mercoledì 20 aprile 2011

Mezzogiorno-Sera. 20 aprile 2011.

Basilicata. Maltempo, Margiotta sollecita interventi del Governo

Alluvione, Basilicata insultata da Tremonti

Lecce. Schiavi del fotovoltaico, quindici arresti


Basilicata. Maltempo, Margiotta sollecita interventi del Governo
«Il Governo deve reperire le risorse necessarie per aiutare la Basilicata a fronteggiare i danni provocati dall'alluvione che ha colpito soprattutto la zona del Metapontino e del Materano»
19/04/2011  «Nessun finanziamento è stato ancora deciso dal Governo per far fronte ai gravissimi danni provocati in Basilicata dall'alluvione del mese scorso». Lo ha ha fatto sapere il parlamentare lucano del Pd Salvatore Margiotta, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, il quale ha presentato una risoluzione sulla questione. «Approvato con la ferma opposizione del Pd, il decreto mille proroghe - ha continuato Margiotta - prevede che le Regioni facciano fronte alle calamità aumentando tributi, addizionali ed aliquote: è però di tutta evidenza che la Basilicata, caratterizzata da un numero esiguo di abitanti,da sola non possa farcela. Pensare poi di dovere aumentare il prezzo della benzina, in una regione che fornisce petrolio all'intero Paese, è un vero e proprio paradosso. Analoghe considerazioni valgono per le altre regioni colpite: Marche, Emilia Romagna, Calabria, Sicilia». «La risoluzione, quindi - ha aggiunto il parlamentare - impegna il Governo ad assumere le iniziative necessarie per reperire risorse finanziarie da destinare alla Regione Basilicata, e alle altre regioni interessate dal provvedimento, per fronteggiare le disastrose conseguenze delle calamità naturali che le hanno investite, valutando anche l'opportunità di modificare il decreto per evitare che i cittadini di quelle regioni, colpiti da tali gravi eventi, debbano sopportare oltre ai danni anche la beffa dell'aumento delle tasse. Vedremo - ha concluso Margiotta - come si pronuncerà il Governo e come voteranno i colleghi deputati della maggioranza. Sarebbe opportuno, in ogni caso, che i parlamentari lucani di maggioranza sostengano la risoluzione».

Alluvione, Basilicata insultata da Tremonti
«Ad oltre un mese e mezzo dal nubifragio del primo marzo scorso, nemmeno un euro è stato destinato dal governo al soccorso delle popolazioni lucane». Lo ha detto, in una dichiarazione l'assessore alle Infrastrutture della regione Basilicata, Rosa Gentile. «L'adozione, da parte del Governo, del decreto che indicava la Basilicata tra le zone danneggiate – ha aggiunto – è rimasta un mero adempimento formale. Un passo avanti per l’adozione dell’ordinanza del presidente del Consiglio era atteso dalla riunione convocata a Roma dal Dipartimento nazionale di protezione civile. Ma il tutto è stato troncato dall’arrivo del consigliere giuridico del ministro Tremonti, che ha imposto il rinvio di ogni ragionamento a quando le stesse regioni avranno provveduto ad aumentare al massimo le imposte di propria competenza. Da subito avevamo manifestato contrarietà a questa ipotesi per non gravare con nuovi tributi su chi già aveva subito un danno e perchè non risolve nulla essendo la Basilicata la regione a minor gettito fiscale. Le risorse recuperate sarebbero irrisorie». Il modo in cui l’emergenza è stata affrontata al Nord, dove le risorse sono arrivate dopo che i governatori avevano annunciato lo sciopero fiscale, segna una nuova linea di demarcazione col Sud anche in presenza di emergenze del tutto sovrapponibili.

«I cittadini del Metapontino - dice Gentile - avranno difficoltà a sentirsi una sola cosa con quelli del Veneto sui quali, lo scorso novembre, dopo l’acqua è piovuta una pioggia di milioni dal governo. E anche i cittadini della Val d’Agri non potranno riconoscersi in uno Stato che da una parte promette una card con qualche decina di euro di carburante in riconoscimento del petrolio dato al Paese e dall’altro chiede di pagare la benzina più che in ogni altra parte d’Italia con l’aumento al massimo delle accise».
19 Aprile 2011

Lecce. Schiavi del fotovoltaico, quindici arresti
Soci e amministratori sotto inchiesta
Clandestini assunti e ridotti in condizioni di asservimento
Contestata l'associazione per delinquere, sequestrati beni
LECCE - Quindici persone - tra cui soci, amministratori e capi cantiere - di una società italo-spagnola di impianti fotovoltaici con sede a Brindisi sono state arrestate da polizia e guardia di finanza su disposizione della magistratura salentina. Gli arrestati - tra cui vi sono cinque spagnoli, due colombiani, un ghanese, una cubana ed un marocchino - sono indagati per associazione per delinquere finalizzata alla riduzione e mantenimento in schiavitù, estorsione, favoreggiamento della condizione di clandestinità di cittadini extracomunitari e truffa ai danni dello Stato. Gli arresti sono stati eseguiti a conclusone di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Dda di Lecce e dalla procura di Brindisi.

L'INCHIESTA - Secondo quanto è emerso dalle indagini, amministratori, soci e tecnici avrebbero assunto alle dipendenze della loro società cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno, favorendo la loro permanenza irregolare sul territorio dello Stato, occupandoli in condizione di asservimento. Oltre agli arresti, militari della guardia di finanza stanno sottoponendo a sequestro preventivo le quote sociali, l’intero compendio aziendale e tutte le attrezzature, i materiali e i mezzi riconducibili alla società di proprietà spagnola finita sotto inchiesta. L’impresa, che ha alle proprie dipendenze circa 800 persone, ha realizzato 17 impianti fotovoltaici nel Salento. Inoltre, vengono eseguiti sequestri preventivi per equivalente nei confronti di quattro delle persone arrestate per un valore complessivo di circa 275.000 euro, pari ai contributi previdenziali ed assistenziali evasi.

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