mercoledì 18 maggio 2011

Grecia, verso il soft restructuring. Una non soluzione, che avra’ un impatto devastante in Ue nel medio periodo, e costituira’ un precedente, a danno dell’euro ed a vantaggio dell’inflazione.


 


Bce, la ristrutturazione «soft» del debito greco non convince Bini Smaghi e Stark
di Vito Lops
L'ipotesi che si fa avanti sui mercati finanziari di una rischedulazione del debito greco in scadenza non convince economisti e addetti ai lavori. A rafforzare questa opzione (alternativa al default o alla solvibilità, che i mercati prenderebbero come una sopresa, del debito) è stato il primo ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker nonché fra i ministri delle Finanze della zona euro. «Se la Grecia compie nuovi sforzi dobbiamo vedere se è possibile una ristrutturazione "soft" del debito». Il che significa scadenze più lunghe per il rimborso e eventualmente una flessione dei tassi di interesse. Il primo ministro greco, Georges Papandreou, ha però definito sostenibile il debito del paese e scartato la prospettiva di una ristrutturazione (considerata non necessaria dal Fondo monetario internazionale).

In ogni caso, un'eventuale ristrutturazione del debito greco suscita molte perplessità. «Si è parlato e si parla tutt'ora di ipotesi come quella del soft restructuring del debito pubblico, ma lo si fa come se non avesse effetti devastanti l'idea di poter accettare che un paese di un'area avanzata come l'Europa possa venir meno ai propri impegni sul debito. La nostra posizione è sempre stata chiara, la ristrutturazione del debito è una soluzione che non funziona». Lo ha detto a Milano il membro del consiglio direttivo della Bce Lorenzo Bini Smaghi secondo cui «l'ipotesi di non rimborsare il debito mette a rischio la stabilità di tutto il sistema finanziario», non solo quello del paese in questione, ma dell'intera area economica di appartenenza. «Se i cosiddetti Pigs e in particolare la Grecia non dovessero rimborsare i propri debiti, tutto ciò sarebbe «un fattore devastante per la stabilità finanziaria complessiva».

«L'ipotesi del soft restructuring è la soluzione errata al problema del debito perché a voler ben vedere non si capisce bene che cosa sia. In questo momento di grande incertezza non bisogna lanciare queste idee come se fossero delle formule magiche». L'unica soluzione, ha spiegato Bini Smaghi, è procedere con serietà a perseveranza alle misure di austerità, per quanto possano essere poco popolari a livello politico. «Il governo di Atene - ha detto - ha capito che non ci sono soluzioni facili e che deve procedere con l'attuazione delle misure di austerità per recuperare il debito pubblico e recuperare la competitività».

I presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, intervenendo al Brussels Economic Forum ha detto: «Voglio essere chiaro: la ristrutturazione del debito non può assolutamente diventare una scusa per evitare il necessario aggiustamento delle finanze pubbliche».

Secondo Juergen Stark, membro dell'esecutivo della Banca centrale europea, «una ristrutturazione del debito della Grecia non risolverebbe i problemi del paese e sarebbe un disastro per le banche greche. È un'illusione - dice - pensare che una ristrutturazione, un taglio, o qualsiasi rischedulazione del debito possa risolvere i problemi che la Grecia deve fronteggiare. Se l'aggiustamento del programma è implementato, il debito è sostenibile e la Grecia solvibile».

Anche Paul Thomsen, capo della missione del Fondo Monetario Internazionale che in questi giorni sta valutando la situazione di Atene, si accoda al treno degli scettici. «Il piano di rilancio dell'economia greca è destinato a fallire se il governo ellenico non procederà a riforme fiscali e strutturali. Non penso che il programma riuscirà a mantenersi nei binari senza un forte rinvigorimento delle riforme strutturali nei prossimi mesi. Senza questo rinvigorimento, il piano è destinato a uscire dai binari».

Thomsen ha aggiunto che l'economia greca si sta riequilibrando, diventando più competitiva e che, secondo le sue previsioni, il prodotto interno lordo della Grecia quest'anno sarà di circa un punto percentuale più basso rispetto alle attese.

Il funzionario del Fmi ha espresso dubbi sulla possibilità della Grecia di rientrare sui mercati il prossimo anno e ha ribadito la necessità di accelerare la riforma del settore pubblico per ridurre il deficit. Quest'ultimo, secondo Thomsen, non scenderà di molto sotto il 10% del Pil senza ulteriori riforme.
 18 maggio 2011


Bini Smaghi: Grecia è Paese solvente e ricco
La Grecia è un Paese solvente e ricco. Lo ha detto il membro del Consiglio direttivo della Bce Lorenzo Bini Smaghi ad un evento a Milano, aggiungendo che Atene "ha capito che deve insistere sulle privatizzazioni e sulle misure di austerità che avrebbe dovuto fare da mesi". Quanto alla vendita ai privati di asset detenuti dallo Stato, Bini Smaghi ha dichiarato che Atene potrebbe ottenere da questa oltre il 25% del Pil.

Bini Smaghi ha ammesso che il ripagamento del debito rappresenta una sfida per il governo ellenico nei prossimi anni ma ha ribadito anche che una ristrutturazione delle passività danneggerebbe le banche greche. L'esponente della Bce si è detto contrario anche all'ipotesi di una ristrutturazione soft, ovvero di un'estensione delle scadenze sui prestiti che non implica un haircut sul debito. Bini Smaghi l'ha definita una "soluzione facile" che "non funziona" e ha spiegato che una scelta di questo tipo avrebbe un "impatto immediato sul sistema bancario" globale a cominciare dal Paese che l'ha operata.

Secondo Bini Smaghi una ristrutturazione soft del debito provocherebbe la necessità di ricapitalizzare il settore bancario colpito "con ingenti risorse". L'esponente della Bce ha fatto notare che nessun investitore privato sarebbe disposto a finanziare gli istituti di credito di un Paese che ha fatto default.

I commenti dell'esponente della Bce arrivano dopo che questa settimana sia il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker che il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn hanno chiarito che l'Ue è contraria alla ristrutturazione ma aperta all'ipotesi di un riscadenziamento del debito greco. Bini Smaghi oggi ha dichiarato anche che "la sfida dei prossimi anni è risanare quei Paesi con un eccesso di indebitamento come Grecia, Irlanda e Portogallo".

Secondo l'esponente della Bce il solo modo è attuare misure molto restrittive per ridurre la spesa pubblica, riequilibrare la tassazione e ridurre il più presto possibile il disavanzo pubblico. Bini Smaghi ha però riconosciuto che queste decisioni non sono facili da prendere a livello politico.


Nessun commento: