mercoledì 15 giugno 2011

Federali.Mattino_15.6.11. Micciche’: Noi non creeremo alcun problema al Pdl anche perché in questo momento non sono tra quelli che vogliono le elezioni anticipate. Più tempo abbiamo per radicare nel territorio Forza del Sud meglio è. Anzi, farò di tutto - ha aggiunto - per evitare che il governo cada. Il leader del movimento arancione rispondendo poi ad una domanda su Maroni premier, ha detto: È una delle persone della Lega che mi piace di più.

Micciché: «Non escludo alleanza con Pd»
Taranto. Disoccupato tenta di gettarsi sugli scogli
Lombardo: Archiviato nucleare, è ora energie alternative
Rifiuti campani in altre regioni, Calderoli ferma il piano: «Non è chiaro, va rivisto»
Stallo sull'emergenza rifiuti in Campania: nel Cdm è scontro tra la Lega e il Governo
Bozen. Il manifesto della Klotz al ministro


Micciché: «Non escludo alleanza con Pd»
Il leader di Forza del Sud che ha voltato le spalle al Pdl:
«Per il Sud pronti ad allearci anche con il Diavolo»
PALERMO - «Non escludo una alleanza di Forza del Sud anche con il Pd. Alle condizioni attuali mi pare difficile, ma, anche magari con una nuova legge elettorale, non lo escludo affatto. Per il Sud siamo pronti ad allearci anche con il Diavolo». Lo ha detto Gianfranco Micciché, leader di Forza del Sud e sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe, intervenendo alla trasmissione «La Zanzara» su Radio 24 . Proprio alcuni giorni fa il politico siciliano aveva voltato le spalle al partito del premier Berlusconi comunicando la «decisione presa dalla Direzione nazionale di Forza del Sud di fare uscire la nostra delegazione parlamentare dai gruppi del Pdl di Camera e Senato» e di entrare, nell'attesa di creare gruppi autonomi, nel gruppo misto.

L'USCITA DAL PDL - «Quando Berlusconi ha saputo che otto deputati e quattro senatori dei gruppi Pdl sarebbero andati al misto per dare vita a Forza del Sud non è che ci sia rimasto proprio bene. Ma questa scelta è stata ineluttabile. Il premier era a conoscenza del mio progetto, il giorno in cui gli comunicai la fuoriuscita dei parlamentari arancioni ho anche spiegato che non potevamo costruire un partito stando dentro ad un altro». Così Miccichè ha precisato la sua scelta: «Noi non creeremo alcun problema al Pdl anche perché in questo momento non sono tra quelli che vogliono le elezioni anticipate. Più tempo abbiamo per radicare nel territorio Forza del Sud meglio è. Anzi, farò di tutto - ha aggiunto - per evitare che il governo cada». Il leader del movimento arancione rispondendo poi ad una domanda su Maroni premier, ha detto: «È una delle persone della Lega che mi piace di più».

«Al Sud si evade principalmente per bisogno, mentre al Nord solo per arricchirsi» , ha aggiunto Micciché. «Tremonti», ha detto, «spero non stia facendo ammuina, ma non sono così sicuro. Io con lui mi ero molto arrabbiato in campagna elettorale». Sui Ministeri al Nord, il sottosegretario al Cipe così risponde: «I ministeri al Nord? Una minchiata. La Lega sta perdendo la sua motivazione d’essere, o almeno quella che era un tempo: il rapporto col territorio, le quote latte...Ora puntano solo alle poltrone delle aziende, si sono romanizzati»

Taranto. Disoccupato tenta di gettarsi sugli scogli
I carabinieri salvano un papà 29enne
Il giovane si è arrampicato sulla ringhiera del lungomare
Padre di 2 bimbi di 3 e 5 anni tenta il gesto disperato
TARANTO Un giovane di 29 anni, disoccupato e padre di tre figli, rispettivamente di uno, 3 e 5 anni, si è arrampicato sulla ringhiera del lungomare di Taranto e ha minacciato di gettarsi sugli scogli sottostanti.
L'INTERVENTO - I carabinieri hanno tentato invano una mediazione, ma vista la determinazione dell’uomo, lo hanno afferrato dalle spalle bloccandolo contro la ringhiera e costringendolo a scendere. Il giovane è stato poi condotto da un’ambulanza del 118 all’ospedale Moscati dov’è stato ricoverato nel reparto di psichiatria.

Lombardo: Archiviato nucleare, è ora energie alternative
Palermo, 14 giu (Il Velino/Il Velino Sicilia) - "Il successo dei quesiti referendari conferma la bontà delle scelte fatte dalla Regione a proposito del servizio idrico, della salvaguardia dell’ambiente e della salute delle persone". L’Ars e il nostro governo, all’unanimità, avevano preso posizione contro il nucleare". Lo ha affermato sul suo blog il presidente della Regione Raffaele Lombardo, commentando il risultato dei referendum. "E questa fonte energetica, vista anche l’indicazione popolare, dovrà ritenersi definitivamente archiviata. Non abbasseremo la guardia sui termovalorizzatori e sulla sicurezza degli impianti di raffinazione del petrolio - aggiunge il governatore -. I recenti fatti di Priolo ci confermano ogni giorno l’inderogabilità di interventi per la messa in sicurezza senza la quale sono a repentaglio la vita dei lavoratori, dei cittadini, dei nostri figli e la stessa dignità del lavoro". Ma il leader del Mpa va oltre. "Bisogna adesso puntare sulle energie alternative, su un fotovoltaico a dimensione familiare e per la piccola e media impresa agricola, artigiana e commerciale, abbandonando i mega-impianti eolici, mostri che deturpano il territorio e il paesaggio e che spesso nemmeno funzionano". E annuncia: "Nei primi giorni di luglio aprirà i battenti la grande fabbrica di St Sharp ed Enel per la produzione di quei pannelli fotovoltaici che potranno servire la Sicilia, il sud e il Mediterraneo provvedendo a dotarci, noi come i paesi del Mediterraneo, di energia solare, sviluppo e lavoro".
(fcm/fol) 14 giu 2011 13:45

Rifiuti campani in altre regioni, Calderoli ferma il piano: «Non è chiaro, va rivisto»
Il ministro: «Si aggira l'autorizzazione degli enti attraverso accordi solo con società private»
NAPOLI - Il piano per trasferire i rifiuti dalla Campania in altre regioni non convince la Lega Nord. Che pone un deciso veto all'ipotesi prospettata in Consiglio dei ministri. Un duro braccio di ferro tra i ministri del Pdl e il Carroccio, in particolare il responsabile alla Semplificazione Roberto Calderoli,che avrebbe criticato in toto l'impianto del provvedimento, in quanto «la trasformazione formale dei rifiuti solidi urbani in rifiuti speciali, oltre a consentirne il trasferimento senza il via libera delle Regioni» comporterebbe un costo ulteriore «per i cittadini ed indirettamente per lo Stato». Calderoli ha perciò chiesto di poter vedere «la relazione tecnica» per verificarne la copertura finanziaria.

A UN PASSO DA VARO DEL PIANO - Tutto fermo dunque, e dire che il Consiglio era a un passo dal varo del provvedimento sul trasferimento dei rifiuti solidi urbani campani. Secondo i leghisti il piano «avrebbe assimilato i rifiuti semplici a quelli speciali», consentendo il conferimento dei rifiuti attraverso accordi con società private e, di conseguenza, senza l'autorizzazione delle Regioni che li avrebbero ospitati. Malgrado i tentativi di mediazione da parte di più ministri del Pdl e la richiesta di una pausa da parte del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non si è giunti ad alcun compromesso. Si è così stabilito di rinviare la questione al prossimo Consiglio in programma giovedì». Ma da fonti ministeriali trapela sconforto: «Credo che difficilmente riusciremo ad uscirne fuori». e in Campania si prospetta una nuova crisi rifiuti.

Stallo sull'emergenza rifiuti in Campania: nel Cdm è scontro tra la Lega e il Governo
Nulla di fatto nel Consiglio dei ministri sull'emergenza rifiuti in Campania. Il Cdm, convocato oggi a Palazzo Chigi (assenti Berlusconi e Bossi), avrebbe dovuto approvare un provvedimento per permettere il trasferimento dei rifiuti solidi urbani della Regione in altri siti, ma la Lega ha stoppato l'operazione. Il ministro Roberto Calderoli ha chiesto infatti chiarimenti sul tipo di intervento previsto e ha dichiarato la completa contrarietà alla soluzione prospettata.

Nuovo round giovedì nel prossimo Cdm
Secondo gli esponenti del Carroccio, il provvedimento «avrebbe assimilato i rifiuti semplici a quelli speciali», consentendo il conferimento dei rifiuti attraverso accordi con società private e, di conseguenza, senza l'autorizzazione delle Regioni che li avrebbero ospitati. Malgrado i tentativi di mediazione da parte di più ministri del Pdl e la richiesta di una pausa da parte del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non si è giunti ad alcun compromesso. Si è così stabilito di rinviare la questione al prossimo Cdm in programma giovedì. Ma la matassa resta intricatissima e non è escluso che anche nella prossima riunione di Palazzo Chigi si registri un nuovo stallo.

Il nodo del contendere è l'impianto del decreto
Al centro dello scontro l'impianto del provvedimento. La Lega avrebbe infatti criticato la scelta predisposta nel documento in quanto «la trasformazione formale dei rifiuti solidi urbani in rifiuti speciali, oltre a consentirne il trasferimento senza il via libera delle Regioni, comporta un costo ulteriore per i cittadini ed indirettamente per lo Stato». In particolare, il ministro Calderoli avrebbe espresso la totale «contrarietà» all'ipotesi, chiedendo di poter vedere «la relazione tecnica» per verificarne la copertura finanziaria.
 14 giugno 2011

Bozen. Il manifesto della Klotz al ministro
Sarà Alfano a decidere se autorizzare l'incriminazione per vilipendio
BOLZANO. Il manifesto choc di Eva Klotz finisce al vaglio del ministro di Grazia e Giustizia Agelino Alfano. Ieri il procuratore Guido Rispoli ha concluso la preparazione della pratica con cui invierà a Roma la richiesta di autorizzazione a procedere per l'accusa di vilipendio delle Forze Armate, in particolare dei Carabinieri. Nel frattempo il comando generale dell'Arma sta valutando l'ipotesi di sporgere querela per diffamazione. Ieri, però, non è stata presa alcuna decisione.  Al centro del caso, come noto, c'è il manifesto che il «Südtiroler Freiheit», movimento politico oltranzista altoatesino, si appresta a far affiggere in tutti i Comuni dell'Alto Adige per il 50esimo della cosiddetta «notte dei fuochi».  L'11 giugno 1961 furono messi a segno in Alto Adige in rapida successione 37 attentati dinamitardi. Furono abbattutti decine di tralicci dell'alta tensione e perse la vita uno stradino di Grumo (Giovanni Postal) che rimase dilaniato da un ordigno sistemato sotto un albero lungo la statale del Brennero e che probabilmente avrebbe dovuto esplodere al passaggio di una pattuglia di polizia.  Fu la notte che diede il via alla stagione delle bombe anti italiane in Alto Adige. La successiva retata delle forze dell'ordine portò a decine di arresti tra i sudtirolesi ed alcuni denunciarono successivamente di essere stati maltrattati e malmenati dai carabinieri durante gli interrogatori.  Due estremisti morirono in carcere per cause naturali ma all'epoca si adombrò che potessero essere rimasti vittime di presunti pestaggi e torture da parte dei carabinieri. I due decessi in questione avvennero nel carcere di Bolzano il 17 novembre 1961 (Franz Höfler) e 7 gennaio 1962 (Anton Gostner). Furono gli accertamenti necroscopici disposti dalla magistratura ad escludere, all'epoca, che i decessi potessero essere avvenuti a seguito di presunti episodi di violenza avvenuti in carcere o in caserma.  L'esito dell'autopsia venne condiviso, all'epoca, anche dai consulenti nominati dalle famiglie delle vittime e cioè gli anatomopatologi Franz Josef Holzer dell'università di Innsbruck e Wolfgang Laves dell'università di Monaco di Baviera. I dieci carabinieri che furono posti sotto processo il 29 agosto 1983 con l'ipotesi di accusa di percosse nei confronti di alcuni detenuti, uscirono dalla vicenda senza conseguenze ma con l'encomio dell'allora generale De Lorenzo che contestò sempre in toto le accuse mosse dagli oltranzisti sudtirolesi nei confronti dei carabinieri. Dei carabinieri finiti sotto processo, otto furono assolti in pieno per non aver commesso il fatto, due furono amnistiati.  In sentenza i giudici del tribunale di Trento riconobbero che qualche «esagerazione» ci fu durante gli interrogatori dell'epoca avvenuti in un contesto di alta tensione. Di presunte torture, però, neanche l'ombra mentre oggi sui manifesti del movimento oltranzista di Eva Klotz i carabinieri vengono senza mezzi termini indicati come gli autori di pesantissime violenze e intimidazioni nei confronti dei sudtirolesi arrestati.  La morte di Franz Höfler e Anton Gostner nel carcere di Bolzano venne indicata dai periti dell'epoca come conseguenza di «cause patologiche comuni». E questa conclusione venne sottoscritta anche dai consulenti delle famiglie che segurono tutta la fase dell'autopsia.  Per questo il manifesto che in questi giorni il movimento «Süditoler Freiheit» di appresta a far affiggere in ogni Comune dell'Alto Adige suona come grave offesa. Per questo il procuratore capo Guido Rispoli ha avviato il procedimento d'ufficio con l'ipotesi di accusa di vilipendio ma attende dal Comando generale dell'Arma anche l'eventuale decisione di sporgere querela per diffamazione. Potrebbe essere proprio quest'ultima accusa a risultare la più insidioda per Eva Klotz e compagni dato che il vilipendio nei confronti delle Forze Armate è un reato per il quale la pena massima è una multa a 5 mila euro.  Il fascicolo con la richiesta di autorizzazione a procedere dovrebbe comunque essere inviata al Ministero a Roma dal procuratore Guido Rispoli già questa mattina. Non è la prima volta che per temi di questa natura la Procura di Bolzano chiede (e ottiene) il via libero ministeriale. In una precedente occasione il vilipendio era stato individuato in alcune magliette destinate ai giovanissime e che riportavano alcuni slogan palesemente offensivi per l'Arma.

Nessun commento: