sabato 1 gennaio 2011

Storie di Capodanno 2011, viva l’Italia

A Monopoli un barcaiolo rischia lo sfratto
A Mantova l’affitto non pesa sul reddito familiare
A Ferrara mezzo milione per iniziative all’estero
A Treviso ricominciano ad assumere


di EUSTACHIO CAZZORLA
MONOPOLI - Il Comune batte cassa e con il «Piano delle alienazioni» rischia di sbattere in strada uno storico artigiano.
Le missive giunte nei giorni scorsi dalla Ripartizione Servizi finanziari a Nicolò Lafronza, «Nicolò il barcaiolo» l’ultimo di una schiera di costruttori cittadini di gozzi in legno, parlano chiaro. Dopo l’aumento del canone di locazione mensile da una cifra simbolica a 102 euro nel febbraio scorso, nelle more del «Piano degli immobili da dismettere per alienazione» rientra anche il caseggiato di via Cadorna 7 che ad oggi ospita, vicino al torrione della Cattedrale, l’artigiano sul piano strada (un vano 5 metri per 5) e nei sotterranei le vestigia di un antica fabbrica 700esca di sapone e la chiesa rupestre finemente affrescata di San Matteo dell’arena e che dopo il restauro di pochi anni fa mai fu più riaperta al pubblico. Un immobile che per il suo interesse storico e turistico, vide all’epoca una sorta di contratto che permetteva all’artigiano di rimanere in quella sede, dopo la ristrutturazione con finanziamenti pubblici, in quanto parte integrante. Perché ne è anche testimone, non relitto, di un’antica arte, quella dei gozzi riportata qui in zona dai veneziani e che ancora sono il simbolo di questa città, riprodotti in miniatura, in legno o in terracotta e che come per i minitrulletti ad Alberobello, qui sono ricercatissimi dai turisti.
Lafronza no, lui li realizza a grandezza naturale e in miniatura ma di medie dimensioni come oggetti di arredo. Nella sua bottega pochi legni, la barca eternamente da finire e attorno alla quale si raduna la gente di passaggio, come al capezzale di un bimbo bisognoso di cure, dove la lingua si scioglie e si parla dei tempi andati. Ma l’argomento che ora va per la maggiore è lo sfratto che l’anziano artigiano sta per subire dal Comune. «Il paradosso - lo sottolinea doppiamente Giovanni Lacitignola segretario cittadino del Pd - è che non solo qui si perde la memoria dell’ultimo costruttore di gozzi di Monopoli, ma che se il Comune volesse mettere un punto di attrazione come quello, lì, non ci riuscirà a farlo così autentico. Anzi il Comune dovrebbe finanziarlo per stare là e invece Lafronza paga alla collettività un canone di affitto. Non avete idea di quanti turisti si fermano in quel posto d’estate».
«La tradizione delle barche in legno, in città, risale al 1500» sottolinea Vincenzo Saponaro , maestro d’ascia e costruttore navale che si dice allarmato dall’idea di togliere la sede all’ultimo costruttore di gozzi. L’assessore al Bilancio Cosimo Napoletano parla di «un’alienazione che è nel Bilancio di previsione approvato in consiglio comunale, insieme agli immobili di Romanelli, per quest’anno non si fa in tempo, sarà rivista e riproposta nel 2011, si tratta di immobili infruttuosi per l’ente». «M’impegno per bloccarla - dichiara l’assesore al turismo Domenico Alba - per la valenza turistica che ha l’artigiano in quel luogo».
31 Dicembre 2010

Nel 2011 spese maggiorate per quattromila famiglie mantovane a basso reddito
Il Governo taglia il 64% del Fondo sociale affitti, e l'anno prossimo, 4000 famiglie mantovane subiranno una forte riduzione del contributo annuo che ricevono dal comune come inquilini.  Il provvedimento colpisce le famiglie con reddito basso che pagano l'affitto ai privati (sono esclusi gli affittuari comunali e delle case Aler) e che hanno un'elevata incidenza del canone sul reddito.  Ma come funziona questo fondo sociale? Quali sono le famiglie che possono ricevere il finanziamento? Lo abbiamo domandato a Massimo Marchini, segretario generale Cgil Mantova. «Con un bando annuale, il comune dà la possibilità di un aiuto economico. Occorre rivolgersi a un centro di assistenza fiscale presentando la domanda e indicando reddito e costo d'affitto. Inoltre bisogna essere in regola con i pagamenti dei vari servizi (acqua, luce, ecc). È importante informare - continua Marchini - che le fasce di classificazione che hanno diritto al sostegno, non sono fatte in base al reddito e basta, ma in base a quanto l'affitto grava sul reddito». Qualche dato utile a farsi un'idea. Secondo l'allarme lanciato dalla Cgil, in Italia nel giro di tre anni i tagli decimeranno le risorse destinate al fondo affitti. Si passerà dai 143 milioni del 2010 ai soli 14 previsti per il 2013. La Lombardia, nonostante un aumento del 16% delle richieste di erogazione del contributo per l'affitto, ha subìto un taglio dei fondi di 7 milioni, passando dai 63 del 2009 ai 56 di quest'anno.  «Gli aiuti economici alle famiglie mantovane - precisa Marchini - sono diminuiti notevolmente. Nel 2009 l'importo annuo erogato andava da un minimo di 461 euro ad un massimo di 1984. Quest'anno è sceso da un minimo di 303 euro ad un massimo di 1723. Per l'anno prossimo subirà una riduzione di due terzi, cioè solamente 110 euro per la fascia minima e 621 per la massima».
31 dicembre 2010 (m.f.)

Il sostegno della Camera di Commercio di Ferrara per il 2011
Più di 60 iniziative di promozione all'estero e mezzo milione di euro: questi i numeri complessivi della Camera di Commercio per le attività a sostegno del made in Ferrara nel mondo previste per il 2011. Più di un terzo delle iniziative (18%) riguarderà la partecipazione a fiere e a manifestazioni internazionali, ma assumeranno un forte peso anche le missioni imprenditoriali (pari al 16%), quelle di attività di incoming (11%).  Oltre a queste ci sono da aggiungere le azioni promosse per tutto il sistema nazionale da Unioncamere (24%) e le iniziative di formazione, seminari e progetti speciali in collaborazione con le associazioni di categoria (31%).  «Una delle formule magiche per vincere le nuove sfide del mercato - ha sottolineato Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di Commercio di Ferrara - è l'internazionalizzazione: mettere un piede nei paesi esteri, avviare nuovi business e contatti può in effetti rappresentare una svolta per le fortune delle aziende nazionali. Ma spesso le imprese, specie se piccole, mancano delle risorse e delle competenze necessarie per affrontare questo percorso. Obiettivo della Camera di Commercio è quello di fornire un valido contributo in questo senso, attraverso, in particolare, una politica di formazione e di incentivi».  «Del resto - ha proseguito il Presidente - la grande enfasi partecipativa - ai bandi promossi dalla Camera di Commercio non può che rallegrarmi. Vedere, infatti, che le misure camerali registrino un così alto numero di richieste, testimonia come le nostre imprese stiano dimostrando di reagire alla crisi in maniera attiva, trovando nelle leve dell'internazionalizzazione la realizzazione di un vantaggio competitivo, che potrà creare un effetto moltiplicatore rilevante nella fase di ripresa economica».  Tornando al programma varato dalla Giunta camerale, è prevista l'attivazione, oltre che di contributi a fondo perduto per la partecipazione a fiere internazionali, l'organizzazione di incontri d'affari all'estero, la realizzazione di ricerche di mercato e la definizione di accordi quadro di cooperazione con partner internazionali, di un servizio di recupero dei crediti all'estero non inferiori a 500 euro e fino ad un massimo di anzianità di 36 mesi. Un interlocutore dedicato sarà, gratuitamente, a disposizione delle imprese per dare informazioni e chiarimenti sull'esito degli interventi effettuati nei confronti di eventuali debitori.  Intanto, prosegue la ripresa dell'export per i prodotti ferraresi: nel corso dei primi nove mesi dell'anno, infatti, l'interscambio commerciale con l'estero è aumentato del 34,2% rispetto allo stesso periodo del 2009, con un tasso di crescita più che doppio rispetto a quello medio regionale (+14,7%), mentre l'import è cresciuto del 27,1%, anche in questo caso molto più che in tutta le Regione Emilia-Romagna (+17,9%). Il valore delle esportazioni ha così raggiunto i 1.407 milioni di euro, superando il valore del corrispondente quadrimestre dello scorso anno, ma anche del 2008, rimanendo inferiore solo al dato del 2007 (1.832 milioni di euro). Prendendo, poi, in considerazione le esportazioni riferite al mese di aprile (162 milioni di euro registrati dall'Istituto nazionale di statistica), si registra un incremento addirittura del 47,4% rispetto allo stesso mese del 2009, considerato l'anno peggiore per l'economia ferrarese nel campo delle esportazioni commerciali. E le imprese della nostra provincia che hanno avuto rapporti con l'estero sono quelle che meglio hanno retto l'impatto con la grande crisi degli ultimi mesi.
31 dicembre 2010

Treviso, nuovi contratti: +7%. Muraro: segnali di ripresa. Ma addio tempo indeterminato.
di Serena Gasparoni
TREVISO. A Treviso le aziende ricominciano ad assumere ma il lavoro a tempo indeterminato rimane una chimera.  Leggeri segnali di ripresa nel mercato del lavoro: segnali che fanno ben sperare per il futuro della nostre imprese ma che delineano uno scenario contrattuale, soprattutto per i più giovani, permeato di precarietà.  I dati relativi al bollettino del lavoro del terzo trimestre del 2010 sono stati diffusi a margine della consueta conferenza di fine anno organizzata nella sede della Provincia al Sant'Artemio: l'ultima prima delle elezioni a primavera.  «E' stato un 2011 all'insegna dell'impegno per il lavoro e per questo vogliamo presentare il bollettino che evidenzia alcuni risultati positivi - ha esordito il presidente Leonardo Muraro - I consuntivi del Pil di Marca evidenziano una variazione di segno positivo iniziata nel primo trimestre 2010. Le previsioni fornite dalla Banca Mondiale vedono una crescita più costante ma di misura moderata per Italia, Francia, Germania, Regno Unito e in generale per la zona Euro per gli anni 2010-2012, più lenta per la Spagna».  In base ai dati presentati durante il terzo trimestre del 2010 in provincia di Treviso sono state 33.205 le nuove assunzioni: +7 per cento rispetto alle 30 mila registrate nel 2009. Nonostante questo aumento rimane però pressoché inalterato il numero di contratti a tempo indeterminato: si registra infatti un timido +0,2 per cento per un totale di 3.971 contratti contro i 3.964 dell'anno precedente.  Nonostante il trend positivo dunque lo spettro della precarietà non si allontana: percentuali in aumento per i contratti di lavoro di somministrazione, intermittente, parasubordinato e occasionale non fanno altro che confermare che nonostante la timida ripresa per molti la continuità del rapporto di lavoro e la certezza del futuro rimangono speranze lontane.  Il contributo maggiore al saldo occupazionale positivo viene dalla popolazione lavorativa ricompresa tra i 30 e i 39 anni (1.289), quindi dalle persone di età compresa tra i 40 e i 49 anni (810). I saldi cominciano invece ad essere negativi dai 55 anni in su, in prossimità dell'età pensionabile.  Le ore autorizzate di cassa integrazione straordinaria nel corso del 2010 hanno registrato un rilevante incremento, ponendosi generalmente al di sopra dell'ordinaria.  Ancora, in questi ultimi tre mesi si distingue la crescita a ritmi sostenuti del ricorso alla misura in deroga, che traina l'aumento delle ore autorizzate totali.  Diminuiscono infine i casi di crisi e chiusura aziendale: 16 casi nel novembre 2010 contro i 28 del 2009 e il 30% di lavoratori in meno coinvolti.



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