicino. Qualcuno mette in campo le
tante occasioni mancate (vedi scuola della Guardia di finanza). Tutti,
indistintamente, parlano di “fuga dei giovani”, determinata dalla mancanza di
prospettive e di posti di lavoro adeguati. Ma c’è anche un’altra spiegazione
che non è mai stata messa in campo per motivare il decremento demografico
soprattutto degli ultimi anni: la scomparsa della Zona franca. Sì, le
agevolazioni e il prezzo ridotto della benzina avevano determinato un boom di
residenze fittizie: residenze che servivano per ottenere il beneficio, poi
magari la persona abitava da tutt’altra parte. Quando le agevolazioni sono
finite, è venuta meno la necessità della residenza: ergo, la popolazione è
calata.
Il dettaglio dei dati
Ma entriamo maggiormente nel dettaglio dei dati
aggiornati a giugno 2013, messi a disposizione dal Comune di Gorizia. In città,
dunque, risultano essere 35.417 residenti: di questi la maggior parte sono
femmine (18.437) mentre i restanti 16.980 sono maschi. Anche rispetto al 31
luglio 2012 si è registrata una perdita visto che allòra si registrarono 35.649
abitanti. Se poi andiamo a ritroso e allarghiamo temporalmente l’analisi, si
scopre che in 12 anni Gorizia ha visto “svanire” quasi 1.619 abitanti. Nel
2001, infatti, erano iscritte all’Anagrafe del Comune di Gorizia 37.036 persone
contro le 35.417 di oggi. Ma per avere un quadro ancora più completo basta dare
un’occhiata ai dati contenuti nella tabella in alto. Nella lettura attenta dei
dati, emerge anche un elemento positivo, anche se si tratta di uno sprazzo. La
fascia d’età che va da zero a 17 anni si sta ingrossando. Nel 2001 erano 4.485,
oggi sono 4.903. Scorporando il dato, però, fra goriziani doc e d’adozione si
nota che i ragazzi solo italiani sono diminuiti dello 0,7% nell’ultimo decennio
(da 4.212 a 4.181), mentre adolescenti e bambini di origine straniera sono
quasi triplicati, passando da 273 a 722. Pertanto, è grazie agli stranieri se
la popolazione (proverbialmente molto anziana) si sta ringiovanendo, seppure
con lentezza e gradualità.
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