sabato 25 giugno 2011

Federali.Mattino_25.6.11. Padani Vs monnezzari.

Rifiuti: misure straordinarie per Napoli. Ma la Lega avverte il governo: no a decreti truffa
Napoli, scorta armata per i tir con rifiuti
Bari. Nicastro: «Da Napoli 6.800 tonnellate
Venezia, padania. Zaia dice no a Napolitano «Mai i rifiuti di Napoli»
Napoli. Fondi Ue, obiettivi ok . Ma imprenditori e sindacati «sparano» su Tremonti
Guardia di Finanza: sgominato un giro di truffe che finiva a San Marino


Rifiuti: misure straordinarie per Napoli. Ma la Lega avverte il governo: no a decreti truffa
Silvio Berlusconi da Bruxelles assicura che l'emergenza rifiuti sarà sul tavolo del prossimo Cdm. La situazione nel capoluogo campano resta difficile. Qualche cumulo di rifiuti è sparito, ma il cattivo odore continua però a farla da padrone. E il grosso dell'immondizia è ancora abbandonato per le strade. Tanto che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, da Lubiana, torna a reiterare l'appello a intervenire al più presto. «Liberare Napoli dai rifiuti è un impegno duro e non di breve periodo», dice il presidente della Repubblica. «Una sorpresa? Sì liberare la città dalla monnezza».

Calderoli frena: non accetteremo decreti truffa
La prossima riunione di Palazzo Chigi potrebbe però essere all'insegna dell'alta tensione perché la Lega, che ha già bloccato nel Cdm di due settimane fa il decreto per lo smaltimento - che assimilava i rifiuti solidi urbani campani ai rifiuti speciali consentendone il trasferimento in altre Regioni - è pronta a far saltare il tavolo anche questa volta. «Su una cosa vogliamo essere chiari - avverte il ministro Roberto Calderoli - sulla questione rifiuti non accetteremo decreti truffa, sennò volano le sedie, lo abbiamo detto a Berlusconi e a Letta. «Nessuno pensi di usare trucchi o truffe - ha aggiunto il ministro - altrimenti la risposta che daremo sarà la stessa che abbiamo già dato».

Prestigiacomo: per Napoli misure straordinarie
Stamane intanto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dopo aver incontrato il sindaco della città, Luigi De Magistris, ha annunciato che il governo ha allo studio un provvedimento straordinario per agevolare il trasferimento dei rifiuti napoletani. «Si tratta di un provvedimento temporaneo e straordinario solo per la Campania e per liberare Napoli dai rifiuti - spiega il ministro -. In questo momento è molto importante che il Governo supporti la Regione e soprattutto non si può chiedere di ricorrere allo stato di emergenza».

Il ministro: roghi sono un delitto contro l'ambiente
Il ministro è anche tornata sugli incendi appiccati nei giorni scorsi ai cumuli di spazzatura che hanno invaso la città. «Chi appicca i roghi compie un delitto contro l'ambiente e la salute dei cittadini». È chiaro, aggiunge Prestigiacomo, «che i sacchetti di spazzatura per strada ci sono - osserva il ministro - ma saranno raccolti nelle prossime ore». Appiccare i roghi - spiega - è «un danno gravissimo perché si sprigionano fumi che sono ancora più dannosi per la salute», senza contare che «complicano ancora di più la situazione» per la raccolta. «Faremo di tutto - conclude Prestigiacomo - per scongiurare l'emergenza sanitaria che è la cosa che preoccupa maggiormente in queste ore».
 24 giugno 2011

Napoli, scorta armata per i tir con rifiuti
 Il governo annuncia misure straordinarie
Sono 2300 le tonnellate di spazzatura non raccolta. Blocchi stradali e roghi in città, 55 gli interventi dei vigili del fuoco
ROMA - Resta pressochè invariata la quantità di rifiuti in giacenza nelle strade di Napoli. Sono 2300 le tonnellate di spazzatura non raccolta nel capoluogo campano, che ha vissuto un'altra notte di passione: molti gli interventi dei vigili del fuoco, costretti agli straordinari per i cassonetti dati alle fiamme.

«Il Governo ha allo studio un provvedimento straordinario per agevolare il trasferimento dei rifiuti napoletani», ha annunciato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nel corso della riunione con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a Roma al ministero dell'Ambiente. Ieri il presidente della Repubblica aveva lanciato un appello affinché il governo intervenisse con urgenza sulla crisi rifiuti.

«C'è l'impegno prioritario di tutte le istituzioni per sgomberare le strade di Napoli dai rifiuti per scongiurare eventuali rischi sanitari per la popolazione - hanno detto il ministro e il sindaco - In queste ore i rischi sanitari per la popolazione sono attentamente monitorati per riportare la città al decoro che le spetta».

Metteremo insieme «delle norme per consentire che ci sia un flusso extra-regionale dei rifiuti - ha specificato il ministro Prestigiacomo - Si tratta di un provvedimento temporaneo e straordinario solo per la Campania e per liberare Napoli dai rifiuti. Con il provvedimento intendiamo fare una norma che possa far riprendere, sia pure in via temporanea e straordinaria, il trasferimento dei rifiuti fuori della Campania. Questo servirà per rimuovere i cumuli di spazzatura dalla strade in una fase delicata come quella della transizione, per poi portare la Campania all'autosufficienza».

In questo momento «è importante che il Governo supporti la Regione» e soprattutto non si può «chiedere di ricorrere allo stato di emergenza - continua il ministro - Credo che in questo momento ci sia la volontà di tutte le istituzioni a gestire questa sfida per arrivare ad un ciclo integrato dei rifiuti». Punti essenziali, secondo il ministro, dovranno essere «il miglioramento degli impianti, l'apertura di almeno due piccole discariche nella provincia di Napoli, e lavorare tantissimo sulla raccolta differenziata. Accanto a questo ci dovrà essere l'impegno ad attrezzare con mezzi idonei la società che gestisce la raccolta a Napoli, e puntare su informazione e sensibilizzazione».

 I roghi. Cinquantacinque, la scorsa notte, gli interventi dei vigili del fuoco. Nonostante gli appelli per i gravi rischi alla salute che i roghi provocano, anche nelle ultime ore l'immondizia è stata data alle fiamme, in diversi casi nel pieno centro della città. I vigili del fuoco sono intervenuti in strade centrali come via Riviera di Chiaia, via santa Brigida, ma anche in via De Pretis. In periferia, la zona di Pianura è tra le più colpite. Cumuli incendiati anche in provincia, soprattutto a Castellammare di Stabia e Melito.

Blocchi stradali. Al Corso Vittorio Emanuele alcune donne hanno riversato i sacchetti in strada, bloccando la circolazione delle auto in entrambi i sensi di marcia. Lo stesso è avvenuto in via Montagna Spaccata, lunga arteria che unisce il quartiere della periferia est di Napoli al comune flegreo di Quarto, che già in questi giorni si presentava come una discarica a cielo aperto. Ignoti hanno bloccato la strada riversando spazzatura lungo la carreggiata e costringendo all'intervento le forze dell'ordine, che fino a tarda notte hanno chiuso al traffico la strada in direzione Quarto con un posto di blocco all'altezza della Rotonda Don Russolillo.

Blocchi a Bagnoli e Poggioreale. La gente è scesa in strada e ha riversato i sacchetti lungo la carreggiata con il conseguente blocco della circolazione stradale. In particolare la protesta è in atto in via Ruggeri, a Bagnoli, e in via dello Scirocco, in zona Poggioreale.

Proteste e camion scortati. E' partita, la scorsa notte, la scorta armata dei compattatori che trasportano l'immondizia nei siti di trasferenza. Alcuni cittadini hanno sparpagliato l'immondizia lungo la strada provocando lo stop della circolazione delle automobili, poco dopo le cinque, in via Foria, nel centro storico. Sul posto è intervenuta la polizia mentre l'Asìa ha provveduto a rimuovere i sacchetti in modo da consentire il ripristino della circolazione. Anche i vigili urbani, la scorsa notte, hanno provveduto ad assicurare la scorta armata ai compattatori che trasportano l'immondizia.

Bari. Nicastro: «Da Napoli 6.800 tonnellate
Ma sui rifiuti non devono più barare»
L'assessore all'Ambiente apre alle richieste campane
«Calderoli ha ragione, dobbiamo sapere cosa arriva»

Assessore Lorenzo Nicastro, perché la Puglia ha fatto ricorso contro i rifiuti che arrivavano dalla Campania?
«Mi permetta di partire dal 2008. Dalla penultima emergenza».
Prego, cosa accadde allora?
«Scattò la solidarietà tra Puglia e Campania auspicata da Berlusconi. Solidarietà che Nichi Vendola ha confermato anche in questa emergenza».
E perché allora in Puglia non arrivano più rifiuti dalla Campania?
«Perché il protocollo d’intesa tra me, l’assessore Giovanni Romano, l’Esercito, l’Arpa e l’Arpac non è stato garantito».
In che senso?
«Firmammo quell’intesa il 6 dicembre scorso. L’accordo prevedeva che dalla Campania sarebbero arrivate 45 mila tonnellate di rifiuti dagli Stir e trasportati in sicurezza per garantire la salute e l’igiene delle popolazioni, sia nel punto di partenza che in quello d’arrivo».
E qual era il punto di arrivo?
«Tre discariche, tutte nel Tarantino: Italcave, Ecolevante e Vergine. Se mi permette, 45mila tonnellate sono una bella boccata d’ossigeno per la Campania, a fronte di altre solidarietà che non vanno oltre le tremila tonnellate».
Concesso. E poi perché quella solidarietà si è interrotta?
«Il protocollo è stato disatteso».
Da chi e come?
«E’ una sensazione personale, ma ad un certo punto l’Esercito è stato esautorato. Ricordo che venne da me il generale Monaco e disse: ci salutiamo qui».
Che vuol dire?
«Che forse eravamo troppo rigorosi, chiedevamo garanzie nel trasporto che sono state sacrificate a fronte di procedure più grossolane».
Sta dicendo che dalla Campania hanno barato?
«Non parlo certo della collaborazione tra me e Romano. Siamo su posizioni politiche opposte, ma gli riconosco il merito di fare politica per i rifiuti e non con i rifiuti».
Se non ha barato Romano, chi lo ha fatto allora?
«Non lo so. So solo che il mio dirigente Antonicelli, la polizia provinciale di Taranto e il Noe dei carabinieri sono venuti a dirmi che in Puglia stava arrivando spazzatura senza garanzie, a bordo di camion che percolavano durante il viaggio».
E lei cos’ha fatto?
«Sono andato in Procura a Taranto. Per me il protocollo non rispettato finiva lì».
Ma non i viaggi della "monnezza", giusto?
«Sì. Italcave con un accordo privato con Sapna (la società Sistema Ambiente Provincia di Napoli, ndr) ha continuato ad accogliere i rifiuti campani. Ed è stata proprio Italcave a promuovere il ricorso contro di noi».
Com'è andata?
«Che il Tar ha concesso la sospensiva "inaudita altera parte", cioè senza sentire la Regione Puglia. Ecco perché i rifiuti hanno continuato a viaggiare».
Ma poi la sentenza ha ribaltato le carte in tavola.
«Abbiamo avuto ragione, direi sessantamila tonnellate dopo».
E dunque avete detto: basta rifiuti dalla Campania. Ma ora il presidente Napolitano chiama il Governo (che chiamerà le Regioni) ad una nuova solidarietà. E’ d’accordo con l’appello del Capo dello Stato?
«Sono favorevole ad una soluzione del problema nell’ambito di una emergenza nazionale. La Puglia non si tirerà indietro».
Ma c’è anche la Lega. Che con Calderoli ha già bloccato una volta la bozza di decreto che consentirebbe ai rifiuti campani di migrare fuori regione. Come valuta il comportamento del ministro leghista?
«Guardi che se Calderoli si preoccupa del trasporto in condizioni di sicurezza, di come la spazzatura parte e arriva, delle modalità che garantiscono igiene e salute dei cittadini, non posso che essere d'accordo con lui».
Sta dicendo che la Lega ha ragione?
«Sto dicendo che l’allarme del ministro è giusto. Ma che vale per la Lombardia come per la Puglia, la Basilicata e la Calabria, in un corretto federalismo dei rifiuti».
Solo a queste condizioni riaprirete le porte alla Campania?
«Le dirò di più. Il giorno dopo il suo insediamento, ho incontrato il sindaco de Magistris, gli assessori Sodano e Romano».
E cosa vi siete detti?
«Abbiamo riflettuto sulle 60 mila tonnellate già ricevute e sullo stato dell’arte. E ho concluso che, rispettando il protocollo, la Puglia è pronta ad accogliere altre 6.800 tonnellate di rifiuti».
E finora quante ne sono arrivate?
«Che mi risulti, nemmeno un chilo».
Carmine Festa

Venezia, padania. Zaia dice no a Napolitano «Mai i rifiuti di Napoli»
Il presidente ribadisce il suo no ai rifiuti: «Imparino a differenziare». E sull’addizionale Irpef: per ora non verrà applicata
VENEZIA—Inutile chiedergli cosa pensi delle Province che aumentano l’imposizione fiscale attraverso il cavallo di Troia dell’assicurazione automobilistica, così come non serve a nulla incalzarlo con domande sull’ipotetica prossima leadership di Palazzo Chigi o del Carroccio. Il presidente veneto, Luca Zaia, chiude per questa stagione la serie televisiva «X-News» di Antenna Tre Nordest, intervistato dai direttori Domenico Basso, Antonello Francica (Nuova Venezia), Alessandro Russello (Corriere del Veneto) e dal caporedattore Ansa Roberto Nardi, registrando la puntata — che andrà in onda lunedì sera—e camminando sulle uova. Prudenza ed espressioni misurate, insomma, a meno che non si tratti dei rifiuti di Napoli. L’invito del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, alle altre Regioni a rendersi solidali nel dare un po’ di sollievo ai partenopei non sposta di una virgola l’atteggiamento del governatore. «Confermo il no del Veneto e per le ragioni di sempre — dice Zaia —. Non siamo più in una fase di prima emergenza. Possibile che a tre anni dal primo pesante momento di criticità nessuno si sia ancora reso conto che l’unica soluzione praticabile è quella di differenziare? Che significherebbe evitare di portare in discarica il 70% delle immondizie? Sarebbe impossibile giustificare "l’importazione" di rifiuti napoletani ai veneti, che hanno scelto la differenziata spinta più di dieci anni fa e che proprio per questo oggi non hanno più bisogno di discariche. E poi ci pensi De Magistris: ora è dalla parte difficile della barricata, quella degli amministratori. E’ passato dalla parte del giudicante a quella del giudicato ».

Il secondo argomento su cui la risposta è perentoria, sia pure con un margine di possibilità residua in caso di peggioramento imprevedibile del quadro finanziario, riguarda l’applicazione in Veneto dell’addizionale Irpef regionale. «Finché ce la faremo con le nostre forze questo non succederà mai. Anche se praticamente in tutte le altre Regioni questo avviene e anche se qui ci sono livelli di servizi assistenziali superiori che altrove ». Se proprio se ne dovesse presentare la necessità, Zaia non tarda a precisare che comunque chi avrà redditi deboli non sarà mai toccato dal provvedimento. «Ragioneremo su fasce alte, almeno dai 30 mila euro in su». Cinque Province su sette, quelle leghiste comprese, fanno leva sulla aliquota aggiuntiva nelle polizze Rc Auto: è perché senza questa manovra non ce la fanno? «Non conosco i loro bilanci e rispetto l’autonomia decisionale. A chi crede di vedere nel federalismo un appesantimento del carico fiscale rispondo dicendo che il federalismo introduce dei criteri che si trasformeranno in benefici entro pochi anni». I ragionamenti di Zaia sono sfumati anche per quanto riguarda la Tav o, meglio, il percorso che dovrebbe essere scelto per l’attraversamento del territorio. Il «tracciato litoraneo», cioè quello che dovrebbe avvicinarsi il più possibile alla costa e che compare nel progetto preliminare presentato alla Ue, risale al 2006 e non c’è motivo di pensare che non vi possano essere alternative migliori.

Ma quali? «Affiancare altri due binari alla ferrovia esistente significherebbe espropriare e abbattere duemila case. Pensiamo, ad esempio, a cosa succederebbe in un paese come Quarto d’Altino. Optare per un percorso complanare alla A4 vorrebbe dire rimettere in discussione un progetto già cantierato, cioè la realizzazione della terza corsia. Alla fine, l’unica cosa ragionevole è quella di istituire un organismo tecnico che svolga uno studio di compatibilità per ciascuna ipotesi e permettere un confronto. La decisione di questo gruppo di lavoro sarà anche la scelta che va bene a me, perché la cosa certa è che della Tav non possiamo fare a meno ». Per il resto, ogni tentativo di far virare la conversazione in territorio politico è tempo perso. I militanti che chiedono la secessione dal pratone di Pontida «ci sono sempre stati», lo striscione che invoca la sostituzione di Berlusconi con Maroni ha un significato relativo. «Alla gente non interessa il tema della leadership. Vuole vedere i risultati. Cosa ne penso? Chi, fra i leghisti, non vorrebbe un premier leghista? ».
Gianni Favero

Napoli. Fondi Ue, obiettivi ok . Ma imprenditori e sindacati «sparano» su Tremonti
La spesa certificata di fondi europei in Campania aumenta del 50 per cento nel 2010, ma il ministro dell'Economia è nel mirino delle parti sociali
NAPOLI - La spesa certificata di fondi europei in Campania aumenta del 50 per cento nel 2010, anche resta ancora a livelli bassi. E questo scatena il malumore di imprenditori e sindacati contro Regione ma, soprattutto, contro il ministro Tremonti. La prima viene sollecitata a dare una accelerazione ancora più decisa e coraggiosa alla spesa, strategica per una regione come la Campania. Il secondo viene giudicato «colpevole» di dirottare i fondi per lo sviluppo regionale in opere infrastrutturali che dovrebbero essere finanziate con i fondi ordinari (in realtà trasferiti alle regioni del Nord Italia).

UE: LA REGIONE RIPROGRAMMI LE RISORSE- Il Comitato di Sorveglianza, l’organismo regionale che analizza i flussi di spesa dei fondi comunitari, presenta a Napoli un rapporto sullo stato della situazione dal quale si evince che, a fine maggio, la Regione Campania ha raggiunto l’obiettivo, in termini di impegni, fissato per il 31 dicembre prossimo. Gli altri obiettivi sono invece rappresentati dalla certificazione del 70 per cento della spesa relativa al 2011 entro il 31 ottobre prossimo e dal livello di risorse impegnate che a fine stagione deve raggiungere l’80 per cento della quota fissata al 31 dicembre 2012. «Questi risultati sono stati raggiunti – è scritto nella relazione del Comitato – grazie ad alcuni interventi come l’istituzione di un capitolo unico di bilancio, che ci ha permesso di accelerare e monitorare la spesa, la centralizzazione dei controlli e il rientro nel Patto di Stabilità». Secondo la valutazione effettuata dall’organismo di controllo adesso la Regione deve compiere un ulteriore sforzo in termini di riprogrammazione delle risorse e accelerazione della spesa. Sul fronte dell’impiego dei fondi Palazzo Santa Lucia ha già sottoscritto un accordo con il ministero dell’università e della ricerca per cofinanziare, con risorse del programma operativo (Por) nella misura di 70 milioni di euro, i bandi di “Ricerca e Competitività” e “Ambienti per l’Apprendistato”. Per l’anno in corso l’amministrazione ha a disposizione 1.6 miliardi di euro.

TURISMO E CULTURA, RISCHIO SANZIONI - Su 52 Programmi operativi nazionali e regionali cofinanziati dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo sociale europeo (Fse), soltanto il Programma operativo interregionale «Attrattori culturali, naturali e turismo» delle regioni Calabria, Sicilia, Campania e Puglia ed il Por Sardegna hanno raggiunto un livello di impegni «inferiore all’obiettivo fissato e di conseguenza incorreranno nella sanzione prevista». È quanto ha comunicato il dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del ministero dello Sviluppo economico sul suo sito internet. Nel complesso, l’accelerazione della spesa, secondo il ministero, è testimoniata dal forte incremento degli impegni al 31 maggio rispetto al valore registrato al 31 dicembre dell’anno passato. In particolare, nell’area della convergenza (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) gli impegni dei programmi cofinanziati dal Fesr sono cresciuti del 66% negli ultimi cinque mesi, passando da 7.120 a 11.862 milioni di euro e quelli cofinanziati dal Fse del 100% (da 1.302 a 2.614 milioni di euro). Nell’obiettivo competitività (regioni del centro-nord), dove nel complesso, l’attuazione era più avanzata, gli aumenti al 31 maggio scorso sono stati più contenuti: 25% per i programmi cofinanziati dal Fesr (da 2.520 a 3.156 milioni di euro), 24% per i programmi cofinanziati dal Fse ( da 2.730 a 3.392 milioni di euro).

I FONDI STRUTTURALI PER IL 2014-2020 - Il Parlamento europeo scende in campo a difesa dei fondi strutturali che l’Ue destina alle regioni. L’assemblea plenaria, a stragrande maggioranza, ha chiesto che la politica di coesione per il periodo 2014-2020 sia dotata di un bilancio «almeno equivalente a quello del periodo in corso». Nel corso del dibattito, i deputati si sono pronunciati a favore di una politica di coesione «efficace, solidale e ambiziosa» che «è già stata testata e ha fornito impulso alla crescita e all’occupazione», ha sottolineato il popolare tedesco Markus Pieper, autore della relazione sulla strategia per la politica di coesione dopo il 2013, il cui voto è stato rimandato alla prossima sessione plenaria di inizio luglio. Nel dibattito con il commissario Johannes Hahn, responsabile per lo sviluppo regionale, i parlamentari hanno insistito anche sulla loro ferma opposizione a qualsiasi proposta «di nazionalizzazione o settorializzazione della politica di coesione».

Guardia di Finanza: sgominato un giro di truffe che finiva a San Marino
Un ponte che da Teramo portava verso San Marino. Un ponte di truffe, sgominate dalla Guardia di Finanza. Il blitz ha portato alla denuncia di sette persone (più altre otto che risultano coinvolte nel losco giro di affari), tra imprenditori e prestanome, per associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di reati tributari. A dare il là alle indagini, alcune fatture ritrovate durante una verifica: alla fine dei controlli, è emerso che appartenevano a due imprenditori (che lavorano nel campo della moda) ma erano gestite da alcuni prestanomi di nazionalità cinese. Le Fiamme gialle hanno successivamente messo a specchio la contabilità sotto inchiesta con alcune aziende che operano in Emilia-Romagna. Il passo successivo ha portato alla scoperta di un legame con il Titano:  i due imprenditori distraevano continuamente disponibilità finanziarie dalle aziende che, spesso, finivano per essere accreditate su conti correnti accesi in istituti di credito con sede nella Repubblica di San Marino. In base alle prime notizia, sembra che l’ammontare complessivo dell’evasione fiscale superi i 10 milioni: 8 milioni e 500 mila euro di ricavi e oltre due milioni di euro di Iva.

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