sabato 5 febbraio 2011

Notizie Federali del Mattino: nonesi solandri piselli e vongole, 5 febbraio 2011.

Sezione tirolesi nonesi e solandri, documenti austroungarici e contributi:
1. Impero austroungarico. Area ladini. I nonesi sono ladini.
2. Monumenti e rapporti Svp-Pdl, Theiner smentisce Biancofiore
3. Bozen. Coprire Mussolini è solo ipocrisia.
4. Bozen. Un concorso di idee per coprire il duce Durnwalder: aperto ad artisti e creativi.
5. Trento. Giunta: ecco i criteri per erogazione contributi.
6. Trento. Apss, bilancio previsione: spenderà 1.157,5 mln euro.
 
Sezione irregolari:
7. Pavia. Irregolari tre aziende su quattro.
8. Treviso. Falsi invalidi, paralitico ballava la salsa, cieca lavorava al pc
9. Venezia. Bimba di 4 anni non può permettersi la mensa, il sindaco: «No a buoni pasto».

Sezione piselli fiorentini e sondaggio sui santi:
10. Firenze. Contro-calendario con i “piselli” a ruba, 150 copie in mezz’ora.
11. Perugia. Sondaggio popolare sui santi.
 
Sezione da Sant’Ilario agli Usa…dagli Usa a Sant’Ilario:
12. I lucani all'estero si raccontano.
13. Reggio Calabria. Il Cnr presenta un investimento di 50mln in 3 anni per il Mezzogiorno.
 
Sezione Sud alle vongole, Nord alla bagnacauda:
14. Milano. Meridione, l'ombra dei gattopardi.
15. Milano. Alla sinistra andrà il cartello delle regioni in rosso.


1. Impero austroungarico. Area ladini. I nonesi sono ladini. Due nuovi documenti. La ladinità di nonesi e solandri è confermata da due documenti finora non noti, che dimostrano le radici ladine delle popolazioni che risiedono lungo l'asta del Noce. Lo afferma la consigliere provinciale Caterina Dominici che, con alcuni soci di Rezia, presenta i documenti in parola: una carta geografica della seconda metà dell'Ottocento realizzata da studiosi dell'impero austroungarico, un libro sulla prima guerra mondiale edito da Sonzogno nel 1915. 04/02/2011 16:54. CLES - Il documento più interessante è la carta geografica dell'800, redatta da studiosi che avevano analizzato quali lingue si parlassero entro i confini dell'impero degli Asburgo. Una carta riguardante il Tirolo: in rosso le aree dove si parla il tedesco, in azzurrino quelle dove si parla l'italiano, in bianco a linee nere orizzontali quelle dove si parla il «romanisch», ossia il romancio, insomma, il ladino. «Qui viene indicato tutto con chiarezza, è un documento di enorme importanza», afferma Caterina Dominici presentando la cartina. «Risulta che aree ladine sono il Friuli, il bellunese, le valli di Fiemme e Fassa, l'Engadina in Svizzera. Ma la cosa più importante è che le valli del Noce sono indicate come area ladina».
La mappa non consente dubbi: le valli del Noce sono marchiate come le altre aree del «romanisch», come non bastasse vi è stampigliato «ladiner». Cioè valli in cui non si parla un dialetto nato dalla lingua italiana, ma dove, dopo la caduta dell'Impero romano del 476, è stata conservata la lingua latina, trasformata nel tempo in qualcosa di un po' diverso, ma non in un dialetto: di lingua ladina - figli diretta del latino - si tratta, come affermato, sempre nell'800, da Graziano Ascoli , per Caterina Dominici «il più grande studioso in materia mai esistito».
«La mappa l'ho trovata in un baule di cose vecchie, probabilmente affidatomi da amici di Romeno», commenta Fabio Widmann . «Non abbiamo l'originale, ma sappiamo che questa mappa, dovuta ad uno studio sulle lingue parlate nell'Impero, è stata riprodotta su una enciclopedia tedesca paragonabile alla nostra Treccani». Di qui l'intenzione di recarsi al «Fernandeum» di Innsbruck per datare la mappa-studio «Sprachgebiete in Tirol».
L'altro documento è un capitolo del libro «La guerra italiana - volume 1», opera di Guido Vicenzoni ed Enrico Mercatali , pubblicato nel 1915 da Sonzogno. «L'ho scoperto per caso da un mio cognato, Francesco Carnevali , in Brianza», afferma Urbano Muraro . «Dopo aver dato un'occhiata, ho scoperto le note riguardanti la ladinità delle valli, l'ho subito trasmesso a Caterina Dominici...». Lei è entusiasta: «Abbiamo una mappa austriaca dell'800 che dimostra la ladinità delle nostre valli. Ed un libro di inizio '900 scritto per il Regno d'Italia che conferma come le valli di Non e Sole fossero ladine. Documenti che accreditano la nostra battaglia per il riconoscimento di minoranza etnico linguistica».
Nel libro c'è anche una fotografia, con didascalia che non lascia dubbi: «Il santuario di San Romedio, nella ladina Val di Non». Con questi documenti «Rezia» apre la battaglia autunnale, il censimento, dove chi vuole potrà dichiararsi «ladino». «Prevediamo incontri a cadenza settimanale, in tutti i comuni, per presentare il censimento», annuncia Caterina Dominici. A marzo è invece in programma un convegno internazionale: Giorgio Debiasi , presidente dell'Accademia della lingua noneso-ladina, ne annuncia la data (il 12 marzo) senza rivelare chi saranno i relatori, che comunque avranno «uno spessore internazionale».
2. Monumenti e rapporti Svp-Pdl, Theiner smentisce Biancofiore / SONDAGGIO.Il segretario politico Svp: "Nessun cambio di rotta da parte nostra, non si parla né di alleanze, né di coalizioni". BOLZANO. ''Apprendo con grande soddisfazione che l'Obmann - segretario Politico Svp, Richard Theiner ha condiviso il percorso iniziato da me e dal Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano - Luis Durnwalder, circa una decisione condivisa tra i gruppi etnico-linguistici, per i monumenti storici italiani in Alto Adige oggetto in questi giorni di un preoccupante dibattito politico''. Lo dice la deputata Pdl Michaela Biancofiore.
'Non c'è nessun cambio di rotta della Svp'': pronta la replica del segretario politico della Svp Richard Theiner. ''La Svp - ha sottolineato - è e rimane fuori dai blocchi e non si parla ne' di alleanze, né di coalizioni''. Theiner ha mostrato ''un certo stupore'' per i  toni dell'intervento della deputata. ''E' dal '45  - ha detto - che la Svp, avendo la responsabilita' di rappresentare l'Alto Adige, ha il massimo interesse a coltivare buoni rapporti con Roma, a prescindere da chi, a destra o a sinistra, si trovi al governo. Con il governo attuale, purtroppo, all'inizio pareva che mancassero le basi ber un dialogo costruttivo: ultimamente, però, i rapporti sono molto migliorati'', ha concluso.
''Con il colloquio di lunedì scorso - afferma Biancofiore - io e il Presidente Durnwalder abbiamo gettato le basi affinché i monumenti non fossero ulteriore motivo di divisione e si decidesse in particolare - insieme - di non spostare il duce a cavallo - opera artistica di Piffrader che testimonia un periodo storico del nostro Paese ampiamente superato''.
''L'atto del Ministro Bondi, di un ministro del centro destra italiano, inizialmente incomprensibile agli italiani dell'Alto Adige, ha paradossalmente indotto la Svp ad un'assunzione di responsabilità rispetto all'intera societa' altoatesina che sta conducendo all'insperato superamento di ogni barriera etnica mettendo definitivamente a tacere i rispettivi estremismi'', sottolinea Biancofiore.
''Siamo un partito di lotta e di governo'': è ricorso a questa spiegazione Maurizio Vezzali, consigliere regionale del Pdl, per spiegare l'iniziativa di una cartolina a Napolitano ed a Berlusconi per chiedere che non siano toccati i monumenti del ventennio a Bolzano.
3. Bozen. Coprire Mussolini è solo ipocrisia. Bolzanini scettici: la Svp ha riesumato un fantasma, i problemi sono altri. BOLZANO. Tra tutte le soluzioni proposte, la via di mezzo dell'«oscuramento» del duce a cavallo in piazza Tribunale è quella che piace di meno. Di più: dai commenti che si sentono in piazza Matteotti, enclave di lingua italiana, la parola più spesa a questo proposito è "ipocrisia". Risolvere questa disputa culturale coprendo con un pannello il bassorilievo di marmo dà l'effetto di voler mascherare la storia, o peggio di censurarla. Nei toni non c'è, come potrebbe apparire, l'orgoglio nostalgico del ventennio, nemmeno tra i più anziani, ma una voglia latente di fare definitivamente i conti col passato e voltare pagina. Tra le critiche frequenti c'è anche quella sull'aspetto economico, soprattutto in questa epoca di crisi. Che non fosse una priorità lo pensano in molti. «Non si poteva trovare un momento peggiore per tirare in ballo spese accessorie per questioni di così scarso interesse», è il commento del ventunenne Mirco Capolupo. «Con tutti i problemi più urgenti che ci sono - prosegue Mirco - i politici perdono tempo dietro a un pezzo di marmo». Gli fa eco Helga Steiner: «Si perdono in queste sciocchezze e le cose serie passano in secondo piano». Si trova da ridire anche sui modi con cui è stata condotta l'operazione. «Se mai ce ne fosse stato un vero bisogno - argomenta Renato Bellomo - la soluzione si doveva trovare in maniera condivisa e non cadere imposta dall'alto». Non sono però pochi quelli che dubitano che la questione fosse di reale interesse per la popolazione.  L'impressione generale è quella che «tutto il polverone intorno ai monumenti - come afferma Milena Lazzarini - sia un pretesto per proseguire con la disputa eterna tra italiani e tedeschi, che ormai interessa solo ai politici».  Questa interpretazione è condivisa anche da Giuseppe Giabardo: «Ci sono ambienti politici che temono l'integrazione dei due gruppi linguistici, perché la politica attuale si alimenta di queste discriminazioni, e sotto scorrono fiumi di denaro». Ai giovani di entrambi i gruppi linguistici, secondo Antonietta Longhi «non interessa nulla di questi problemi».  «Le nuove generazioni - afferma Marisa Calesella - hanno superato da tempo il problema dell'integrazione: escono la sera in gruppi misti, vanno al bar insieme e si sposano tra italiani e tedeschi». Non si tratta però solo dei giovani, è trasversale la denuncia di uno scollamento tra la politica e la strada, riguardo al dilemma dei monumenti. «Questo problema esiste solo per i dinosauri della politica«, esclama sorridendo Luigi Longhi. «Agli italiani non interessa nulla di questo argomento», gli fa eco Renato Bellomo. «Viene da ridere - sostiene Milena Lazzarini - che si stia ancora parlando di questi temi al giorno d'oggi».  C'è poi l'aspetto storico sul quale i commenti si muovono praticamente all'unisono. «Non si può cancellare la storia - afferma Rosalba Tuttino - nasconderla dietro un pannello è da frustrati». Non si tratta di un rigurgito nostalgico, ma di parole dette con serenità. «Nessuno si riconosce nei monumenti fascisti - spiega Silvana Turrina - ma la verità storica va rispettata».  «Si può mascherare la storia? - s'interroga Milena Lazzarini - Sarebbe meglio accettare il fatto che il fascismo è esistito e ha fatto cose orribili». «Nel bene e nel male - afferma Giuseppe Giabardo - è importante ricordare la storia per la crescita civica e individuale».  Con la logica del monumento del duce a cavallo, prosegue Giabardo, «avrebbero dovuto demolire Auschwitz per dimenticare i campi di sterminio». Oppure il Colosseo, come sostiene Luigi Longhi, per via di tutti i cristiani sacrificati ai leoni.  L'umore generale è un misto di delusione e malcontento. Nei commenti si legge il timore di un aumento delle distanze tra i gruppi linguistici, che vada oltre il problema della lingua e si trasformi in un fatto culturale. «In questo modo - si rammarica Renato Bellomo - viene il dubbio che cerchino di fare sentire fuori luogo la parte italiana». «Viene anche il dubbio - prosegue il ragionamento Silvana Turrina - che vogliano farci sentire ospiti».  «Dopo tre quarti di secolo - conclude Bellomo - stiamo tornando indietro invece di andare avanti».
4. Bozen. Un concorso di idee per coprire il duce Durnwalder: aperto ad artisti e creativi. BOLZANO. Serve un'intuizione, un'idea per coprire il duce a cavallo che i bolzanini in queste settimane hanno scoperto di avere in Piazza Tribunale. Il presidente Luis Durnwalder va veloce e chiama a raccolta artisti, storici e normali cittadini.  «Il Mussolini di Piffrader - spiega - non verrà staccato dal palazzo degli uffici finanziari di Piazza Tribunale ma non voglio che si veda e nemmeno che s'intraveda più. Per questo apro ad un concorso di idee - senza però che venga istituito alcun bando pubblico - ed invito a parteciparvi artisti, storici e semplici cittadini che dovranno avere semplicemente delle buone idee. Che ci pensino su, che ci stupiscano. Portino i loro progetti in Provincia, me li presentino, noi li vaglieremo. Poi la giunta sceglierà ed adotterà il migliore».  Durnwalder va dritto per la sua strada, pragmatico come sempre. «Sì, sono un pragmatico e dopotutto l'idea di non staccare il duce è venuta a me anche se il ministro Sandro Bondi ci avrebbe permesso di trasportarlo altrove». Anche in un'altra città. «Non voglio inutili tensioni, anche se la destra tedesca si è messa a strombazzare che il duce andava portato via, voglio il dialogo anche perché credo che da tutta questa discussione potrà uscire qualcosa di buono».  Seconda questione.  Sempre il presidente appoggia la proposta avanzata da Richard Theiner - Obmann dello Svp - che pensa che la politica possa realizzare uno spazio comune, un centro di documentazione dove ragionare finalmente insieme - italiani e tedeschi - su quel che è stato in Alto Adige il fascismo e quel che è stato il nazismo. Dopotutto è inutile nascondersi, in questa terra ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio.  Durnwalder dice di essere d'accordo: «È un buon momento per un confronto serio. Credo che un museo di questo tipo si potrebbe tranquillamente realizzare sotto il Monumento della vittoria. Lo vedo perfetto nella cripta».  Un museo che parli di fascismo e nazismo in Alto Adige?  «Sì, che parli di tutti e due i regimi».  Ma adesso Durnwalder deve coprire Mussolini a cavallo e farlo il prima possibile. «Lascio agli artisti assoluta libertà d'azione. Non voglio suggerire né cosa fare, né come fare. Ma voglio che capiscano bene che il bassorilievo non si deve più vedere dalla piazza ma deve essere visibile da chi vuole andarselo a guardare». Quali materiali propone?  «Mah, vedremo. Il vetro anche se oscurato non mi sembra una buona idea ma certo non sono qui a voler tirar su un muro di cemento. Vogliono usare tegole, legno... che facciamo come credono, che propongano loro, l'artista non sono certo io. Offro una possibilità, poi valuteremo insieme». Non ci sarà nessuna commissione ad hoc per giudicare i progetti. «No, la decisione sarà della giunta provinciale».  Il Landeshauptmann vuole coprire completamente e senza perdere tempo il duce ma Giorgio Holzmann (Pdl) che non trova si tratti di una buona idea, non si rassegna. «Voglio parlare ancora con Bondi per vedere di tamponare il gravissimo danno che ha fatto. Non mi piace che si vada a coprire il bassorilievo semplicemente perché non si oscura l'arte ma la si storicizza con una tabella in cui si spiega che l'opera è stata commissionata ed eseguita sotto un regime in cui oggi non si riconosce più nessuno. Nessuno di noi si sente fascista. Credo che Bolzano, che ambisce ad essere capitale europea della cultura, non possa blindare l'arte o farla a pezzi come hanno fatto i talebani con i buddha. Almeno questo è quello che spero».
5. Trento. Giunta: ecco i criteri. per erogazione contributi. 04/02/2011 16:50. TRENTO - Via libera oggi dalla Giunta della Provincia autonoma di Trento alle disposizioni che stabiliscono i criteri e le modalità per l'erogazione nel 2011 dei contributi alle imprese previsti dalla legge provinciale relativa agli investimenti fissi e alla promozione di misure per la protezione ambientale. L'erogazione dei contributi viene effettuata dall'Apiae (Agenzia provinciale per incentivi alle imprese) in un'unica soluzione o in più rate ,a seconda della loro entità. Le disposizioni stabilite sono valide anche per specifiche iniziative del settore turismo e per le domande riguardanti i Patti territoriali. I contributi verranno erogati in unica soluzione per le domande di contributo di spesa prevista fino a 300.000 euro per i settori del commercio all'ingrosso, della cooperazione, dell'industria e del turismo, e fino a 150.000 euro per l'artigianato e il commercio. In tre rate annuali per le domande di spesa fino a 300.000 euro dei settori dell'artigianato e del commercio diversi dall'ingrosso. In sette rate annuali costanti per le domande di spesa fino a 2.500.000 euro.
6. Trento. Apss, bilancio previsione: spenderà 1.157,5 mln euro. 04/02/2011 16:44. TRENTO - L'Azienda sanitaria trentina spenderà quest'anno 1.157,5 milioni di euro, di cui 415 milioni per pagare il personale. Il bilancio di previsione è stato approvato oggi dalla giunta provinciale insieme al programma delle attività e alle direttive per il 2011. Tra i principali obiettivi che l'Azienda dovrà raggiungere ci sono la ridefinizione dei distretti sanitari e la creazione della rete ospedaliera provinciale come previsto dalla riforma della sanità.
Verrà attivato poi un numero unico verde che risponderà 7 giorni su 7 al quale sarà possibile chiedere qualsiasi tipo di informazione sul servizio sanitario. Previsti inoltre l'istituzione della "brest unit", per la lotta ai tumori al seno, e la rete per la terapia del dolore.
7. Pavia. Irregolari tre aziende su quattro. I dati della direzione provinciale del lavoro. Cresce il nero, +20%.  PAVIA. Tre aziende su quattro in provincia nel 2010 sono irregolari su contratti, sicurezza o lavoratori in nero. Un fenomeno in crescita: nel 2009 erano poco più del 40%. E sono 59 le ditte sospese perché impiegavano più di un lavoratore su cinque completamente in nero.  «Anche se il numero di aziende ispezionate è diminuito di cento unità rispetto al 2009 - ha spiegato il direttore Alberto Gardina -, i lavoratori in nero scovati dagli ispettori sono cresciuti del 20 per cento, passando da 252 a 300. E le aziende irregolari da 411 a 616». I settori più a rischio? «Edilizia e terziario, in particolare gli esercizi pubblici», afferma Maria Luisa Micoli, coordinatore dei venti ispettori in servizio in provincia. Quasi un'impresa su due nel settore delle costruzioni (213 su 476 ispezionate) è stata sanzionata: 331 i lavoratori non in regola, 33 in nero, ovvero completamente senza contratto. In questi casi l'azienda deve pagare una maxi sanzione da 1500 euro cui si aggiunge una maggiorazione per ogni giornata di impiego del lavoratore. «La crisi produrrà ancora più irregolarità - prevede Gianluigi Sgorba, segretario Fillea Cgil -. Le aziende non ce la fanno, i lavoratori non percepiscono lo stipendio e sempre più spesso lavorano in nero o aprono una partita Iva».  Sono state 1700 le multe staccate dagli ispettori, quasi 400 per infrazioni su salute e sicurezza. In tutto entrate per oltre 3 milioni di euro, un terzo dei quali grazie all'attività ispettiva di cui, la metà, nel settore edile. Recuperati anche 1 milione e 389mila euro di contributi non pagati. Ma se l'edilizia è ancora un settore critico, rispetto al 2009 rientra invece l'allarme su agricoltura e stranieri privi di permesso di soggiorno: «Grazie all'ingresso dei Paesi dell'Est nell'Unione europea, alla sanatoria colf e badanti e i decreti flussi, il lavoro clandestino non desta più preoccupazione: sono 138 gli stranieri assunti in maniera non idonea, ma solo 17 senza permesso di soggiorno», afferma Micoli.  Per contrastare l'irregolarità la direzione provinciale del lavoro ha approfondito la collaborazione con carabinieri, guardia di finanza, polizia, e soprattutto la polizia locale di Pavia, Vigevano e San Martino. «Stiamo anche collaborando con gli organi investigativi sulla presenza di criminalità organizzata di stampio mafioso», prosegue Gardina.  «Siamo disposti ad accogliere le segnalazioni delle imprese su attività che riguardano i loro concorrenti, occorre un sussulto delle tante aziende sane della provincia - è l'appello del direttore Gardina -. Vorremmo che, sostenuti dalle organizzazioni di categoria, segnalino ciò di cui sono testimoni perchè ben sappiamo che nei settori di edilizia, movimento etrra, facchinaggio ci sono imprese degne di attenzione: il lavoro nero e la presenza di cooperative spurie che operano direttamente sotto l'influenza della malavita organizzata sono fenomeni conosciuti in provincia, che hanno conseguenze sui lavoratori». Sostegno alla posizione della direzione provinciale del lavoro da parte dell'osservatorio antimafie: «Da noi l'infiltrazione mafiosa si attacca al lavoro e all'impresa - spiuega Anna Dichiarante -, da qui bisogna partire per una presa di coscienza: gli imprenditori sani hanno interesse a combattere la concorrenza sleale e chi è stato preso di mira dalla criminalità organizzata deve denunciare».
8. Treviso. Falsi invalidi, paralitico ballava la salsa, cieca lavorava al pc: denunciati. Falsi invalidi denunciati per truffa ai danni dello Stato: nei guai una 28enne impiegata al Genio civile e un operaio 57enne. TREVISO - Lei era ufficialmente cieca, dipendente del Genio Civile, lui un operaio paralitico. Entrambi falsi invalidi scoperti dai carabinieri e denunciati per truffa ai danni dello Stato. La donna, una 28enne toscana trasferita nella Marca, dismessi i panni dellanon vedente faceva l'istruttrice di nuoto, mentre l'uomo, in teoria impossibilitato a muoversi, la sera se ne andava tranquillamente a ballare la salsa.
Falsa cieca. La ventottenne aveva avuto la certificazione per la disabilità al 100% a 12 anni, per problemi alla retina. Ma non solo insegnava nuoto nella piscina di Conegliano (impiego per il quale occorrono almeno otto decimi di vista), ma lavorava anche con il pc senza bisogno di aiuto e aggiornava il suo profilo facebook.
A lavoro in carrozzina, ma di notte era un provetto ballerino. A "tradire" l'operaio, un 57enne, è stata la causa di separazione dalla moglie che ha affermato che il marito percepiva gli assegni di invalidità pur non avendone diritto: circa 170mila euro dal 2003 ad oggi. L'uomo andava a lavorare con stampelle o carrozzina, generalmente accompagnato, ma appena calava la sera la sua passione per salsa e merengue prendeva il sopravvento e lui si trasformava in un ballerino di salsa: andava a ballare tre volte alla settimana sempre fuori Provincia, per evitare di essere riconosciuto.
9. Venezia. Bimba di 4 anni non può permettersi la mensa, il sindaco: «No a buoni pasto». Il sindaco veneziano di Fossalta blocca l'iniziativa di maestre e bidelle dell'asilo. Ma intanto in paese scatta la solidarietà. ROMA - Niente buoni pasto ceduti dalle maestre di un asilo per far mangiare in mensa una bimba di 4 anni, figlia di immigrati in difficoltà. A proibire il gesto di solidarietà è il sindaco leghista di Fossalta di Piave (Venezia), Massimo Sensini, che ha opposto un secco no al gesto di quattro maestre e due bidelle della scuola d'infanzia, che si erano private del loro buono pasto pur di permettere alla piccola di mangiare. Maestre e bidelle avevano preso carta e penna per ufficializzare in una lettera alla direttrice la loro decisione. «Il buono pasto non si può cedere - afferma il sindaco - e soprattutto non può essere istituzionalizzato il suo regalo a chi si vuole. È inammissibile». La bimba è figlia di una coppia di immigrati - padre del Senegal e madre del Ciad - che vive in Italia da alcuni anni. Da quando il padre è partito per il Belgio in cerca di lavoro, come sottolinea "il Fatto quotidiano", la famiglia si trova in gravi difficoltà: la madre non parla l'italiano e deve mantenere oltre alla bimba altri quattro figli, tutti di età compresa tra uno e otto anni.
«Sono già aiutati dal Comune - puntualizza Sensini, precisando che il capofamiglia è un islamico integralista - che ha tagliato il costo del buono pasto da 4 euro e 45 centesimi a 2». Il sindaco sostiene di essersi mosso nella vicenda "in punta di piedi", ma di non poter fare diversamente: «Il 98% dei buoni pasto ridotti viene dato agli extracomunitari perché sono quelli che dichiarano il minor reddito e il maggior numero di figli». Attorno alla famiglia di immigrati si è stretta comunque una rete di solidarietà: qualcuno, rimasto anonimo, proprio oggi ha pagato di tasca propria tre blocchetti di buoni pasto per far mangiare la piccola, mentre la famiglia è ospitata a titolo gratuito nell'abitazione di un ex assessore comunale del Pd, a pochi passi dall'asilo.
10. Firenze. Contro-calendario con i “piselli” a ruba, 150 copie in mezz’ora. FIRENZE – Oltre 150 copie in mezz’ora: sono quelle vendute stasera da ‘Piselli toscani’, calendario contenente foto di 12 diversi organi genitali maschili, realizzato ‘in risposta’ a quello dedicato da Oliviero Toscani a ritratti di pube femminili. Una vero e proprio bagno di folla ne ha accolto infatti la presentazione in Ub, negozio di carta da parati del centro di Firenze, per una notte trasformato in locale: venduto a 10 euro per una tiratura limitata a 500 esemplari, il calendario è stato letteralmente preso d’assalto. Soddisfatto il suo creatore, fino ad oggi celato sotto lo pseudonimo, non certo casuale, di Uliviero Toscano: vero nome, Gianni Frati, professione proiezionista in un cinema del fiorentino, ”girapellicole”, come dice lui, ”da dicembre, purtroppo, in mobilita”’, spiega. Da allora è tornato alla sua antica passione, la fotografia, e l’idea del calendario di ‘piselli’ ha funzionato, oltretutto senza nemmeno suscitare la scia di polemiche che si è tirato dietro quello di Toscani. ”Me l’aveva augurato lui stesso di non averne quante il suo, dalle colonne dei quotidiani locali – scherza Frati – evidentemente mi ha portato fortuna”. Tutti in bianco e nero, altra differenza con i pubi del celebre fotografo, i ‘piselli’ di Frati: e questo perché, spiega lui scherzando ancora, ”dopo averli ripresi, mi sono reso conto che a colori proprio non si potevano guardare”. Appartengono a uomini comuni: ”Tra loro c’ è un commerciante, un artigiano, un orefice, due musicisti, persino un giornalista; e sono tutti qui stasera”, dice, senza però svelarne l’identità. L’idea, ”messa a punto e realizzata in una settimana”, aggiunge ”è nata per scherzo, ma anche per cercare di riequilibrare un po’ la parità dei sessi sui giornali: in queste settimane non si parla d’altro che di f…; con questo calendario, magari solo per qualche attimo, restituiremo finalmente un po’ di attenzione al c…”. 5 febbraio 2011 | 00:32
11. Perugia. Sondaggio popolare sui santi. Iniziativa del centrodestra che annuncia ordini del giorno comunali. Il Pdl scenderà nelle piazze con gazebo e questionari. Ordini del giorno presentati in ogni assemblea comunale, gazebo con migliaia di questionari da sottoporre a tutti i cittadini umbri. Il Pdl non consentirà che i santi finiscano in soffitta, si appella all'opinione pubblica lanciando un mega sondaggio. Francesco e Benedetto, il patrono d'Italia e il patrono d'Europa, saranno i protagonisti di una mobilitazione a tappeto organizzata dal maggior partito d'opposizione. Una mossa di grande impatto popolare, con la quale incalzare il centrosinistra che sulla questione è diviso e in evidente difficoltà. "La maggioranza si è incartata sui valori e non è in grado di discutere di cose serie", afferma Fiammetta Modena, portavoce di Pdl e Lega, durissima nello stigmatizzare il comportamento dei vertici istituzionali della Regione. Da una parte il timoniere di Palazzo Cesaroni, Eros Brega, che sull'inserimento nello Statuto del riferimento ai santi "non ha dato seguito alle numerose dichiarazioni pubbliche e non è stato capace di andare fino in fondo, mostrando così grande incoerenza". Brega, ricorda Modena, ha subito raccolto la proposta avanzata da monsignor Paglia e ha sostenuto questa posizione fino a martedì, iscrivendo nell'ordine del giorno della seduta consiliare l'atto presentato dalla centrista Sandra Monacelli, poi invece in aula ci ha ripensato e si è espresso per un suo rinvio: "Forse sarebbe stato meglio un decoroso silenzio". Ma Modena non perde l'occasione per attaccare anche la governatrice, assente in aula per impegni istituzionali romani: "Siamo andati a controllare sul sito internet: tra le 16,31 e le 17,14 la Marini era inserita in una audizione informale al Senato. Anche con un po' di traffico era possibile tornare in tempo per partecipare alla seduta consiliare. Molti si chiedono se esiste una differenza tra lei e la Lorenzetti. Noi constatiamo che siamo passati da un consiglio regionale oppresso militarmente ad uno lasciato senza governo, con una presidente che sceglie la fuga tattica e l'altro presidente che dice una cosa e ne fa un'altra". Il capogruppo Raffaele Nevi ci mette un carico. Ricorda che il Pdl ha proposto di inserire nello Statuto i riferimenti ai santi già nel 2004. "La nostra decisione prescinde dall'invito del presidente della Ceu monsignor Paglia e dalla visita del papa ad Assisi prevista per ottobre". E la corsia preferenziale richiesta in commissione Statuto per una sollecita modifica prima che arrivi il pontefice? "Per affinità e comune sentire la nostra iniziativa politica può coincidere con alcune indicazioni del mondo cattolico, ma in piena autonomia". Andrea Lignani Marchesani sostiene che "le radici cristiane fanno parte della nostra storia indipendentemente dai credo religiosi. Qualcuno per il consenso tira la chiesa per la giacchetta. In questa storia ci voleva più prudenza da parte di tutti, anche da chi ha gettato il sasso sapendo chi l'avrebbe raccolto". Insomma, il Pdl non demorde. Nessuna strumentalità politica, ma la convinzione, come sostiene l'ideatore della mobilitazione Massimo Mantovani, che parlare di Francesco e Benedetto sia cosa giusta e attualissima: "I due santi sono stati straordinari anticipatori della storia. Per l'Umbria la questione segna un punto identitario. Non vogliamo farne un braccio di ferro politico e religioso. I santi non sono di destra né di sinistra e neppure della Ceu, appartengono alla storia e alla coscienze. E su questo vogliamo ascoltare cosa ne pensano i cittadini". I pidiellini hanno pensato anche ad un referendum, ma hanno rinunciato all'idea per timore di non vederlo arrivare al traguardo. La mobilitazione avverrà entro i 90 giorni previsti dal rinvio che martedì il consiglio ha votato. Nel frattempo, cambio di strategia politica. Il Pdl è rimasto scottato dalla vicenda Gasp (Gruppi di acquisto solidale e popolare) per la norma sulla riduzione dell'Irap "cassata dalla giunta all'ultimo minuto, complice il presidente del consiglio". Così non si fa, dice Nevi, questo esecutivo "non partecipa ai lavori in commissione e arriva in aula con i diktat. Vuol dire che noi in commissione non discuteremo più se non ci sono gli assessori e ogni legge dovrà uscire completa del parere di giunta". lucia.baroncini@libero.it
12. I lucani all'estero si raccontano. 04/02/2011 POLICORO - Nella seconda giornata della conferenza dei lucani all'estero a Polico due esempi significativi di “turismo di ritorno”, o meglio di amore profondo per la terra di origine, posti all’attenzione dei convenuti della riunione annuale della Commissione dei Lucani all’estero. Il primo esempio, rappresentato da Mariangela Zito, boliviana di Bogotà che ha deciso di far crescere le proprie bambine, Martina e Daniela, gemelle di 14 anni, in Basilicata, iscrivendole alla scuola media di S. Giorgio Lucano, paese di origine del padre, Macario, da anni emigrato in Sudamerica. “Una scelta di vita appassionata e condivisa dall’intera famiglia – ha detto Mariangela Zito – dettata dal felice ricordo che è divenuto realtà per una terra, la Basilicata, della quale conserviamo tradizioni, modus vivendi e di cui apprezziamo la genuina bontà degli abitanti e della natura per molti versi incontaminata. La mia speranza – ha detto ancora Mariangela Zito – è che le mie figlie, terminate le scuole superiori scelgano di iscriversi all’Università della Basilicata, dando così il proprio contributo alla crescita ed allo sviluppo della regione”.
Attraverso un racconto per immagini curato da Giovanni Marino, è stata anche mostrata la storia di due giovani sposi americani, lui figlio di mamma di origini lucane, che lo scorso giugno hanno voluto celebrare il loro matrimonio a Sant’Ilario, grazie all’interessamento della Pro Loco e del suo referente, Franco Zaccagnino. La storia dei giovani, raccolta anche nel docufilm “da Sant’Ilario agli Usa…dagli Usa a Sant’Ilario”, è suggestiva quanto sorprendente.
“Dopo l’interessamento della mamma dello sposo – racconta Zaccagnino – in merito alle proprie origini e la visita in Basilicata dei sette nipoti (tra i quali lo sposo) della nonna, Donata Maria Telesca, emigrata nel 1907, all’insaputa degli sposi, la Pro loco di Sant’Ilario ha organizzato la cerimonia con le tradizioni di mezzo secolo fa. L’evento sta riscontrando un successo crescente sia in Italia che in America da dove stanno giungendo nuove richieste. Courtney e Josh hanno comunicato, un mese fa, alla Pro-loco, di essere in attesa di un figlio che, naturalmente, battezzeranno a Sant’Ilario”.
“Storie come queste – ha commentato Antonio Di Sanza, presidente della commissione lucani all’estero – oltre a ricordarci quanto profondo sia il legame tra la Basilicata geograficamente intesa, e ‘l’altra’ Lucania, quella nata con il processo di emigrazione, ci dimostrano che è possibile puntare su un fenomeno tutto nuovo, quello del turismo di ritorno, capace, se opportunamente sostenuto, di creare processi virtuosi”.
13. Reggio Calabria. Il Cnr presenta un investimento di 50mln in 3 anni per il Mezzogiorno. Reggio Calabria, 4 feb (Il Velino) - Sei progetti per l'innovazione e lo sviluppo del sud: il Consiglio nazionale delle ricerche si presenta, a Reggio Calabria, come motore dello sviluppo del mezzogiorno. Nei prossimi tre anni, infatti, saranno realizzati sei progetti che sono stati presentati stamattina a Reggio Calabria. Si tratta di progetti di innovazione e sviluppo tecnolofico finanziati dalla Legge di stabilità 2010 con circa 50 milioni di euro in tre anni stanziati ad hoc del ministero dell’Economia. I progetti riguardano efficienza energetica, fonti rinnovabili, geotermia, pesca sostenibile,‘Made in Italy’ agroalimentare e farmaci innovativi.
"La scelta del governo di affidare al Cnr il coordinamento dei fondi per progetti legati allo sviluppo del Mezzogiorno ci inorgoglisce – commenta il presidente Luciano Maiani – e sapremo svolgere questo compito forti dell’approccio meritocratico che ci consente risultati di qualità internazionale, di una rete scientifica diffusa in modo capillare e coordinato nelle Regioni del Sud, e di una solida esperienza di collaborazione con università, enti di ricerca, industrie, istituzioni e tessuto sociale locali". Il Cnr al Sud conta 35 sedi principali di Istituti di ricerca, 72 sedi secondarie e sei aree di ricerca, con 2.241 unità di personale addetto alla ricerca su 2.522 totali (solo l’11 per cento di personale amministrativo). Proprio il presidente del Cnr, Luciano Maiani, è intervenuto in apertura della conferenza stampa di stamattina illustrando le basi dei progetti e facendo una premessa su cos'è il Cnr, sottolineando come con quest'iniziativa le "eccellenze della ricerca si sposino con il mondo dell'innovazione, delle imprese e del lavoro". "Il Cnr - ha infatti detto il presidente Maiani - è il maggior ente di ricerca nazionale ed è un motore di sviluppo per il Mezzogiorno. Oggi, in occasione della presentazione dei primi sei progetti vogliamo rilanciare il nostro impegno affinché Amministrazioni e imprese destinino sempre maggiori risorse alle attività di ricerca e innovazione che costituiscono un elemento ineludibile per lo sviluppo di questa parte importante del Paese. Chiediamo anche al Governo, e in particolare al ministero del Tesoro e al Miur, di continuare a credere in questa nostra azione per il Mezzogiorno e a sostenere con nuovi investimenti le nostre attività". L’investimento stanziato per i progetti coordinati dal Cnr, alcuni dei quali si svolgeranno in collaborazione con Enea, è di 46,5 milioni di euro nel triennio, di cui 15 nel 2010, 13.5 nel 2011 e 18 nel 2012. Le ricerche affiancheranno le azioni previste dal Quadro strategico nazionale 2007-2013, cui fanno riferimento i progetti Pon e Por attivi nelle quattro regioni dell’obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), estendendo il proprio campo di azione alle altre aree-obiettivo previste dall’articolo 44 della Legge finanziaria 2010 e integrandosi con la rete degli istituti Cnr presente sull’intero territorio nazionale per il necessario raccordo Sud-Nord e per la proiezione internazionale del Mezzogiorno.
Queste le schede dei progetti presentati oggi dai direttori di dipartimento interessati (Alcide Bertani, Claudio Bertoli, Giuseppe Cavarretta, Massimo Inguscio, Giovina Ruberti, Sesto Viticoli):‘Efficienza energetica’. Prevede lo studio e la realizzazione di sistemi di trigenerazione avanzati, anche con integrazione di fonti rinnovabili. È inoltre prevista la realizzazione di sistemi di accumulo innovativi basati anche sull’utilizzo di celle a combustibile reversibili e la prototipazione di veicoli a impatto zero elettrico equivalente. Coinvolti gli Istituti Cnr di Napoli, Messina, Bari, Padova e Parma, aziende motoristiche e di componentistica per impianti con fonti rinnovabili.‘Energia da fonti rinnovabili’. Il progetto è focalizzato sulle tecnologie per il fotovoltaico di prossima generazione e sulle tecnologie per la bioproduzione di idrogeno attraverso processi economicamente e ambientalmente più convenienti. In particolare, nel fotovoltaico di prossima generazione, è stata siglata la collaborazione degli Istituti Cnr (Itm Cosenza, Nnl Lecce, Iccom Bari, Ipcf Messina, Imm Catania, Ismn Palermo, Icb, Ictp e Imcb Napoli) con imprese quali X Group, Tozzi Renewable Energy e Dyesol Italia, intenzionate ad applicare a livello industriale i risultati di innovazione tecnologica. Per la bioproduzione di Idrogeno, accanto ad alcune Pmi ubicate nel territorio campano, una multinazionale italiana di grande rilievo è pronta a localizzare nel Mezzogiorno una linea di attività per rendere energeticamente sufficiente i propri impianti di produzione nel settore food. ‘Ambiente mare’. Gestione sostenibile della pesca nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia’. Questo progetto vuole sviluppare e implementare tecnologie per la gestione sostenibile della pesca ed essere uno strumento utile a una nuova fase di sviluppo delle attività ittiche nelle regioni meridionali, che permetta di conciliare redditività ed eco-compatibilità: osservazioni dell’ambiente marino in tempo reale, informazioni dirette ai pescatori per la gestione dello sforzo di pesca, radar costieri per il monitoraggio di aree critiche. Cruciale in tal senso è la collaborazione della rete scientifica del Cnr – Iamc di Mazara del Vallo, Capo Granitola, Messina e Oristano, Ismar di Foggia e Isac di Lecce e Roma - con il Mipaaf, le cooperative di pescatori, le organizzazioni di categoria, le capitanerie di porto e gli assessorati regionali.‘Geotermico Italia Meridionale’. Questo progetto di ricerca è focalizzato sullo sfruttamento del potenziale geotermico non convenzionale per la produzione di energia elettrica e sulla realizzazione di un atlante aggiornato delle risorse geotermiche. Il progetto prevede anche attività di formazione e informazione a operatori scientifici, tecnici e amministrativi per incrementare le competenze sui vari aspetti dell’energia geotermica, in particolare quella non convenzionale. Tra gli Istituti Cnr coinvolti: Iamc e Irea di Napoli, Imaa di Potenza, Irpi di Cosenza e Bari, Igag di Cagliari e Roma, Irsa di Bari e Roma.
‘Conoscenze integrate per sostenibilità e innovazione del Made in Italy agroalimentare’. L’obiettivo del progetto è aumentare la conoscenza del patrimonio genetico di microorganismi, piante e animali, che sono alla base dei prodotti Made in Italy per migliorare la sostenibilità e la qualità della produzione agroalimentare. Tra gli altri obiettivi e le azioni del progetto, anche una rete di diagnostica avanzata ed efficiente per la qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare; nuovi prodotti e/o processi di interesse per l’industria alimentare e per l’interazione alimentazione-salute; comunicazione, informazione ed educazione con strutture pubbliche e attori del sistema produttivo. Collaborano Istituti del Cnr di Bari, Lecce, Napoli, Palermo, Cosenza, Catania, Avellino, Sardegna e Lazio. Il Cnr già collabora con gruppi di Pmi in laboratori ‘pubblico-privati’ e in programmi finanziati da Ministeri, Regioni e Ue oltre che in distretti tecnologici e consorzi. Il Cnr impegna nel settore agroalimentare circa 900 persone, di cui circa due terzi operano nelle Regioni e Provincie indicate dal progetto.
‘Genetica, medicina predittiva, sviluppo di diagnostici e farmaci innovativi’. Le attività di ricerca del progetto ‘FaReBio di Qualità’ (farmaci e reti biotecnologiche di qualità) mirano alla identificazione di nuove molecole per la cura di tumori farmaco-resistenti, malattie ereditarie rare, patologie autoimmuni e sclerosi multipla e di integratori alimentari per la prevenzione su base scientifica delle malattie. Il progetto prevede due linee di attività: dal gene al farmaco e nuovi prodotti nutrizionali per la salute. Tra le collaborazioni, gli Istituti Cnr di Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia e un network esterno di collaborazioni con oltre 20 imprese, università e centri di ricerca anche esteri. In chiusura, il Technology Transfer Office del Cnr Manuela Arata ha illustrato le icadute positive delle ricerche del Cnr sul territorio per il mondo scientifico, sociale e occupazionale, sottolineando il grande prestigio dei centri di ricerca del Mezzogiorno nel panorama mondiale della comunità scientifica. (Peppe Caridi) 4 feb 2011 14:38
14. Milano. Meridione, l'ombra dei gattopardi. Calabria e Campania le più impantanate nelle clientele politiche. di Pietro Mancini. Nuovo partito del Sud, o partito degli eterni Gattopardi e cimitero degli elefanti meridionali? Un dubbio più che fondato, se si analizzano gli spostamenti di ufficiali e truppe partitiche, i trasformismi, il diffuso clientelismo e il familismo degli scaltri capibastone, che continuano a gonfiare le spese delle regioni e dei carrozzoni locali.
Partiamo da Reggio Calabria, dove si trova il consiglio regionale, mentre la giunta è a Catanzaro: sdoppiamento di sedi e di costi, frutto della sanguinosa rivolta reggina del 70. Qualche anno fa, a Reggio, l'assemblea approvò all'unanimità la proposta dell'allora segretario regionale dei Ds, Adamo. Con quella delibera, definita «concorsone», vennero imbarcati in Regione 86 portaborse: figli, fratelli, cugini e funzionari dei partiti. Avvenne di peggio dopo il fallimento di Sviluppo Italia che, travolta dai debiti e dalla pessima gestione, scaricò sulle spalle della giunta Loiero (che di recente ha lasciato il Pd, fondando un suo partitino) e sulle tasche dei calabresi un gruppone di dipendenti, trasformandosi in «Sviluppo Parenti». Altro poco invidiabile primato della Calabria è la dissipazione dei fondi europei.
Nella regione Campania, guidata per 10 anni da Antonio Bassolino(Pd) e adesso da Stefano Caldoro(Pdl), non è mai entrato un dipendente per concorso pubblico. Nella «Campania felix» (come era definita dai cronisti, che esaltavano don Antonio da Afragola) vengono sperperati centinaia di milioni per la formazione professionale e la gestione del turismo viene affidata agli ex detenuti. Sono, invece, insabbiate le poche proposte di inversione di rotta, come quella dell'ex assessore regionale D'Antonio (non più di tremila euro netti mensili per gli incarichi pubblici), mentre i consiglieri regionali guadagnano 2 mila euro in più al mese rispetto ai parlamentari nazionali. E lunga è la lista, a Napoli, come a Catanzaro, dei politici trombati alle elezioni, ma ricompensati con ricche prebende nelle 51 società controllate dagli enti locali, con ben 38 mila poltrone di nomina politica! Prima di mitragliare il «tributarista valtellinese», come l'ex ministro Antonio Martino ha definito Giulio Tremonti, i promotori del partito del Sud dovrebbero impegnarsi a fondo contro i riciclati della casta i tanti, e scandalosi, aspetti della malapolitica nel Mezzogiorno. C'è un «Sud alle vongole», come lo avrebbe definito Ennio Flaiano, che va combattuto e sconfitto in primo luogo dai meridionali onesti e capaci, che devono svegliarsi e ribellarsi contro gli arroganti boss dei partiti e delle giunte. Miccichè e i suoi seguaci di «Forza Sud» fanno bene ad alzare la voce per riportare l'attenzione del governo e delle grandi industrie sui problemi del Sud. Ma devono farlo, non rinchiudendosi in deboli partitini territoriali, bensì sollecitando le forze politiche nazionali su progetti di trasparente gestione e di sviluppo del Sud, non contro il Nord e Tremonti, ma che coinvolgano tutto il Paese.
E nel Pd, sotto il Garigliano, quel vuoto di leadership, denunciato da Galli della Loggia, si avverte in misura maggiore, in quanto non esistono, come in passato nel Pci e nel Psi, dirigenti credibili e autorevoli, capaci di far pesare, nel vertice del partito, i problemi e le esigenze del Mezzogiorno e di sollecitare governo e Parlamento ad attenuare il gigantesco squilibrio tra il Nord e il Sud del Paese.
15. Milano. Alla sinistra andrà il cartello delle regioni in rosso. Mentre raccoglierà l'eredità del Cav un centrodestra nordico pilotato da Bossi e Tremonti. di Diego Gabutti. Mettiamo che una sera d'estate il Cavaliere si faccia davvero da parte con un gesto a suo modo generoso. Mettiamo che anche i suoi nemici, in politica e nelle procure, siano a loro volta così generosi da lasciarlo uscire di scena senza scatenargli dietro i doberman, la squadra del buon costume e una Batmobile piena di supereroi in costume da carnevale. Mettiamo che si vada al voto e che non ci tocchi convivere di qui al 2013, fino all'ultimo giorno d'una legislatura tra le più sciagurate della storia repubblicana, con le sciantose di Arcore ogni giorno in prima pagina. Mettiamo che i talk show cambino ordine del giorno e che i giornalisti tornino a occuparsi d'informazione nuda e cruda lasciando la filosofia morale a filosofi e teologi di passo. In questo caso che cosa succederebbe? Chi raccoglierebbe l'eredità del Cavaliere? E come si presenterebbe il centrosinistra davanti agli elettori senza più lo spettro di Silvio Berlusconi da esorcizzare?
A destra, probabilmente, nascerebbe un fronte politico postberlusconiano sempre più nordista e sempre meno federalista. Giulio Tremonti e Umberto Bossi, che ne assumerebbero quasi certamente il comando, sarebbero pronti a lanciare il cuore oltre l'ostacolo. Non si tirerebbero indietro, occasione presentandosi, nemmeno se si trattasse di gestire la più drammatica e spericolata delle emergenze: una spaccatura istituzionale tra nord e sud. Mentre l'attuale opposizione (dai futuristi non ancora pentiti a Nichi Vendola passando attraverso democratici, dipietristi e fan club di Pier Ferdinando Casini) darebbe forse vita, come al momento sembra inevitabile, a un cartello delle regioni in rosso, la più probabile incarnazione futura del nostro intramontabile partito delle tasse. Lungo nuove linee di faglia, al momento ancora invisibili, ci sarebbe probabilmente un travaso di voti (che l'ingombrante presenza del Cavaliere aveva finora reso impossibile) tra i due schieramenti.
Berlusconi ha conservato, come un insetto nell'ambra, le antiche divisioni ideologiche, rinnovando per tre lustri le sorti del caro vecchio voto identitario? Sparito lui, probabilmente sparirebbero d'incanto anche tutti i parassiti, collocati in particolare a sinistra, del voto d'appartenenza. Non ci sarebbe più trippa per i gatti del giustizialismo e della sinistra radicale (anche la sinistra reazionaria e devota, già democristiana, rischierebbe la morte per fame). Al voto ideologico forse succederebbe il voto d'interesse, vale a dire un voto onesto. Per i materialisti volgari, come leggevamo un tempo nei bignamini di filosofia, siamo ciò che mangiamo? Bene: anche in Italia, come in tutte le democrazie mature, forse si potrebbe finalmente votare come si mangia, senza debiti caramellosi con l'utopia.
C'è anche da credere che, tramontata senza chiasso l'era berlusconiana, sia la destra che la sinistra saranno costrette, volere o volare, a rinnovare o per lo meno a rinfrescare le loro leadership, invecchiate male attraverso gl'interminabili decenni della guerra globale tra Berlusconi e i suoi nemici (giunta ormai alla sua fase parodistica, ieri il caso Spatuzza e le accuse di stragismo mafioso, oggi il caso Ruby e il reato di «bunga bunga» continuato e molesto). A sinistra, in particolare, i moderati assisteranno al declino del giustizialismo, del rosybindismo, del grillismo, del dipietrismo, del futurismo da intrallazzo parlamentare. Di queste aberrazioni del catalogo politico nazionale potrebbe non restare più traccia quando Berlusconi sarà uscito di scena. Ci sarà finalmente un'occasione, per la sinistra, di vincere sul serio le elezioni, o di perderle per colpa propria, anziché per colpa dell'union sacrée di Massimo D'Alema.
 

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