sabato 18 dicembre 2010

Il Museo Madre a Napoli e la miopia del centrodestra

Creata il 18/12/2010 - 19:30
Alessio Postiglione
COMMENTI. Come in un vero cambio di regime, la nuova giunta regionale campana di Stefano Caldoro ha intrapreso un percorso di discontinuità nei riguardi del bassolinismo che ha assunto la forma simbolica della damnatio memoriae.


Come in un vero cambio di regime, la nuova giunta regionale campana di Stefano Caldoro ha intrapreso un percorso di discontinuità nei riguardi del bassolinismo che ha assunto la forma simbolica della damnatio memoriae. Con la furia iconoclasta dell’Armata Rossa contro la Cancelleria di Albert Speer a Berlino, il centrodestra lancia i suoi strali contro la “cultura di sinistra” e il museo Madre, bollato come inefficiente e costoso. Come ai tempi di Nicolini, a Roma, ritorna la querelle circa la politica dell’effimero praticata dalla sinistra. Magari, semplice copertura clientelare per quei ceti colti che costituiscono il classico bacino di voto dei socialisti.

E' chiaro che siamo di fronte allo scontro di civiltà, con la regressione della politica a continuazione della guerra con altri mezzi e della fazione avversa a un nemico profondamente altro. La delegittimazione del rinascimento bassoliniano è concisa con la stigmatizzazione delle attività culturali portate avanti dalle amministrazioni di sinistra come effimere e anche classiste, giacché, secondo la destra, si lustravano i salotti radical chic e si abbandonavano le periferie al loro degrado. Il caso Madre, quindi, benché locale, si iscrive in un discorso più ampio e nazionale relativo a quale idea di cultura la destra berlusconiana abbia. La destra populista, infatti, insorge contro l’arte concettuale e rivendica come l’auto ruggente sia più bella della Nike di Samotracia, come diceva Marinetti. D’altronde, non solo in Italia, i conservatori hanno un vero complesso contro la cultura, riserva indiana di sinistra ed extra-sinistra.

La cultura e l’arte, in definitiva, hanno una fisiologica propensione verso la critica dell’esistente ed è normale che non siano conservatrici. Una destra moderna dovrebbe accettare questo fatto serenamente, crogiolandosi, semmai, nella prova definitiva del carattere utopico dei socialisti, invece di covare quest’insalubre livore. Sul carattere regressivo delle politiche pubbliche culturali, però, la destra ha parzialmente ragione. I consumatori di beni culturali sono un pubblico borghese. Ma la cultura, tuttavia, può dar vita ad un circolo virtuoso che ridistribuisca risorse a tutti. Negli ultimi anni, città e regioni sono state rigenerate investendo sui musei e saldando i gusti culturali alti con quelli popolari o giovanili. è il caso della grigia Bilbao, rinata con il Guggenheim, e diventata polo d’attrazione con feste e discoteche.

Questo non significa, però, che il Madre non possa essere gestito meglio. Tuttavia, le istituzioni culturali dovrebbero essere sottratte allo spoil system per incardinare professionisti competenti e non politicizzati. Sulla cultura, motore dello sviluppo del territorio, i partiti dovrebbero trovare un consenso, tralasciando valutazioni artistiche, valoriali od estetiche che competono al pubblico e agli specialisti.
URL di origine:
http://www.terranews.it/news/2010/12/il-museo-madre-napoli-e-la-miopia-del-centrodestra

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