sabato 1 gennaio 2011

La Puglia del Governatore Nichi Vendola

di BEPI MARTELLOTTA
BARI - Una rendicontazione dei fondi comunitari che viaggia con 100 milioni di euro in più rispetto alle previsioni, investimenti raddoppiati nella ricerca e innovazione (dagli 80 milioni del 2000-2005 a 1,7 miliardi di euro nel 2005-2010), il boom del turismo - con 1,5 milioni di viaggiatori quest’anno - e un export che vola al 22,6%, con gli investimenti delle imprese che, sempre nel 2010, hanno ruotato sui 2,5 miliardi.


È la fotografia della Puglia che cresce e che si difende dalla crisi quella che il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha consegnato ieri nel tradizionale bilancio di fine anno, circondato da 10 dei 14 assessori. Con un annuncio: il 12 gennaio la giunta varerà il Piano straordinario per il lavoro, un progetto da 300 milioni con cui andare incontro a disoccupati e precari. Ed è proprio la «lotta contro tutti i tipi di precarietà» la bussola che il governatore affida alla Regione nel 2011, paventando un anno difficilissimo nel quale si manifesteranno tutti gli effetti delle politiche «sciagurate» imputate al governo Berlusconi.

«Le famiglie vedranno crescere la loro povertà e incertezza e vedranno dimagriti i servizi alla persona. Le manovre del governo Berlusconi - ha ribadito - sono tutte incentrate, usando l’alibi della crisi, nello stracciare il Welfare e nel calpestare i diritti sociali. Qui, in Puglia, continueremo a fare l’esatto contrario, convinti come siamo che i servizi sociali non sono ricettori di assistenza, ma produttori di Pil».
Molto dipenderà, sottolinea, dai rapporti col governo nazionale, che proprio nel 2010 - tra le impugnazioni delle leggi contro il nucleare e sull’ambiente a quelle per le assunzioni nella sanità - hanno toccato il punto più basso. Poi, lo scontro di fine luglio, quella mancata firma al piano dei tagli nella sanità che il ministro Tremonti accompagnò con l’epiteto del «modello Grecia» affibbiato alla Puglia. «Quelle non erano molestie nei miei confronti, ma nei confronti della Puglia e dei pugliesi. Tutti erano lì a fare gli uccelli del malaugurio, ora - a fine anno - ci presentiamo con un Bilancio approvato in appena 4 ore e una spesa da livelli record. Ci devono chiedere scusa».

La Puglia ha dinanzi a sé un cammino «periglioso», contro il quale «intendiamo reagire, senza rassegnarci», ma è l’Italia intera, secondo Vendola, a correre i rischi maggiori. «Vedo un Paese in declino, un Paese smarrito» dice, ribadendo l’attacco a Marchionne e Tremonti lanciato nell’intervista sulla «Gazzetta» di ieri. Quanto al suo doppio impegno, governatore in Puglia ma leader di un partito nazionale e candidato alla premiership, replica spiegando le ragioni della sua battaglia politica. «La battaglia contro la precarietà è uno dei grandi temi del futuro dell’Italia e io penso che voler contribuire ad una svolta nel Paese è un modo di voler bene alla Puglia. Io posso continuare a fare il governatore della Puglia per tanto tempo - spiega - ma se a Roma continua a governare il centrodestra per la Puglia si preparano giorni sempre più amari. Cerco di dare il mio contributo ad una svolta generale: anche questo è un modo di servire e di amare la Puglia». Quindi, il ringraziamento ai cronisti («l’esercizio del diritto di cronaca è l'architrave della nostra democrazia») e l’auspicio finale: «L’Italia torni ad essere un Paese libero».
31 Dicembre 2010
 

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