venerdì 15 novembre 2013

XV.XI.MMXIII – Daniela Pastore, Lecce: «Xylella è nel Salento. E l’infezione è davvero imponente. Non avevo visto nulla di simile». Un pallido sole, dopo due giorni di diluvio, dà il benvenuto a Rodrigo Almeida, il super esperto di Berkeley giunto ieri al capezzale degli ulivi malati del Tacco d’Italia.---La Legge di Stabilità dell'Italia "evidenzia progressi limitati" sulle raccomandazioni sulle riforme strutturali fatte dal Consiglio a maggio scorso: così la Commissione Ue nella sua analisi sulla bozza di legge. La Commissione europea "conta molto" sugli impegni presi dal Governo italiano in particolare "sulla spending review portata avanti da Carlo Cottarelli". Lo ha detto il vicepresidente Olli Rehn parlando della situazione italiana.

Gli ulivi malati nel Salento in arrivo aiuti per 2 milioni
Da Ue 136 mln per Metro Catania e Termini Imerese
Da Ue 108 mln per balneabilità coste Campania
Istat. Stima preliminare del Pil
Legge stabilità: Ue, rischiate sforamento
Nova Gorica, oltrepadania est. Gorizia sempre più piccola: perde un abitante al giorno




Gli ulivi malati nel Salento in arrivo aiuti per 2 milioni
di Daniela Pastore
 LECCE - «Xylella è nel Salento. E l’infezione è davvero imponente. Non avevo visto nulla di simile». Un pallido sole, dopo due giorni di diluvio, dà il benvenuto a Rodrigo Almeida, il super esperto di Berkeley giunto ieri al capezzale degli ulivi malati del Tacco d’Italia. Accompagnato dal coordinatore dell’Istituto virologico vegetale del Cnr, Donato Boscia e dal professor Giovanni Martelli, dell’Università di Bari, oltre che da un nutrito staff di ricercatori e studiosi, il docente californiano ha visitato il «cimitero degli ulivi», come è stata lugubramente ribattezzata la «Castellana», una delle aree più colpite dal patogeno, al confine tra Gallipoli e Alezio.
 «Xylella è fastidiosa di nome e di fatto, ed al momento non sono in grado di dire molto più di quanto già sapete», Almeida mette le mani avanti per chiarire subito che non ha ricette miracolose da proporre. «Quello che i ricercatori hanno fatto in poco più di 40 giorni è stupefacente - osserva - una mole enorme di analisi molecolari, di test, di verifiche. Non avrebbero potuto fare di più, gli standard sono eccellenti». Il verdetto del laboratorio appare dunque chiaro: il patogeno presente sugli ulivi del Salento è «Xylella».
 «Ora va studiata l’epidemiologia - incalza il ricercatore americano - cioè quanto velocemente il batterio si stia diffondendo, in che direzione, con quali vettori». Certezze, ribadisce il professor Giovanni Martelli, importanti per capire se le maglie della quarantena si possono in qualche modo allentare. «Se l’ulivo è un ospite terminale, ossia se riceve il batterio ma non lo trasmette ad altre piante, si può tentare di evitare l’eradicazione della pianta imposta dall’Unione europea in presenza di un patogeno da quarantena. Se invece si verifica la diffusione secondaria, ossia se il contagio avviene da ulivo ad ulivo, allora l’eliminazione di tutti gli alberi malati sarà inevitabile».
 Un tassello fondamentale per avere un quadro più chiaro della situazione è nelle mani di Maria Saponari, giovane ricercatrice del Cnr di Bari che sta cercando di dare un nome e un identikit completo al ceppo di Xylella presente nel Salento. Una conoscenza che permetterà di fare previsioni più attendibili sul grado di tossicità del patogeno e sulla sua pericolosità.
 Intanto arrivano due milioni sonanti ai Consorzi di Bonifica Arneo e Ugento Li Foggi. La Giunta Regionale, pur nei limiti imposti dal Patto di stabilità, ha rastrellato fondi con cui far fronte alla lotta a «Xylella Fastidiosa».
 La buona notizia è stata comunicata ieri dall’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni durante l’incontro, nella sede dell’assessorato, con i rappresentanti delle associazioni agricole. Summit convocato per raccogliere «dritte» in vista della predisposizione del piano degli interventi per fermare il patogeno. Sul fronte parlamentare, invece, il senatore di Sel, Dario Stefano, ha scritto al commissario europeo per la Salute, Tonio Borg, e al presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, chiedendo un incontro a breve termine, nel quale consegnare un corposo dossier sulla moria degli ulivi.
15 Novembre 2013

Da Ue 136 mln per Metro Catania e Termini Imerese
Commissario Hahn, contributi per sviluppo economia regione
14 novembre, 20:37
BRUXELLES - Contribuire all'estensione della metropolitana di Catania e alla realizzazione dell'interporto di Termini Imerese: sono questi i due obiettivi dei 136,6 milioni di euro stanziati oggi dalla Commissione Ue a favore della Sicilia nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale.
Il primo investimento di 88,7 milioni di euro è destinato al progetto di prolungamento di cinque chilometri della metropolitana di Catania, costruendo sei nuove stazioni e collegando il capoluogo al comune di Misterbianco. Si stima che i lavori, che dovrebbero essere ultimati entro il 2015, porteranno alla creazione di 180 posti di lavoro e avranno benefici per circa 350 mila abitanti.
Il secondo investimento di 47,9 milioni di euro mira a contribuire alla costruzione dell'interporto di Termini Imerese, destinato ad aumentare sensibilmente il volume delle merci trasportate nella regione. Si prevede la creazione di 224 posti di lavoro per la realizzazione del progetto, che dovrebbe essere operativo all'inizio del 2017.
''Questi progetti rappresentano dei buoni esempi di come i fondi regionali dell'Ue possano aiutare a sviluppare l'economia della Sicilia, attirando nella regione investitori e imprese'', ha commentato il commissario per la Politica regionale, Johannes Hahn. Secondo l'eurodeputato Salvatore Iacolino (Ppe), con questo stanziamento l'Europa ha inviato ''un segnale di attenzione verso due infrastrutture strategiche per il trasporto di merci e persone''.
Oltre ai benefici per il sistema siciliano della logistica e dei trasporti, queste due opere ''avranno delle ricadute positive sul fronte dell'occupazione'', ha osservato Iacolino, auspicando che la regione ''raccolga i segnali d'incoraggiamento dell'Ue, sfruttando le risorse assegnate per consolidare l'attrattività dei nostri territori''.

Da Ue 108 mln per balneabilità coste Campania
Via libera a due interventi Costa Domiziana e Costa Flegrea
14 novembre, 20:42
BRUXELLES - Luce verde della Commissione europea a due progetti per oltre 108 milioni di euro per migliorare la qualità delle acque della Costa Domiziana e della Costa Flegrea in Campania. L'obiettivo è migliorare le condizioni dell'ambiente e promuovere il turismo, rendendo balneabili 60 km di costa. Entrambi i progetti dovrebbero essere attuati entro la fine del 2015.
I due progetti rientrano nella strategia globale di gestione delle risorse idriche in Campania, per un investimento complessivo di oltre 500 milioni di euro, che saranno cofinanziati dall'Unione europea. Il progetto principale per la Costa Domiziana prevede la costruzione di reti fognarie e impianti di trattamento delle acque reflue per migliorare la qualità delle acque, rendendo balneabili 45 km di costa. Il principale progetto nelle zone flegree prevede la costruzione, il completamento e il miglioramento del sistema fognario che serve il litorale e il risanamento ambientale dei laghi costieri di Averno, Lucrino, Miseno e Fusaro, in una delle zone più inquinate della regione, di cui beneficeranno oltre 9.000 abitanti.
 Secondo il commissario europeo alle politiche regionali, Johannes Hahn, "questi progetti sono un buon esempio dei nostri investimenti regionali che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Allo stesso tempo contribuiscono a tutelare e valorizzare l'ambiente costiero", un fattore "di vitale importanza per l'industria turistica e l'economia della Campania".
L'Unione europea, attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale, erogherà 108,75 milioni di euro (rispettivamente 60 milioni di euro e 48,75 milioni di euro), su un investimento totale pari a 145 milioni di euro (80 milioni di euro e 65 milioni di euro).

Istat. Stima preliminare del Pil
Nel terzo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% nei confronti del terzo trimestre del 2012.
Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell'agricoltura e dei servizi e di un aumento del valore aggiunto nell'industria. Il terzo trimestre del 2013 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2012.
Nel terzo trimestre del 2013 in termini congiunturali il PIL è aumentato dello 0,7% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali la crescita è stata dell'1,6% negli Stati Uniti e dell'1,5% nel Regno Unito.
La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%.

Legge stabilità: Ue, rischiate sforamento
Ministero Economia: tutto sotto controllo, rischi previsti
15 novembre, 12:50
BRUXELLES - La bozza di Legge di Stabilità analizzata da Bruxelles mette l'Italia a rischio di "non rispetto delle regole su deficit contenute nel Patto di stabilità": questa l'opinione della Commissione che mette l'Italia nel gruppo dei Paesi a più alto rischio di sforamento dei parametri. Niente flessibilità sugli investimenti, il cosiddetto 'bonus Ue' che aveva chiesto l'Italia, perché il debito italiano è troppo alto: "L'Italia non ha accesso alla clausola per gli investimenti perché il debito non si è evoluto in modo favorevole": lo ha deciso la Commissione Ue dopo aver analizzato la Legge di Stabilità.
La Legge di Stabilità dell'Italia "evidenzia progressi limitati" sulle raccomandazioni sulle riforme strutturali fatte dal Consiglio a maggio scorso: così la Commissione Ue nella sua analisi sulla bozza di legge. La Commissione europea "conta molto" sugli impegni presi dal Governo italiano in particolare "sulla spending review portata avanti da Carlo Cottarelli". Lo ha detto il vicepresidente Olli Rehn parlando della situazione italiana. "E' importante che la spending review in Italia dia risultati già nel 2014 perché porterà ad una riduzione del debito e quindi a rispettare le regole Ue che porteranno a beneficiare della clausola per investimenti": ha detto sottolineato Rehn. "L'Italia deve fare sufficienti progressi verso l'obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio, ndr), riducendo il debito l'anno prossimo assicurando un aggiustamento strutturale di almeno 0,5% del pil"
''Nessuna bocciatura: i rischi segnalati dalla Commissione già considerati nell'azione del Governo''.
E' quanto afferma il ministero dell'Economia e delle Finanze in una nota, dopo le osservazioni Ue sulla Legge di Stabilità precisando che sono ''già in campo misure per contrastare eventuali rischi su disavanzo e debito 2014''. La Commissione europea, spiega il ministero dell'Economia in una nota, nelle sue odierne comunicazioni, sottolinea che "le leggi di bilancio di tutti i Paesi dell'area Euro non violano in maniera sostanziale gli obblighi del Patto di Stabilità e Crescita e che non è necessario richiedere revisioni dei piani di bilancio''. L'opinione della Commissione sul DDL di stabilità dell'Italia mette in luce "un rischio che la legge di stabilità per il 2014 non assicuri il rispetto delle regole del Patto di Stabilità e Crescita. In particolare, le previsioni della Commissione sottolineano il rischio che la legge di stabilità non consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL in linea con il benchmark di riduzione del debito''. Tale valutazione discende da una stima di crescita del prodotto che, come è noto, non coincide con quella del Governo italiano e comporta implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica. Va poi sottolineato che la crescita del debito in rapporto al PIL è la risultante della recessione che si è protratta fino al 2013 e del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni (quasi 50 miliardi di euro in 12 mesi tra il 2013 e il 2014), operazione concordata con la Commissione europea.
Anche il sostegno finanziario ai Paesi dell'area dell'Euro in difficoltà ha contribuito alla dinamica del debito. Inoltre, nel formulare il suo giudizio la Commissione non tiene conto di importanti provvedimenti annunciati dal Governo, anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione. Provvedimenti che da un lato rappresentano uno stimolo all'economia, dall'altro saranno in grado di produrre gettito e risparmi di spesa aggiuntivi che il governo intende utilizzare per ridurre ulteriormente il disavanzo e il debito del 2014, oltre che per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Al riguardo possono essere ricordati interventi come la spending review (ricordiamo che il programma di lavoro del Commissario straordinario è già stato trasmesso al Comitato interministeriale, che lo discuterà nei prossimi giorni), la riforma del sistema fiscale attraverso la delega che il Parlamento sta ormai per varare, il programma di privatizzazioni, il rientro dei capitali illecitamente detenuti all'estero, la rivalutazione delle quote del capitale della Banca d'Italia (sulla scorta di un'analisi già effettuata e resa pubblica la scorsa settimana).
Queste misure rafforzano il carattere innovativo della Legge di stabilità 2014 che, per la prima volta dopo diversi anni, avvia un percorso di riduzione della tassazione e di riqualificazione della spesa pubblica tagliando quella corrente ed aumentando la quota destinata agli investimenti, su un arco di tempo triennale, un periodo adeguato affinché gli interventi in essa contenuti possano estrinsecare pienamente i loro effetti. Il Governo condivide il giudizio della Commissione sull'esigenza di continuare a perseguire una strategia di consolidamento delle finanze pubbliche e di riduzione del debito e ritiene che le misure sopra indicate avranno effetti positivi sui conti pubblici, in linea con quanto richiesto dal Patto di Stabilità e Crescita, senza bisogno di ulteriori interventi. Dopo il giudizio della Commissione, la Legge di stabilità sarà discussa dall'Eurogruppo il 22 novembre prossimo.

Nova Gorica, oltrepadania est. Gorizia sempre più piccola: perde un abitante al giorno
Nei primi sei mesi dell’anno 158 abitanti in meno rispetto al 31 dicembre 2012. Fra i motivi le poche occasioni di lavoro per i giovani e la scomparsa della Zona Franca
 di Francesco Fain
 Oggi possiamo dirlo: l’aumento degli abitanti verificatosi nel 2011 era stato un lampo illusorio, nulla di più di una parentesi. Siamo tornati al vecchio e preoccupante trend al ribasso.
Era infatti molto atteso il dato del 30 giugno 2013 per capire se il segno “più” tornava a fare capolino. E il risultato è stato ancora una volta deludente. Il capoluogo di provincia continua a registrare un’emorragia di abitanti. Al 31 dicembre 2012 risultavano essere iscritte all’Anagrafe 35.575 persone. Nei primi sei mesi del 2013 i residenti sono calati di 158 unità. Prendendo la calcolatrice e facendo una banale divisione si scopre che ogni mese se ne vanno da Gorizia 26 persone, quasi una al giorno. Non c’è niente da fare: la città si sta rimpicciolendo sempre più. E secondo il principio dei vasi comunicanti a beneficiarne sono i paesi limitrofi che, in diversi casi, hanno registrato una crescita.
Le motivazioni dell’emorragia
La città ha ricominciato a svuotarsi, vuoi perché le nascite (che avvengono con frequenza sempre minore come testimonia la vicenda del reparto materno-infantile) non riescono minimamente a compensare i decessi, vuoi perché i giovani sono costretti a fare armi e bagagli perché le possibilità di lavoro non ci sono o sono ridotte al lumicino. Qualcuno mette in campo le tante occasioni mancate (vedi scuola della Guardia di finanza). Tutti, indistintamente, parlano di “fuga dei giovani”, determinata dalla mancanza di prospettive e di posti di lavoro adeguati. Ma c’è anche un’altra spiegazione che non è mai stata messa in campo per motivare il decremento demografico soprattutto degli ultimi anni: la scomparsa della Zona franca. Sì, le agevolazioni e il prezzo ridotto della benzina avevano determinato un boom di residenze fittizie: residenze che servivano per ottenere il beneficio, poi magari la persona abitava da tutt’altra parte. Quando le agevolazioni sono finite, è venuta meno la necessità della residenza: ergo, la popolazione è calata.
Il dettaglio dei dati
Ma entriamo maggiormente nel dettaglio dei dati aggiornati a giugno 2013, messi a disposizione dal Comune di Gorizia. In città, dunque, risultano essere 35.417 residenti: di questi la maggior parte sono femmine (18.437) mentre i restanti 16.980 sono maschi. Anche rispetto al 31 luglio 2012 si è registrata una perdita visto che allòra si registrarono 35.649 abitanti. Se poi andiamo a ritroso e allarghiamo temporalmente l’analisi, si scopre che in 12 anni Gorizia ha visto “svanire” quasi 1.619 abitanti. Nel 2001, infatti, erano iscritte all’Anagrafe del Comune di Gorizia 37.036 persone contro le 35.417 di oggi. Ma per avere un quadro ancora più completo basta dare un’occhiata ai dati contenuti nella tabella in alto. Nella lettura attenta dei dati, emerge anche un elemento positivo, anche se si tratta di uno sprazzo. La fascia d’età che va da zero a 17 anni si sta ingrossando. Nel 2001 erano 4.485, oggi sono 4.903. Scorporando il dato, però, fra goriziani doc e d’adozione si nota che i ragazzi solo italiani sono diminuiti dello 0,7% nell’ultimo decennio (da 4.212 a 4.181), mentre adolescenti e bambini di origine straniera sono quasi triplicati, passando da 273 a 722. Pertanto, è grazie agli stranieri se la popolazione (proverbialmente molto anziana) si sta ringiovanendo, seppure con lentezza e gradualità.


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